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Autore: _Fux_    02/06/2013    1 recensioni
Harry è un ragazzo come tutti gli altri: la sua vita sono i suoi amici e la musica. Ha un sogno, bhè, più di uno a dire il vero. Vorrebbe essere un cantante famoso e visitare l'Italia. E' un sognatore, ma chissà che non capiti una svolta che faccia avverare i suoi desideri?
Chiara è una ragazza definita strana dai più, e questo le va bene...le piace essere così.
Niall a volte pensa di essere incompreso ma... troverà qualcuno che lo capirà?! leggere per sapere :)
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9)In ritardo!
 

–Avviso! Essendo una schifezza (se non peggio) in inglese prego di perdonare gli errori sicuramente presenti. A parte qualche frase, ovviamente scriverò in italiano, ma voi immaginatevi tutti i discorsi in inglese u.u buona lettura : ) -

 
Sono in ritardo, sono in ritardo, sono in ritardassimo!” Penso mentre mi vesto velocemente.
Oggi sarebbe stato il primo giorno al mio corso di fotografia dico “sarebbe” perché piuttosto che usare il termine “in ritardo” avrei dovuto utilizzare quello “la lezione dovrebbe essere finita circa dieci minuti fa, sono fottuto” .
Voglio dire, gran bella figura di merda ! “Harry, ma che finezza!” Va bene che provo nostalgia di casa e di mia madre e tutto quello che vuoi, ma ora mi metto pure a sgridarmi da solo?!
Sto male, seriamente.
Dicevo… Ah, si, gran bella figura del cavolo che ci faccio! Arrivare in ritardo –cioè, non arrivare per niente- alla mia prima lezione! Che vergogna! E’ per questo che ho deciso di recarmi comunque all’accademia di belle arti, dove seguirò il corso: magari incontro l’insegnante e gli spiego che è stata tutta colpa di Louis, che ieri sera ha bruciato la cena e così Niall ci ha costretti ad andare a mangiare in una pizzeria, e poi Liam ha insistito per andare a fare un giro in paese perché:”Una bella serata così, e stiamo chiusi in casa?!, Che spreco!” e poi è ovvio che abbiamo fatto tardi e che questa mattina non ho sentito la sveglia! E, ovviamente, nessuno di quegli altri intelligentoni ha avuto la brillante pensata di venirmi a buttare giù dal letto…
Mentre mi sfogo mentalmente sto camminando  correndo, sotto un sole cocente sudando come non so nemmeno io cosa, nella speranza di beccare il prof e di riuscire a non farmi sbattere subito fuori dal corso.
Attraverso un ultimo incrocio e, dopo avere cacciato via la sorpresa di non essermi perso, entro finalmente nell’edificio imponente, rinfrancato dal fresco clima interno.
Nell’entrata c’è uno specchio, e per poco non caccio un urlo di spavento, sono a dir poco orripilante, con qualche gocciolina di sudore sulla fronte e i miei ricci un po’ schiacciati sulla nuca, fortuna che così mi ci vedrà solo un signore ultraquarantenne, al massimo!
Chiedo informazioni per la “classe/laboratorio” e quando finalmente la raggiungo mi fermo un attimo per riprendere fiato. La porta è aperta, perciò non busso, e sbircio se c’è qualcuno.
A prima vista, non si direbbe; che sfiga! Una corsa del genere per niente…
Mi volto per andarmene, ma facendolo vado a sbattere contro un armadietto di metallo, provocando un gran casino, che viene mischiato da alcune urla:”Aaaaah! MA PORCA CAROTA! Di nuovo , oh no!” aggrotto la fronte, non ho capito il senso della frase, ma ho capito chi è stato e sicuramente non si tratta di un signore anziano; infatti una ragazza con  dei lunghi capelli boccolosi- che a dire la verità mi sembrano un po’ familiari, e questo è strano!- si sta rialzando dal pavimento. Oh. E’ in un bagno di luce solare e sono castani con dei fantastici riflessi rossi. I suoi capelli, intendo. I suoi occhi invece sono marroni, ma con delle sfumature verdi.
E’ carina, una di quelle, com’è che si dice ? Ah, si, acqua e sapone.
Decido che il silenzio è troppo prolungato e la situazione si sta facendo imbarazzante, perciò decido di prendere coraggio e mi presento “Hi! I’m Harry!” . Mi sorride, ha un sorriso gentile, forse quasi dolce, grazie a due piccole fossette particolari, che non si formano sulle sue guance, come le mie, ma appena sopra gli angoli della bocca. Anche se perso in questi pensieri mi accorgo che ha parlato :”Nice to meet you, my name’s Chiara”. Non è inglese, di sicuro, ha un accento molto particolare. Ora che è in piedi noto che per essere una ragazza è parecchio alta.
Mi accorgo solo ora di un piccolo lago  che si sta formando sul pavimento e la ragazza sembra seguire il mio sguardo, perché fa una smorfia e si riaccuccia vicino alla pozza di liquido, iniziando ad asciugare. Mi abbasso per aiutarla, e nel frattempo le chiedo cosa è successo. Arrossisce un po’ e poi ammette di avere fatto cadere il contenitore durante la lezione “Sono un’imbranata!“ dice.
Sono un deficiente terribilmente dispiaciuto” aggiungo quando mi accorgo che il secondo incidente è capitato per colpa mia: aveva appena finito di pulire ma poi sono arrivato io e l’ho spaventata, facendole rovesciare di nuovo tutto per terra.
Guarda l’ora e sgrana gli occhi poi mi saluta velocemente e corre via. Non ho nemmeno il tempo di chiederle un qualsiasi cosa, anche solo “Scusa, sai che ore sono?” Che si è volatilizzata. “Bhè, pazienza. La vedrò ancora al corso di fotografia. O almeno spero.” Mi ritrovo a pensare nel tragitto verso casa, senza sapere nemmeno io il perché. Mentre vado verso casa mi blocco nel bel mezzo della strada, ricordandomi solo ora del mio aspetto orripilante:”E per forza che è scappata via così!” mi ritrovo a bofonchiare da solo, riprendendo a camminare inseguito dagli urli degli automobilisti che  stanno dicendo qualcosa come “Ma vattela a piglià…!” probabilmente vorrà dire “Stai più attento, giovanotto!” si, ne sono certo, il significato esatto deve essere proprio quello!
 
