Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: the fly    16/12/2007    3 recensioni
se l'amore busasse alla tua porta cosa faresti? di certo non lo manderesti via....a meno che il tuo nome non sia Draco Malfoy.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2

 

 

 

 


Just say it.

 

 

 

 

 

 

Tengo molto a questa storia, non so spiegarvi bene il perchè. Ogni parte (in tutto tre) è legata ad una canzone che adoro. Sxo che vi piaccia almeno un pochino anche se è malonconica.

Se potete e volete lasciate un piccolo segno del vostro passaggio.

 

p.s. lo so che ho diverse storie in sospeso, ma purtroppo o per fortuna scirvo seguendo l'ispirazione del momento e questo è quello che ne è uscito recentemente.

p.s. p.s. la canzone che della quale riporto le parole è "Valentine's Day" dei Linkin Park.

a presto. besos.

 

 

 

 

 

Prima parte


Valentine’s day.

 

 

 


“My insides all turned to ash, so slow
And blew away as I collapsed, so cold
A black wind took them away, from sight
And held the darkness over day, that night”

 

Il mio stomaco è perennemente chiuso in una morsa ferrea, inesorabile che morde violentemente con denti affilati e spietati facendomi sussultare ad ogni respiro, lacerandomi dentro. Sento un tale freddo al cuore che temo di non sentirlo più battere da un momento all’altro.Tu mi diresti che in realtà non ha mai battuto davvero e non potrei darti torto. Non ha pulsato mai sul serio finché non sei arrivato tu nella mia vita. Ora sembra che sia stretto da una corda invisibile che si avvolge sempre di più quasi soffocandolo.
Il mio corpo quasi non lo sento più, è come se si fosse ridotto in cenere. L’ ho sentito sbriciolarsi lentamente mentre ti vedevo uscire da quella porta e dalla mia vita. Si è come volatilizzato mentre crollavo a terra ed un gelo dalle spoglie mortali si avvinghiava alle mie membra rendendolo solo un involucro vuoto ed inutile per un’anima tormentata e persa. Non dimenticherò mai i tuoi occhi sbarrati e feriti mentre mi guardavi incastrato fra quei due corpi nudi che seguitavano a muoversi contro di me incuranti o ignari della tua presenza.
Pansy mi ha sempre detto che prima o poi anche io avrei amato e sofferto (almeno quanto lei aveva amato e sofferto per me), ma a me piaceva pensare che le sue fossero solo le parole di una giovane donna ferita nell’orgoglio e nei sentimenti che vedeva scivolare dalle dita quello che credeva essere l’amore della sua vita. Mai avrei pensato che quelle parole si sarebbero avverate, una maledizione pendente come una spada acuminata sulla mia testa pronta a trafiggermi da un momento all’altro. Dovevo evitarlo ad ogni costo, per questo nell’esatto istante in cui ho fiutato il tuo amore ho deciso di scappare, di non lasciarmi intrappolare dalla sua morsa, neanche mi avrebbe sfiorato mi sono detto. Sesso puro e semplice, questo avevo da offrirti e oltre non sarei andato. La perfetta intesa di due corpi fatti per unirsi, per incastrarsi completamente, per eccitarsi a vicenda solo con pochi tocchi sapienti.
Eppure qualcosa cambiò dentro di me. Ti aggiravi per casa mia da meno di un mese e già fra quelle quattro mura non riecheggiavano che tuoi gemiti soltanto, le mie lenzuola non avevano più avvolto nessun altro che non fossi tu. Senza che me ne accorgessi passarono così settimane e settimane. Non mi portavo più a letto qualche corpo sconosciuto senza ritrovarmelo accanto la mattina dopo, come una sorta di collezionista della seduzione, perché c’eri solo tu nel mio letto quando il cielo si oscurava e quando il sole faceva capolino sulle lenzuola. Questo non era da me, nel modo più assoluto, forse è questo che mi ha fatto capire che stavo pian piano oltrepassando quella linea invisibile che mi ero imposto, promesso di non oltrepassare mai.
