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Autore: Soul of the Crow    02/06/2013    1 recensioni
Ecco a voi il sequel de "In mezzo alla lotta tra la Vita e la Morte".
La sorella di Diana Raven e i suoi Angeli della Notte hanno un piano: sbarazzarsi dei Gemelli della Creazione e della Distruzione per aver rovinato le loro vite.
Toccherà agli Angeli del Regno della Vita impedire che ciò accada, e tra nuovi poteri e nuovi OC tra i personaggi, emergeranno anche molti segreti riguardanti gli Angeli, i loro nemici e novità sui tre Regni e su coloro che si trovano davvero all'inizio di tutto.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My favourite IE GO pairings'
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 Stranamente nella zona est dell’Isola della Vita non era ancora successo niente di strano: la vegetazione era rimasta normale, non si erano verificate frane al Monte dell’Alba e non erano comparse radici giganti dal terreno.
Ciononostante, le Guardie Angeliche avevano portato gli abitanti nei rifugi sotterranei per evitare che corressero pericoli, mentre altre continuavano a perlustrare quella zona nel tentativo di trovare i bulbi; tuttavia, la ricca vegetazione stava rendendo più difficili le ricerche.
 
 
Nella foresta della zona est dell’Isola della Vita… alla lapide di Kazemaru…
 
Sebbene non avesse molto tempo prima del cambio di guardia ai rifugi sotterranei, Kirino era tornato alla lapide del suo ex maestro, anche perché non aveva più avuto molto tempo per andarci tra i lavori di ricostruzione della Torre del Cielo e i turni di guardia in quella zona dell’Isola.
- “Le persone cui teniamo trovano sempre un modo per tornare da noi”… Per me e Shindou è stato così, ma chissà se avrò la possibilità di rincontrare anche Kazemaru... - pensò Ranmaru, mentre posava un’altra camelia dai petali variopinti vicino alla lapide, poiché il fiore che c’era prima aveva perso tutti i petali.
Rimase lì, seduto sull’erba fresca, ad osservare le scritte che aveva inciso tempo prima sulla lastra di pietra, finché non sentì dei passi dietro di lui: si trattava di Takuto, probabilmente era venuto ad informarlo del cambio di guardia ai rifugi.
- Avrei dovuto immaginarmelo che saresti tornato qui. - si limitò a dire il castano, mentre continuava ad avvicinarsi alla lapide fino a sfiorare con le dita le incisioni:
- Ora che ci penso, Kazemaru ed Endou erano considerati dei Traditori, ma viste le falsità che ha detto Arelia, potrebbe non essere vero. -
- Non lo erano, o almeno, non penso che Kazemaru lo fosse.
Il primo periodo dopo la morte non è facile, e anche se quei due sono stati la causa della fine della mia vita umana, Ichirouta mi ha aiutato molto quando sono diventato un Angelo. Spero di poterlo rivedere di persona un giorno. - intervenne il rosa rialzandosi, ma qualcuno nascosto tra i cespugli poco lontani da loro non era dello stesso avviso:
- Beh, quel giorno non arriverà mai. - disse una voce femminile, prima che nell’aria si diffuse il suono di uno sparo e alcuni proiettili avvolti da un’aura verde si diressero verso i due Angeli:
- Ancora? Non è possibile! - si lamentò Ranmaru, mentre evocava un campo d’energia color verde acqua che fermò le pallottole.
Quando l’aura che avvolgeva questi ultimi scomparve, Takuto prese tra le mani una delle munizioni cadute a terra:
- è lo stesso che aveva ferito l’ala di Tenma. - constatò l’ex Mietitore dopo averlo osservato attentamente.
Un altro sparo, stavolta diretto a Kirino, ma Shindou deviò il proiettile con la sua spada, facendolo finire contro il monolite.
- Uff… Bersaglio mancato, ma adesso non mi scapperanno. - disse la voce tra i cespugli, mentre sparava altri colpi. La situazione rimase invariata per qualche minuto, quando il nemico sparò una volta di troppo e le due Guardie Angeliche capirono da dove provenivano i proiettili, così lanciarono delle sfere d’energia tra i cespugli e Mizu dovette uscire dal suo nascondiglio per schivarle.
- Chi sei e perché hai sparato a noi e, qualche tempo fa, anche ad un nostro compagno? - quella domanda da parte di Takuto sembrava più un ordine, ma il tono che aveva usato non fece né caldo né freddo all’Angelo della Notte.
- Ehi, piano con le domande, e non usare quel tono con me: non sono al tuo servizio. - replicò acida la turchese, prima di calmarsi e rispondere:
- Comunque, io mi chiamo Mizu, Angelo della Notte, nonché la cacciatrice venuta dagli abissi oceanici. Quanto al motivo per cui vi ho sparato… beh, diciamo che era per vendicarmi. - disse, per poi far scomparire il fucile e nascondere le mani dietro la schiena; senza che le due Guardie se ne accorsero, lasciò cadere dalle mani una gelatina color erba grande quanto il palmo della mano della ragazza che cominciò a strisciare verso Kirino, ma nessuno dei due Angeli se ne rese conto perché erano occupati ad ascoltare la ragazza.
