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Autore: elisa85    02/06/2013    14 recensioni
L'idea è arrivata riguardando l'episodio "L'arrivo di Maria Antonietta", quando a fine puntata la principessa guarda ammirata Oscar, credendola un ragazzo. La delusione di Maria Antonietta è visibilissima e così ho pensato bene di accontentarla! Tutto ha inizio da qui, una corsa nel tempo per ripercorrere la vita dei nostri due, con intrecci ed amori inattesi, raccontati da una nuova prospettiva.
Spero di avervi incuriositi!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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...Dal capitolo 3. Venatglio
 
" Mi sveglio sdraiata nel tuo letto, la luce filtra debole attraverso le tende. Lentamente e con timore, mi volto alla mia sinistra per controllare se anche tu sei steso al mio fianco, sei hai perdonato i miei modi insolenti. Sicuramente sei stato tu a mettermi a letto e se solo fossi stata sveglia non te l'avrei permesso.
Quando mi giro i tuoi occhi verdi mi stanno già fissando, seri ed impenetrabili ed il mio cuore smette di battere.
Qualcosa non va. Lo leggo sul tuo viso, sei turbato.
" Oscar, ti devo parlare"
 
Dunque... il racconto del loro passato si era fermato qui, ed io chiedo scusa per il ritardo con cui aggiorno.
Spero solamente che non vi siate dimenticate tutto e che la storia continui a piacervi :)
 

 
   Il nome del mio segreto
   

 
 
