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Autore: Butler    03/06/2013    5 recensioni
Raccolta di tutte quelle one shot che se solo ne avessi il tempo, la voglia o l'ispirazione, potrebbero diventare qualcosa di più... i buoni propositi non muoiono mai, giusto?
tutta roba Pre-timeskip, quindi niente spoiler, a meno che non siate davvero (ma davvero) lenti a leggere °-°
Rating arancione solo perchè sono una maledetta paranoica, varierà di capitolo in capitolo, ma non credo che riuscirò mai a scioccare qualcuno...
Capitolo 1: To Fall And To Sink -> perchè nulla ti rovina la giornata come cadere da una scogliera. [Zoro]
Capitolo 2: Let It Snow -> Robin torna bambina e in giro c'è davvero tanta, TROPPA, neve. [Robin, I mugiwara in generale, Zoro]
Capitolo 3: Let It Snow (2) -> Seconda e ultima parte. [Robin, i Mugiwara in generale, Zoro]
Capitolo 4: Alegria -> Qualcosa dentro di lui gli stava urlando di alzarsi, prima che fosse troppo tardi. Troppo tardi per cosa? [Zoro, i Mugiwara in generale e, alla fine, Brook]
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note Dell’Autrice: scuse per il mio ritardo ne avrei tante, ma non so quanto valgano XD
Mi sono laureata (finalmente!) e dopo ho passato il mio tempo libero ad allattare due gattine che sono state buttate in un cassonetto all’età di un giorno… quindi tra sonno arretrato e varie preoccupazioni l’ultimo periodo non è stato molto prolifico dal punto di vista della scrittura °-° spero che comprenderete XD *schiva un sasso*
il titolo è dovuto alla canzone ascoltata durante la stesura XD  
 
Al risveglio era stato il panico.
Qualcosa dentro di lui gli urlava di alzarsi, muoversi prima che fosse troppo tardi.
Troppo tardi per cosa?
Le orecchie gli fischiavano, che fosse dannato se riusciva a ricordarsi il perché.
Era sdraiato su qualcosa di rigido, il cielo sopra di lui era azzurro e silenzioso.
Dov’erano gli altri?
Fece uno forzo enorme per rimettere insieme gli ultimi avvenimenti.
Le ombre erano tornate, il sole era sorto. E poi?
Il gelo gli attanagliò il petto mentre la realtà lo investiva come una frana.
Rufy.
Il tizio della flotta dei sette aveva detto di volere la sua testa, poi aveva fatto esplodere una specie di bomba.
RUFY.
Si alzò a sedere troppo velocemente: il mondo si fece sfocato e ogni singolo muscolo del suo corpo si contrasse per il dolore. Lottò per non perdere di nuovo i sensi, macchie nere minacciarono di ingoiare il mondo che si trovava davanti ai suoi occhi.
Non poteva essere davvero troppo tardi.
Il cuore gli martellava nel petto, rendendo doloroso ogni respiro, ma si costrinse ad alzarsi in piedi mentre le gambe gli tremavano per lo sforzo.
Dio se aveva bisogno di dormire.
Il sollievo fu tanto ed improvviso che rischiò di lasciarsi cadere a terra.
Rufy era lì, ad una manciata di metri di distanza, privo di sensi ma ancora tutto intero.
Il panico lo attanagliò di nuovo quando il suo cervello registrò l’enorme figura di Kuma incombere sul suo capitano.
Mise una mano sulla spada e raccolse le forze che gli erano rimaste.
Poteva sentire i suoi compagni intorno a lui, il loro respiro riempiva le sue orecchie, sovrastando anche i battiti del suo cuore.
Kuma allungò una mano enorme, Zoro chiuse gli occhi e inspirò profondamente, ignorando il dolore ai polmoni. Doveva concentrarsi, darsi un obiettivo e raggiungerlo.
Rufy non poteva essere portato via. Era il loro capitano.
Strinse l’elsa della spada.
Rufy era il simbolo dei loro sogni il legame indissolubile che li legava gli uni agli altri. Ciò che teneva insieme la loro strana e disfunzionale famiglia.
Aprì di nuovo gli occhi e focalizzò l’obiettivo.
Al diavolo, Rufy era loro e loro soltanto.
Scattò.
 
 
 
Al risveglio era stato il panico.
Era buio, lui era ancora sdraiato su qualcosa di orribilmente rigido e, per un secondo, credette di aver sognato tutto, di essere rimasto privo di sensi mentre il suo capitano veniva ucciso.
Si mise seduto e si costrinse ad inspirare ed espirare regolarmente: il cuore sembrava essersi trasferito definitivamente nella sua gola.
Qualcuno si mise a russare.
Rufy dormiva profondamente ai piedi del letto che era stato ricavato da un detrito un po’più piatto degli altri. Tra le braccia stringeva Chopper, evidentemente esausto per i festeggiamenti e le cure mediche che aveva dovuto somministrare.
Zoro si guardò intorno: erano tutti lì.
Robin e Nami erano sedute in un angolo una con la testa sulla spalla dell’altra e coperte da un piumino; a poca distanza, Sanji, Usopp e Franky erano sdraiati a terra, in posizioni più o meno ridicole.
Zoro si stese di nuovo, lasciandosi scappare un sospiro di sollievo.  In pochi secondi, il suo respiro rallentò fino ad adattarsi a quello dei suoi compagni e lui dormiva profondamente.
 
Brook aveva fissato la scena in completo silenzio, cercando di comprendere a fondo l’enormità della situazione in cui si era cacciato.
Aveva visto il corpo dello spadaccino irrigidirsi al risveglio, il panico nei suoi occhi quando si era tirato a sedere e le sue spalle rilassarsi una volta resosi conto che tutti i suoi compagni (o meglio, tutti quelli che lui in quel momento sapeva essere suoi compagni), sani e salvi, stavano dormendo intorno a lui.
Avrebbe voluto spiegargli il perché: dirgli che, siccome il piccolo dottore aveva detto che non dovevano assolutamente muoverlo, Rufy e gli altri avevano deciso di dormire lì con lui anche loro.
Non avevano voluto lasciarlo solo nemmeno per un istante.
Ma, così come aveva deciso di non raccontare a nessuno di cosa Zoro avesse fatto il giorno prima, era rimasto zitto. Non voleva rovinare la scena che si stava svolgendo  davanti ai suoi occhi, sentendosi allo stesso modo elettrizzato e terrorizzato.
Aveva osservato lo spadaccino contarli inconsciamente e cercare qualche segno di sofferenza, soffermandosi un po’ più a lungo sul capitano.
A quel punto, con un sorriso che nemmeno lui sapeva di avere, Zoro si era rimesso a dormire e Brook si era chiesto, per la prima volta nella sua lunga vita, se sarebbe stato all’altezza.
Dopo quello che aveva visto negli ultimi due giorni, decise che non poteva farne davvero a meno.
Sarebbe stato all’altezza o sarebbe morto provandoci.
Anche se lui era già morto.
[Yohohohohoho!]
 
THE END
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Aaaaand that’s all folks.
Ultimamente non riesco a scrivere seriamente (come si può notare da questo capitolo -.-) e la cosa mi deprime.
Quindi, al posto di dire come al solito “cercherò di produrre qualcosa di decente presto!”, sarò sincera e dirò “non so quando riuscirò a produrre qualcosa di decente -.-“
Quindi entro ufficialmente in blocco dello scrittore…
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!
See ya!
  
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