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Autore: Silver_Doe    31/05/2013    1 recensioni
1976 - Sesto anno dei Malandrini ad Hogwarts: un anno indimenticabile e fondamentale per la vita dei nostri protagonisti, i quali si ritroveranno insieme ancora una volta, uniti più che mai da quel legame indistruttibile che è la loro profonda amicizia. Avventure, cambiamenti, litigi... ma soprattutto la storia d'amore tra James e Lily, riempiranno fino in fondo questo memorabile periodo, nel quale una nuova guerra sta per sconvolgere l'intero mondo magico. Tutto sta per cambiare e niente sarà più come prima: una nuova era sta per iniziare!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO II
 
31 AGOSTO 1976
Per l’infelicità di Lily, quegli ultimi giorni di vacanza erano passati troppo in fretta, volati, come se volessero scappare via. Quella mattina la ragazza si alzò molto presto: era risaputo che fosse una mattiniera di prima categoria, ma quel giorno stupì addirittura sé stessa! Erano soltanto le 5.20. Cosa avrebbe fatto?! In realtà quella notte non aveva chiuso occhio: continuava a girarsi e rigirarsi nel letto, non perché stesse scomoda, ma perché all’una di notte sembrava un buon modo per ammazzare la tensione. Ormai il 1 settembre si avvicinava sempre di più… anzi diciamo che stava bussando alla porta: meno di 24 ore separavano Lily al ritorno ad Hogwarts. Era proprio quello il motivo della sua insonnia, l’agitazione per l’indomani. Non si sentiva così dal suo vero primissimo giorno di scuola: ricordava ancora come fosse dannatamente tesa, il cuore che le batteva a mille e i migliaia di Ohh! che esclamò vedendo tutto ciò che la circondava, un mondo del tutto nuovo, un mondo che non conosceva e che credeva reale soltanto nelle fiabe, un mondo a cui lei apparteneva fin dalla nascita. Ma nonostante tutto, in lei era forte più che mai la gioia, la felicità, l’euforia. Si era sempre sentita una ragazzina continuamente fuori posto… un po’ strana rispetto agli altri, sempre con la testa fra le nuvole e gli occhi sui libri. La spiegazione le arrivò presto: lei non era una ragazza normale, era in qualche modo diversa, ma nel senso positivo. Lei era una strega. Quante emozioni che provò quando venne a saperlo! Ci mise un tempo infinito solo per realizzare che non stava sognando, ma che era tutto vero. Quanto avrebbe dato quella mattina, per risentirsi così! Ora in lei, a differenza di cinque anni prima, c’era solo agitazione, angoscia, preoccupazione… il sentirsi sola ovunque andasse e soprattutto sentiva la mancanza di qualcuno che le stesse sempre accanto. Ma non poteva farci niente, e da buona Grifondoro qual era, si sarebbe fatta coraggio e avrebbe affrontato anche quell’anno, cercando di essere un po’ meno negativa. Era il penultimo anno ad Hogwarts e voleva passarlo serenamente, anche se le circostanze erano quelle che erano. Dopo quel pomeriggio di pianti e angoscia di sei giorni prima, si era ripromessa di non buttarsi più a terra, ma di reagire. Non l’avrebbe avuta vinta lui. E con questi pensieri che le frullavano ancora in testa, scese dal letto, ma pensò che era ancora troppo presto per fare colazione: era praticamente l’alba! Così decise di fare qualcosa di utile: prese il tema che aveva scritto qualche giorno prima sulla Prima Rivoluzione dei Folletti. Erano ben 40 centimetri, e per di più Lily aveva una scrittura molto piccola! Si mise a rileggerlo per vedere se ci fossero errori, ma ovviamente era perfetto, come al solito. Il buon risultato riuscì a strapparle un sorriso. Bene e ora? Pensò tra sé. Poi il suo sguardo si posò sulla valigia aperta, totalmente strapiena di cose… se non altro poteva mettere in ordine e vedere se aveva dimenticato qualcosa. Non le piaceva fare tutto di fretta, e come da anni ormai, Lily preferiva fare la valigia alcuni giorni prima. La prese e la mise sul letto: quanto pesava! Uscì di nuovo tutto, e sparpagliò il contenuto sul morbido materasso qua e là: le divise c’erano, i libri ovviamente erano i primi della lista… c’era tutto. Guardò l’orologio: 6.00. Perlomeno erano passati 40 minuti. D’un tratto sentì il rumore di una porta che si apriva… decise di vedere chi tra i tre componenti della sua famiglia si fosse svegliato. Aprì la porta della sua camera, e catapultò la testa fuori per dare un’occhiata: era Petunia. Strano, molto strano. Sua sorella non era un tipo così mattiniero, preferiva svegliarsi sempre più tardi. Che nascondesse qualcosa? O forse si stava solo preparando al meglio per un’uscita con il suo nuovo… ragazzo? Lei non ne sapeva nulla fino a qualche giorno fa… era stata la madre a raccontarle tutto: Petunia si vedeva ormai da quasi un annetto con un certo Vernon Dursley, un tipo abbastanza ehm… in carne, tale e quale a sua sorella in tutto e per tutto. Era stato alquanto strano per Lily sapere che Petunia si fosse fidanzata… d’altronde non poteva aspettarsi di certo che gliel’avrebbe detto: non faceva parte dei piani di Petunia confidarsi con Lily come se fossero due normalissime sorelle. Il tempo per loro di scambiarsi i segreti era finito: adesso c’era l’indifferenza, ognuna delle due faceva finta che l’altra non esistesse. Andava avanti così ormai del un bel pezzo. 
