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Autore: HisLovelyVoice    02/06/2013    6 recensioni
Molti bambini li guardavano scioccati, e spaventati chiedevano ai genitori perché si stessero rincorrendo. Sono innamorati, tesoro. Rispondevano con aria sognante le mamme, volendo anche loro una relazione del genere.
Sono innamorati. Quella era la pura e semplice verità.
Alcuni signori anziani li guardavano malinconici, ricordando la loro gioventù ormai passata, ma senza rimpianti.
Alcuni uomini li osservavano invidiosi dell’amore che li univa.
Un amore che andava oltre le apparenze.
Un amore che aveva scavato nel profondo, fino a toccare il centro del cuore.
Un amore che nessuno avrebbe mai potuto definire passeggero.
Perché si amavano da otto anni, ogni istante di più. Ogni giorno si sorprendevano avvicenda con una premura, una frase, un semplice gesto.
Erano definiti da tutti due anime gemelle.
Erano destinati a stare insieme.
Se fossero stati divisi, si sarebbero ritrovati, a qualsiasi costo.
Perché si amavano. Il loro amore era puro, come quello dei bambini.
Perché si erano accettati con tutti i pregi, ma anche con tutti i difetti e tutti i problemi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I need happiness'
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Prologo
 
- sai, quando ho cambiato scuola speravo in un po' di felicità. Ho aspettato, ho aspettato a lungo. E alla fine questa felicità è arrivata. Sei tu la mia felicità. -
 
