Fiducia
Dopo la conversazione con la dea, Matsuri decise d’impegnarsi a fondo con la musica, il canto, e la lettura, tanto che erano giorni ormai, che non usciva dalla sua stanza.
<< Matsuri? >>
Era Hinata, la ragazza era visibilmente preoccupata per l’amica.
<< Entra pure amica mia >>
<< Cos’è successo? Sta bene? >>
Lei le prese le mani.
<< Mai stata meglio! La dea è stata molto buona con me e io ho deciso di non tradire la sua fiducia >>
<< Mi fa piacere, io vado a raggiungere Ino, è andata a raccogliere delle bacche e della frutta per stasera, e mi chiedevo, dato che non uscite da parecchi giorni… >>
Matsuri le sorrise riconoscente.
<< Certo vi aiuto >>
Appena uscite la due ragazze udirono un urlo.
<< INO! >>
Corsero fino ad un maestoso albero di mele, da lontano videro la bionda tra le braccia di Eros.
Matsuri osservò la scena allarmata.
Cupido l’aveva delicatamente poggiata a terra, e adesso la fissava severo.
<< Incosciente! Potevi romperti l’osso del collo. Lo sai che per gli spiriti mortali è proibito raccogliere i frutti sacri! >>
<< Non erano certo per me, mio signore >> alla ragazza piaceva punzecchiare i suoi superiori con delle battutine, ma badava bene a non esagerare mai.
Con un veloce gesto della mano, il dio ripose dentro il cesto tutti i frutti caduti a terra, porgendoli alla ragazza.
<< Come sta? >>
Il suo volto era colmo di preoccupazione, tanto che la serva non se la sentì di stare muta.
<< Sua madre sembra averla perdonata e lei si sta impegnando per non tradire le aspettative, ma … non è felice >>
Lui sospirò.
<< Puoi andare >>
Lei con un inchino se ne andò.
Da dietro un albero le due ragazze avevano assistito alla scena.
<< Matsuri, forse ora dovremmo andare… >>
<< Tu vai pure Hinata… io ti raggiungo >>
<< Va bene >>
Matsuri continuava a fissare il ragazzo: si era seduto sul morbido campo di fiori e osservava Delia che piano piano gli si avvicinava. Gaara sembrava finalmente aver capito che Matsuri era come quella cerbiatta, dolce e fedele, ma che fugge se perde la fiducia di cui si era avvicinata, si mise a sospirare stancamente, persino il suo lucente alone dorato si era spento.
Matsuri gli si avvicinò piano, e si accorse con stupore che delle lacrime gli rigavano il voto, mentre accarezzava Delia.
Gaara parlava piano.
<< L’ho persa per sempre amica mia… e tutto per colpa della mia testardaggine, se solo potessi spiegarle quanto tengo a lei… quanto le voglio bene, e soprattutto quanto la rispetto… >>
La cerbiatta rizzò le orecchie e se ne andò, il dio seguendo i movimenti dell’animale, si girò di scatto e la vide: Matsuri indossava una delicata veste rosata, si sedette accanto a lui e poi lo guardò.
Nessuno dei due parlava, gli occhi erano il solo punto di contatto.
Lei si girò osservando l’acqua.
<< Avrei potuto vederti? >>
Lui la guardò con aria interrogativa.
<< Insomma, se non avessi infranto la promessa, non ti avrei mai visto in volto? O magari col tempo …? >>
Lui scosse la testa.
<< Non lo so, io… io ti volevo e basta, volevo averti vicino, amarti… >>
<< … Usarmi… >>
<< No vita mia! Io non ho mai pensato di usarti… ma quello è l’unico modo di amare che conoscevo… e poi, si, lo ammetto, avevo paura dell’ira di mia madre >>
Matsuri osservò il cielo, fece un lungo respiro, quello che stava per chiedergli le avrebbe potuto fare male, e molto.
<< Mi hai mai tradita? >>
La domanda lasciò Gaara spiazzato.
<< Cosa te lo fa pensare? >>
Lei scosse le spalle.
<< Conosco la tua fama e soprattutto ti conosco… allora? >>
Lei si era girata per guardarlo dritto negli occhi, il ragazzo abbassò lo sguardo.