POV Chiara
 
Mi sveglio alle tre di notte, senza nessunissima valida ragione. Fantastico.
Ok, forse una ragione c’è: il caldo è veramente soffocante, io mi devo ancora abituare al nuovo letto e… No, va bene, non si dicono le bugie. La verità è che sono molto preoccupata/agitata/nervosa per la mia prima lezione di fotografia, che avverrà questa mattina.
Provo a rituffarmi nel letto, cercando sollievo nel lato freddo del cuscino, ma zero, zilch, nada de nada:insomma, il sonno non torna.
Fantastico, oltre ad avere perso tempo prezioso che avrei potuto utilizzare per dormire ora mi ritroverò anche con delle mega occhiaie da panda.
Con un ultimo sospiro rassegnato decido di alzarmi definitivamente dal letto. Esco in punta di piedi dalla stanza e vado a sbirciare in quella di Giada : sta dormendo come un angioletto, sorrido intenerita.
Proseguo fino in cucina e mi chiudo la porta alle spalle attenta a non fare rumore per non svegliare la mia amica e decido di preparare qualcosa di buono… “Ho deciso, che vada per una buona crostata al cioccolato, in fondo oggi non sarà una giornata impegnativa solo per me…” penso, ricordandomi che l’inizio del corso di Giada coincide con il mio.
Mi metto subito all’opera; a volere essere onesti non so cucinare molte cose, ma a mia discolpa penso di potere dire che ciò che cucino mi riesce piuttosto bene. “ E capirai, ci vorrà molto, saranno due o tre cose in croce!” mi sembra quasi di sentire la voce di mia mamma mentre cucino, forse è a causa dell’orario, ma sento in continuazione gli avvertimenti che era solita darmi a casa:”Guarda che poi se sporchi pulisci tutto tu! Stai attenta a non bruciare nulla! E non ti scottare!” una volta finito il tutto mi sento piuttosto soddisfatta del profumino che fuoriesce dal forno. E’ un odore buono, che sa di casa, di famiglia… E’ confortevole : è un ricordo.
Si sono fatte le sei, perciò decido di mettermi sotto la doccia, che mi rilassa da tutte le tensioni e una volta vestita con jeans chiari, maglietta a maniche corte semplicissima, nera e all star basse dello stesso colore decido di lasciare asciugare all’aria i miei capelli.
Faccio passare ancora due orette e mi preparo all’arduo compito: svegliare una dormigliona! Ma stranamente la trovo già sveglia.
Facciamo colazione insieme, la crostata non è poi da buttare via, ci tira su di morale.
Giada si chiude prima in bagno e poi in camera e una volta pronta mi saluta allegramente, scendendo le scale per recarsi ad esercitare la sua passione: la cucina.
Io invece me la prendo un po’ più comoda, sistemando la cucina.
.-.-.-.
Ok, forse me la sono presa un pochino  troppo comoda” penso entrando nell’aula di fotografia, visto che sono arrivata a discorso del prof. Fabbri già iniziato, il che mi fa guadagnare un’occhiataccia da parte di quest’ultimo.
Il tempo vola, l’argomento è molto interessante e capisco che ho fatto una scelta giusta, per una buona volta.
Fabbri spiega che alla fine del corso ci sarà un concorso: bisognerà presentare una foto per la mostra , e ci si potrà lavorare sia singolarmente che a coppie, o a gruppi. Il vincitore otterrà un piccolo premio in denaro e una fantastica macchina fotografica professionale. Mitico!
Verso la fine dell’ora iniziamo la prima prova pratica, imparare a sviluppare le foto. Oramai quasi più nessuno usa il metodo classico, ma come ci dice il nostro insegnante “Impara l’arte e mettila da parte” .