5. Confessioni
 

 
Palazzo Jarjayes, marzo 1771
 
 
I tuoi occhi fissi nei miei.
Così seri e allo stesso tempo incerti, il loro colore m'inquieta, resi ancora più verdi, chiari e limpidi dalla luce che filtra dalla finestra e che arriva ad inondare il tuo viso.
Guardandoti adesso, non sono certa di voler scoprire cosa hai da rilevarmi, Andrè; temo nell'essere messa al corrente di quale sia il motivo che ti ha trattenuto fino a tarda ora a Versailles; un'incertezza la mia, rafforzata da quell'istinto a me innato, quel presentimento che mi mette in guardia e che mi suggerisce di non aspettarmi buone notizie, ma soprattutto che mi reguardisce nel saper mantenere una parvenza di controllo quando mi dirai la verità.
Ti fisso imperscrutabile esortandoti silenziosa a continuare in quella che pare essere una vera e propria confessione. Forza Andrè, parla. 
Le tue palpebre si chiudono lentamente, mentre emetti un sospiro.
" La principessa mi ha convocato con urgenza nei suoi appartamenti ieri sera"
Silenzio.
Credo che la mia espressione esprima al meglio tutta l'ovvietà della tua affermazione e potresti capirla se mi stessi guardando in questo momento. Tu taci ed io rimango ancora in silenzio.
Finalmente ti decidi ad aprire gli occhi trovandomi immobile in attesa di altri particolari, magari più esaudienti, che possano spiegare la tua frettolosa angoscia nel dover parlare con me.
Le tue labbra si muovono mute, quasi come se stessi boccheggiando come un pesce, mentre sembri essere alla ricerca di parole di senso compiuto.
"...E..." ti esorto, non potendo resistere un attimo di più davanti a quella scena muta " Avanti Andrè, non è difficile...sai, basta mettere una parola in fila all'altra! Quindi...la principessa ti ha richiamato per una faccenda urgente...vai avanti"
" Senti, non è così facile come sembra"
Mi si raggela il sangue. Che il mio istinto abbia ragione?
" Devo compiere una scelta, Oscar. Una scelta estremamente delicata. 
Molti equilibri all'interno della corte nasceranno, altri verranno risanati, altri ancora spezzati. 
Non avrei mai pensato di trovarmi immischiato in una situazione del genere e che il mio ruolo a corte potesse danneggiare le persone a cui voglio bene, come mia madre.
Vedi, Oscar, Maria Antonietta vuole mia madre come dama di compagnia; ma la Du Barry saputa la notizia ha chiesto la stessa cosa a sua Maestà il Re, così da potermi avere dalla sua parte ed accrescere maggiormente la sua posizione a corte. Il Re mi ha generosamente lasciato il libero arbitrio su questa scelta, ed auspica che tale decisione venga presa il prima possibile "
" Andrè scegli semplicemente ciò che ti sembra più giusto "
" Si, ma qual è la scelta più giusta, Oscar?! Ad ogni modo danneggerei solo mia madre!"
" Beh, hai ragione. In un certo qual senso, si. Ma pensaci attentamente...in qualsiasi caso la Du Barry non darebbe vita facile a Madame Jarjayes; ma abbandonarla così facilmente nelle grinfie della contessa, sarebbe come non lottare e dichiararsi vinti davanti ai suoi capricci; senza contare che saresti facilmente ricattabile. E a quel punto, cosa farai? Tu che hai il compito di vigilare sulla famiglia reale e assicurarti sempre e comunque della sicurezza della principessa? Il capitano della guardie reali ricattato dalla favorita del Re "
" Si, ma se decidessi per Maria Antonietta, credi che la Du Barry demorderebbe? Andiamo Oscar, sono spacciato! "
" Io non lascerei mai e poi mai mia madre in balia di una persona subdola come la contessa Du Barry!"
Mai.
Mi alzo dal letto iniziando a camminare avanti ed indietro, sentendo un moto d'ingiustizia risalirmi lo stomaco al solo pensiero di mia madre. Mi mordo il labbro, lo stringo stretto tra i denti, per ricacciare alcune goccie minacciose. Tu mi guardi preoccupato.
" Oscar...non capisco la tua ira. Per favore fermati "
Mi blocco innanzi a te, riuscendo a percepire chiaramente il mio sguardo furibondo che ti sta puntando.
" Tu, tu che una madre ce l'hai...vedi di scegliere ed in fretta. Con il tuo comportamento indeciso stai mettendo in difficoltà la tua famiglia! Non hai bisogno di me, sai perfettamente quale sarebbe la scelta migliore, coerente e morale. Senza contare che in ogni caso veglierei su mia madre in qualsiasi circostanza, anche a costo della mia vita, se fossi in te. Se fossi in te, scegliere ovviamente la principessa "
Mi avvio verso la porta per lasciarti da solo o forse perchè sono io a voler restare da sola.
Discutere di prima mattina non mi è mai piaciuto molto.
" Oscar... "
La tua voce è flebile, ma il mio nome uscito dalla tua bocca è risuonato come un richiamo intriso di ansia e carico di una certa urgenza.
Mi fermo appena oltre il tuo letto senza voltarmi, immobile in attesa; odo appena i tuoi passi sul marmo del pavimento, fino a quando non compari all'interno della mia visuale, posizionandoti di fronte a me. Inevitabilmente ciò che vedo è l'amarezza nel tuo sguardo ed un'espressione colpevole dipinta sul tuo viso ed inizio a preoccuparmi realmente.
