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Autore: dadless    03/06/2013    5 recensioni
Quando un bacio sotto il vischio è l'inizio del "Per sempre"...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Does "Forever" exist? Yes.'
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-Perché alla fine hai deciso di cantare?- mi chiese dolcemente.

Guardando i suoi occhi capii quanto fosse ancora emozionato.

Mi lasciai cullare dalla musica del CD natalizio che gli organizzatori del concerto avevano scelto per dei balli in conclusione della serata. Infatti, dopo di me e Justin non aveva cantato più nessuno, ma l'atmosfera era così piacevole che quasi tutti erano rimasti dentro all'edificio in legno.

-Ho capito che, se io non avessi fatto niente per aiutarti, tu non avresti assolutamente cantato- risposi sorridente -E poi mi è piaciuto tantissimo. Lo sai, tu e la musica siete tra le cose più importanti della mia vita- ammisi sincera.

A quelle parole strinse maggiormente il mio corpo. Avvicinò il viso ai miei capelli e vi lasciò un lieve bacio.

-Penso sia stata una delle esperienze più belle della mia vita. È stupendo pensare che tutti abbiano ballato e che gli innamorati si siano baciati sotto il vischio. Hai composto una canzone meravigliosa, Emma- disse tutto d'un fiato.

Avvampai -Beh, ma tu mi hai aiutata tantissimo e con la tua voce l'hai resa perfetta- dissi abbassando lo sguardo verso le nostre scarpe.

Mise due dita sotto il mio mento e alzò il mio viso, fino a far scontrare i nostri occhi. Mi guardò indeciso.

-Cosa devi dirmi, Justin?- chiesi tranquillamente.

La sua espressione cambiò e notai lo stupore sul suo viso.

Poco dopo sorrise -Ecco, mi chiedevo semplicemente se tu non avresti preferito baciare... Ehm... Baciare James... Piuttosto che cantare con me sul palco. Non preoccuparti a dirmi la verità, non mi offendo- disse tristemente.

Fu lui ad abbassare lo sguardo dopo aver dato voce ai suoi pensieri.

Mi guardai intorno prima di rispondere.

I miei genitori erano persi l'uno negli occhi dell'altra, con sguardi sognanti. Sorrisi. Da quasi un intero anno non avevano più avuto del tempo solo per loro due. Erano stati costretti a vedermi soffrire. Ma fortunatamente il mio dolore era stato rimpiazzato dalla gioia di avere Justin accanto e loro finalmente stavano passando una serata felicemente.

Alex e Luke si baciarono proprio nel preciso istante in cui il mio sguardo si posò su di loro.

-Proprio mentre stavo cantando con te, ci ho pensato. Ho visto molte coppie felici e per un secondo ho creduto che sarei stata invidiosa di loro. Ma non ho provato questo. Ti ho guardato e ho capito che in quel momento ero serena. Ero con te sul palco e non avrei voluto essere in nessun altro luogo- risposi alla sua domanda sinceramente.

Non mi importava di avergli appena rivelato di preferire unire la mia voce alla sua, che le mie labbra con quelle del moro sotto un ramo di vischio.

Sorrise alzando lo sguardo verso i miei occhi verdi. I nostri visi si avvicinarono senza che ce ne rendessimo conto. Il suo respiro tiepido e profumato invase le mie narici, arrivando fino ai polmoni. Appoggiò le sue mani calde sulle mie guance. Di sicuro si erano appena tinte di rosso. Mi morsi il labbro inferiore e lui sorrise nuovamente.

Questa volta non avrei evitato nulla.

Non mi passò nemmeno per un istante il viso di James nella mente.

Volevo solo Justin. Avevo voluto lui sin dall'inizio, ma non ero mai riuscita ad accettarlo. Il mio cuore era stato sempre invaso dai sensi di colpa. Ma ormai era giunta l'ora di ammettere che le labbra del ragazzo di fronte a me erano le uniche che volessi sfiorare. I suoi occhi erano gli unici in cui volessi annegare. Il suo calore era l'unico da cui mi sarei fatta scaldare.

Quando i nostri nasi si sfiorarono, mi riscossi dai miei pensieri. Sorrisi per il lieve brivido che quel contatto fece percorrere lungo la mia schiena.

-Vorrei che questo fosse l'inizio del "Per sempre", Justin- sussurrai a pochi centimetri dal suo viso.

-Non vorresti viverlo con qualcun altro?- chiese accarezzando il mio viso.

Scossi la testa -No- risposi semplicemente.

-Sei sicura? Io voglio solo che tu sia felice per il resto della tua vita- il suo tono era malinconico.

Avrei voluto che lui capisse quanto lo amassi. Strinsi il suo collo tra le mie braccia delicatamente.

I nostri corpi continuarono a oscillare a tempo con le canzoni natalizie che riempivano l'aria di tranquillità.

Alzai di sfuggita gli occhi verso il soffitto e sorrisi immediatamente.

