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Autore: miseichan    30/05/2013    4 recensioni
Ritrovarsi faccia a faccia con un lupo non è mai una passeggiata.
Certo, il tutto si complica se è l'alba di domenica mattina, si è ancora in pigiama e il suddetto lupo si trova proprio fuori casa tua.
Genere: Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qua la zampa

 



 

“Quindi, ricapitolando: tu sei molto più carino di Balto, ma in quanto a carattere vince lui su tutta la linea.” affermò Stiles, alternando lo sguardo fra il cartone animato e il lupo al suo fianco. 

Il muso dell’animale fremette, un canino che faceva capolino.

“Non ti arrabbiare, sto solo dicendo la verità.” si difese velocemente il ragazzo “Sei burbero. Scontroso. Ringhi sempre troppo, per i miei gusti almeno.”

Un breve ringhio sembrò confermare la sua tesi e un sorriso vittorioso piegò le labbra di Stiles:

“Visto?” esultò, affrettandosi ad aggiungere “Ah, e poi non sorridi mai. Questo è grave, lo sai? Molto, molto grave. Bisogna sorridere. E’ una cosa bella, importante e... dove vai?”

Il lupo saltò giù dal divano e trotterellò al piano di sopra.

“Dove credi di andare?” sbottò Stiles, allargando le braccia “La verità fa male, non è vero?”

Ottenendo in risposta solo silenzio, il ragazzo si sentì in dovere di continuare:

“Non fare tanto il permaloso e...” s’interruppe, fulminato sul momento da un nuovo pensiero “Non osare andare in camera mia, eh! Non ti azzardare nemmeno a toccare o...”

“Stiles?”

Il respiro mozzo e una mano sul cuore, Stiles fece un salto all’indietro, totalmente preso alla sprovvista: “Papà!”

“Con chi urlavi?” 

“Papà.” ripeté il ragazzo, prendendo tempo “Già di ritorno?”

“Era solo un giro di routine.” si strinse nelle spalle il padre “Ora ho tutta la giornata libera.”

“Bene. Bene. Be...”

“Con chi stavi urlando?”
“Scott.” annuì deciso Stiles “Urlavo con Scott. E’ sempre stato permaloso, lo sai. Se la prende per poco e non capisce che...”

“Cos’è che non capisco?” chiese in quel momento Scott, entrando in casa tutto sorridente.

Stiles chiuse gli occhi, maledicendo con tutte le sue forze il tempismo dell’amico:

“Papà” tentò allora, prontamente interrotto dal sospiro dell’uomo:

“No.” fece quello, spostando stancamente lo sguardo sui due ragazzi “E’ domenica. Non voglio saperlo.”

“No?” sorrise il figlio, visibilmente sollevato.

“No. Qualsiasi cosa non implichi un morto può aspettare fino a domani.”

“Perfetto.” concluse Stiles, afferrando Scott per il braccio e trascinandolo verso le scale “Pensa solo a riposarti, papà.”

“Sono permaloso, quindi?” sussurrò Scott, inarcando un sopracciglio.

“Hai un pessimo, pessimo tempismo.” lo rimproverò l’amico, fiondandosi in camera sua “Te lo ha mai fatto notare nessuno?”

“E tu dici troppe bugie. Prima o poi ne rimarrai sepol...” non terminò la frase, gli occhi che si fermavano sconvolti sul lupo che se ne stava sdraiato sul letto.

“Scendi immediatamente.” sibilò Stiles, sgridando l’animale “Ti avevo detto di non entrare qui. E come ti permetti di salire sul mio letto?”

“Stiles?”

“Me lo starai ricoprendo di peli, contento?”

“Stiles.”

“Cosa?”

“Stai sgridando un lupo.”
Stiles si girò a fronteggiare l’amico, un sorriso sarcastico a piegargli le labbra:

“Non mi dire.”

“Perché diavolo è ancora qui?”

“Non potevo cacciarlo!”

“Perché no?”

“Te l’ho già detto.” sospirò Stiles, crollando a sedere su una sedia “E’ Derek.”

“Derek è partito.” sillabò Scott, incapace di distogliere lo sguardo dal lupo nero.

“Che scusa penosa.” 

“Non è una scusa, è la verità.”

“E come mi spieghi il lupo?”
Quando Scott non disse niente, Stiles cominciò a ridacchiare istericamente:

“Ti ricordi,” singhiozzò, carezzandosi il mento “ricordi quella cosa che ti dissi, sì? In California non ci sono più i lupi, Scott. Non ci sono più da oltre sessant’anni.

“Infatti.”

“Infatti, cosa?”

“Questo dev’essere scappato.”

“Scappato? Scappato da dove? Stai delirando, te ne rendi conto?”

