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Autore: mitchie Justice    01/06/2013    12 recensioni
( Storia sospesa!)
Emilyn Tomlinson. Gemella di Louis.
All'ultimo anno di liceo.
Non proprio la più popolare.
Vittima di una scommessa.
Scritta a quattro mani con fedee_missmalik c:
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*ancora niente banner, perdonatemi c:*

Capitolo 2. Una luce in fondo al tunnel.

Cercai di darmi una calmata, davanti al lavandino. E, senza guardarmi allo specchio, mi tolsi la felpa. Ormai da buttare, visto che puzzava di succo all’albicocca da far schifo. Sbuffai, accorgendomi che anche la canottiera era bagnata.
Stavo per toglierla e cercare di darle un senso sotto l’acqua, quando si aprì la porta del bagno, facendomi sobbalzare. Ne entrò una donna sui trent’anni, capelli corti e rosso fuoco. Occhi azzurri.
Stai bene, piccola? Ti ho sentita piangere…”. Allora evidentemente si accorse in che stato fossi e mi prese per mano. “Vieni con me”, mi disse rivolgendomi un sorriso. Ricambiai, più o meno, e la seguii, non sapendo che altro fare. “E’ stata Perrie, immagino…”.
Annuii, accorgendomi di avere anche i capelli bagnati, solo le punte per fortuna, ma erano bagnati. “Giuro che non le ho fatto niente… e poi, nemmeno fossimo all’asilo”.
La donna rise, aprendomi la porta della segreteria e lasciandomi entrare. “Io sono Denise”, mi disse prendendo una canottiera e una felpa da un armadietto. Me le porse, allora non potei far altro se non sorridere. “Ah, e lascia perdere mia nipote…”.
Nipote?”, chiesi inarcando un sopracciglio.
Perrie, è la figlia di mia sorella. Ignorala”, specificò con un mezzo sorriso. “E se ti servisse qualsiasi cosa, mi trovi qui, okay?”, aggiunse mentre velocemente mi sfilavo la mia roba e mettevo i vestiti puliti.
Annuii, riuscendo in qualche modo a sorridere, e uscii da lì.
Nello stesso istante in cui suonava la campanella e tutti uscivano dalle loro classi. Mentre, voltandomi, vidi Perrie uscire sorridente dall’ufficio del preside, come se non fosse successo niente. Come se non mi avesse appena umiliata davanti alla classe.
Cercai di distogliere lo sguardo, senza troppo successo.
Insomma, oggettivamente era una bella ragazza. Biondo platino, non riuscivo a capire se fosse tinta o se quello fosse davvero il suo colore. Poi c’erano quei bellissimi occhi azzurro cielo. Era inutile negarlo, era proprio bella. Solo, magari si vestiva un po’ troppo poco. Affari suoi.
Stavo per voltarmi e andare per la mia strada, davvero. Ma vidi Perrie venire verso di me, con un sorriso da stronza sul suo volto perfetto. Mi trattenni dal farle una smorfia, soprattutto quando mi accorsi che praticamente tutti gli studenti in corridoio si erano fermati a guardarci.
Senti, sfigata”, mi disse con un sorriso falso. Morivo dalla voglia di alzare gli occhi al cielo, ma in qualche modo riuscii a trattenermi. “Sei l’ultima arrivata, e sinceramente non riesco nemmeno a capire se tu sia un maschio o una femmina…”.
Dove vuoi arrivare, Perrie?”, la interruppi inarcando un sopracciglio.
La vidi sgranare gli occhi, forse stupita dal fatto che la avessi interrotta. Metà dal corridoio stava trattenendo il fiato, cosa che mi fece sbuffare. “Non voglio problemi da una sfigata come te, okay? Quindi fammi questo favore e non parlare con nessuno, potresti infettarli con la tua sfigataggine”.
Sfigataggine? Mi morsi un labbro per non ridere.
Non sto scherzando, se ti becco a parlare con qualcuno, anche solo con gli altri sfigati, te la faccio pagare”, mi sussurrò avvicinandosi pericolosamente al mio viso. Deglutii, mi aveva appena minacciata? Bene, Emilyn.
Sospirai e mi diressi al mio armadietto, aprendolo e prendendo i libri per la lezione del pomeriggio. Teatro. Almeno quello. Ed ero sicura che almeno lì Perrie non ci sarebbe stata. Era troppo oca perché le piacesse il teatro.
Stavo per voltarmi e andare in mensa, quando mi scontrai contro… “Zayn”, mormorai con una smorfia. “Scusa, devo andare in mensa, mio fratello mi aspetta…”.
Ehi, Emilyn, aspetta”. Mi prese per un polso prima che potessi allontanarmi. Ma delicatamente, senza farmi male. Quasi sorrisi. “Volevo scusarmi per il comportamento di Perrie, è una stronza a volte…”.
A volte?”, lo interruppi ridendo amaramente.
Lui inclinò la testa da un lato, sorridendo. “Mi dispiace di aver riso prima, sul serio. Vuoi che ti accompagni in mensa?”. Annuii appena e iniziai a camminare al suo fianco, notando che gli studenti si spostavano al suo passaggio e le ragazze sospiravano. Sorrisi appena, non potei farne a meno. “Che c’è?”.
Niente”, mentii cercando di non ridere. Gli vidi inarcare un sopracciglio. “E’ sempre così?”, gli chiesi alla fine. Zayn mi guardò, non capendo cosa intendessi. “Sospirano sempre al tuo passaggio?”, specificai sorridendo.
Lui rise, annuendo. “E oggi non è niente. Con la giacca di pelle e gli occhiali da sole è peggio, Emy”, mi disse mentre entravamo in mensa. “Ti siedi con me…”. Non fece in tempo a dire altro che Perrie gli fu addosso, posando le sue labbra su quelle di Zayn.
Quasi mi veniva da vomitare. E di certo mi era passata la fame.
Così girai i tacchi e uscii in giardino. Avevo bisogno d’aria.