Ma ovviamente essendo io Chiara La Più Imbranata Del Mondo Casadei devo combinare qualche guaio, così, mentre tutti stanno già uscendo, le mie mani sembrano diventare di pasta frolla e un po’ del liquido che abbiamo appena usato si riversa sul pavimento, creando una piccola pozzanghera.
Fabbri mi lancia un’occhiataccia, -un’altra!-  e mi dice: “Asciughi tutto, signorina, mi raccomando! E la prossima volta veda di arrivare in orario!” Non c’era bisogno di dirmelo, signor antipatico. “Ma io non lo so…dove andremo a finire? Anche quell’altro… Stile Stole, com’è che si chiama che non si è nemmeno presentato a lezione…” pronuncia bofonchiando fra sé e sé.
Mi accascio al suolo, incominciando a pulire di buona lena, perché non vedo l’ora di arrivare a casa. “Oh, come se non bastasse questo liquido è pure difficile da mandare via!” mi lamento ad alta voce.
Finalmente ho finito il mio lavoro e mi preparo ad andarmene, quando sento un frastuono tremendo improvviso, che, a causa del silenzio assoluto di poco prima, mi fa rischiare un infarto e mi fa andare a sbattere contro il tavolo di lavoro dietro le mie spalle. “Aiha!
Mi alzo toccandomi il bernoccolo sulla testa nel punto dove ho sbattuto e noto colui che ha prodotto tutto quel casino: è un ragazzo, dall’aspetto sembra più o meno un mio coetaneo.
E’ parecchio alto, con capelli ricci, di colore castano “E che occhi!” penso. Così straordinariamente verdi, proprio come li vorrei io. Mi accorgo che c’è un po’ troppo silenzio e faccio per parlare, ma lui mi precede: “Hi! I’m Harry
Oh, porca patacca, ci mancava solo questa, è inglese! E io faccio schifo a scuola in quella materia, figuriamoci nella vita reale!” non posso fare a meno di pensare mentre provo, tentennante, a presentarmi nella sua lingua senza sembrare una completa idiota.
Vedo Harry guardare qualcosa sul pavimento, così lo osservo anche io e noto con sgomento che tutto il liquido che era rimasto nel contenitore si è rovesciato, formando una sottospecie di lago di Garda proprio nel punto in cui avevo appena finito di asciugare. Mi risiedo sul pavimento iniziando a pulire, aiutata anche dal mio nuovo amico, se così si può chiamare, Harry. “Speriamo di si!” penso. Speriamo di si?! Speriamo di si?! Chiara, ma ripigliati!
Nel frattempo l’altro mi chiede cosa era successo, -“e che cavolo però, che figuraccia, una dietro l’altra!”- glielo spiego brevemente e lui si scusa –“ma quanto si può essere carini?! Tanto!”.
Finisco velocemente il lavoro, e me ne corro via salutandolo velocemente per evitarmi altre situazioni imbarazzanti proprio mentre stava per dirmi qualcosa.
Oh,uffa, scommetto che ora starà pensando che sono una boriosa antipatica! Mannaggia!
Alla prossima volta, amici telespettatori, come sempre con un’altra situazione imbarazzante, un’altra figuraccia, della nostra Chiara!” penso scendendo le scale dell’accademia, e poi mi prendo in giro da sola, perché con questo pensiero sembro proprio quello di Voyager.


Ehi people!
Come va? io tutto bene, ma sono ancora nel vortice delle ultime interrogazioni (che la botta di c... sia con me, amen e con il tuo spirito!) T.T
Non mi dilungo troppo (ma ci sarà qualcuno che legge i miei sproloqui? ahah)
Alla prossima sweethearts :D
Chiara xx




   
 
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