" Oscar, non ti ho raccontato tutto"
Agitata ed esasperata dal tuo assurdo comportamento, mi sento al limite della sopportazione ed è in questi casi che la mia lingua non trova più alcun freno, diventando arrogante ed antipatica.
" Parla!"
Ti passi una mano sul volto come se ti fossi appena svegliato a causa di un terribile incubo e l'unico pensiero è quello di cancellare quanto prima dalla mente immagini e parole. Cosa potrà mai esserci di così grave?
" Senti, non ti ho mai visto in questo stato...cos'è che non mi hai detto, Andrè?"
" La principessa. Il reale motivo per cui lei vuole mia madre come dama di compagnia"
" Andrè, mi sembra ovvio il motivo. Sei al suo servizio, la tua famiglia è da sempre tra le più fedeli alla corona. Chi? Se non tua madre"
" La verità non è così scontata come sembra, Oscar. La principessa vuole che io sia ancora più presente nella sua vita"
Cosa stai tentando di dirmi Andrè? No! Non voglio aiutarti in questa confessione! Voglio sentirtelo dire, così che tu possa capire, udendo le tue stesse parole, quanto tutto ciò sia un errore.
" Va bene. Quindi tua madre è solo un modo per assicurarsi una crescente lealtà nei suoi confronti. Non dirmi che sei scolvolto per così poco?"
" No, Oscar. Mia madre è solo un pretesto per potermi vedere in ogni momento! Non capisci?
La principessa mi ha confessato di essere nostalgica della sua Vienna, della vita che si svolge nel palazzo di Schonbrunn, soprattutto sente fortemente la mancanza della sua amata Madre, di suo fratello Giuseppe e delle sue sorelle. Ha espresso come il rigore morale insegnatole dalla Regina Maria Teresa, non abbia mai prevalicato esclusivamente sulla libertà di pensiero e del suo essere, mentre ora vive di costrizioni.
Sente di essere il mezzo per arrivare ad uno scopo, decisamente più importante della sua stessa felicità; si trova in una nazione straniera, accerchiata da un popolo che non riconosce e che a sua volta non la riconosce come una di loro. E per assurdo, lei sarà la futura Regina.
Non ha voluto usare la parola disprezzo, ma temo che è ciò che percepisca da una buona parte della famiglia reale e dei nobili di Versailles. Senza contare il suo alquanto strano rapporto con il Delfino, il quale fatica quasi a rivolgerle la parola. Si senta sola.
In tutta questa confusione, è certa di una cosa soltanto: di potersi fidare di me e del suo bisogno di avermi accanto. Dice che sono l'unico che riesca a capirla e che solo quando è vicina a me è realmente serena. Mia madre è solo una scusa, anche se più che giustificata, per potermi vedere il più possibile"
Mi sento pervadere dal panico, mentre tento di mantenere sotto controllo ogni singolo muscolo del mio corpo. 
E spero con tutta me stessa di esserci riuscita.
" Oscar, ti prego, dì qualcosa..." Mi volti le spalle, credo vergognandoti per ciò che mi hai appena raccontato. 
Ti allontani di poco e ti fai silenzioso. Ed io non so davvero che dirti.
Cosa vuoi sentirti dire? Di ricambiare il trasporto che la principessa ha per te? 
O forse si? Vuoi l'appoggio e la mia complicità per sentirti meno in colpa?
Dio, Andre! 
Deglutisco, sentendo improvvisamente la necessità di bere dell'acqua.
Dischiudo lentamente le labbra, tentennando nel voler affermare quella conclusione sorta velocemente nella mia mente.
" E tu cosa vuoi, Andrè?"
Ti giri di scatto, cercando i miei occhi con apprensione. 
" Non cercare la risposta sul mio viso"
" Lei è così fragile e allo stesso tempo coraggiosa e testarda. Se solo le dessero la possibilità di farsi conoscere cambierebbero tutti idea su di lei"
" Andrè, non stiamo parlando di lei, stiamo parlando di te"
" Io...io non posso, Oscar. Ecco tutto"
" Non puoi, è vero. Ma vorresti, ecco tutto"
" So solo di essere molto affezionato alla principessa, ma non mi preoccupo per me, so che è sbagliato; invece Maria Antonietta non riesce a nascondere se ha in simpatia una persona, esponendosi troppo alle chiacchiere. Non voglio che soffra a causa mia".
" E non soffrirà, vedrai. Accetta la richiesta della principessa e se le parlerai con franchezza lei saprà capire qual è il rapporto giusto che deve coesistere tra di voi. Ma Andrè, molto dipende da te. Non puoi raccogliere i suoi momenti di fragilità, finirai per consolarla...con un abbraccio, poi con una carezza e questo non te lo puoi permettere per il bene di entrambi" E solo il signore sa, quanta tristezza mi siano costate queste parole.
" Si, hai ragione Oscar" mi stringi a te improvvisamente, alleggerito da un peso opprimente " Sei più di un fratello per me, non dimenticarlo mai"
Quasi scoppio in lacrime per ciò che hai detto, per ciò che ho dovuto consigliarti nonostante lo sgomento della notizia e per quel tumulto che sento agitarsi nel cuore.
" Tu non dimenticarlo mai" Ti sussurro in un orecchio.
Mi stacco da te, mostrandoti un sorriso tirato e mi dirigo senza indugio fuori dalla tua camera; questa volta non ho nessuna intenzione di essere trattenuta da te in altri discorsi. Non potrei ascoltare nient'altro in questo momento.
 
