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Autore: Violetta_    02/06/2013    1 recensioni
§ Buon San Valentino §
« Vi erano in una città un re e una regina. Questi avevano tre bellissime figliole. Ma le due più grandi, quantunque di aspetto leggiadrissimo, pure era possibile celebrarle degnamente con parole umane; mentre la splendida bellezza della minore non si poteva descrivere, e non esistevano parole per lodarla adeguatamente » da Apuleio, scrittore latino del II secolo.
Come avrete capito la storia non è mia, ma è la rivisitazione della favola “Amore e Psiche”.
Lei bellissima, tanto da scatenare le ire di Venere, lui il dio dell’amore, mandato sulla terra dalla madre per farla cadere in disgrazia. Ma…
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matsuri | Coppie: Gaara/Matsuri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Le favole della buona notte'
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Fiducia

 

 

Dopo la conversazione con la dea, Matsuri decise d’impegnarsi a fondo con la musica, il canto, e la lettura, tanto che erano giorni ormai, che non usciva dalla sua stanza.

<< Matsuri? >>

Era Hinata, la ragazza era visibilmente preoccupata per l’amica.

<< Entra pure amica mia >>
<< Cos’è successo? Sta bene? >>

Lei le prese le mani.

<< Mai stata meglio! La dea è stata molto buona con me e io ho deciso di non tradire la sua fiducia >>
<< Mi fa piacere, io vado a raggiungere Ino, è andata a raccogliere delle bacche e della frutta per stasera, e mi chiedevo, dato che non uscite da parecchi giorni… >>

Matsuri le sorrise riconoscente.

<< Certo vi aiuto >>

Appena uscite la due ragazze udirono un urlo.

<< INO! >>

Corsero fino ad un maestoso albero di mele, da lontano videro la bionda tra le braccia di Eros.
Matsuri osservò la scena allarmata.
Cupido l’aveva delicatamente poggiata a terra, e adesso la fissava severo.

<< Incosciente! Potevi romperti l’osso del collo. Lo sai che per gli spiriti mortali è proibito raccogliere i frutti sacri! >>
<< Non erano certo per me, mio signore >> alla ragazza piaceva punzecchiare i suoi superiori con delle battutine, ma badava bene a non esagerare mai.

Con un veloce gesto della mano, il dio ripose dentro il cesto tutti i frutti caduti a terra, porgendoli alla ragazza.

<< Come sta? >>

Il suo volto era colmo di preoccupazione, tanto che la serva non se la sentì di stare muta.

<< Sua madre sembra averla perdonata e lei si sta impegnando per non tradire le aspettative, ma … non è felice >>

Lui sospirò.

<< Puoi andare >>

Lei con un inchino se ne andò.
Da dietro un albero le due ragazze avevano assistito alla scena.

<< Matsuri, forse ora dovremmo andare… >>
<< Tu vai pure Hinata… io ti raggiungo >>
<< Va bene >>

Matsuri continuava a fissare il ragazzo: si era seduto sul morbido campo di fiori e osservava Delia che piano piano gli si avvicinava. Gaara sembrava finalmente aver capito che Matsuri era come quella cerbiatta, dolce e fedele, ma che fugge se perde la fiducia di cui si era avvicinata, si mise a sospirare stancamente, persino il suo lucente alone dorato si era spento.
Matsuri gli si avvicinò piano, e si accorse con stupore che delle lacrime gli rigavano il voto, mentre accarezzava Delia.

Gaara parlava piano.

<< L’ho persa per sempre amica mia… e tutto per colpa della mia testardaggine, se solo potessi spiegarle quanto tengo a lei… quanto le voglio bene, e soprattutto quanto la rispetto… >>

La cerbiatta rizzò le orecchie e se ne andò, il dio seguendo i movimenti dell’animale, si girò di scatto e la vide: Matsuri indossava una delicata veste rosata, si sedette accanto a lui e poi lo guardò.

Nessuno dei due parlava, gli occhi erano il solo punto di contatto.

Lei si girò osservando l’acqua.

<< Avrei potuto vederti? >>

Lui la guardò con aria interrogativa.

<< Insomma, se non avessi infranto la promessa, non ti avrei mai visto in volto? O magari col tempo …? >>

Lui scosse la testa.

<< Non lo so, io… io ti volevo e basta, volevo averti vicino, amarti… >>
<< … Usarmi… >>
<< No vita mia! Io non ho mai pensato di usarti… ma quello è l’unico modo di amare che conoscevo… e poi, si, lo ammetto, avevo paura dell’ira di mia madre >>

Matsuri osservò il cielo, fece un lungo respiro, quello che stava per chiedergli le avrebbe potuto fare male, e molto.

