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Autore: jas_    01/06/2013    18 recensioni
Aprii gli occhi di scatto e spostai il cuscino, mettendoci un attimo a far riabituare i miei occhi assopiti alla forte luce che entrava dalla finestra vicina a me. Mi guardai intorno e sussultai: quella non era la camera di Molly, né tantomeno la mia.
Un altro movimento mi fece voltare di scatto alla mia sinistra, un ragazzo seminudo dormiva sereno nel mio stesso letto. Prima di rendermene veramente conto urlai, guardando poi il mio di corpo: indossavo solo la biancheria intima. Cominciai improvvisamente a sentire caldo, mi passai una mano tra i capelli in preda al panico e cercai di ricordare gli avvenimenti della serata precedente.
Ricordavo la festa, i diversi cocktail che Molly mi aveva portato, quelli che invece mi ero arrangiata io a prendere, la pista affollata, quasi soffocante, io che non trovavo più Molly e cercavo di uscire da quella trappola umana e... Due mani che mi cingevano i fianchi, poi il vuoto.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Right side, wrong bed'
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Capitolo 15

 
 

Mi fermai nel parcheggio davanti al campo sportivo e guardai l'ora del cellulare, ero in perfetto orario ma di Louis nemmeno l'ombra. Sapevo che era stata un'idea pessima quella di accettare la  proposta di andare a vedere la sua partita, che poi io non capivo nulla di calcio. Per aggiunta, non avevo nemmeno il suo numero di cellulare per provare a chiamarlo e vedere dove si fosse cacciato. In quel momento la mia attenzione fu catturata da un ragazzo che attraversò la strada dirigendosi verso la mia direzione. Sussultai, quella camminata l'avrei riconosciuta anche in mezzo ad un migliaio di persone, senza esitazioni mi voltai verso gli spalti e camminai velocemente alla ricerca di un posto. Non era possibile che mi ritrovassi Harry anche lì, poi improvvisamente mi ricordai che Louis era il suo migliore amico e che probabilmente si sarebbero visti dopo la partita. Cercai di ignorare la cosa ma bensì mi concentrai sui calciatori che erano appena entrati in campo, probabilmente Louis aveva dato per scontato che io andassi direttamente sugli spalti per vederlo, e per quello che sapevo io di calcio, lo avevo aspettato come un’idiota nel parcheggio.
Lo riconobbi all'istante, la scritta nera "Tomlinson" risaltava particolarmente sulla maglietta bianca, sopra, il numero 17. Lo vidi applaudire col pubblico e poi si voltò nella mia direzione, scrutando i volti dei presenti. Improvvisamente il suo viso si illuminò e alzò un braccio in segno di saluto, ricambiai contenta del fatto che mi avesse vista ma solo dopo mi accorsi che anche un'altra persona, alcune file sotto di me, si stava sbracciando.
Louis sorrise anche a Harry, che in quel momento si voltò indietro per vedere chi in realtà stesse salutando il suo amico. Prima che riuscisse ad accorgersi della mia presenza mi abbassai verso destra, nascondendomi dietro alle spalle larghe di un tizio seduto davanti a me. Aspettai che si rigirasse verso il campo per tornare composta.
Inutile dire che passai l'intera durata della partita ad osservare Harry più che i giocatori in campo, non potevo permettere che mi vedesse, sia perché non ero ancora pronta a parlargli, sempre se lo sarei mai stata, che perché non volevo che sapesse che avevo accettato l'appuntamento di Louis il giorno dopo il nostro litigio.
