Impossible

[Rinchiuso tra queste mura, l’unica cosa che mi fa andare avanti è il tuo sguardo.]

 
Il rumore dei  suoi passi rimbombò forte tra le mura di quel corridoio buio; se avesse potuto si sarebbe fermato e avrebbe mollato un pugno a quelle pareti di metallo, che ormai gli sembravano essere diventate parte di una prigione da cui non riusciva a scappare.
Le giornate passavano tutte uguali, tra scontri, litigi, parole vuote in cui non credeva nemmeno lui.
I suoi occhi dorato si soffermarono su una figura che se ne stava appoggiata contro il muro, lo sguardo dritto di fronte a lui, le braccia incrociate al petto.
Il ragazzo dai capelli azzurri girò lentamente il capo, i suoi occhi color ghiaccio si specchiarono in quelli dell’altro.
Burn si lasciò scappare un sorriso beffardo e aumentò il passo.
Si fermò davanti a quella figura  che qualcuno avrebbe potuto definire angelica, ma che invece non lo era affatto, anzi, era una delle persone meno buone e gentili che Burn conoscesse.
Cinico, freddo, sempre solo, incurante degli altri.
Eppure, nascosto da tutto quel gelo che trasmetteva, c’era qualcosa di positivo, qualcosa che lo facesse sembrare più umano.
Se Burn era ancora in quel posto, e non aveva ancora fatto niente di idiota –ma molto idiota- , era solo merito di Gazel.
Era l’unico motivo che lo tratteneva ancora in quel luogo così lugubre.
La Aliea Academy non avrebbe avuto senso se Gazel non fosse stato al suo fianco, o meglio, se non fosse stato uno dei suoi maggiori rivali.
Il ragazzo con i capelli rossi non poteva negare che non fosse cambiato.
Suzuno non era così, certo, non era mia stato un tipo che parlava molto, o che sorrideva spesso, ma era diverso.
Ma tutti si erano trasformati. Nessuno era come prima, ognuno aveva conosciuto la sofferenza, poi la fatica, la sconfitta e, poi, la vittoria.
“Cosa vuoi?” Chiese Gazel, freddo. Il suo sguardo si spostò di nuovo sul muro di fronte a lui.
“Non posso salutarti?” l’altro gli sorrise di nuovo, prendendolo in giro.
“Posso vivere anche senza il tuo saluto.” Lo rimbeccò l’altro.
Burn sbuffò. “Senza di me non resisteresti un secondo.”
Gazel lo guardò con una strana espressione sul viso. “Non penso proprio.” Si staccò dalla parete e iniziò a camminare nella direzione opposta a quella dove stava andando Burn.
Il rosso lo fissò mentre si allontanava, e non rispose.
Pensò che ormai erano troppo lontani, che ormai non avevano bisogno di stare insieme, che magari sarebbe stato meglio dimenticarsi l’uno dell’altro.
Poi accennò un altro sorriso: erano cose  semplicemente impossibili.
Sapeva che anche Gazel, sicuramente, ci ragionava ogni volta, e arrivava sempre alla medesima conclusione, uguale a quella di Burn.
Essere separati, non parlarsi, non guardarsi, non volersi bene erano solo dei meri pensieri, perché metterli in atto sarebbe stata una perdita di tempo.
Burn continuò a camminare.
Gazel, dall’altra parte, arrestò il passo e chiuse gli occhi. Se non fosse cambiato così tanto, gli sarebbe scappato un sorriso.
 
Un giorno sarebbero scappati,  si sarebbero abbracciati di nuovo,  si sarebbero accorti che quel sentimento che li teneva così uniti aveva un nome, era importante, ed è ciò che cercano tutti. Magari, una volta  usciti da lì, avrebbero ricominciato a vivere come prima.  
 

Fine

 
 
.:angolo di una nanabananah:.
Buongiorno c:
Qua piove, quindi mi sono messa a scrivere. Dopo tanto tempo ho deciso di riprendere a scrivere sulla mia prima otp di ie, la BanGaze.
E’ da un po’ che non ne leggo una, poi.
Qui ci sono degli accenni, ma è giusto per riprendere un po’ la mano, ho intenzione di riprendere a scrivere più spesso su di loro Ie senza di loro, per me, non ha senso c:
sono contenta di essere tornata a pubblicare os su questo fandom. La scuola ormai è quasi conclusa, quindi mi metterò a lavoro con le mie long, anche perché l’ispirazione torna c:
spero che questa fic vi sia piaciuta.
A presto
Camy c: