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Autore: kae    02/06/2013    0 recensioni
A volte per trovare la tua strada devi far pace con te stesso. A volte trovi la tua strada dove non avresti mai immaginato.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Peter Hale, Stiles Stilinski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Teen Wolf

Fandom: Teen Wolf.
Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Peter Hale, Isaac Lahey.
Pairing: Derek Hale/Stiles Stilinski.
Rating: verde.
Beta:
_Luthien_ (santa donna!), che ha avuto davvero tanta, tanta, tanta pazienza
.
Genere: un po' angst, un po' fluff e un pizzico di romanticismo.
Warning: slash, post season 2, pre season 3.
Capitoli: 2/4
Summary: A volte per trovare la tua strada devi far pace con te stesso
. A volte trovi la tua strada dove non avresti mai immaginato.
Note: il titolo è un verso della canzone “Start of something good” di Daughtry.
Dediche: a _Luthien_, per il suo compleanno (in ritardo)
. Cento di questi quei giorni!

Disclaimer: Stiles, Derek & Co. non mi appartengono. A scrivere questa cosa non ci ho guadagnato nulla tranne soddisfazione personale. u_u No, neanche “Start of something good” è mia.

 

 

And all my scars don't seem to matter anymore

 

 

Capitolo 2

Derek, dopo giorni in cui aveva negato che l'assenza di Stiles aveva reso l'atmosfera alla villa più tetra del solito – con Peter che lo tormentava e Isaac abbacchiato perché Scott era con il suo migliore amico e “scusa tanto, ma non posso uscire con te” –, aveva deciso di seguire il consiglio dello zio e trovare delle risposte. Il problema era individuare il bandolo della matassa. Stiles lo irritava e provocava come mai nessuno prima di lui, nemmeno Laura, il che era tutto dire. In quanto sorella maggiore, gli diceva sempre, era suo compito rendergli la vita un inferno. Quando la loro famiglia era stata sterminata, però, Laura aveva smesso di tormentarlo, troppo occupata a tenerli in vita e lontani dalle luci della ribalta del mondo sovrannaturale. A Derek lei mancava, a volte così tanto da non riuscire a respirare. Sua sorella aveva pagato per due volte le conseguenze della sua sconsideratezza: aveva perso la loro famiglia e poi aveva perso la vita.
Derek sapeva fingere, l'aveva fatto negli ultimi sei anni, facendo credere di essere completamente estraneo agli eventi che avevano portato alla morte dei loro cari. Quando nei mesi seguenti l'incendio si svegliava nel cuore della notte dopo l'ennesimo incubo, Laura gli era già accanto pronta a consolarlo e a rassicurarlo. Era stata cresciuta per diventare alfa, sapeva cosa un branco si aspettasse dal proprio capo. Derek avrebbe solo voluto che si dimenticasse di lui e lo lasciasse al suo dolore e al suo odio verso se stesso. Lei non l'aveva mai fatto e lui non sapeva se, raccontandole tutto, lei gli sarebbe rimasta accanto comunque o l'avrebbe ucciso o abbandonato. Non aveva il fegato di tentare quella strada. Non aveva la forza di sopportare di essere lasciato ancora. Era un lupo e aveva meno coraggio di un ragazzino umano.
Derek ormai misurava la sua vita in funzione di Scott e Stiles. Scott rappresentava ciò che un capo doveva essere, per lo meno nella visione che ne aveva da adolescente: coraggioso, premuroso, sempre pronto a mettere la sicurezza del branco davanti ai propri interessi. Derek tentava di essere quel capo, ma sapeva di non esserne in grado. C'erano troppo variabili da considerare, non si poteva comandare solo con il proprio buon cuore.
Stiles invece era la lealtà verso i propri cari sopra le avversità. Era quel tipo di persona che dona la propria incondizionata fiducia a chi ama. Derek sapeva di avere quella di Stiles, sapeva che quando gli aveva detto il contrario il ragazzo mentiva, ma non poteva lasciarsi trascinare in quel genere di rapporto perché fidarsi avrebbe significato rischiare di ritrovarsi ancora con il cuore spezzato. Derek si era reso conto con rabbia che il nome del ragazzo scivolava tra i suoi pensieri sempre più spesso e quando accadeva tutto cominciava a ruotare attorno a Stiles.
Era incredibilmente intelligente, ma a differenza di Lydia, il cui cervello era metodico e organizzato, quello del ragazzo era un eterno caos, la tempesta per eccellenza. C'era un che di tenero, si rese conto Derek, in questo suo essere perennemente entusiasta e su di giri. Era un vulcano di idee, strane, pazze, pericolose, ma in un certo senso sempre brillanti.
