Fandom:
Teen Wolf.
Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Peter Hale, Isaac Lahey.
Pairing: Derek Hale/Stiles Stilinski.
Rating: verde.
Beta: _Luthien_ (santa donna!), che ha avuto davvero tanta, tanta, tanta
pazienza.
Genere: un po' angst, un po'
fluff e un pizzico di romanticismo.
Warning: slash, post season 2, pre season 3.
Capitoli: 2/4
Summary: A volte per trovare la tua
strada devi far pace con te stesso. A volte trovi la tua strada
dove non avresti mai immaginato.
Note: il titolo è un verso della canzone “Start of something good” di Daughtry.
Dediche: a _Luthien_, per il suo compleanno (in ritardo).
Cento di questi quei giorni!
Disclaimer: Stiles,
Derek & Co. non mi appartengono. A scrivere
questa cosa non ci ho guadagnato nulla tranne soddisfazione personale. u_u No, neanche “Start of something good” è mia.
And all my scars don't
seem to matter
anymore
Capitolo
2
Derek, dopo giorni in cui aveva
negato che l'assenza di Stiles aveva reso l'atmosfera
alla villa più tetra del solito – con Peter che lo
tormentava e Isaac abbacchiato perché Scott era con
il suo migliore amico e “scusa tanto, ma non posso uscire con te” –, aveva deciso di seguire il consiglio dello zio e trovare
delle risposte. Il problema era individuare il
bandolo della matassa. Stiles lo irritava e provocava
come mai nessuno prima di lui, nemmeno Laura, il che era tutto dire. In quanto
sorella maggiore, gli diceva sempre, era suo compito rendergli la vita un
inferno. Quando la loro famiglia era stata sterminata, però, Laura aveva smesso
di tormentarlo, troppo occupata a tenerli in vita e lontani
dalle luci della ribalta del mondo sovrannaturale. A Derek
lei mancava, a volte così tanto da non riuscire a
respirare. Sua sorella aveva pagato per due volte le conseguenze della sua
sconsideratezza: aveva perso la loro famiglia e poi aveva perso la vita.
Derek sapeva fingere, l'aveva fatto negli ultimi sei
anni, facendo credere di essere completamente estraneo
agli eventi che avevano portato alla morte dei loro cari. Quando nei mesi
seguenti l'incendio si svegliava nel cuore della notte dopo l'ennesimo incubo,
Laura gli era già accanto pronta a consolarlo e a
rassicurarlo. Era stata cresciuta per diventare alfa, sapeva
cosa un branco si aspettasse dal proprio capo. Derek
avrebbe solo voluto che si dimenticasse di lui e lo
lasciasse al suo dolore e al suo odio verso se stesso.
Lei non l'aveva mai fatto e lui non sapeva se, raccontandole tutto, lei gli sarebbe rimasta accanto comunque o l'avrebbe ucciso o
abbandonato. Non aveva il fegato di tentare quella strada. Non aveva la forza
di sopportare di essere lasciato ancora. Era un lupo e aveva
meno coraggio di un ragazzino umano.
Derek ormai misurava la sua vita in funzione di Scott e Stiles. Scott rappresentava ciò che un capo doveva essere, per lo
meno nella visione che ne aveva da adolescente:
coraggioso, premuroso, sempre pronto a mettere la sicurezza del branco davanti
ai propri interessi. Derek tentava di essere quel
capo, ma sapeva di non esserne in grado. C'erano troppo
variabili da considerare, non si poteva comandare solo con il proprio
buon cuore.
Stiles invece era la
lealtà verso i propri cari sopra le avversità. Era quel tipo di persona che dona la propria incondizionata fiducia a chi ama. Derek sapeva di avere quella di Stiles,
sapeva che quando gli aveva detto il contrario il
ragazzo mentiva, ma non poteva lasciarsi trascinare in quel genere di rapporto
perché fidarsi avrebbe significato rischiare di ritrovarsi ancora con il cuore
spezzato. Derek si era reso conto con rabbia che il
nome del ragazzo scivolava tra i suoi pensieri sempre più spesso e quando
accadeva tutto cominciava a ruotare attorno a Stiles.
Era incredibilmente intelligente, ma a differenza di Lydia, il cui cervello era
metodico e organizzato, quello del ragazzo era un eterno caos, la tempesta per eccellenza. C'era
un che di tenero, si rese conto Derek, in questo suo
essere perennemente entusiasta e su di giri. Era un vulcano di
idee, strane, pazze, pericolose, ma in un certo senso sempre brillanti.
Stiles si sentiva poco apprezzato, Derek questo lo sapeva. Aveva notato come il suo
sguardo a volte si facesse tetro, la luce che vi aveva brillato fino a qualche
attimo prima spenta, ed era una cosa che lasciava al lupo un velo di disagio
sulla pelle, come se sapesse di dover fare qualcosa ma
non avesse idea di che cosa.