Possibile che mi stessi innamorando di te?
Immagino di sì, ti guardavo dormire accanto a me, non scappavo a fare una doccia appena dopo aver fatto sesso perché mi piaceva aspettare che il tuo respiro tornasse piano alla normalità per strapparti un bacio e mi perdevo nel verde appagato dei tuoi occhi.
Sintomi, ecco cos’erano e avrei dovuto far scattare l’allarme chiaro e forte nella mia testa, ma andiamo io non potevo essermi innamorato di te. Eri solo più sopportabile di tutti gli amanti che avevo avuto e molto più bravo di sicuro. “Il ragazzo che mi ero scopato più di una sola volta” così potevo definirti, ma una parte di me sapeva benissimo che non era affatto così.
Avrei dovuto fare salti di gioia, sussurrartelo col respiro ancora corto per l’estasi da poco raggiunta fra le tue braccia e invece, ho fatto quel che Draco Malfoy doveva fare per conservare la sua incolumità. Nessuno avrebbe avuto in scacco il mio cuore nemmeno tu.
La mia mente malata aveva architettato le cose in grande e in ogni dettaglio, non sarebbe bastato solo un altro uomo nel mio letto per farti fuggire via perché avresti pensato che preferivo lui a te, che lui avesse qualcosa che tu non potevi darmi. No, dovevo dimostrarti che i sentimenti o una qualche loro remota parvenza non c’entravano nulla. Dovevo provarti che era solo una questione di sesso, che io non ero affatto cambiato, che l’unica cosa che mi interessava era scopare chiunque avessi voglia, anche più di uno solo nello stesso momento e non solo te. Dannazione ci sono riuscito alla perfezione. Quella frase poi era stata la ciliegina sulla torta: “Vuoi unirti al terzetto?” .
Il mio piano geniale aveva fatto centro, hai afferrato pochi indumenti rinchiudendoli frettolosamente e rabbiosamente in un baule e te ne sei andato.
Chi ero io per trattenerti ancora al mio fianco? Non sarei cambiato per nulla e nessuno al mondo te l’ho detto non so quante volte, ma tu ostinato mi sei rimasto accanto sperando segretamente che il mio cuore facesse capolino fra i cumuli di spazzatura ammassati nel mio petto, sgominando per incontrare finalmente il tuo. No Harry, non potevo tenerti legato a me facendoti vivere in una costante illusione. Tu meritavi una concretezza ed una sicurezza che io non potevo, non volevo darti. Mi sentivo così al sicuro dall’alto della mia inespugnabile fortezza di insensibilità. Non appena qualcuno tentava di oltrepassare le mura lo scaraventavo giù e ho fatto lo stesso con te. Quindi eccomi qui, ce l’ho fatta, e non mi sono mai sentito così male in vita mia.
Ironia della sorte.
Quando finalmente sono riuscito ad allontanarti da me e dalla mia cattiva e molesta influenza, proprio allora mi sono reso conto che avrei dato qualsiasi cosa per farti tornare da me. Che mi sarei rivoltato come un calzino, avrei cambiato ogni parte del mio fottutissimo carattere orgoglioso, fiero ed irrimediabilmente stupido per riaverti con me.
C’era un vento tremendo quel giorno, ancora me lo sento nelle ossa, ululava con rumore di tuono soffiando con sovrumana forza e una pioggia feroce cadeva obliqua e tagliente, ma sei fuggito lo stesso da me trascinato via da quel vento nero che ti ha strappato dalla mia vista. Le tenebre che infestano questa stanza sono la mia unica compagnia, per me è sempre notte, una notte insonne, che non porta né riposo né oblio, ma solo una costante ansia che alimenta invano le mie speranze.

“And the clouds above move closer
Looking so dissatisfied
But the heartless wind kept blowing, blowing”