“Scappato da un circo, o... o da qualche folle che... non lo so.” biascicò Scott “E’ addestrato, però, no? Non ti ha morso, non ti ha ucciso e... Stiles, ci dev’essere una spiegazione.”

“E’ Derek.”

“Questa non è una spiegazione, è una follia.”
Stiles afferrò una rivista e l’arrotolò:

“Ah, sì?” sussurrò, avvicinandosi al letto “Ora ti faccio vedere.”

Sollevò la rivista e con uno scatto la sbatté sul naso del lupo. 

Due paia d’occhi sconvolti puntarono su di lui, incredule.
“Che diavolo fai?” strillò quasi Scott, chiudendosi alle spalle la porta della camera “Sei impazzito?”

Stiles fissò truce il lupo negli occhi e ripeté il gesto, sibilando:

“Ringhia, Derek.”

“Stiles! Ti è dato di volta il cervello? Non è un cane!”

“Oh, cielo! Passi tutta la vita a ringhiare e quando devi non lo fai?”
Stiles fece per picchiarlo una terza volta ma Scott lo tirò prontamente via, strappandogli la rivista:

“Vuoi perdere la mano?” gli chiese, piegando il capo in direzione del lupo.

“E’ tutto fumo.” fece spallucce l’altro “Non morde.”

“E’ un lupo, certo che morde.”

“E’ Derek. Non morde.”
Scott sospirò, costringendo l’amico a sedersi di nuovo: “Va bene.” mormorò, piegandosi sui talloni e fissandolo negli occhi.

“Mi stai controllando le pupille?” domandò scettico Stiles “Mi stai davvero controllando le pupille, Scott?”

“No, certo che no.”

“Tu non mi credi.” 

“Io vorrei crederti, davvero. E’ solo che lo trovo molto difficile.” sorrise l’altro in risposta.

“Mi sto inventando tutto, secondo te?”

“No. Io credo, credo che tu sia molto sotto pressione, ultimamente.”

“Prego?”

“Dev’essere difficile per te con tutte le morti, i mostri, i lupi, i morsi e gli alpha, e ecco, diciamo che ce lo aspettavamo.”

“Cosa vi aspettavate?”

“Un crollo di un qualche tipo.”

“Io non sono crollato.” sillabò Stiles, scuro in viso.

“No, certo che no.” sorrise pacificatore Scott “E hai appena deciso di tenere un lupo come se fosse un cane e di chiamarlo Derek.”

“Lui si chiama Derek.”

“Okay, okay.” alzò le mani Scott “Per un po’ tienilo, quantomeno non sembra volerti saltare alla gola. Poi... poi vedremo cosa fare.”

“Chiama Derek.”

“Come?”
Stiles annuì con fare deciso, serio come mai:

“Chiamalo, forza.”

“Stiles...”

“Che aspetti?”
Scott obbedì, inserendo il vivavoce, l’espressione mesta e leggermente preoccupata:

“E se risponde?”

“Contatterò il circo più vicino.”

Dopo diversi squilli a vuoto si sentì un bip prolungato, inequivocabile.
“Coincidenza.”

“Coincidenza?”

“Non significa niente, Stiles.”

Diversi sbuffi fecero voltare entrambi verso il lupo, scosso come da singhiozzi.
“Che ha?” chiese Scott, osservandolo senza capire.

“Sta ridendo di noi.” si strinse nelle spalle Stiles.

“I lupi non ridono.”

“Derek sì.” ribatté Stiles, rendendosi conto dell’assurdità della propria affermazione “Oh, mio Dio. Derek ride?”

“Non lo so. Tu lo hai mai visto?”

“No. Credo che me lo ricorderei, altrimenti.”

“Quindi ora non credi più che sia lui?”

“Oh, no. Sono ancora convinto che sia lui. Sarà la prima risata che si fa.”
Scott roteò gli occhi, poggiando le spalle all’armadio:

“Che farete, ora?”

“Il lupo e io?”

“Che facevate prima?”

“Abbiamo guardato Zanna Bianca. E poi anche Balto, ma quando ho cominciato a prenderlo in giro è scappato qui sopra.”

Scott annuì con fare condiscendente, un’ombra di apprensione negli occhi:

“E cosa c’è in programma, ora?”

“Tu che devi fare?” sorrise l’amico in risposta “Ti vedi con Allison?”

“Solo se... se voi avete altro da fare. Altrimenti resto a farti compagnia, è chiaro.”

“Abbiamo da fare, vai tranquillo.”

“Ah, sì?”

“Sì.” asserì Stiles, poggiando i gomiti sulle ginocchia e fissando deciso l’animale:
“Una bella passeggiata nel bosco.”

 

 

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