-Allora baciami, Justin. Baciami sotto il vischio- sussurrai dolcemente quando ormai solo pochi millimetri ci separavano.

I suoi pollici caldi accarezzarono le mie guance fredde.

Altri innumerevoli brividi.

I millimetri furono azzerati. Le nostre labbra si stavano sfiorando.

Quanto avevo aspettato quel momento? Decisamente troppo. Avrei cercato di godermelo pienamente.

Quando le sue labbra si adagiarono completamente sulle mie, capii qualcosa. Qualcosa che avevo desiderato sapere da molto tempo.

Lui era la mia anima gemella. Avevo trovato il ragazzo con cui avrei trascorso il mio "Per sempre". Sarei rimasta legata a lui in eterno.

Schiusi lievemente le labbra e i nostri respiri si mischiarono in un unico. Il suo profumo era totalmente piacevole, così come il suo calore sul mio viso. Le sue labbra erano estremamente morbide e calde, così come avevo sempre creduto.

Accarezzai il suo collo e i suoi capelli color grano. Vi affondai le dita, mentre le nostre labbra iniziarono a muoversi in sincronia. Fu il bacio più bello della mia vita. Più del primo che avevo dato a James un anno prima. Ma non pensai a quello. In quel momento c'era solo Justin, il suo profumo e il suo sapore.

Già, avevo morso delicatamente il suo labbro inferiore una volta terminato il bacio ed era di un gusto dolce. Non una dolcezza nauseante, ma molto piacevole. Quel sapore era unico, così come tutte le sensazioni che avevo provato baciando il biondo dagli occhi nocciola.

Sarebbe stato troppo banale dire di aver sentito le farfalle nello stomaco. Mi era quasi sembrato di stare sulle montagne russe durante i movimenti delle nostre labbra. Quando stai per affrontare una discesa, la più ripida, e sei completamente terrorizzato. Ma nonostante tutto non vedi l'ora che la discesa inizi, per sentire quella sensazione di vuoto allo stomaco. Quella sensazione che all'inizio ti fa gridare, ma poi ti fa sentire libero, come se avessi volato, senza bisogno di ali, in alto nel cielo azzurro. Sei distante dal resto e puoi goderti tutte quelle emozioni.

Ecco, io sentii quel vuoto allo stomaco e avrei tanto desiderato che non finisse mai.

Subito dopo guardò anche lui il soffitto.

Sorrise.

Appoggiò la sua fronte sulla mia e le sue mani continuarono ad accarezzarmi le guance. Mi morsi il labbro inferiore per poi sorridere con lui.

Qualcuno tossì di fianco a noi. Entrambi ci voltammo, restando vicini. Alex, Luke e Jazzy ci stavano fissando. Arrossii all'istante, mentre Justin cinse il mio corpo con il suo braccio. I tre iniziarono ad applaudire ridendo.

-Ce l'hanno fatta, signore e signori, finalmente si sono baciati- gridò Alex emozionata.

Alle sue parole non riuscii a trattenere una risata.

-Comunque,- iniziò Jazzy divertita -siete stati eccezionali su quel palco. Avete delle voci fantastiche- concluse sorridendo.

-Già, siete stati così... Wow, veramente wow- concordò la mia migliore amica.

-Molti altri hanno cantato bene. Non abbiamo fatto niente di speciale- dissi alzando le spalle. Justin annuì, dandomi ragione.

-No. I vostri amici stanno dicendo la verità- la voce di un uomo attirò la nostra attenzione.

Era sulla trentina con i capelli corti e scuri.

-Piacere, Scooter Braun- si presentò allungando la mano destra verso me e Justin.

La strinsi leggermente insicura, mentre il biondo sembrava aver acquisito sicurezza.

-Piacere nostro. Io sono Justin Bieber e lei è Emma Wilson- rispose con un sorriso.

Mi guardai intorno e notai che gli altri tre se ne erano andati, lasciandoci soli. -Sono rimasto piacevolmente colpito dalla canzone. Il testo e la melodia sono perfetti. L'hai scritta tu, Emma?- chiese Scooter guardandomi.

Sorrisi -Sì, ma senza l'aiuto di Justin non sarei riuscita a concludere niente- ammisi sincera. I

l biondo strinse maggiormente il mio corpo, trasmettendomi un piacevole calore.

-Siete un duo perfetto. All'inizio ho capito che qualcosa non andava. Ma poi quando hai iniziato a cantare tu- mi indicò -Justin ha preso coraggio e avete trovato una grande sintonia- commentò.

Sorridemmo verso l'uomo -Grazie- dissi. Poi mi venne un dubbio -Scusi, ma come ha fatto a capirlo?- chiesi curiosa.

-Oh, pensavo aveste capito chi sono- disse pensieroso.

Scossi la testa, seguita da Justin.

-Sono Scooter Braun, il talent manager. Riesco a percepire facilmente cosa prova un cantante durante l'esibizione- concluse lasciandoci a bocca aperta.