 
Sta esitando volutamente davanti alla porta d'ingresso degli appartamenti della principessa, dopo averle chiesto un'udienza privata. Teme la sua reazione, ma anche quella di se stesso, davanti alla possibile delusione che gli leggerà sul viso grazioso, quando le dirà che accetterà la sua proposta ma solo a certe condizioni.
Passa velocemente i palmi delle mani sulla divisa bianca e sistema distrattamente il fodero della spada legata in vita. Tutti gesti dettati dal nervosismo che gli rimandano solo di pochi secondi il suo incontro. Un'indecisione la sua, che non ha natura d'esistere, ma che si propaga nel suo animo con estrema rapidità a causa della paura di non sapere gestire in futuro le conseguenze che questa scelta imposta comporterà, ora e domani. Tutto sta nel riuscire a stanare il coraggio e riportarlo in superficie, così da poter affrontare lei.
Si, capirà le sue ragioni. Non c'è motivo di preoccuparsi.
E poi, non può deludere la fiducia del suo più caro amico.
Per un attimo soltanto dirige il suo sguardo titubante verso il profondo corridoio che porta appunto alle stanze di Maria Antonietta, trovando poco distante la figura silenziosa e composta di Oscar.
Si scambiano così uno sguardo fugace ed in quel frangente, osserva come negli occhi del suo attendente vi sia tutta la determinazione che sente mancare a se stesso; Oscar ha uno sguardo che arde, vive, è come se fosse fuoco e ghiaccio assieme, che brucia e gela, lasciandoti senza parole. Lui sembra sapere sempre quale sia la cosa più giusta da fare.
Quegli occhi azzurri valgono una promessa fatta, un onore da rispettare ed un'amicizia da non deludere.
Rafforzato da quegli ultimi pensieri, distoglie improvvisamente lo sguardo e s'impettisce, dandosi quel tono autoritario che solo un militare può avere.
 