Il cielo è plumbeo e carico di nuvole minacciose che ancora non hanno svuotato il loro contenuto, vorticano nell’aria insoddisfatte assorbendo e soffocando ogni timido raggio di sole che cerca uno spiraglio per liberare la propria luce chiara e tiepida.
C’è ancora un vento allucinante che soffia malevolo, costante, sibilando fuori dalla mia finestra e nella mia testa. La gente per le strade cammina insicura alzandosi il bavero del cappotto sul viso per proteggerlo dalla sua affilata furia. Ho osservato l’andirivieni dei passanti per tutta la mattina restando ostinatamente seduto alla finestra. Vedo una coppia avanzare lenta sul marciapiede sotto di me, la ragazza si stringe forte al suo innamorato lasciandosi guidare docilmente nel passo, i loro corpi proiettano quasi un’unica ombra che tremola debole sull’asfalto.
La mano destra della giovane donna bionda stringe il lungo gambo di una rosa rossa, tenero pegno d’amore regalatole dal suo compagno per questa assurda ed inutile festività. Qualche petalo scarlatto viene strappato via dal bocciolo per prendere a volteggiare nell’aria sospinto e travolto dal vento senza una meta. Spinti in alto e poi in basso senza mai toccare terra, senza mai raggiungere una quiete rassicurante. Mi sento così terribilmente simile a quei petali colorati. Costantemente legato solo per qualche illusorio istante ad un volto diverso per poi fuggire via.
Mi stringo nelle spalle, le mie mani si aggrappano alla lana scura del maglione affondandovi dentro nervose in un abbraccio che non mi dà nessun calore, nessun sollievo perché non sono le tue braccia a darmelo. Un brivido più forte mi scuote stavolta e, sebbene una voce dentro di me stia urlando di distogliere immediatamente lo sguardo da quella coppia felice, i miei occhi restano invece incollati su di loro finché non scompaiono dietro l’angolo uniti ancora in un saldo abbraccio. I miei occhi hanno invidiato ogni loro passo mosso insieme, la stretta del braccio di lui attorno ai fianchi di lei per tenerla accanto a sé, il suo sguardo dolce che si posava di tanto in tanto sul suo viso raggiante.
I miei passi incroceranno mai i tuoi di nuovo?

“I used to be my own protection, but not now
Cause my path had lost direction, somehow
a black wind took you away from sight
and held the darkness over day that night...”


Ero così convinto di essere al sicuro, immune a quel sentimento che tutti cercano così disperatamente, chiuso nel mio robusto guscio impenetrabile.
- non può mancarti ciò che non hai mai avuto – ero solito dire a me stesso per rassicurarmi ogni volta che esitavo nel lasciarmi alle spalle un altro volto, un altro nome che avrei presto dimenticato e sostituito con un altro, un altro corpo da stringere e possedere per l’arco di una notte, al massimo due.
Fila diritto per la tua strada e non avrai problemi, nessun intoppo, né ostacoli lungo il percorso. L’amore è complicato, stravolge la tua vita strappandoti il controllo delle tue azioni, del tuo corpo, annulla la tua razionalità offuscandoti la mente peggio di una sbronza colossale perché si sarebbe ripresentato il giorno dopo e quello dopo ancora e nessun cachè l’avrebbe annullato. Se c’era una cosa che detestavo era non poter disporre della mia vita, mio padre e le sue assurde convinzioni mi avevano costretto per troppo tempo a rinunciare alla mia libertà d’azione.
Se non voglio fare una cosa non c’è modo di convincermi del contrario lo sapevi benissimo, il mio avambraccio è rimasto candido e privo di oscuri marchi ne è la prova più inconfutabile.
Nessun altro mi avrebbe più obbligato a cambiare la mia natura adattandola ad esigenze e a desideri che non fossero i miei, io e solo io avrei scelto cos’era meglio per me. Chi avrebbe mai potuto immaginare che la mia vita avrebbe preso una sonora sbandata perdendo la direzione che aveva seguito così tranquillamente e scrupolosamente sino ad ora senza più la possibilità di tornare indietro? Chi mai avrebbe pensato che in questo istante vorrei tanto poter consegnare la mia vita nelle tue mani?


“and the clouds above move closer,
looking so dissatisfied,
and the ground below grew colder,
as they put you down inside,
but the heartless wind kept blowing, blowing...”