Lily, dato che non aveva niente di meglio da fare, decise di seguire la sorella al piano di sotto, e magari scoprire cosa stesse combinando: già, anche in Lily Evans si nascondeva a volte quel lato furbesco e alquanto curioso. Si precipitò giù per le scale e raggiunse la cucina attenta a non far rumore. Petunia era lì, seduta al tavolo, mentre beveva un bicchiere di latte. Niente di sospetto. A questo punto, la rossa si fece vedere, e dopo aver ricevuto un’occhiataccia dalla sorella, salutò.
- Buongiorno.-
 Petunia non diede nemmeno segno di averla sentita, come al solito. Decisa a saperne di più, Lily continuò a scrutarla.
- Cosa vuoi? Perché mi guardi? Lasciami in pace una volta tanto! Ti chiedo solo di ignorarmi, proprio come faccio io con te! E’ così difficile da capire? – disse Petunia all’improvviso, alzandosi pericolosamente. 
- Calmati! Volevo solo capire come mai sei già in piedi a quest’ora! – 
- Ripeto: non sono affari tuoi! Non voglio sentirti, né parlarti, né tantomeno darti delle spiegazioni! Và a fare la matta da qualche altra parte! Non voglio i mostri davanti a me! –
Lily chiuse gli occhi per un momento: quella parola le toglieva sempre per un attimo il respiro, proprio come Sporca Mezzosangue, lo stesso identico effetto. All’improvviso poi Ella entrò in cucina, guardando la maggiore della sue figlie con una severità che di certo non le apparteneva.
- Petunia! Chiedi immediatamente scusa a tua sorella! - 
- Mai! Anzi spero che questo giorno passi in fretta, così da domani non dovrò più vederti! – esclamò Petunia, alzando la voce rivolta a quella che un tempo era stata sua sorella. Dopodiché si scaraventò come una furia fuori dalla stanza, quasi correndo, raggiungendo la porta d’ingresso e sbattendola con un boato. 
Ella e Lily rimasero per diversi attimi in silenzio, continuando a guardare il punto dove fino a poco fa sedeva Petunia… ormai non c’era più niente da fare, Lily lo sapeva,  l’aveva persa per sempre. Ormai era diventato un fatto normale per lei perdere le persone che amava, anzi perdere le persone che amava di più al mondo. 
Lo sguardo di Ella si precipitò subito su sua figlia: non sapeva quanto sarebbe riuscita ancora a reggere tutto quello che le stava accadendo. 
- Oh Lily! – corse ad abbracciarla, cingendole le spalle con dolcezza. – Le passerà vedrai, è solo… - 
Lily alzò lo sguardo su sua madre e le sorrise: c’era sempre stata ad aiutarla, a cercare di capirla anche quando non ci sarebbe riuscito nessuno, a confortarla nei momenti peggiori, aveva pianto, giocato, sorriso con lei, l’aveva amata da sempre, senza mai farle del male. C’era sempre stata e ne era sicura, ci sarebbe sempre stata per lei. Era la sua mamma, il suo eroe.  La strinse a sé, cercando di tranquillizzarla.
- Mamma davvero non preoccuparti, ormai ci ho fatto l’abitudine. Però per quanto possa sembrare incredibile, io le voglio ancora bene, troppo, e spero solo che un giorno riuscirà a capirlo… -
- La mia dolce bambina… sempre così buona! Pensavo davvero che tu prima o poi saresti scoppiata, ma come al solito mi hai smentita! Ti amo così tanto piccola mia… - cominciò ad accarezzarle i lunghi capelli. – Ma ora basta, piuttosto pensiamo a domani, il grande giorno! -
Quelle parole, i suoi occhi pieni d’amore… Lily non sapeva come descrivere il bene che provava per quella donna. Decise di non dire niente: in casi come quelli le parole non servivano. Le stampò un bacio sulla guancia.
- Grazie mamma… grazie di esserci… - fu tutto quello che le uscì dalle labbra.
- Non devi ringraziarmi… sono io che devo ringraziare Dio per avermi donato te! – rispose Ella, con gli occhi lucidi: commuoversi per ogni piccola cosa, si, era decisamente da lei.
- Siamo fortunate entrambe, okay? - 
- Okay! -  
- Allora… facciamo colazione? - 
- Pane tostato al burro? – chiese Lily, era risaputo che andasse matta per il pane tostato.
- Tutto quello che vuoi, piccola! -
E così la giornata passò in fretta: l’agitazione che Lily provava non era scomparsa, sarebbe stato impossibile, ma di certo si era placata. Sapeva che ciò che l’attendeva l’indomani sarebbe stato complicato, ma avere qualcuno dalla sua parte, bè non potete immaginare cosa significò per lei in quel momento: finalmente si sentiva pronta ad affrontare tutto, si ce l’avrebbe fatta!
  
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