Una risata cristallina gli preannuncia che la principessa è di buon umore quest'oggi e tutto ciò complica il suo compito. Dopo qualche secondo sente il suo nome annunciato e la risposta di Maria Antonietta che comunica al valletto di farlo entrare.
" Altezza, a vostro servizio" pronuncia quelle parole prolungandosi in un inchino quanto mai formale.
" Oh, capitano Andrè, sono lieta di vedervi" 
Gli è sembrato di percepire un lieve sussulto nella voce di lei, un suono argenteo, quasi felice oserebbe pensare.
Quando alza gli occhi può vedere finalmente, senza più alcun indugio, l'esile figura della principessa seduta elegantemente su di una poltrona riccamente decorata. Ha indosso un nuovo abito, di un rosa tenue ed anche la sua pettinatura gli sembra diversa dal solito, per quello che può capirne di moda ed acconcianture. 
Certamente sono piccoli dettagli che se possibile, la rendono ancora più radiosa del solito.
" Prego, ora potete lasciarci soli" ordina lei, accompagnando la voce con un piccolo cenno della mano.
" Certamente principessa" 
La servitù, tutta, si congeda con i dovuti inchini lasciandoli soli nell'enorme salotto.
" Prego, capitano Andrè, ditemi il motivo della vostra visita. Spero che mi portiate buone notizie"
" Certo vostra Altezza, avete colto nel segno. Sono qui proprio per questo.
Ho deciso di accettare la vostra valida offerta di vedere mia madre tra le vostre dame di compagnia"
" Oh, che meraviglia! Come sono felice!" E con un impeto di gioia si alza dalla sua poltrona, congiungendo le mani e con occhi che brillano.
" Ero certa che avreste esaudito questo mio desiderio Andrè!"
" Era il minimo, Altezza. La lealtà verso la famiglia reale viene prima di tutto per me"
" Si, si lo so, capitano. Ma non capisco...non posso non notare il vostro viso così serioso. Vi prego, ditemi"
" Beh, non posso nascondervi nulla. Ho voluto fortemente accettare la vostra proposta, ma consetitemi di aggiungere dell'altro. Ecco, temo che la stima reciproca che si è instaurata tra voi e me, possa in qualche modo danneggiarvi Altezza e questa è l'ultima cosa che vorrei"
" Ma cosa dite?! No, mai! Come potreste voi?"
E' giunto il momento di richiamare il coraggio e trovare le parole adatte per non sconvolgere l'animo della principessa.
" Ovviamente non per mia volontà, ma...sapete bene che basterebbe un granello di sabbia per scatenare una tempesta. Ci sono troppe persone che vorrebbero infangare la vostra figura e questa situazione si presterebbe per l'occasione. Potete ben immaginare a chi io possa riferirmi..."
Gli occhi rattristati della principessa lo scombussolano nel profondo, mentre attende che lei dica qualcosa, qualsiasi cosa.
" Io, io non lo permetterò! Metterò a tacere ogni maldicenza! Punirò chi oserà proclamare il falso! Io sono la futura Regina di Francia"
" Tutto ciò che dite è vero, vostra Altezza, ma dovete riconoscere l'importanza dei pettegolezzi a corte...è il passatempo principale. E certamente non potrete allontanare tutti i nobili che parleranno male di voi, in quanto, permettetemi di consigliarvi Altezza reale, non siete nella posizione più agevole per farlo "
" Perchè mai dovrei aver cura di questi nobili francesi che tanto mi disprezzano e mi ricoprono dei peggio soprannomi! E' una vergogna! Andrè siete l'unico a cui importi di me..."
" O non dite questo, se solo potessero vedervi attraverso i miei occhi"
" Siete molto caro, Andrè"
" Ed è per questo motivo che rimarrò a vostro fianco, veglierò su di voi e metterò la mia vita a vostro servizio affinchè tutti possano ammirare e conoscere la vostra beltà d'animo, forza e coraggio. Altezza, credo che il compito di una grande sovrana sia quello di conquistare la fiducia del proprio popolo ed è questa, ora, la vostra battaglia più grande"
La principessa si volta su se stessa, dirigendosi ad una delle ampie finestre del suo salotto, avvolta nel silenzio.
Non può far altro che attendere una sua risposta e tentare di capire se le parole dette siano state troppo inopportune ed irrispettose. In cuor suo spera di essere riuscito a convincerla su ciò che è per lei davvero importante in questa fase della vita; in cuor suo crede fermamente in ciò che ha detto ed è sicuro che se Oscar avesse potuto sentire ne sarebbe rimasto orgoglioso.
" Si, avete ragione capitano Andrè " finalmente dopo attimi infiniti di silenzio, Maria Antonietta sembra aver ripreso coscienza di se.
" Farò come mi avete consigliato. Sono certa di meritarmi la stima dei nobili francesi e loro la mia.
Mi concederò questa possibilità "
" Sono felice di sentirvi dire queste parole Altezza "
" Ciò nonostante, non posso che ammirarvi per la vostra sincerità Andrè e questo non fa altro che rafforzare la mia fiducia in voi. Mi consigliate per il mio bene e ve ne sono grata. Pertanto vi chiedo di rimanermi al fianco durante questo periodo in cui dovrò dimostrare chi sono.
Non permetterò alla Du Barry d'imporsi in maniera così impudente a corte, saranno ristabiliti gli equilibri e per farlo sono certa che correrò dei rischi; proprio per questo avrò bisogno del vostro aiuto, della vostra protezione. Voi...voi potete garantirmi che mi rimarrete vicino?"
" Certamente Altezza, potete fidarvi di me, proteggervi è il mio dovere"
Una strana tensione lo pervade, quasi che quella sua ultima affermazione sia stata abbastanza esplicita da chiarire la propria posizione e che proprio per questo, possa aver inflitto una verità scomoda alla meravigliosa piccola donna che immobile e silenziosa continua a dargli le spalle. E poi, nel momento meno atteso, la vede voltarsi velocemente, avvolta in quei mille strati vaporosi di tessuto, soffice come una nuvola, mentre scorge i suoi occhi blu sciogliersi in lacrime. Corre, fino a quando non cade tra le sue braccia che la sorreggono, la testa adagiata al suo petto, mentre scossa del pianto la sente soffocare delle parole nel tessuto dalla sua divisa.
" Oh, Andrè! Andrè! Perchè mai, voi? Quanto vorrei che non fosse solo per dovere..."
" Altezza, io..." Non ha avuto nemmeno il tempo di riuscire a stabilire le dovute distanze, che si trova a sostenerla tra le braccia; proprio tutto il contrario di quanto gli ha consigliato Oscar, mettendolo giustamente in guardia. La osserva con tenerezza, così giovane e fragile, capricciosa e spesso immatura, ma sicura di sè e coraggiosa. Già...coraggiosa. Fino al punto di esporsi nei suoi confronti.
Basterebbe così poco per cedere, basterebbe che lei alzasse lo sguardo verso di lui per giungere ad un punto di non ritorno, segnando così, in maniera indelebile, il destino delle loro vite e non solo.
 