Vorrei che questa incessante pioggia invernale mi portasse via, trascinandomi inerte verso chissà qualche ignoto luogo. Magari mi porterebbe da te, scivolerei sui vetri della tua finestra osservandoti silenziosamente o se sono davvero fortunato potrei bagnare il tuo volto toccando soffice la tua pelle ambrata, le mie mani e le mie labbra non posso più farlo. Vorrei che la pioggia lavasse la mia anima sanguinante che ancora singhiozza lacerata, che diradasse l’oscura nebbia che avvolge la mia mente annegando ogni mio dolore, ogni frammento di pensiero che ancora si rivolge a te.
Le mie lacrime cocenti perderebbero il loro salato sapore perdendosi nella dolcezza dell’acqua piovana rotolando sulla mia pelle liberando i miei occhi stanchi ed aridi ormai.
Tante volte ho immaginato di uscire da questa stanza per correre da te sotto la pioggia incurante dei vestiti fradici e appiccicati al mio corpo, indifferente ai tremiti che mi avrebbero scosso, dimentico di quello che avrebbe potuto pensare la gente vedendomi poi immobile sotto questo interminabile acquazzone completamente abbandonato allo scorrere dell’acqua davanti alla porta di casa Weasley (lo so per certo che ti sei precipitato da loro).
Invece le mie membra si sono assuefatte a questa sorta di postura fetale, le mie braccia ancora allacciano le mie ginocchia raccolte contro il petto, il mio capo tuttora vi giace sopra. Il mio sguardo si divide dalla finestra punteggiata da miriade di gocce che scivolano frettolose verso il basso scomparendo alla porta chiusa.
So benissimo perché non oso muovermi da qui. Spero sempre, in ogni momento, di vederti varcare quella soglia, riportando indietro la tua vita racchiusa nel baule che ti sei trascinato dietro solo tre giorni fa spegnendo la mia. Mi hai chiuso fuori dalla tua vita e allo stesso tempo mi hai imprigionato qui, in questa camera.
La nostra camera.
Tempo.
Di quanto tempo hai bisogno ancora prima che io mi lasci andare crollando miseramente?
Quanto ancora ti serve prima che io impazzisca irrimediabilmente senza che i miei occhi possano vedere il tuo volto, senza poter sentire la tua voce.
Mi hai chiesto di non cercarti per ora, che saresti passato uno di questi giorni per recuperare il resto delle tue cose lasciate qui nella frettolosa partenza, ma non so quanto saprò aspettare prima di buttare giù a suon di pugni la porta di quella sgangherata casa urlando il tuo nome a squarciagola.
Le mie labbra non pronunciano il tuo nome da quando sei scomparso dietro quella porta, non hanno l’ardire di dargli un suono che si smarrirebbe nel vuoto di questa stanza ucciso dal silenzio costantemente in agguato.
Ho deciso di rispettare la tua richiesta, non verrò da te, lo farà il mio cuore, me lo strapperò dal petto e lo manderò da te affinché possa starti accanto.
Non fa altro che soffrire ad ogni battito racchiuso, imprigionato nel mio corpo, quindi gli darò nuova vita se lo manderò da te.
I miei occhi indugiano sui colori del crepuscolo che macchiano il cielo di amaranto e arancione per poi rituffarsi nella penombra della stanza. Questo silenzio non riesco più a sopportarlo, così richiamo il minuscolo telecomando che sfreccia nella mia mano da qualche punto indefinito della stanza.
La luce verde lampeggiante dello stereo prende a pulsare e una musica soffusa prende a serpeggiare nell’aria rompendo teneramente il silenzio insinuandosi dolorosamente nel mio petto.
E’ la nostra canzone, ha suggellato il nostro primo bacio e accompagnato la nostra prima volta me lo ricordo come fosse ieri. Stava piovendo come oggi, un feroce e improvviso acquazzone ci aveva sorpreso fuori dal Ministero. Mio padre era stato appena condannato per i suoi crimini, il processo era durato quasi due anni, due anni che erano stati un’agonia per mia madre e una tortuosa via piena di impervie curve per me. L’ultima persona che mi sarei aspettato di vedere eri tu, e l’ultima cosa che mi aspettavo di scorgere nei tuoi occhi verdi era comprensione e rispetto. Pietà, scherno, un soddisfatto senso di rivalsa, questo mi sarei aspettato, ma nei tuoi occhi non v’era traccia di tutto ciò. Non dicesti una parola, le tue mani racchiusero il mio volto fradicio e rigato dalle lacrime e dalle gocce di pioggia e le tue labbra avevano coperto le mie nel bacio più bello che avessi mai ricevuto. Racchiudo la testa fra le mie braccia poggiate sulle ginocchia e lascio che il mio dolore pulsi libero nel mio petto.
Ovunque tu sia Harry, buon San Valentino.


“So now you're gone, and I was wrong
I never knew what it was like, to be alone...
On a Valentine's Day, on a Valentine's Day”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: the fly