- E perché dovresti vendicarti? Da quel che ricordo, noi non ti abbiamo fatto alcun torto. - ribatté il castano.
L’altra non rispose, ma spostò lo sguardo dall’ex Mietitore alla Guardia Angelica dai capelli rosa con un sorriso poco rassicurante sul volto; Shindou intuì che c’era qualcosa che non andava, così volse lo sguardo sul compagno, ma sgranò gli occhi quando vide un mucchio di gelatina che si stava strisciando sulla gamba sinistra del rosa:
- Che cosa c’è? - gli domandò Kirino, ma il castano si limitava a fissarlo senza parlare.
Il rosa abbassò lo sguardo, notando anche lui la massa gelatinosa che ora era arrivata alla sua vita.
- E questa cos’è? - chiese Ranmaru, per poi rendersi conto che nell’aria si era diffuso un debole profumo mielato e che la sua gamba sinistra era coperta, oltre che dalla gelatina, da una strana rete di fusti verdi.
- Sono pur sempre una cacciatrice e ho una reputazione da difendere. In tutto questo tempo, ho cercato di creare armi che potessero ferirvi, ma è stato un problema perché in questo Regno non c’è niente che possa servire contro di voi. Non ero messa molto bene, ma qualcuno mi ha dato questi proiettili e anche se l’altro vostro amico non era il mio obiettivo, mi è stato utile per capire quali potessero essere gli effetti della mia aura combinata con le pallottole.
C’era solo un problema: le avevate viste e quei due Neutrali avevano deciso di fare ricerche al riguardo, ed io dovetti ricorrere ad altri mezzi. Se sono riuscita a creare quella rete, devo ringraziare una pianta che si trova in questa zona dell’Isola. - con lo sguardo, Mizu indicò un fiore dai petali rosa contornati di bianco dalla forma leggermente appuntita alla fine vicino alla tomba di Kazemaru:
- Si chiama “Clematide”. Nel mondo degli umani era conosciuta come “gioia del viandante” perché cresceva libera nei boschi; tuttavia, nell’antichità era usata per curare alcune malattie, ma si scoprì che apparteneva ad un genere di piante potenzialmente velenose e che poteva causare ferite che assomigliavano a piaghe. Da allora è stata definita un simbolo d’inganno. - spiegò l’Angelo della Notte, per poi aggiungere:
- Non è facile trovare fiori sull’Isola della Vita, ma quando l’ho trovata e ho saputo della sua reputazione sulla Terra, ho pensato che mi sarebbe potuta essere utile. Ho usato la clematide e i miei poteri per creare quella gelatina che, attaccandosi al corpo di una persona, avrebbe generato quella rete, la quale continuerà a crescere fino a quando non avvolgerà il corpo della preda. Quando quest’ultima sarà completamente avvolta nella rete, i fusti inietteranno una tossina nel suo corpo; ho studiato anche un antidoto contro il veleno, ma sono così stupida da darvelo. -
- Non ti credo! Rimuovi subito quella rete! - le ordinò Takuto.
- Te l’ho già detto: non mi devi parlare in quel modo. Quando eri umano avevi molti domestici al tuo servizio, ma nel caso non te ne fossi accorto, le cose sono cambiate! Inoltre, non ti cederò l’antidoto contro la tossina. - gli fece notare la turchese.
- Come fai a… - Shindou fu interrotto dalla turchese prima che potesse terminare la domanda:
- All’inizio volevo vedere se uno sparo poteva farti tornare in mente ciò che hai fatto a me e a molti altri umani, ma ci metterei troppo poco ed io voglio che tu soffra lentamente.
Quella rete avrà completamente ricoperto il corpo del tuo amico tra meno di mezz’ora, solo allora comincerà ad iniettare il veleno nel suo corpo, ma se riuscirai a sconfiggermi, lo libererò e gli darò l’antidoto, anche se non credo che riuscirai a battermi in questo breve periodo. Allora che te ne pare? - gli propose lei.
Takuto ci rifletté un attimo: non sapeva se avrebbe sconfitto quella ragazza in così poco tempo, ma se lei aveva davvero l’antidoto che serviva a Kirino, non aveva molta scelta.
- E va bene. -
- Perfetto, ma prima dovrai riuscire a trovarmi. Ci vediamo! - lo salutò Mizu, per poi sparire nella boscaglia.
- Shindou. - lo chiamò Ranmaru, il quale aveva entrambe le gambe coperte dalla rete e dalla sostanza gelatinosa.
Il castano gli prese le mani e le strinse con affetto:
- Farò il possibile per aiutarti. Tu cerca di resistere. -
Kirino si limitò ad annuire, e mentre guardava il suo compagno scomparire tra le fronde degli alberi, si ricordò di un particolare:
- Quella ragazza… Aveva qualcosa di stranamente familiare… -
 