Derek non odiava Stiles.
Era solo un po' troppo agitato per i suoi gusti. Averlo al proprio fianco,
ormai, gli sembrava una cosa naturale, perché lui c'era, sempre, anche
quando le cose si facevano decisamente pericolose e Derek avrebbe preferito che fosse altrove, per non doversi
preoccupare anche della sua incolumità, per non essere obbligato a restare vivo
per continuare a proteggerlo e riportarlo a casa sano e salvo.
Il vero e unico grande problema di Derek
era che pensava di non meritare di essere felice. Aveva ucciso la sua famiglia
e avrebbe preferito essere morto con loro piuttosto
che vivere con il rimorso di quello che aveva fatto. Sapeva che era la sua
condanna. Era rimasto con Laura, investita dei nuovi poteri di
alfa, e le era stato fedele. L'aveva lasciata partire
quando era tornata a Beacon Hills, ed era venuto a cercarla quando era scomparsa. Lei era la sua ancora, tutto ciò che lo faceva
rimanere a galla in quel mare di dolore e odio che era diventata la sua vita.
Si era aggrappato alla rabbia, verso se stesso e verso chi l'aveva uccisa, ed
era andato avanti, solo per scoprire che era stato suo zio Peter,
quello che da bambino era stato il suo idolo, a strappargli Laura. E morti Peter e Kate gli era rimasto solo il disprezzo verso se stesso.
Sapeva di essere inadeguato a ricoprire il ruolo del
capo: non ce l'aveva nel sangue, non come Laura, non come Scott,
ma aveva cercato comunque di accrescere il proprio branco per prepararsi
all'arrivo degli alfa. Aveva fallito anche in quello: prima Jackson
si era trasformato nel Kanima, poi Peter era tornato dal regno dei morti; infine Gerard era diventato uno di loro ma Scott, gabbando
tutti, era riuscito a eliminarlo. Le parole che il ragazzo gli aveva rivolto quella notte ronzavano ancora nella testa di Derek come api impazzite.
«Sei un alfa, ma non sei il mio alfa.»
L'ennesimo fallimento.
Derek si sentiva inutile, stupido, e in tutto questo Stiles continuava a presentarsi alla sua porta ponendogli
le domande più assurde sulla sua condizione di lupo mannaro, tanto che Derek, confuso, gli aveva domandato se stesse pensando di
chiedergli di trasformarlo. Stiles era sbiancato.
«Non ti trasformerei neanche se me lo chiedessi supplicando. O
forse lo farei, solo per avere il piacere di ordinarti di tacere e vederti
costretto ad obbedirmi» aveva detto poi l'alfa, forse con più astio del
necessario.
Era così che avevano cominciato a litigare. Derek non
voleva, sapeva di doversi fermare, eppure non riusciva a smettere di riversare
il suo odio e la sua rabbia su Stiles,
che infine aveva accusato il colpo e se n'era andato, salendo sulla sua fida
jeep e sparendo prima che Derek riuscisse a
riprendersi dallo shock di averlo portato sull'orlo delle lacrime. Si odiava,
si odiava per questo e per non essere stato in grado
di capire che Stiles era più simile a lui di quanto
non sembrasse.
Derek non ci aveva mai riflettuto, ma Stiles aveva un unico amico, e quello era Scott. E quando Scott era stato morso e aveva trovato Allison,
Stiles era rimasto solo. Solo come era
stato Derek da adolescente, che, solo, lo era ancora.
E come sarebbe rimasto se avesse lasciato andare anche Stiles.
Fece la strada automaticamente, accorgendosi di essere
davanti a casa Stilinski solo quando ebbe
parcheggiato dietro la jeep. Scese dalla Camaro e si
diresse alla porta. L'aveva appena raggiunta quando
questa si spalancò e davanti a lui comparve Stiles.
«Sei tornato presto, pa-»
Il ragazzo si bloccò vedendo Derek.
«Ciao, Stiles. Possiamo parlare?»
Seconda accozzaglia di roba Breve commento.
Eccovi il secondo capitolo. Spero sia all'altezza
delle vostre aspettative.
Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia
tra le preferite/ricordate/seguite. Non ho mai avuto una storia così tanto seguita. Ho pensato ad un errore del sito!
Ringrazio la mia beta, ancora una volta, perché la amo dal profondo
del cuore per essersi offerta di aiutarmi.
Vi rivelo una cosa che la scorsa volta non ho detto:
questa è la mia prima storia slash. Quindi, se
volete, ditemi che vi pare del mio primo esperimento.
Al prossimo capitolo! Baci,
Chiara.