Stiles si sentiva poco apprezzato, Derek questo lo sapeva. Aveva notato come il suo sguardo a volte si facesse tetro, la luce che vi aveva brillato fino a qualche attimo prima spenta, ed era una cosa che lasciava al lupo un velo di disagio sulla pelle, come se sapesse di dover fare qualcosa ma non avesse idea di che cosa.
Derek non odiava Stiles. Era solo un po' troppo agitato per i suoi gusti. Averlo al proprio fianco, ormai, gli sembrava una cosa naturale, perché lui c'era, sempre, anche quando le cose si facevano decisamente pericolose e Derek avrebbe preferito che fosse altrove, per non doversi preoccupare anche della sua incolumità, per non essere obbligato a restare vivo per continuare a proteggerlo e riportarlo a casa sano e salvo.
Il vero e unico grande problema di Derek era che pensava di non meritare di essere felice. Aveva ucciso la sua famiglia e avrebbe preferito essere morto con loro piuttosto che vivere con il rimorso di quello che aveva fatto. Sapeva che era la sua condanna. Era rimasto con Laura, investita dei nuovi poteri di alfa, e le era stato fedele. L'aveva lasciata partire quando era tornata a Beacon Hills, ed era venuto a cercarla quando era scomparsa. Lei era la sua ancora, tutto ciò che lo faceva rimanere a galla in quel mare di dolore e odio che era diventata la sua vita. Si era aggrappato alla rabbia, verso se stesso e verso chi l'aveva uccisa, ed era andato avanti, solo per scoprire che era stato suo zio Peter, quello che da bambino era stato il suo idolo, a strappargli Laura. E morti Peter e Kate gli era rimasto solo il disprezzo verso se stesso. Sapeva di essere inadeguato a ricoprire il ruolo del capo: non ce l'aveva nel sangue, non come Laura, non come Scott, ma aveva cercato comunque di accrescere il proprio branco per prepararsi all'arrivo degli alfa. Aveva fallito anche in quello: prima Jackson si era trasformato nel Kanima, poi Peter era tornato dal regno dei morti; infine Gerard era diventato uno di loro ma Scott, gabbando tutti, era riuscito a eliminarlo. Le parole che il ragazzo gli aveva rivolto quella notte ronzavano ancora nella testa di Derek come api impazzite.
«Sei un alfa, ma non sei il mio alfa.»
L'ennesimo fallimento.
Derek si sentiva inutile, stupido, e in tutto questo Stiles continuava a presentarsi alla sua porta ponendogli le domande più assurde sulla sua condizione di lupo mannaro, tanto che Derek, confuso, gli aveva domandato se stesse pensando di chiedergli di trasformarlo. Stiles era sbiancato.
«Non ti trasformerei neanche se me lo chiedessi supplicando. O forse lo farei, solo per avere il piacere di ordinarti di tacere e vederti costretto ad obbedirmi» aveva detto poi l'alfa, forse con più astio del necessario.
Era così che avevano cominciato a litigare. Derek non voleva, sapeva di doversi fermare, eppure non riusciva a smettere di riversare il suo odio e la sua rabbia su Stiles, che infine aveva accusato il colpo e se n'era andato, salendo sulla sua fida jeep e sparendo prima che Derek riuscisse a riprendersi dallo shock di averlo portato sull'orlo delle lacrime. Si odiava, si odiava per questo e per non essere stato in grado di capire che Stiles era più simile a lui di quanto non sembrasse.
Derek non ci aveva mai riflettuto, ma Stiles aveva un unico amico, e quello era Scott. E quando Scott era stato morso e aveva trovato Allison, Stiles era rimasto solo. Solo come era stato Derek da adolescente, che, solo, lo era ancora. E come sarebbe rimasto se avesse lasciato andare anche Stiles.
Fece la strada automaticamente, accorgendosi di essere davanti a casa Stilinski solo quando ebbe parcheggiato dietro la jeep. Scese dalla Camaro e si diresse alla porta. L'aveva appena raggiunta quando questa si spalancò e davanti a lui comparve Stiles.
«Sei tornato presto, pa-»
Il ragazzo si bloccò vedendo Derek.
«Ciao, Stiles. Possiamo parlare?»



Seconda accozzaglia di roba Breve commento.
Eccovi il secondo capitolo. Spero sia all'altezza delle vostre aspettative.
Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite. Non ho mai avuto una storia così tanto seguita. Ho pensato ad un errore del sito!
Ringrazio la mia beta, ancora una volta, perché la amo dal profondo del cuore per essersi offerta di aiutarmi.
Vi rivelo una cosa che la scorsa volta non ho detto: questa è la mia prima storia slash. Quindi, se volete, ditemi che vi pare del mio primo esperimento.
Al prossimo capitolo! Baci,

Chiara.

   
 
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