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Autore: ViolettaIncantevole    02/06/2013    0 recensioni
Questi sono come vedo gli Hunger Games fatti da me e gli altri compagni di classe mia. E' una storia particolare e, cosa più importante, è la mia PRIMA storia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cato
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Mi conducono in una stanza modesta e due pacificatori ne sorvegliano l’entrata. Subito arriva mia madre che mi abbraccia: -Stai tranquilla, ce la farai. Non lasciarti intimidire dagli altri tributi, anche se loro sono grandi, grossi e potenti e tu sei piccola, hai una cosa che loro non hanno. Il cervello. Sei agile. – Mi sento mancare. Non credo di riuscire a vincere. –Mamma, voglio tornare a casa! – Urlo abbracciandola ancora più forte. Dagli occhi mi escono delle lacrime. –Tranquilla, ci tornerai, ci tornerai – Un pacificatore apre la porta dicendo che il tempo è finito; l’ultima volta che ho visto mia madre. Pensare a questo mi fa piangere di più quindi mi siedo a un divanetto presente nella stanza e inizio a pensare alla strategia che userò nell’arena. Improvvisamente la porta si apre: è Daniele. In mano ha un sacchetto di plastica, ma non riesco a vedere il contenuto. –E’ per te- Dice, porgendomelo. Dentro ci sono dei fiori, quello che mi colpisce di più è il garofano. –Fidati! Te sei perfetta per essere vincitrice! Basta solo che riesci a procurarti un arma, qualsiasi tipo di arma, e vinci, sei agile, piccola; puoi nasconderti facilmente e nessuno ti ucciderà perché non ti vedrebbe. – Le sue parole mi rassicurano: forse sono veramente la persona perfetta per essere vincitrice. –Ce la farai! – Urla, mentre un pacificatore lo porta fuori dalla stanza perché il tempo è scaduto. Passo gli ultimi minuti a pensare, guardando la piazza principale dalla finestra.
 
Arrivai alla stazione. Dovevo prendere un treno molto veloce. Lì ci dividono in coppie e io sto con Lorenzo un ragazzo dai capelli rossi, occhi azzurro mare e tante, tante lentiggini. Abbiamo iniziato a chiacchierare. Lui non lo sa (o almeno, io non gliel’ho mai detto) ma lo amo, tanto. Quando sto con lui sento le farfalle nello stomaco, mi blocco, non riesco a parlare. E’ così bello, con quei capelli a punta, con quel sorriso… Mi correggo, lo amavo. Per un periodo mi ha trattato male, mi offendeva e da quel giorno non voglio avere niente a che fare con lui. La porta si apre e viene una donna, dall’aria molto altezzosa, con i capelli lunghi, neri e ricci.  Probabilmente è il nostro mentore, una persona che precedentemente ha vinto questi giochi. Si mette a sedere e inizia: -Tu dovresti essere Silvia – E mi indica – E tu Lorenzo – E lo indica. Dal’aria furbetta capisco che ha vinto gli Hunger Games con l’astuzia. –Si siamo noi. Ecco, vorrei sapere qualche tecnica di sopravvivenza e di lotta – Chiedo, per attaccare bottone. –Si certo certo. Ora ti posso dire solo: dai tempo al tempo, ci rivedremo stasera al tavolo per discutere di questo e di altro. – Dicendo questo esce dallo scompartimento e io mi ritrovo sola con Lorenzo.
 
Arriva la sera e il nostro mentore (che, se ho capito bene, si chiama Luna) ci chiama per andare tutti a cenare. La cena è spettacolare, si vedono cibi che nessuno potrebbe mai immaginare. Una delle cose che colpisce la mia attenzione è un pollo arrosto, molto grande, al centro del tavolo. Non volevo ingozzarmi come una morta di fame ma non ce la feci e iniziai a riempire il piatto. –Bene, cosa volete sapere? – Domanda Luna. –Io vorrei sapere qualche tecnica di sopravvivenza – Rispondo. Secondo me il lavoro del mentore l’annoia; si capisce perché pensa molto di più alle feste e alla moda piuttosto che a noi tributi. – Beh. Questo dipende dal talento di ognuno. So che sei brava a correre, sei molto veloce e hai molta agilità. La velocità conta molto perché, appena un tributo ti scopre, puoi scappare via alla velocità della luce. La stessa cosa per l’agilità. Tutto questo dipende anche dal tipo di arena. Ah, una delle cose più importanti: non accendere mai un fuoco, il fumo attirerebbe gli altri tributi e saresti spacciata. – Seguo tutto quello che dice e appunto le cose su una vecchia agenda. –E qualche tecnica di lotta? – Voglio sapere tutto, voglio ritornare a casa, abbracciare Daniele, mia mamma e tutti gli altri che, in un modo o nell’altro, mi sono stati vicini. – Oh, ma questo non spetta a me. Imparerete tutto al centro di addestramento di Capitol City. – Si alza – Adesso andate a riposarvi che arriveremo a Capitol City e vi aspetterà tanto lavoro da fare. –
 
Writer’s corner
Si lo so, questo capitolo è un po’ scritto a cavolo, ma spero che seguiate la mia storia. Recensite please! Ma solo a me non è piaciuto come è stato tradotto il trailer di CF in italiano? E ricordatevi: Chins up, smiles on. 
   
 
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