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Autore: _Miss_X_    02/06/2013    2 recensioni
Estratto dal primo capitolo "I due dopo un po’ si guardarono e si misero a ridere, una risata isterica e liberatoria, poi a lei cominciarono ascendere dei lacrimoni di paura giù dalle guancie mentre la bocca ancora rideva, lui le prese il viso e lo appoggiò sulla sua spalla.
:-E’ tutto finito… tranquilla Sa…
Lei singhiozzò
:-Sara… Queen! Riprenditi!
Lei dopo un altro paio di singhiozzi rotti gli sferrò un pungo allo stomaco e lui soffocò un’imprecazione.
:-Choi Jun Hong… piantala di farmi da madre…."
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La storia ruota attorno a Sara Queen, una liceale del terzo anno, non troppo gentile e a Jun (meglio conosciuto come Zelo), ma appariranno anche Yongguk, Daehyun, JoungJae, JongUp e Himchan, insomma il team Migliori Assoluti Perfetti al completo...
Genere: Azione, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zelo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 1
Hey I just Met You… And this is crazy but I’ll kill you so give me Cherry Tomatoes Baby
La prima volta che Sara e Junhong ebbero modo di parlarsi fu quando Sara incontrò Jun fuori da scuola.
Era uscita a fare la spesa, viveva con il cane e la zia in un appartamento modesto, per non dire proprio misero, aveva finito latte e pane e siccome non voleva morire di fame si era diretta subito fuori.
Aveva portato con sé Max, il cane che le aveva lasciato il padre prima di partire per l’Inghilterra.
Entrò nel negozio, le porte scorrevoli si aprirono lasciandola passare, legò il cane fuori, come spesso succedeva nei supermercati non sarebbe potuto entrare.
Si diresse verso il reparto freddi.
Prese due litri di latte a lunga conservazione, finì la spesa e si ritrovò davanti all’angolo delle merendine.
Guardò i prezzi, selezionò quello che poteva permettersi, esaminò i gusti rimasti.
Sbuffò. Non credeva che esistessero delle merendine alla frutta. Chi diavolo avrebbe mai comprato delle merendine alla frutta?!
Scazzata fece un ultimo giro tra i corridoi per vedere se aveva bisogno di qualcosa che si era dimenticata, ma aveva tutto. Passo letteralmente oltre il banco della verdura ignorando le vitamine che reclamavano un posto anche nel suo organismo, ma si fermò di fronte ai Cherry Tomato.
:-E questi che diavolo sono? Si chiese prendendo l’ultima scatoletta rimasta nello scaffale.
Lesse gli ingredienti con aria incuriosita e deciso che erano decisamente commestibili li infilò nel cestino.
:-FERMA! Disse la voce di un ragazzo da dietro. Si girò disturbata con un falsissimo sorriso
:-Si? Cosa c’è?
:-Lascia quel barattolo. A dirglielo era un ragazzo più o meno della sua età, alto, biondo e riccio che la guardava a metà tra l’autoritario e l’implorante.
:-Per quale ragione dovrei?
:-Sono miei…
Lo guardò implorando che non avesse realmente detto quella frase da bambino viziato e capriccioso. Chiuse gli occhi, sospirò, scrollò un attimo la testa, lo guardò e se ne andò ignorandolo.
:-Perché non me li dai allora?
:-Non c’è scritto il tuo nome sopra…- disse mentre se ne andava senza neanche girarsi- sempre che non ti chiami Cherry Tomato…
:-Leggi meglio! Il mio nome c’è scritto. Lei si fermò, prese la scatoletta, controllò l’etichetta e poi emise una specie di risata soffocata.
:-Non è vero!
:-Leggi sotto…
Alzò la scatoletta per vedere quello che c’era scritto sotto. Un nome. Scritto con un pennarello indelebile blu. Calligrafia ai limiti del leggibile. “JunHong Choi”
:-E tu saresti Choi JunHong?
:-Esatto…
Finalmente si girò, guardò di nuovo il ragazzo, fece rotolare un po’ la scatoletta che aveva in mano e dopo averla soppesata per bene gli fece un bel dito medio e se ne andò biascicando tra le labbra piegate in un compiaciuto sorriso di disprezzo un “Addiooo~”
:-Domani non avrai tregua!- Le urlò lui da dietro.
Lei lo ignorò.
:-Sara Queen, primo anno, sezione D, secondo piano quarta aula dopo le macchinette.
Si fermò. Come diavolo faceva a sapere tutte quelle cose? :-Sono nella tua stessa scuola… sezione F, secondo anno… il nome lo sai…
:-Mi stai ricattando?
:-No… o solo detto che da ora in poi non riuscirai più a staccarti me di dosso…
:-Tutto questo per…?
:-Cherry Tomato…
Lo guardò scazzata
:-Gli Cherry Tomato sono miei.
E dopo un lungo di silenzio lei gli lanciò la scatoletta più per colpirlo che per concedergliela e con un “fottiti” quasi urlato se ne andò.
Raccattò il cane fuori dal supermercato e se ne tornò a casa, da sua zia.
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:-Ziaaaa! Sono in casa! Urlò
:-Sono in salotto! Vieni! Sta cominciando un programma carino…
Andò in salotto e si sedette vicino alla zia, mezzo sdraiandosi e si mise a vedere il programma. Non fece caso ai contenuti, semplicemente ripensò a quel ragazzo. Al modo infantile in cui le aveva parlato e al fatto che avrebbe tanto voluto mangiare quei Cherry Tomato che sembrava la chiamassero.
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Il girono dopo andò a scuola senza pensare a quella che poteva essere interpretata come una minaccia da parte di Jun.
Percorse il cortile della scuola sfoggiando la sua divisa con spocchiosa noia e dopo essere entrata in classe sua andò a infilarsi nell’ultimo banco vicino alla finestra.