Mi sentivo un po' meschina per quello che stavo facendo, Louis era il migliore amico di Harry ma nemmeno lui si era comportato bene nei miei confronti quindi tutto quello che stavo facendo infondo se lo meritava. Lui aveva giocato, oltre che con i miei sentimenti, con cose più serie. Se Harry non mi avesse confessato tutto io avrei detto la verità a mia madre e non ci avrei messo la mano sul fuoco che non mi avrebbe mandata da zia Claire in Provenza.
Ero così presa dai miei pensieri che mi accorsi a malapena delle persone attorno a me che esultarono, quando spostai lo sguardo sul campo vidi Louis che si abbracciava con altri compagni prima di voltarsi verso di me e mandarmi un bacio. Rimasi piuttosto sorpresa da quel gesto ma mi limitai a sorridergli prima di abbassarmi di nuovo quando vidi Harry guardarsi intorno alla ricerca della persona a cui Louis si era rivolto.
Mi rimisi composta dopo alcuni secondi, lanciai uno sguardo al tabellone e notando che la partita era giunta quasi al quarantacinquesimo minuto mi alzai. Non avevo idea di come funzionassero le cose lì, l'unica cosa che sapevo era che esistevano due tempi da quarantacinque minuti e che il primo stava quasi per terminare, non volevo rimanere seduta a pochi metri da Harry con gli altri spettatori che si alzavano. Sarei rimasta troppo scoperta.
Mi avvicinai ad un chiosco che vendeva bevande e da mangiare e comperai una bottiglia di acqua, porsi i soldi al commesso e in quel momento vidi Harry passarmi di fianco, diretto verso i bagni.
«Signorina il resto» mi avvertì un ragazzo dietro di me, sussultai poi presi le monete che il signore mi stava porgendo prima di allontanarmi di lì. Analizzai le mie possibili mosse, potevo tornare al mio posto ma era probabile che poi Harry mi avrebbe vista, potevo andarmene di lì e dire a Louis che avevo avuto un imprevisto oppure potevo nascondermi nei bagni delle ragazze per tutta la durata della pausa e poi tornare al mio posto, ovviamente stando attenta a non farmi beccare. Optai per la terza opzione, così, dopo essermi guardata per bene intorno, sgattaiolai fino al bagno delle donne che era esattamente di fronte a quello dei maschi. Mi appiattii addosso alla parete che mi resi conto solo dopo essere sudicia, mi staccai all'istante da essa osservando la mia canottiera bianca allo specchio per essere certa che non l'avessi sporcata. Rivolsi un sorriso educato ad una ragazza che in quel momento era uscita dal bagno prima di tornare a guardare il mio riflesso. Aspettai in quella posizione che la pausa finisse, ignorando gli sguardi confusi della gente che probabilmente si chiedeva cosa facessi lì immobile appoggiata ad un lavandino, quando sentii uno speaker annunciare la ripresa della partita me ne andai di lì. Ripercorsi la strada verso gli spalti guardandomi attentamente in giro, per avere la certezza che non ci fosse Harry nei paraggi. Fortunatamente la via era libera, e tornai al mio posto senza difficoltà, tuttavia quando lanciai uno sguardo alla sedia di Harry, questa era vuota.
«Ciao Cioppicioppi.»
Sussultai sentendomi avvampare, mi voltai di scatto a sinistra trovandomi il viso di Harry a pochi centimetri dal mio, cominciai a farfugliare qualcosa di insensato, troppo sorpresa per trovarmelo lì ma allo stesso tempo nervosa per la sua vicinanza.
«Che vuoi?» domandai rude.
«Sei una pessima spia» mi prese in giro.
«Non ti stavo spiando» ribattei stizzita, «sono venuta alla partita senza sapere che ci fossi anche tu e, sai com'è, è piuttosto ovvio il motivo per cui ti stavo evitando, quindi sparisci dalla mia vista, grazie» lo liquidai.
Vidi il viso di Harry incupirsi, forse avevo esagerato ma anche lui non era stato da meno con me, quindi in un certo senso se lo meritava quel trattamento, o almeno credevo.
Lo sentii sbuffare, perché il suo respiro mi solleticò il viso, provocandomi i brividi.
