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Autore: gemellina    15/12/2007    10 recensioni
Il professor Paroceti era un uomo dall’aria piuttosto burbera e non faceva presagire nulla di positivo, tranne l’idea del suicidio visto come l’unica via d’uscita. Draco prese posto vicino al collega e ciò che vide non gli piacque per niente: il testo di Romeo e Giulietta troneggiava sul banchetto, ma fu quello che udì poco dopo che lo portò ad un’istantanea voglia di scagliarsi un’Avada Kedavra. “Giulietta era una puttana!” La storia sembrava ripetersi.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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paura

- Paura

 

 

Il cuore le batteva all’impazzata, si sentiva soffocare e avrebbe solo voluto scendere da quella giostra di sensazioni contrastanti e avere il coraggio di mettere a tacere ciò che provava.

L’aveva tradita e averlo davanti la disgustava maggiormente, ma doveva parlargli, dopotutto non condividevano più nulla e aveva anche una voglia matta di sentire le sue stupide spiegazioni su quanto era accaduto con la procace segretaria italiana.

 

“Hermione… non mi sono chiare parecchie cose…”

La ragazza si voltò e uno sguardo assassino trapassò i suoi occhi di ghiaccio.

Lo avevano ferito più di quanti avesse potuto fare un fiume di parole intrise di odio.

“Con quale coraggio sei venuto qui?”, domandò furente.

Draco trasse un lungo respiro.

Era semplice: non capiva.

Non poteva capire

“Non parli? Eppure ne avresti di cose da raccontare… la vita che conduci a Firenze ha delle sfumature interessanti!”

“Dove vuoi andare a parare, Hermione?”

Hermione gli voltò le spalle e prese a guardare il paesaggio fuori dalla grande finestra, dove si stagliava un’immensa foresta.

Era inquietante come paesaggio.

“Pensavo che per te Firenze fosse solo lavoro.”

Gli occhi di Draco si ridussero a due fessure.

Odiava non capire e lei si stava mostrando piuttosto criptica.

“E cos’altro dovrebbe essere?”

Suonava come una domanda retorica, e lei emise un risolino che lo fece rabbrividire per il gelo che trasmetteva.

“Non lo so, Draco. Dimmelo tu…”

“Non so di cosa tu stia parlando!”

“Non lo sai?”, ripetè lei con voce quasi isterica.

Lui scosse la testa, non sapeva cosa ribattere benché sapesse di essere innocente.

Non sapeva cosa stava accadendo e la furia, la frustrazione e la tristezza palese della donna che amava non riuscivano a farlo reagire.

Era come sotto incantesimo.

Non aveva voglia di difendersi, anche e soprattutto perché non sapeva il crimine commesso.

“Draco, basta con le bugie! Sei stato bravo a mentire, mi hai addirittura fatto innamorare di te… ed io stupida che credevo che tu fossi cambiato, che io ero l’unica per te…”

“Tu sei l’unica per me!”

“Oh per favore”, sbottò la ragazza, “Hai un concetto di unico un po’ distorto!”

“E allora spiegami qual è il reale concetto di unico, Granger!”

Si stavano fronteggiando e non riuscivano neppure a smettere di guardarsi.

Era il loro primo grande litigio?

Beh…Draco avrebbe anche voluto sapere per cosa diamine stavano litigando, ma sembrava non esserci nessun verso per farlo dire da quelle labbra che comparivano spesso nei suoi sogni.

Poi, Hermione distolse lo sguardo da quello di lui.

Quegli occhi grigi erano sempre stati letali, ma c’era un particolare che non riusciva a sfuggire dalla mente di Hermione.

Ad Hogwarts, Draco Malfoy, non era di certo stato un campione di coraggio.

Era subdolo e vigliacco, ma da quando aveva imparato a conoscerlo, sapeva che se non era l’artefice di un crimine, reagiva in tutt’altro modo.

E di certo non la guardava con quello sguardo.

“Draco… sono molto confusa.”, disse voltandosi, e quella fu la frase che lo fece innervosire inverosimilmente, perché se c’era qualcuno confuso in quella stanza, quello era lui-incriminato di un delitto mai commesso- e non lei.

L’afferrò per il braccio e la costrinse a sostenere il suo sguardo di ghiaccio.

“Io sono confuso, perché non so nemmeno perché stiamo avendo questa discussione.”

“La tua intelligenza è pari alla tua bellezza, trai le conclusioni.”, disse tristemente cercando di liberarsi dalla stretta di Draco senza però riuscirci.

“Hermione…”

“Draco, te la sei scopata o forse avete fatto l’amore… o forse hai scopato me ed io sempre creduto che facessimo l’amore… non so…”

 

Sciaff

 

Quella mano che aveva baciato più volte e che più volte l’aveva accarezzata e toccata facendola sentire amata, si era infranta contro la sua guancia rosea.

Un dolore lacerante al petto e quello schiaffo che l’aveva fatta rinsavire per un istante.

Aveva davvero pronunciato quelle parole?

Lo sguardo di Draco era furioso, mai lo aveva visto in quello stato.

Lo aveva ferito. Lo sapeva.

“Come cazzo puoi aver solo pensato una cosa del genere?”

Aveva le mani tra i capelli e una voglia disperata di scoppiare a piangere distruggendo tutto ciò che incrociava il suo sguardo di fuoco.

Hermione non aveva davvero pronunciato quella frase. Non era stata lei.

“Hai idea di quello che rappresenti per me, Hermione?”

Immobile.

“Hai una vaga idea?”

Hermione venne scossa dal tono della sua voce.

Era roco, alterato.

“Draco… tu non ti sei scopato la segretaria, vero?”

Piangeva e tremava, e sembrava così piccola e fragile.

Una freccia infuocata colpì quel muscolo che pulsava solo da quando aveva capito di amarla più della sua stessa vita.

“Hermione, come potrei guardare un’altra donna che non sia tu?”

Piangeva disperatamente.

Aveva paura. Paura che un’oca alla stregua di quelle che si scopava ad Hogwarts, lo portasse nella sua tela.

Aveva paura e sapeva che non doveva averne, ma la paura è irrazionale.

E lei si sentiva sprofondare sempre di più, perché non poteva farsi manovrare dalla paura.

Lei era Hermione Granger. Era fin troppo razionale.

“E adesso dove vai?”, domandò vedendole aprire la porta.

Lei si voltò rivolgendogli un sorriso sghembo.

“Ho bisogno di tempo”

Non riusciva ancora a capire.

Improvvisamente sentì le labbra di lei sulle sue.

Un lieve bacio a fior di labbra. Dolce.

“Ti prego”, disse guardandolo negli occhi e lui non riuscendo a dirle niente la vide sparire oltre la porta; rimase qualche minuto a guardare laddove era sparita e poco dopo si smaterializzò nel suo ufficio a Firenze.

                                                       

 

                                                       

 

 

 

 

E Draco non c’ha capito una beneamata mazza! Yahoo!

Non so perché, ma ho la vaga impressione che anche voi –mie adorate lettrici- c’avete capito poco.

 

Beh ditemi un po’ cosa avete capito e cosa no.

 

Sono curiosissima di sapere che cosa ho combinato! ^^

 

Ringrazio: cipychan87, potterina_88_, AuraD, marygenoana, lenu88, buffy88, koala3, juju210 e BaD_eVal_

 

Chi aspettava la riappacificazione… deve aspettare un altro po’!

 

Non abbandonatemi!

 

Kisses

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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