" Oh, Andrè! Andrè! Perchè mai, voi? Quanto vorrei che non fosse solo per dovere..."
Queste sono le ultime parole che riesco ad udire, prima che il silenzio travolga l'interno delle stanze in cui siete rinchiusi. Ti prego Andrè, non cedere.
Lo so, non dovrei essere qui, eppure non ho potuto evitarlo. Per la prima volta ho disobbedito ad un ordine, ai miei compiti. Mi sono intrufolata nell'anticamera del salotto della principessa, facendo attenzione alle cameriere; l'ho fatto pensando che avresti avuto bisogno di me, e per la poca volontà che ho letto nei tuoi occhi ieri mattina, quando mi hai confessato il tuo segreto. Come se essere qui, avvinghiata a questa porta, possa esserti davvero d'aiuto in questo momento; cosa credevo di fare? D'irrompere e salvare Andrè, la principessa e la Francia, se avessi udito queste parole? Che sciocca...ora che sono qui, che cosa posso fare...immobile come una statua di sale, non posso che constatare quanto sia semplicemente un servo. 
Posso solo sperare che tu abbia tenuto bene a mente il mio discorso, quelle parole accorate dette per il tuo bene Andrè. Spero nella forza della nostra amicizia, nonostante tutto.
Ma il silenzio che continuo a percepire, non può che annullare i miei ultimi pensieri.
Non parli, non dici nulla. Non neghi, ne ribadisci la tua posizione ed io vacillo sulle mie stesse gambe che sembrano non reggermi più.
Mi abbandono con le spalle appoggiate ad un'anta della porta, sconfortata dalla realtà della vita che mi si palesa innanzi, senza che io possa dire o fare qualcosa.
Presa dai miei turbamenti, non mi accorgo di nulla, finchè non è troppo tardi per scappare.
Hai aperto l'altra metà della porta con decisione, trovandomi li, immobile come la peggiore delle spie.
Dopo il primo attimo di sorpresa la tua espressione muta, le tue labbra si stringono in una linea dura, il tuo sguardo s'irrigidisce riempiendosi di rabbia furibonda, capendo che sono stata qui ad origliare una conversazione che non sarebbe nemmeno dovuta esistere.
Non dici nulla, per evitare di attirare l'attenzione su di noi ed io mi sento tremare a causa della tua delusione.
Si, credo di averti deluso. 
Abbasso gli occhi al pavimento, non reggendo più la tensione tra noi, mortificata nell'animo avendo capito di averti messo terribilmente in imbarazzo. 
Richiudi rapidamente la porta dietro di te e ti allontani di qualche passo, togliendomi finalmente quegli occhi furiosi di dosso.
E la mia bocca fugge al mio controllo, vedendoti fuggere a tua volta da me, rompendo quell'orribile silenzio così diverso da tutti quelli che abbiamo condiviso fino a ieri.
" Andrè...perdon"
" No, Oscar. Non ne voglio parlare. Ne ora, ne mai".
Ti osservo mentre ti allontani velocemente da me, da lei.
Ho paura Andrè. Ho paura di perderti.
Tu sempre più distante, noi sempre più diversi.
Ho paura di perdere Oscar e Andrè.








 
  
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