L. ARC
Capitolo 1°- Non esiste la Fenice
Earine
sbuffò, togliendosi lo smanicato che indossava sopra la maglietta verde mela,
l’estate aveva finalmente fatto irruzione attraverso le fredde cortine di
nuvole che avevano oppresso quella primavera, il cielo era limpido e l’aria
calda e soffocante.
-Caldo eh,
Manecchan?- disse tranquillamente in direzione del Manectric che le camminava
al fianco, ricevendo in risposta un borbottio sofferente del Pokemon, soffocato
dal suo stesso pelo fitto. Lei sorrise per un attimo, poi sollevò lo sguardo
sulla strada che aveva davanti, che l’avrebbe portata a Reunopia, una città nel
cuore della regione, costruita nei pressi di una biforcazione del maggiore
fiume, il Liten; dopo poco raggiunse il fiume al suo ramo occidentale, quello
che poi andava ad avvolgersi attorno al
monte Hik, attraversando la pianura che lo circondava. Estrasse quindi dalla
cintura due Ball, una Velox Ball e una Premier Ball, soppesandole per un attimo,
raccolse una manciata di sabbia e la lasciò disperdere nella corrente,
commentando con disappunto –Vento contrario. Non è giornata per volare.- ripose
allora la Velox Ball e tirò fuori una Scuro Ball, nella quale richiamò
Manecchan, impegnato ad esaminarsi la zampa.
Ammirata
l’acqua cristallina e fresca ancora per qualche istante, lanciò finalmente la
sfera bianca e rossa in aria, urlando –Hai voglia di sgranchirti le zampe,
Quicksilver?- dalla luce argentea della sfera emerse allora la sinuosa figura
di una Vaporeon di piccola taglia, che guardò per un attimo languida la sfera
verde e nera di Manecchan e poi annuì,
guaendo entusiasta. Gettatasi nella corrente e avvolta dalle braccia
della sua allenatrice, cominciò a risalire attraverso l'acqua impetuosa, lasciandosi
scorrere nel suo elemento con una pacatezza e un’eleganza rare. Schivando vari
scogli e rocce incombenti riuscirono a raggiungere il punto in cui la
diramazione orientale del Liten occupava tutto l’orizzonte ed Earine ritornò con i piedi
per terra, ringraziando Quicksilver per l’ottimo lavoro e lasciandola a
sguazzare allegramente dentro e fuori dalle onde, mentre lei si concesse
qualche minuto al sole per asciugarsi e godersi il piacevole fresco che aveva
addosso.
Dopo circa
un quarto d’ora Earine si risvegliò bruscamente dal dormiveglia in cui era
caduta e la prima cosa che notò fu che Quicksilver non era nei paraggi. L’aria
sembrò diventare improvvisamente gelida e i vestiti ancora umidi le causarono
un incontrollabile tremito. O forse era la paura?
Chiamò in
fretta Manecchan fuori dalla sua sfera e insieme cominciarono a correre
disperati lungo il tratto di costa che avrebbero dovuto percorrere di lì a
poco, chiamando la Vaporeon a gran voce, con il cuore pesante. Ad un tratto, un
Seaking disturbato balzò fuori
dall’acqua, puntando minacciosamente verso di loro con aria rabbiosa; un
Fulmine dopo, del grosso Pokemon non rimaneva altro che un corpo bruciacchiato
e morente –Scusa.- mormorò Earine abbassando lo sguardo per un attimo. Il
richiamo di Manecchan la riscosse dai suoi pensieri e riprese a correre,
sperando di non vivere ancora una volta quella scena, quell’esperienza. Quasi
duecento metri dopo, scorse in lontananza tra gli alberi dell’altra sponda una
coda celeste in movimento che spariva nella boscaglia. Presa dalla frenesia del
momento, estrasse la sua Velox Ball e chiamò in campo un altro dei suoi Pokemon,
Ace, un magnifico e fiero Flygon, che ruggì nell’aria frizzante assaporando il
vento violento sulle ali. Lasciò accomodare la ragazza sul suo lungo
collo e poi lanciò un serio sguardo di sfida al cielo, come a voler gareggiare
con il vento per stabilire il primato di
forza.