Sussurrò << Si >>
Lei chiuse gli occhi per incassare il colpo.
<< Si ti ho tradita, ma soltanto una volta, era la nostra prima notte e… bè ecco… >>
<< …Non ti è piaciuto. Vai al sodo Gaara, ero una povera verginella penosa e sei rimasto deluso! >>
<< Non è così, è complicato!… insomma mi avevi fatto provare sentimenti, emozioni mai conosciuti prima… avevo troppa ansia di riprovarli ma era giorno e non potevo farmi vedere da te e quindi ho provato a cercare altrove… ma invano >>
Gaara abbassò di più lo sguardo con aria colpevole, mentre Matsuri aveva preso a guardare un punto indefinito dello spazio di fronte a se, non poco confusa, il silenzio era piombato di nuovo su quei due cuori tristi.
Poi Gaara prese la parola imbarazzato, mettendosi a guardare il cielo.
<< Perdonami, se puoi, mia dolce perla, ho sbagliato e solo ora me ne rendo conto... >>
Lei si voltò per guardargli il viso.
<< ...Ho deciso di rimediare e tutti i miei errori, non ingannerò più le povere mortali con i miei dardi, e non intendo più combinare guai, ma per farlo, dovrò allontanarmi qualche giorno… e per quanto possa valere, ti assicuro che non ti tradirò, mai più, tengo troppo a te >>
Il giovane dio si era alzato e camminava piano in direzione del suo tempio, Matsuri lo osservava andare via, sussurrò quasi a se stessa
<< Gaara… >>
Aveva capito.
Finalmente il suo Amore si era aperto a lei in modo che potesse capire.
Gaara si era allontanato di qualche passo.
Non c'era bisogno di altre prove.
La ragazza parlò a voce alta.
<< …io mi fido di te >>
Il dio si bloccò, poi lentamente si girò guardandola sconvolto.
<< C… che hai detto? >>
Lei gli regalò il più dolce tra i suoi sorrisi.
<< Ho detto che mi fido di te, amore mio >>
Lui le corse incontro abbracciandola, la prese saldamente per i fianchi facendola roteare, la ragazza rise felice, lo abbracciò.
<< Questo significa che… >>
<< …Che ho deciso di essere la tua sposa! Sempre se mi vuoi ancora >>
L’abbracciò con maggior ardore.
<< Certo che ti voglio! Mia piccola perla, mia ragione di vita… prometto che non ti farò mai più soffrire e ti proteggerò per sempre >>
Le loro labbra si stavano per unire in un dolce bacio.
Ma proprio in quel momento, tutti gli dei scoppiarono in urla di gioia che rimbombarono in tutto l’Olimpo.
I due ragazzi si voltarono e videro Giove avvicinarsi.
Quando fu di fronte a loro, il dio le chiese:
<< Sei davvero sicura della tua decisione, Matsuri? >>
<< Sicurissima, ho seguito il mio cuore, e, ho capito di non poter stare senza Gaara >>
Detto questo l’abbracciò.
Sul volto di Minato apparve un sincero sorriso.
<< Se le cose stanno così… prendi questa coppa, contiene l’ambrosia, bevila e diventa immortale, così quelle con Gaara saranno nozze eterne e tutti ti ricorderanno come Psiche: la dea dell’anima e della coscienza! >>
Dopo che la ragazza ebbe bevuto, una delicata aura luminosa le circondò il corpo, e sulla schiena le spuntarono delle delicate ali di farfalla, con tutte le sfumature dell’arcobaleno.
Gaara la osservò meravigliato.
<< Non avrei mai creduto di poterlo dire, ma sei ancora più bella di prima vita mia >>
Lei si guardava la schiena incuriosita da quella piacevole novità.
<< Dovrai insegnarmi ad usarle... >>
<< Ci penseremo dopo, adesso andiamo... >>
Dopo le nozze, fu allestito un sontuoso banchetto nuziale: lo sposo era seduto al posto d’onore e teneva fra le braccia Matsuri, poi veniva Minato con Kushina e quindi, in ordine d’importanza, tutti gli altri dei.
Le muse intonarono un melodioso coro e Venere, con le altre dee al seguito, danzarono leggiadre.