<< Mi hai mai tradita? >>

La domanda lasciò Gaara spiazzato.

<< Cosa te lo fa pensare? >>

Lei scosse le spalle.

<< Conosco la tua fama e soprattutto ti conosco… allora? >>

Lei si era girata per guardarlo dritto negli occhi, il ragazzo abbassò lo sguardo.

Sussurrò << Si >>

Lei chiuse gli occhi per incassare il colpo.

<< Si ti ho tradita, ma soltanto una volta, era la nostra prima notte e… bè ecco… >>
<< …Non ti è piaciuto. Vai al sodo Gaara, ero una povera verginella penosa e sei rimasto deluso! >>
<< Non è così, è complicato!… insomma mi avevi fatto provare sentimenti, emozioni mai conosciuti prima… avevo troppa ansia di riprovarli ma era giorno e non potevo farmi vedere da te e quindi ho provato a cercare altrove… ma invano >>

Gaara abbassò di più lo sguardo con aria colpevole, mentre Matsuri aveva preso a guardare un punto indefinito dello spazio di fronte a se, non poco confusa, il silenzio era piombato di nuovo su quei due cuori tristi.

Poi Gaara prese la parola imbarazzato, mettendosi a guardare il cielo.

<< Perdonami, se puoi, mia dolce perla, ho sbagliato e solo ora me ne rendo conto... >>

Lei si voltò per guardargli il viso.

<< ...Ho deciso di rimediare e tutti i miei errori, non ingannerò più le povere mortali con i miei dardi, e non intendo più combinare guai, ma per farlo, dovrò allontanarmi qualche giorno… e per quanto possa valere, ti assicuro che non ti tradirò, mai più, tengo troppo a te >>

Il giovane dio si era alzato e camminava piano in direzione del suo tempio, Matsuri lo osservava andare via, sussurrò quasi a se stessa

<< Gaara… >>

Aveva capito.
Finalmente il suo Amore si era aperto a lei in modo che potesse capire.


Gaara si era allontanato di qualche passo.

Non c'era bisogno di altre prove.

La ragazza parlò a voce alta.

<< …io mi fido di te >>


Il dio si bloccò, poi lentamente si girò guardandola sconvolto.

<< C… che hai detto? >>

Lei gli regalò il più dolce tra i suoi sorrisi.

<< Ho detto che mi fido di te, amore mio >>

Lui le corse incontro abbracciandola, la prese saldamente per i fianchi facendola roteare, la ragazza rise felice, lo abbracciò.

<< Questo significa che… >>
<< …Che ho deciso di essere la tua sposa! Sempre se mi vuoi ancora >>

L’abbracciò con maggior ardore.

<< Certo che ti voglio! Mia piccola perla, mia ragione di vita… prometto che non ti farò mai più soffrire e ti proteggerò per sempre >>

Le loro labbra si stavano per unire in un dolce bacio.

Ma proprio in quel momento, tutti gli dei scoppiarono in urla di gioia che rimbombarono in tutto l’Olimpo.
I due ragazzi si voltarono e videro Giove avvicinarsi.

Quando fu di fronte a loro, il dio le chiese:

<< Sei davvero sicura della tua decisione, Matsuri? >>
<< Sicurissima, ho seguito il mio cuore, e, ho capito di non poter stare senza Gaara >>

Detto questo l’abbracciò.
Sul volto di Minato apparve un sincero sorriso.

<< Se le cose stanno così… prendi questa coppa, contiene l’ambrosia, bevila e diventa immortale, così quelle con Gaara saranno nozze eterne e tutti ti ricorderanno come Psiche: la dea dell’anima e della coscienza! >>

Dopo che la ragazza ebbe bevuto, una delicata aura luminosa le circondò il corpo, e sulla schiena le spuntarono delle delicate ali di farfalla, con tutte le sfumature dell’arcobaleno.
Gaara la osservò meravigliato.

<< Non avrei mai creduto di poterlo dire, ma sei ancora più bella di prima vita mia >>

Lei si guardava la schiena incuriosita da quella piacevole novità.

<< Dovrai insegnarmi ad usarle... >>
<< Ci penseremo dopo, adesso andiamo... >>

Dopo le nozze, fu allestito un sontuoso banchetto nuziale: lo sposo era seduto al posto d’onore e teneva fra le braccia Matsuri, poi veniva Minato con Kushina e quindi, in ordine d’importanza, tutti gli altri dei.
Le muse intonarono un melodioso coro e Venere, con le altre dee al seguito, danzarono leggiadre.

   
 
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