«Senti Vì, mi dispiace per quello che ho fatto. Ho cercato di rintracciarti ma tu non hai risposto a una delle mie chiamate!»
«Appunto, fatti delle domande. Probabilmente nemmeno ora voglio parlarti» osservai.
«Peccato che tu ora sia obbligata.»
Inarcai un sopracciglio guardandolo beffarda, «e chi te lo dice scusa?»
«Beh...»
Mi alzai di scatto, «scusa ma ora devo andare, sai com'è, non ho intenzione di rivolgerti la parola» spiegai risoluta, cercando di superarlo.
Harry mi prese per un polso, costringendomi a voltarmi verso di lui, «Victoria ti prego...» mormorò.
Lo osservai inamovibile per alcuni istanti, «sono stato un...» continuò incerto, ma poi si bloccò.
«Uno stronzo, ecco cosa sei stato» ribattei acida.
Lo vidi sussultare a quelle parole così dure e quando i suoi occhi verdi, solitamente brillanti come due smeraldi ma in quel momento senza luce, si posarono sui miei, per un istante mi pentii di ciò che avevo detto. Poi però mi ricordai di cosa mi aveva fatto, di come era stato zitto e mi aveva lasciata crogiolare nell’ignoto, nella paura di aver fatto qualcosa di sbagliato, di non aver avuto rispetto per me stessa e per il mio corpo, e mi resi conto che non c’erano mezzi termini. Harry Styles era uno stronzo.
«Dovevi pensarci prima di prendermi per il culo» dissi soltanto, prima di liberarmi dalla sua presa con uno strattone ed andarmene di lì, lasciandolo da solo.
Non appena svoltai l'angolo lasciai che le lacrime che avevo trattenuto con forza fino ad allora mi scorressero libere sulle guance. Mi appoggiai al muro lasciandomi poi andare, fino a quando non mi ritrovai seduta per terra.
Mi sentivo una vera e propria imbecille, non sapevo come comportarmi, se stessi facendo la cosa giusta oppure no. In quel momento però, al solo pensiero di Harry sentivo la rabbia pervadermi, e non credevo mi sarebbe sparita velocemente. Non ci sarebbero stati occhi verdi, o labbra invitanti, o fossette del cazzo che avrebbero fatto sì che cedessi. Era impossibile, tanto quanto era vero che io mi chiamavo Victoria Fanning.
Dovevo lasciarmi quella storia alle spalle e il modo migliore per farlo era dimenticarmi di Harry e concentrarmi su altro. Mi sarei dovuta trovare un hobby, forse avrei dovuto accettare il corso di tennis che mia madre mi aveva proposto di frequentare, oppure avrei potuto aiutarla ad organizzare una delle tante feste di beneficenza, sapevo che ne aveva una in piano nelle prossime settimane. O forse sarebbe anche stato utile trovare un'altra persona con cui passare il tempo, mi venne immediatamente in mente Louis e mi ricordai che ero alla sua partita, lui mi aveva vista e probabilmente si aspettava di trovarmi anche dopo la fine dell'incontro. Mi asciugai malamente le lacrime e mi alzai da terra, pulendomi i jeans con le mani. Presi un respiro profondo e cercai di calmarmi, dovevo lasciare perdere Harry e la marea di bugie che mi aveva raccontato per concentrarmi su Louis, un ragazzo decisamente più sincero e spontaneo di lui. Raccolsi anche la borsa e mi incamminai verso gli spogliatoi da dove sapevo sarebbe uscito alla fine della partita, infondo non mi importava molto di quell'incontro, non avevo ancora capito da che parte avrebbe dovuto segnare la squadra di Louis. 



 

-


 

Ueeeeii!
Eccomi qua, Harry è rispuntato, contente?
So che non vedete l'ora che Harry e Vì facciano pace, non posso dirvi quando, ma soprattutto se accadrà, quindi sarete costrette a continuare a leggere la storia se volete sapere qualcosa! ahahaha
Grazie mille per le recensioni e per i mille complimenti, ho creato anche un profilo su facebook se volete aggiungermi agli amici! :)
Alla prossima!
Jas




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