Sono di nuovo qui! Ho
deciso, visto che è l’ultimo giorno di vacanza che mi rimane, prima del tragico
ritorno a scuola, di regalarvi non un capitolo, ma ben 2! Spero apprezzerete!
Non ho molto tempo, perciò ringrazio HermioneWeasley, immancabile, e Piper91
per aver commentato e ringrazio anche quelli che hanno solo letto. Silverwings sei sparita?
Spero di no. Commenta al più presto!
Concludo con l’angolo del
lettore: volete avere l’impressione di leggere il nuovo libro della Rowling?
Avete bisogno di leggere Harry Potter e il Principe Mezzosangue? Non ci sono
problemi! Leggete:
Harry Potter and the
Mudblood Prince – HermioneWeasley ( a proposito, quando aggiorni? Ieri sera mi
sono letto la storia tutta di un fiato! Continua così!)
E adesso vi lascio a questi
2 nuovi capitoli. Spero che vi piaceranno!
Nightmare
Capitolo 6 Il Canto dei
Dissennatori
Harry
scortò il suo gruppo fino al centro. Le bacchette erano alzate, tese. Pronte a
rispondere a qualsiasi attacco.
Le urla si sentivano ancora,
ma provenivano da lontano. Un baccano infernale proveniva invece da fuori. I
dissennatori dovevano divertirsi parecchio laggiù.
“ Ragazzi, l’unico modo per
contrastare quei luridi esseri è uscire allo scoperto e attaccare. È molto
rischioso. Se qualcuno di voi vuole ritirarsi lo faccia ora o non lo faccia mai
più” disse Harry risoluto, rivolgendosi ai suoi compagni
I loro sguardi, anche se
preoccupati e ansiosi, erano decisi. Continuavano.
“ Siamo tutti con te Harry”
disse Ginny
“ Proprio così “
confermarono gli altri
“ Bene, allora andiamo “
disse il Grifondoro
Prendendo il coraggio a due
mani, Harry, aprì la porta che li separava dall’esterno. Si trovavano in una
radura ampia e senza segni di civiltà.
Scesero tutti assieme. Quel
che videro, purtroppo, era peggio di quanto avessero immaginato.
Migliaia di dissennatori
stavano attaccando la testa del treno, dove tutti gli studenti, o quasi, si
erano rinchiusi per proteggersi. Molti membri dell’ES stavano lottando per
difendersi, ma sembrava non potessero resistere più di così.
Come una furia Harry si
abbatte contro i dissennatori, seguito a ruota dai suoi compagni.
“Expecto Patronus” gridarono
molte voci
Una luce di un bianco
infinito accecò i presenti. I Patronus stavano lottando insieme, come un
esercito di soldati, contro le creature del male.
I dissennatori si ritiravano
in massa, ma per quanti ne fuggiva ne arrivavano altrettanti a combattere.
Lo sforzo era disumano. Tenere un incantesimo così potente, per
così tanto tempo, richiedeva un gran dispendio d’energie, che molti di loro non
riuscirono a sostenere. Uno ad uno i membri dell’ES, caddero al suolo, stremati
e senza forze.
Solo Harry continuava a
resistere. Era piegato sulle ginocchia, il suo volto mostrava un’espressione
sofferente, ma continuava a lottare. Sentiva che le sue forze stavano per
venirgli meno, ma doveva continuare, altrimenti non ci sarebbero state altre
difese.
Il Patronus di Harry, sempre
più debole, continuava comunque a cacciare dissennatori su dissennatori. Ne
erano rimasti soltanto un centinaio.
Poi accadde una cosa strana.
Smisero di attaccare.
Come poteva essere? Non si
erano fermati mai di fronte a niente e a nessuno. Perché, allora, avevano
cessato di combattere?
Si erano messi in cerchio e
avevano accerchiato Harry, che continuava a non capire.
Poi un canto straziante ruppe il silenzio che si era creato. Un
canto terribile, senza perdono.
Voci remote provenivano da
quegli orrendi esseri, voci di persone maledette, dannate. Era insopportabile.
Era un canto di morte.
Poi accadde in un lampo.
Quando Harry ormai credeva di
impazzire. Quando le forze sembravano venirgli meno e quando la speranza
sembrava essersi dissolta, arrivarono i rinforzi.
I membri dell’ES inviati da
Harry alla fine del treno, erano sopraggiunti in soccorso e in aiuto degl’altri.
Un moto di sollievo si impadronì di lui.
Forse ce l’avrebbero fatta,
per questa volta.
E, infatti, fu così. Gli
ultimi dissennatori rimasti furono cacciati, senza tanti complimenti, dai suoi
compagni e si portarono dietro l’oscurità del cielo.
La notte diventò giorno, il
pianto diventò riso.
“Ce l’abbiamo fatto, ci
siamo riusciti “ gridò Neville Paciock sprizzante di gioia.
I membri dell’ES furono portati in trionfo da una folla festante.
Una festa furibonda si scatenò sul treno.
Ma questo era solo l’inizio.
Presto ci sarebbe stato un nuovo scontro, e poi un altro e un altro ancora.
“ L’importante è restare
uniti ” pensò Harry portato in alto dai compagni
Uniti come le stelle
luminose del cielo.