Posò la borsa sfatta sul piano, accese l’mp3, si mise le cuffiette e si mise a dormire.
Entrò il professore che la svegliò togliendole le cuffiette dopo che l’aveva sgridata per mezz’ora.
Lei si alzò, fece un inchino e mettendo la scusa della zia malata e della mancanza di sonno per la preoccupazione si fece perdonare non senza fare un po’ di occhi dolci, palesemente finti, ma che al professore, come succede spesso, fece addolcire il cuore e la lasciò stare, senza interpellarla nelle sue conversazioni né disturbarla se si assopiva.
Durante la ricreazione scese nel cortile, più per evitare che quelli di qualche corso le rompessero le palle chiedendole di prendere parte alle loro iniziative.
Si sedette su un muretto e si mise a guardare il cielo.
Chiuse gli occhi assaporando la brezza, a quel punto qualcosa oscurò il sole che le stava scaldando la pelle. Aprì gli occhi infastidita. Jun.
:-Che vuoi? Disse
:-Disturbarti.
:-Ma non dovresti essere più grande?
:-Lo sono… e allora?
:-fai la persona matura e non rompere.
:-Non dovresti essere più piccola?
:-Lo sono… rispose lei con aria rotta
:-Allora chiamami Oppa.
:-CHE? Fece lei scioccata, non aveva mai chiamato nessuno con quel mieloso soprannome, né aveva mai preso in considerazione l’opzione di farlo e pensare che a chiederglielo era uno che aveva conosciuto il giorno prima e con cui aveva litigato per del cibo come un cane affamato le faceva venire il voltastomaco.
:-Chiamami Oppa…O-P-P-A!
:-Neanche morta…
:-Perché?
:-E’ imbarazzante, mieloso e irritante.
:-Non fai l’Aegyo?
:-Non fa per me.
:-In effetti…
:-Stai dicendo che non sono carina?- fece lei mettendosi sulle sue- potrei offendermi…
:-No… No.. cioè… Aish!
:-Che?
:-… Aish… scusa… non dovevo dirlo…
:-No fai fai! Finalmente qualcuno che dice parolacce… sospirò.
:-Perché?
:-Non ho sentito nessuno dire una parolaccia neanche velata da quando sono arrivata qua…
:-ma sei qua da due giorni…
:-Si.. ma sono abituata alle scuole straniere.. là c’è meno rigore…e le parolacce… almeno nelle scuole dove sono andata io… erano una cosa ordinaria per non dire che ti guardavano male se non ne dicevi…
:-WOW… disse il ragazzo, poi si sedette accanto a lei e le passò una scatola.
:-Cos’è? Disse lei aprendo il fazzolettino che la circondava. :-Il tuo pranzo… ho visto che non l’avevi…. E ho rinunciato a un pochino del mio…
Sara arrossì ma si girò prima di darlo a vedere, prese uno dei Cherry Tomato nella scatola e lo addentò, lui ne prese un altro e si misero insieme a mangiare.
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Quel pomeriggio Jun aveva le prove, lo avevano preso dopo un provino e ora doveva lavorare sodo. Presto avrebbe debuttato insieme a Yongguk, il ragazzo che faceva le prove insieme a lui da un paio d’anni, era più grande di un po’, ma erano diventati grandi amici.
:-Com’è andata a scuola? Chiese il più grande
:-Bene nulla di nuovo… fece il ragazzino
:-Ti vedo più sorridente del solito…
:-Nulla… mi sono fatto un’amica….
Bang sputò dell’acqua dalla bocca :- Ti dai da fare…
Jun lo guardò… poi capì e arrossendo disse :- NO NO NO! NON E’ COME PENSI! Nel senso… cioè… siamo diventati amici!
:-Si… AMICI…
:-No davvero! Nient’altro…
:-Si… e come mai i tuoi Cherry Tomato sono spariti?
:-Non aveva il pranzo e… Ma che sto a spiegare a te…
Yongguk sorrise e scuotendo il capo si infilò la canottiera per le prove e andò di là.
Jun si guardò un po’ allo specchio, dopo essersi soffermato sul quel suo mento che non gli piaceva per niente si ritrovò, non si sa come, a pensare al pranzo che aveva fatto quel giorno, forse il più buono che aveva avuto fino a quel momento, quegli Cherry Tomato gli erano sembrati decisamente più dolci del solito.
:-Piccoletto vieni?? Non ho voglia di allenarmi da solo… la voce di Bang giunse a svegliarlo dallo stato di estasi in cui si era ritrovato.
:-Arrivo arrivo… disse, ma non riuscì a togliersi quel sorriso felice e soddisfatto dalla faccia.
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Due anni dopo~
Sara si svegliò, era nel suo letto e aveva dormito pure abbastanza bene. Succedeva spesso da quando si era trasferita.
Si mise in piedi, mosse un passo ma inciampò nel tappeto, si appoggiò allo scaffale per non cadere, urtò con la mano una scatola che per poco non cadde.
Una selva di improperi sfociò dalle labbra appena sveglie della ragazza.
Teneva molto a quella scatola, a molti poteva sembrare una semplice lattina di pomodori al sapore di ciliegia, ma per lei era molto di più, quel nome scritto in piccolo e abbozzato con un pennarello blu indelebile sul fondo della scatola ormai consumato riusciva a risollevarla ogni volta che aveva cattivi pensieri.
Sorrise di nuovo sollevando la scatola e leggendo quel nome. “JunHong Choi”
Ridacchiò. Quello scemo adesso dormiva in salotto insieme a Max e la Zia ancora non sapeva nulla, tutta colpa di quel maniaco del giorno prima.
Andò a svegliare il cane e l’amico e cominciò a preparare la colazione.
  
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