- Paura
Il cuore le batteva
all’impazzata, si sentiva soffocare e avrebbe solo voluto scendere da quella
giostra di sensazioni contrastanti e avere il coraggio di mettere a tacere ciò
che provava.
L’aveva tradita e averlo
davanti la disgustava maggiormente, ma doveva parlargli, dopotutto non
condividevano più nulla e aveva anche una voglia matta di sentire le sue stupide
spiegazioni su quanto era accaduto con la procace segretaria
italiana.
“Hermione… non mi sono
chiare parecchie cose…”
La ragazza si voltò e
uno sguardo assassino trapassò i suoi occhi di ghiaccio.
Lo avevano ferito più di
quanti avesse potuto fare un fiume di parole intrise di
odio.
“Con quale coraggio sei
venuto qui?”, domandò furente.
Draco trasse un lungo
respiro.
Era semplice: non
capiva.
Non poteva
capire
“Non parli? Eppure ne
avresti di cose da raccontare… la vita che conduci a Firenze ha delle sfumature
interessanti!”
“Dove vuoi andare a
parare, Hermione?”
Hermione gli voltò le
spalle e prese a guardare il paesaggio fuori dalla grande finestra, dove si
stagliava un’immensa foresta.
Era inquietante come
paesaggio.
“Pensavo che per te
Firenze fosse solo lavoro.”
Gli occhi di Draco si
ridussero a due fessure.
Odiava non capire e lei
si stava mostrando piuttosto criptica.
“E cos’altro dovrebbe
essere?”
Suonava come una domanda
retorica, e lei emise un risolino che lo fece rabbrividire per il gelo che
trasmetteva.
“Non lo so, Draco.
Dimmelo tu…”
“Non so di cosa tu stia
parlando!”
“Non lo sai?”, ripetè
lei con voce quasi isterica.
Lui scosse la testa, non
sapeva cosa ribattere benché sapesse di essere innocente.
Non sapeva cosa stava
accadendo e la furia, la frustrazione e la tristezza palese della donna che
amava non riuscivano a farlo reagire.
Era come sotto
incantesimo.
Non aveva voglia di
difendersi, anche e soprattutto perché non sapeva il crimine
commesso.
“Draco, basta con le
bugie! Sei stato bravo a mentire, mi hai addirittura fatto innamorare di te… ed
io stupida che credevo che tu fossi cambiato, che io ero l’unica per
te…”
“Tu sei l’unica per
me!”
“Oh per favore”, sbottò
la ragazza, “Hai un concetto di unico un po’ distorto!”
“E allora spiegami qual
è il reale concetto di unico, Granger!”
Si stavano fronteggiando
e non riuscivano neppure a smettere di guardarsi.
Era il loro primo grande
litigio?
Beh…Draco avrebbe anche
voluto sapere per cosa diamine stavano litigando, ma sembrava non esserci nessun
verso per farlo dire da quelle labbra che comparivano spesso nei suoi
sogni.
Poi, Hermione distolse
lo sguardo da quello di lui.
Quegli occhi grigi erano
sempre stati letali, ma c’era un particolare che non riusciva a sfuggire dalla
mente di Hermione.
Ad Hogwarts, Draco
Malfoy, non era di certo stato un campione di coraggio.
Era subdolo e vigliacco,
ma da quando aveva imparato a conoscerlo, sapeva che se non era l’artefice di un
crimine, reagiva in tutt’altro
modo.
E di certo non la
guardava con quello sguardo.
“Draco… sono molto
confusa.”, disse voltandosi, e quella fu la frase che lo fece innervosire
inverosimilmente, perché se c’era qualcuno confuso in quella stanza, quello era
lui-incriminato di un delitto mai commesso- e non lei.
L’afferrò per il braccio
e la costrinse a sostenere il suo sguardo di ghiaccio.
“Io sono confuso, perché
non so nemmeno perché stiamo avendo questa discussione.”
“La tua intelligenza è
pari alla tua bellezza, trai le conclusioni.”, disse tristemente cercando di
liberarsi dalla stretta di Draco senza però riuscirci.
“Hermione…”
“Draco, te la sei
scopata o forse avete fatto l’amore… o forse hai scopato me ed io sempre creduto
che facessimo l’amore… non so…”
Sciaff
Quella mano che aveva
baciato più volte e che più volte l’aveva accarezzata e toccata facendola
sentire amata, si era infranta contro la sua guancia
rosea.
Un dolore lacerante al
petto e quello schiaffo che l’aveva fatta rinsavire per un
istante.
Aveva davvero
pronunciato quelle parole?
Lo sguardo di Draco era
furioso, mai lo aveva visto in quello stato.
Lo aveva ferito. Lo
sapeva.
“Come cazzo puoi aver
solo pensato una cosa del genere?”
Aveva le mani tra i
capelli e una voglia disperata di scoppiare a piangere distruggendo tutto ciò
che incrociava il suo sguardo di fuoco.
Hermione non aveva
davvero pronunciato quella frase. Non era stata lei.
“Hai idea di quello che
rappresenti per me, Hermione?”
Immobile.
“Hai una vaga
idea?”
Hermione venne scossa
dal tono della sua voce.
Era roco,
alterato.
“Draco… tu non ti sei
scopato la segretaria, vero?”
Piangeva e tremava, e
sembrava così piccola e fragile.
Una freccia infuocata
colpì quel muscolo che pulsava solo da quando aveva capito di amarla più della
sua stessa vita.
“Hermione, come potrei
guardare un’altra donna che non sia tu?”
Piangeva
disperatamente.
Aveva paura. Paura che
un’oca alla stregua di quelle che si scopava ad Hogwarts, lo portasse nella sua
tela.
Aveva paura e sapeva che
non doveva averne, ma la paura è irrazionale.
E lei si sentiva
sprofondare sempre di più, perché non poteva farsi manovrare dalla
paura.
Lei era Hermione
Granger. Era fin troppo razionale.
“E adesso dove vai?”,
domandò vedendole aprire la porta.
Lei si voltò
rivolgendogli un sorriso sghembo.
“Ho bisogno di
tempo”
Non riusciva ancora a
capire.
Improvvisamente sentì le
labbra di lei sulle sue.
Un lieve bacio a fior di
labbra. Dolce.
“Ti prego”, disse
guardandolo negli occhi e lui non riuscendo a dirle niente la vide sparire oltre
la porta; rimase qualche minuto a guardare laddove era sparita e poco dopo si
smaterializzò nel suo ufficio a Firenze.
E Draco non c’ha
capito una beneamata mazza! Yahoo!
Non so perché, ma ho
la vaga impressione che anche voi –mie adorate lettrici- c’avete capito
poco.
Beh ditemi un po’ cosa
avete capito e cosa no.
Sono curiosissima di
sapere che cosa ho combinato! ^^
Ringrazio: cipychan87,
potterina_88_, AuraD, marygenoana, lenu88, buffy88, koala3, juju210 e
BaD_eVal_
Chi aspettava la
riappacificazione… deve aspettare un altro po’!
Non
abbandonatemi!
Kisses