~

LOUIS.
Mi sedetti in ultima fila. Insomma, filosofia poteva anche essere una delle mie materie preferite, ma… diciamo che non volevo dare troppo nell’occhio. Ripensai per un istante allo sguardo assente di mia sorella in macchina.
A come mi era sembrata triste.
Ma i miei pensieri vennero interrotti dal rumore di una sedia che veniva spostata, al mio fianco, allora mi voltai, vedendo un volto sorridente, contornato da un cespuglio di capelli ricci. E due occhi verde smeraldo che mi fissavano, curiosi. “Sei nuovo, vero?”.
Annuii appena, porgendogli una mano. “Louis, piacere”.
Harry”, ricambiò lui con un sorriso. “Detesto filosofia, non dovrei nemmeno frequentare quest’anno”. Sorrisi, chiedendogli con lo sguardo di continuare. “Mi hanno bocciato l’anno scorso… nell’ultimo compito ho scritto che Freud era un drogato innamorato di sua sorella”.
Risi, non potei farne a meno. “Quello innamorato della sorella era Nietzsche”, gli feci notare. “Ma Freud era un drogato, su questo non posso darti torto”, ammisi facendo spallucce. E facendolo ridere. “E si dice violentasse le sue pazienti…”, aggiunsi alzando gli occhi al cielo.
Harry rise. “Pranzi con noi finita questa tortura?”, mi chiese dopo un po’.
Noi?”.
Me, i miei amici e alcune delle Barbie”, mi spiegò sorridendo. Allora annuii, ricambiando il sorriso e provando a seguire la lezione. Ma ero distratto, il pensiero dell’espressione di Emilyn poco prima, mi faceva rivoltare le viscere. Era stata presa a spallate da una perfetta sconosciuta e mi aveva implorato di non farle niente.
L’avrei presa a pugni. Se non fosse stata una ragazza.
E continuai a pensarci fino all’ora di pranzo. Quando entrando in mensa non la rividi. Al tavolo degli amici di Harry. Seduta sulle ginocchia di un ragazzo con un accenno di barba e i capelli all’insù. Non la ricordavo tanto… bella, porca carota. Proprio un sacco bella.
Zayn, Liam, Niall, Perrie, Amy, Charlie e Jade”, me li indicò uno ad uno. “Ragazzi, lui è Louis, il ragazzo nuovo”. Fu in quell’istante che gli occhi di ghiaccio di Perrie furono nei miei, e quasi non mi sentii mancare.
La vidi mordersi il labbro, sorridendo. E in un secondo mi passò la fame.