Si lanciò
nella corrente, arrampicandosi tre le raffiche impetuose che sovrastavano
l’apparente quiete del cielo e la pacatezza dell’acqua, sorvolò la macchia
boscosa nella quale Quicksilver era sparita, facendosi largo a forza tra gli
alberi che sembravano fuscelli davanti alla sua furia disperata. Attraversò gli
alberi e si trovò in una radura retrostante al margine della quale, finalmente,
trovarono Quicksilver. Sembrava indenne, ma aveva uno strano sguardo, come se
stesse aspettando qualcosa, che non tardò a mostrarsi. Altri sei Pokemon, tutti
della sua famiglia evolutiva, cominciarono a raggiungere la radura poco a poco,
una Glaceon e una Espeon che si guardarono per un attimo e subito si
affiancarono, un Jolteon che inciampò in una radice scontrandosi con un Leafeon
che avanzava con la coda tra le zampe, una Flareon particolarmente minacciosa e un Umbreon, che si irrigidì
e cambiò percorso dopo aver incrociato lo sguardo di Quicksilver, la quale in
quel momento scosse la testa e si girò finalmente verso la sua allenatrice, sul
muso un’espressione disorientata. Earine corse verso di lei, abbracciandola
gioiosa, ma quando alzò lo sguardo scoprì di non essere più sola: altri
ragazzi, probabilmente all’inseguimento dei loro Pokemon come lei, stavano
giungendo nella radura, tutti con atteggiamento guardingo e diffidente, tutti
con lo stesso sguardo di Earine, di Manecchan e di ogni altro Pokemon lì presente.
“Sono come me.. “ si ritrovò a pensare la ragazza rialzandosi, ma non fece
nemmeno in tempo a guardarli in faccia o a presentarsi, che un’ombra oscurò il
sole cocente, accompagnata da uno strido acuto: Moltres, uno degli uccelli
leggendari, incombeva minaccioso su di loro, le fiamme sul suo corpo tinte di
una strana tonalità viola chiaro. Cantò ancora, fischiando un richiamo di
morte, e scese su di loro, le ali a sfiorare le cime degli alberi. Nello
sguardo di ognuno passò la stessa espressione terrorizzata: non era un
avversario facile da affrontare, non nelle loro condizioni. Tuttavia si
disposero comunque alla battaglia, senza parlare, senza urlare, senza nemmeno
consultarsi, tutti troppo impegnati a sopravvivere. Earine fece preparare Quicksilver
ad usare Idropompa, certa di poter avere la meglio, ma il pennuto fiammeggiante
fu più veloce: scese in picchiata, il corpo avvolto dalle fiamme purpuree,
precipitandosi verso il centro della radura, verso uno solo di loro.
Il
condannato fu Leafeon che, indifeso a quell'attacco superefficace, non riuscì a resistere. Il suo corpo
delicato fu avvolto dal fuoco tra le sue grida strazianti, mentre il suo
allenatore, un ragazzo basso con una corta cresta di capelli neri, urlava
agitando un pugno in direzione del leggendario, con frasi come –Maledetto
svantaggio di tipo! Questa me la paghi, pollo arrostito!- ma Earine aveva occhi
solo per il Pokemon carbonizzato, un'altra morte terribile e terribilmente
ingiusta.
Dall’alto
della sua posizione dominante nel cielo,
Moltres lanciò ancora il suo richiamo straziante, ora vittorioso e si
allontanò, come se fosse stato soddisfatto del tributo di sangue che aveva
riscosso quel giorno.
Angolo dell’autrice
Spero
davvero di riuscire a mantenere questo ritmo regolare, mi è di grande soddisfazione!
Non ho molto da dire qui se non che, finalmente, arrivano i personaggi!
E per quanto riguarda le Eeveelutions…
Non sono particolarmente importanti, ma dal momento che le adoro ho deciso di inserirli nella storia.
Spero vi sia piaciuto!
Flamebreath