 
Nel frattempo… a casa di Tenma…
 
Sebbene Matsukaze fosse stato appena scalfito dai proiettili magici, la ferita all’ala, benché fosse superficiale, non si era ancora cicatrizzata, anzi, sembrava che stesse diventando più grande. Aki e Ichinose avevano insistito perché ogni tanto si riposasse e utilizzasse delle piante curative per cercare di guarire la ferita
Sapeva di non aver nulla di cui preoccuparsi per la zona est dell’Isola della Vita: aveva affidato il comando a Kyousuke in quei tempi, gli abitanti erano al sicuro nei rifugi e le Guardie Angeliche erano tutte molto competenti, ma non gli piaceva restare fermo senza poter fare nulla.
Il Comandante dell’Est si stese sul letto per riposare, e dopo qualche minuto, udì una voce femminile nell’aria:
 
I still hear your voice, when you sleep next to me.
I still feel your touch in my dreams.
Forgive me my weakness, but I don't know why.
Without you it's hard to survive.

 
Tenma pensò che si stesse immaginando quella voce a causa della fatica accumulata in quei tempi, ma quando la sentì ancora, dovette ricredersi:
 
Cause everytime we touch, I get this feeling.
And everytime we kiss I swear I can fly.
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side.
Cause everytime we touch, I feel this static.
And everytime we kiss, I reach for the sky.
Can't you hear my heart beat so
I can't let you go.
Want you in my life.

 
- è strano… è come se questa canzone riuscisse a lenire anche la stanchezza. - pensò il Comandante, e curioso di scoprire chi stesse cantando, uscì da casa sua.
Non sapeva che Yuki lo stava guardando da quando era rientrato in casa, in attesa del momento giusto di colpire:
- Dove starà andando? - si chiese l’Angelo della Notte, mentre brandiva la spada legata al suo cinturino.
- Non importa: qualsiasi cosa debba fare, non avrà vita facile con me e con la mia spada Cuore delle Nevi. È meglio che lo segua, almeno potrò tornare presto sulla Terra: preferisco non trovarmi qui quando questo posto verrà raso al suolo. - pensò la ragazza, per poi seguire il Comandante.
 
 
Angolo di Emy
Per chi non lo sapesse, la canzone che ho mezzo in questo capitolo era una parte di “Everytime we touch” di Cascada.
Inoltre, la clematide è una pianta realmente esistente.
Spero di aver fatto un buon lavoro, anche perché non ho controllato molte volte il capitolo prima di pubblicarlo.
Nel caso non si fosse capito, Yuki ha dato un nome alla sua spada, ma nel prossimo capitolo ci concentreremo su Mizu e rivedremo anche due Guardiani dei Giardini della Vita. Secondo voi, chi saranno?
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
  
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