8 anni dopo...
-  ti prego, aiutami! Che cosa mi metto? - chiesi disperata a Giulia. Lei guardò i due vestiti che avevo in mano. Erano entrambi lunghi fino al ginocchio. Uno bianco di pizzo con una cinta nera in vita con un fiocco sul davanti, l'altro blu stretto in vita e con la gonna a palloncino. - mmmm...quello blu, credo. -
- come "credo"? Ho bisogno di un tuo parere, è importante! -
- si, lo so, lo so! mi hai fatto una testa così con questa cosa! - esclamò esasperata, e non potei fare a meno di ridere. - quello blu è perfetto. - concluse infine. - e poi se fossi in te, non oserei ancora a mettere qualcosa di bianco così leggero. Le ferite sono guarite, ma le cicatrici continuano a vedersi molto sulla schiena. - annuii, costatando che ciò che aveva appena detto era la pura e semplice verità. Posai il vestito bianco e, dopo aver ringraziato Giulia, andai al bagno per cambiarmi. Tolsi l'accappatoio che indossavo, rimanendo solo in biancheria. Guardai il mio corpo allo specchio, ormai solo un paio di chili sottopeso. Delle ferite che avevo sulle gambe e sulle braccia, erano rimaste solo delle piccole cicatrici, che si notavano esclusivamente se si prestava attenzione. Sulla pancia avevo una piccola macchia al centro, che sarebbe rimasta per sempre. La schiena era coperta da cicatrici abbastanza grandi. Ma erano cicatrici, non più ferite. Ormai non facevano più male.
Mi cambiai e notai, con mia grande felicità che il vestito mi stava bene e che le cicatrici non si notavano. Uscii dal bagno e tornai in camera mia. Giulia rimase a bocca aperta quando mi vide.
- wow, sei proprio bellissima. Federico ti mangerà con gli occhi e inizierà a sbavare, più di ieri, quando ti ha visto in pantaloncini e canotta. - scoppiai a ridere, seguita da lei, ricordando la faccia di Federico. Sembrava un pesce. - ora devo farti i capelli. - disse quando si fu ripresa dall'attacco di ridarella. Scossi la testa.
- no, li voglio tenere così. -
- ma dai! Ti faccio un'acconciatura particolare! -
- ti ho detto di no. - sbuffò.
- va bene. - si rassegnò - tanto lo so che non ti convincerò mai. - borbottò. L'abbracciai.
- vedo che capisci allora! - dissi, scoppiando a ridere.
- certo che capisco, non sono un'idiota come te! - esclamò, ridendo anche lei. - ora mettiti le scarpe, quelle blu ovviamente, così andiamo. -
- subito mamma. - risposi prendendola in giro. Scosse la testa, alzando gli occhi al cielo.
- vado dillà. - disse infine, prima di scomparire dietro la porta della mia stanza.
Mi sedetti sul mio letto e tirai fuori da una scatola le ballerine. Le infilai, poi mi alzai e guardai il risultato finale davanti ad uno specchio. Rimasi qualche istante ad osservare il mio riflesso. I capelli biondi arrivavano ormai a metà schiena, gli occhi grigi non erano più spenti e tristi, ma pieni di vita. Pieni d'amore ripeteva sempre Giulia. Ed era proprio così.
Sorrisi. Ce l'avrei fatta, non era nulla di complicato. Dovevo solo entrare nella classe, salutare i professori, sedermi su una sedia e ripetere la tesi di laurea. No, non era affatto complicato.
Qualcuno bussò alla porta, interrompendo i miei pensieri.
- avanti! - esclamai, voltandomi verso la porta. Entrò immediatamente mia madre che, appena mi vide, mi sorrise.
- tesoro, sei bellissima. - disse avvicinandosi. I suoi occhi erano lucidi.
- mamma, ti prego, non piangere. - lei abbassò lo sguardo.
- è che sono così felice. Tutto sta andando per il verso giusto, la scuola, a casa, con Federico. Non ci riesco a credere... - l'abbracciai.
- se è per questo, non ci credo nemmeno io. - ammisi.
- comunque sono qui per dirti una cosa importante. - disse poco dopo con un tono serio.
- è una cosa grave? - chiesi preoccupata. Scosse la testa.
- no, tranquilla. - prese un respiro profondo prima di parlare. - questa notte, nel carcere, è morto quell'uomo. - disse, tutto d'un fiato. Sbarrai gli occhi.
- c-cosa? - chiesi esterrefatta.
- lo hanno trovato impiccato con le lenzuola al soffitto. Vicino c'era anche il figlio... - spalancai la bocca. Provai a dire qualcosa, ma non riuscii a proferire una parola.
- non ci credo. - mormorai poco dopo. Quell'uomo era morto? Matteo era morto? Si erano suicidati? Perché?
Mia madre mi posò una mano sulle spalle.
- hanno parlato con alcuni delle celle accanto. Hanno detto che spesso li sentivano parlare di una ragazza di nome Camilla che aveva rovinato la loro vita... - strinsi i pugni. Io avevo rovinato a loro la vita?! Loro avevamo rovinato la vita a me! - ...spesso hanno provato ad evadere. Molti sostengono che volessero venire a cercarti. Lo so che forse sarebbe stato meglio parlarne dopo, ma con la memoria che ho ora, c'era la possibilità che mi scordassi tutto. - si giustificò.
- tranquilla, nessun problema. Hai fatto bene a dirmi tutto adesso. - la rassicurai. - perdonami, ma vorrei rimanere un po' da sola. - mormorai. Mia madre annuì.
- certo. Ricordati che tra poco usciamo. -
- si. -
Quando mia madre fu uscita dalla camera, mi sedetti sul letto ancora scossa. Ripensai agli otto anni trascorsi da quando Matteo era finito in prigione insieme al padre, accusato di aver fatto evadere quest'ultimo dal carcere.
Otto anni in cui fortunatamente non avevo ricevuto loro notizie.
Otto anni in cui quasi tutte le ferite che avevo erano diventate cicatrici.
Otto anni in cui il mio amore per Federico era aumentato.
Otto anni in cui la mia vita era cambiata.
Otto anni in cui ero rinata.
Ed ora loro, la causa del mio dolore erano morti. Qualcuno avrebbe esultato. Qualcuno avrebbe sorriso semplicemente. Ed io? Io mi sentivo strana. Non sapevo cosa provavo, sentivo però che il mio cuore era più leggero. Non era una bella cosa, ma mi sentivo così.
Scossi la testa.
Dovevo sbrigarmi ad andare all’università, il mio esame per la laurea in medicina si sarebbe tenuto a breve.




HEI!!!
lo avevo detto che avrei scritto il continuo di Waiting for happiness (http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1679272&i=1), e quindi eccomi qua! :D
cosa ne pensate? spero vi piaccia!
se vi va, lasciate una recensione :3
oggi vado di fretta, quindi vado.
alla prossima!
un bacio
Giulia xxx

  
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