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Autore: Bolookslikeme    01/06/2013    1 recensioni
*un pezzo del capitolo 1*
Nella nostra scuola c’era una gang chiamata “i ragazzi numerati” ad ognuno di essi c’era un numero al posto del nome, solo il capo veniva chiamato con i nome. Lui era il capo.
“Non mi importa chi sei.” Dissi aggrottando le sopra ciglia.
PS: é un pezzo, solo uno!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“St-stella… io...” Balbettò.

Presi la sua mano con delicatezza, la scossi in segno di aprirla, misi il suo cellulare e poi la richiusi in un mezzo pugno.

Lui mi guardò. Stette per parlare ma io me ne andai, senza neanche fare scene.

Mi seguì, io lo ignorai. Feci finta di niente, stavo camminavo abbastanza velocemente.

“Stella, dai, aspetta! Se hai pazienza ti dico come è andata, per piacere aspetta!” Il suo tono si alzò quando vide che io non lo stavo ascoltando.

Mi fermò, con la sua mano sul mio braccio, mi fece voltare bruscamente, per poi prendermi in braccio.

“Ah!! Lasciami andare! Fammi scendere!” Urlai sbattendo i miei pugni sulla sua schiena.

Mi portò alla panchina di prima, mi fece sedere, ma appena mi lasciò, io cercai di andarmene, ma lui mi bloccò e mi rifece sedere.

“Fammi andare, non ho voglia di ascoltarti. Non ho più niente da dirti.” Dissi non guardandolo.

“Le tue labbra non hanno niente da dirmi, ma le lacrime che stanno per scendere mi parlano, quindi adesso mi ascolti.” Mi disse.

Presi un respiro profondo, accavallai le gambe, mi misi a braccia conserte e mi buttai sullo schienale della banchina con forza.

“Quello che hai visto e letto era tutto falso.” Mi disse mettendo le sue mani sulle mie ginocchia.

“Vorresti dirmi che quello non eri tu e quella non era Dina?! Se è questo che intendi allora scusami tanto.” Dissi sfidandolo e alzando il volume della voce.

“Finiscila, non fare così, lo sai benissimo che non è andata come hai detto.” Ribattè.

“Infatti! La stavi per baciare!” Esclamai.

Non parlò, forse si rese conto di quello che stava per causare.

Si alzò, si sistemò la maglia e si girò verso di me.

“Non ti muovere da qui.” Mi disse. Subito dopo se ne andò.

Io gli disubbidì, mi alzai, sbuffai e andai dalla parte opposta.

Mentre camminavo pensavo a come potesse farlo.


NIALL’S POV:
-Io non avevo nessuna intenzione di baciarla, sono fedele.
Stella… è...  la mia stella. Sono andato lì per parlargli, e mi sono avvicinato per darle un bacio sulla guancia, ma per salutarla! Adesso vado da lei, la prendo e la porto da Stella per parlarsi.- Pensai.

La trovai che stava ridendo e scherzando con le sue amiche.
Mi avvicinai e subito le sue amichette si attaccarono a me. Che pressa.

“Ehi ragazze! Lui è mio!” Disse Dina.

Si avvicinò a me, mi abbracciò e mise la sua mano sul mio petto. La bloccai, la staccai da me.

“Non sono tuo.” Dissi.

Mi fece una faccia interrogativa, piegando la testa.
Presi il suo braccio e la condussi alla panchina, arrivai lì e lei non c’era.

Dina si sedette sulla panchina, accavallò le gambe e si spostò la minigonna per scoprirsi.
Mentre faceva un’espressione provocante.

Rimasi impassibile.

“Copriti.” Le dissi.

Sorrise, mentre si alzò. Mi fece sedere sulla panchina, si sedette vicino a me e la sua mano si posò sul mio ginocchio.

“Sai, non sopporto quando le ragazze fanno il primo passo.” Dissi allontanando la sua mano e alzandomi.

Andai a cercare Stella.


STELLA’S POV:
Andai nel bagno delle ragazze, girai l’angolo della parete che divideva i lavandini dai WC; mi sedetti per terra, e tra un ricordo e l’altro iniziai a piangere.

-Come ha potuto farlo? Io lo sapevo, era troppo bello per essere vero. Non sono come mia sorella, lei sì che ci sa fare, io sono proprio il contrario; sono una cavolo di sfigata.- Pensai.

Sentii aprire la porta del bagno. Parli del diavolo e spuntano le corna… Simona.
Girò l’angolo e mi vide.

“Stellina! Che hai? Perché piangi?” Mi chiese.

Inclinai la testa di lato per guardare al di la di lei. Ovviamente non potevo parlare, quelle oche pettegole delle sue amiche avrebbero potuto rovinarmi la vita.

“Simo, non adesso, ne riparliamo.” Balbettai.

Le stronzette dietro di lei iniziarono a fare delle risatine, ovviamente stavano dicendo qualcosa su di me, si notava da come mi guardavano.

Mi alzai, mi sistemai la maglia, asciugai le lacrime, spostai mia sorella e me ne andai.

Ero stufa, stufa di quella scuola, del comportamento di certe persone, ed ero stufa di come il tempo stava passando in quel momento.

Uscii dal bagno, andai a sbattere.

-Come sempre guardo per terra e finisco con lividi dappertutto.- Pensai.

Presi la borsa, alzai la testa e vidi l’ultima persona che in quel momento non volevo vedere. Mark.

Stava parlando con un’altra ragazza, era di spalle, ma io stupida gli andai addosso e si è distratte

“Oddio, no!” Stetti per andarmene, ma la sua voce mi fermò.

“Stella! Piccola, dove sei stata, mi sei mancata!” Esclamò.
Presi un respiro sollevando le spalle e il petto. Lui mi girò prendendomi dall’avambraccio.

“Hai pianto? Perché hai gli occhi lucidi?” Mi chiese.

Ero nervosissima, infatti se mi stringeva ancora un po’ poteva sentire i nervi uscire dalla pelle.
Non ero mai stata così, tant’è che gli risposi in un modo terribile.

“Mmm… Perché non ti fai i cazz… fatti tuoi?! Ciao Mark.” Me ne andai.

“Mmm… te l’ho già detto che mi piaci tanto quando diventi aggressiva?” Mi disse con un sorrisetto.

“Sì, tantissime volte, ma quello non è il mio comportamento, lo crei tu.” Dissi avvicinandomi a lui.

“Quindi faccio dei capolavori?” Chiese scherzosamente, vantandosi.

Si formò un cerchio di persone in torno a noi.

“No, fai solo cazzate su cazzate, e mi sono rotta di te e del tuo comportamento di merda che hai, chiaro?”

“Ah... Basta ti prego, mi stai torturando, quella tua aggressione…mmm, la amo!” Esclamò.

Gli sputai in faccia, mi girai di scatto e me ne andai. 

SCUSATEMI...
Ehi, ma tra gli esami, tesina, teatro e spettacoli... non ho più
tempo di fare niente, qui c'è il capitolo, ditemi che ne pensate.
Sciaaoo!

-Ale

  
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