~

Entrai nell’aula di teatro e mi sedetti in ultima fila. Sospettavo che Perrie avesse le sue spie anche lì e di certo non volevo che me la facesse pagare. Avrei fatto a meno, se possibile.
Mi sedetti e chiusi gli occhi, cercando di non pensare al fatto che avevo appena saltato il pranzo. Insomma, probabilmente non avrei mangiato comunque, vista la giornata di merda. Ma…
Il flusso dei miei pensieri venne interrotto dal rumore di una penna, che sbatteva sul mio banco. Aprii gli occhi, mio malgrado. Una ragazza mi guardava, con la testa inclinata da un lato e un mezzo sorriso sulle labbra.
Sai, sei decisamente il mio idolo, da oggi”, mi disse guardandomi con i suoi occhioni da cerbiatto. Mi mordicchiai un labbro per non ridere, nonostante tutto. E lei continuò il suo discorso, senza smettere per un istante di sorridermi. “Hai tenuto testa a Perald sono-figa-e-me-vanto Edwards”.
Risi appena, passandomi una mano tra i capelli. “Emilyn, piacere”.
Oh, io sono Eleonor, ti ho già detto che ti adoro? Sono vittima di bullismo della strega e delle sue amiche cretine da cinque anni”, ammise sedendosi al mio fianco, totalmente girata verso di me.
Mi dispiace”, mormorai, veramente dispiaciuta. Io la conoscevo da un giorno e già non la sopportavo. Figuriamoci sopportare tutto per cinque, lunghissimi, anni. “Da quanto le conosci?”.
Siamo cresciute insieme… una volta eravamo addirittura amiche”.
E…?”. Lasciai la frase in sospeso, aspettando che continuasse.
Ero cotta di Zayn”, mi spiegò arrossendo. Le sorrisi, incoraggiante. “Lui mi aveva chiesto di uscire e Perrie fece di tutto per fargli cambiare idea su di me. Li trovai davanti al cinema che si baciavano, spiaccicati contro una parete…”.
Alzai gli occhi al cielo. Sospettavo che avesse potuto fare una cosa del genere.
Ti piace ancora?”, le chiesi all’improvviso. Lei arrossì violentemente, allora risi, stringendole una mano. “Tranquilla, sarà il nostro piccolo segreto”, ironizzai ricambiando il suo sorriso timido. Come si faceva a non adorarla?
Ehi, vai a casa con tuo fratello allora?”, mi chiese Eleonor una volta finite le lezioni. Mi guardai intorno, nel parcheggio, ma di mio fratello nemmeno l’ombra. Sbuffai, tornando a guardare El, che giocherellava con le chiavi della sua auto.
E va bene, ma domani passo a prenderti io”, le promisi con un sorriso salendo in macchina. Lei rise, accendendo la radio e iniziando a canticchiare, e io con lei. Non riuscivo a farne a meno. Era così solare e allegra che ti veniva voglia di abbracciarla.
Eccoci, principessa”, scherzò dopo una decina di minuti, parcheggiando nel vialetto di casa mia. Mi sporsi per darle un bacio su una guancia e sorrisi. “Mi raccomando, ricordati di passare da me domattina… ti mando l’indirizzo via sms”, aggiunse mentre scendevo dall’auto.
Annuii ridendo e entrai in casa, tranquilla come non mai.
Finché il sorriso non scomparve dal mio volto, vedendo mio padre di fronte a me. Totalmente ubriaco e palesemente incazzato per non so cosa. Deglutii a vuoto, quando poi mi accorsi che teneva tra le mani una mazza da baseball.
Allora, puttanella… com’è andato il primo giorno di scuola?”. Non gli risposi, mi tremavano le gambe. E non potei far altro se non accasciarmi al suolo gemendo, quando sentii la mazza a contatto con il mio fianco. “Ti ho chiesto com’è andata a scuola, rispondimi”, ripeté alzando la voce.
Ma ovviamente non feci in tempo a dire altro che mi tirò su per un polso e mi sbatté contro la parete e mi tirò uno schiaffò tanto forte da spaccarmi il labbro. Sentivo in bocca il sapore del sangue. “Smettila, ti prego…”, dissi in un soffio, iniziando a piangere.
Sei la rovina della famiglia…”, mi urlò prendendomi per il collo. Boccheggiai, ma dopo qualche secondo mi lasciò andare. “E’. Colpa. Tua. Se. Tua. Madre. E’. Morta”.
Ogni parola uno schiaffo.
Chiusi gli occhi, aspettando che la smettesse, non potendo far altro.



Evviva!!! Okay, mi calmo...
Abbiamo ricevuto 6 recensioni per il primo capitolo.
Ci rendiamo conto?? SEI.
Grazie mille a tutti, anche alle lettrici silenziose *.*
Okay, basta. Sono un po' di fretta, quindi scrivo due righe e scappo...
Ci fareste sapere che ne pensate con una recensione?
Più di dieci parole, mi raccomando c:
Alla prossima bellezze... xx.
mitchie Justice e fedee_missmalik

p.s.: continuiamo a SETTE recensioni c:

  
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