Wow. Alex avrebbe detto questo.

-È un onore ricevere dei complimenti da lei- dissi notando che Justin era rimasto immobile, completamente stupito. Afferrai la sua mano e la strinsi con forza, come per cacciare i suoi pensieri.

-Vorrei avervi in squadra, ragazzi. Non avete idea di quanti fan potreste avere in tutto il mondo. Vi amerebbero ovunque- disse.

In quel momento sentii un'orribile sensazione nel petto.

Quello non era il mio sogno.

Justin sognava di essere circondato da fan emozionate in futuro.

Io no.

Io non volevo assolutamente che il mio amore per la musica si trasformasse in odio. Perché sapevo che sarebbe potuto succedere.

Sin da bambina avevo sognato di essere circondata da una famiglia unita una volta raggiunta la giusta età per far sì che ciò si avverasse. Ma, come avevo più volte rivelato al bel biondo dagli occhi nocciola, una carriera da cantante non me l'avrebbe permesso.

Justin avvertì il mio nervosismo -Ehm... Grazie veramente... Potremmo pensarci magari- si affrettò a dire.

-Certo. Tenete, questo è il mio biglietto da visita- porse un foglietto bianco a Justin, che lo infilò nella tasca della sua giacca.

-Grazie ancora- disse mostrando uno splendido sorriso.

-Di niente, ragazzi. Spero che riusciate a prendere la decisione giusta- sospirò -A presto- salutò.

-Arrivederci e buon Natale!- rispondemmo io e Justin in coro.

Appena Scooter si allontanò da noi, il biondo mi abbracciò. -Stai tranquilla, piccola mia- sussurrò dolcemente.

Le sue labbra sfiorarono il mio orecchio, per poi percorrere la mia guancia e sfiorare le mie.

Sorrisi.

Riusciva sempre a capire cosa provassi e a calmarmi. Era incredibile.

-Sarei felice se tu realizzassi il tuo sogno- mormorai.

Non era una bugia, ma io desideravo un futuro con Justin, nonostante fosse presto per pensarci, e se lui fosse riuscito a realizzare il suo sogno, io non avrei di conseguenza realizzato il mio. Non sarei comunque mai stata egoista. Io preferivo che lui riuscisse a diventare un cantante di fama internazionale. Era l'unica cosa importante.

Per la seconda volta quella sera, qualcuno ci interruppe.

-Siete stati magnifici, ragazzi!- mia madre e mio padre piombarono alle nostre spalle.

-Grazie- rispose Justin, grattandosi la testa imbarazzato.

-Hai una voce stupenda, Justin- commentò mia madre ammirata.

-Ehi, grazie tante. Sono felice di esserti piaciuta, mamma- dissi ironica fingendomi offesa. La mia reazione provocò la risata spensierata di Justin.

Mia madre ridacchiò -Tesoro, ti sento cantare ogni giorno. Comunque siete stati magnifici- concluse lei. Mio padre annuì, confermando le parole di mia mamma.

Sorrisi -Grazie- lì guardai uno accanto all'altra.

Erano molto uniti i miei genitori, e si supportavano a vicenda. Mi sarebbe piaciuto avere un rapporto del genere con qualcuno. Magari con il ragazzo dagli occhi nocciola che in quel momento stava stringendo la mia mano. Non avrei voluto nessuno accanto, se non lui.

-Adesso è tardi, Emma. Forse dovremmo tornare a casa- disse mia madre.

Annuii lievemente.

Non volevo lasciare Justin, nonostante l'avrei rivisto il giorno dopo. Baciai la guancia del biondo, per poi avvicinarmi ai miei genitori. Justin, però, afferrò la mia mano e mi tirò verso di sé.

-Non andare via. Rimani con me- sussurrò nel mio orecchio in modo che solo io potessi sentire.

Milioni di brividi scossero il mio corpo.

Avvertii gli sguardi dei miei genitori addosso.

Le nostre labbra si sfiorarono di nuovo.

Nessuno dei due voleva passare un'intera notte distante dall'altro.

-Ecco... Ehm... Emma, sappiamo quanto hai sofferto il Natale scorso...- iniziò mio padre attirando la nostra attenzione -Quindi, se Justin è d'accordo, potreste stare insieme stanotte. Ci fidiamo di lui- concluse lasciandomi a bocca aperta.

Justin strinse il mio corpo da dietro -Per me va benissimo- mi diede un dolce bacio sulla guancia.

-Siete così carini- commentò mia madre facendomi l'occhiolino.

Avvampai e abbassai lo sguardo.

-Voi cosa farete?- chiesi cercando di cambiare discorso, nonostante lo sapessi bene.

Da molto tempo non riuscivano a passare una notte tranquilli, troppo preoccupati per me. Magari quella vigilia di Natale sarebbe stata la giusta occasione per fargli passare finalmente una bella serata.

Loro si guardarono negli occhi qualche istante.

-A domani ragazzi- ci salutarono evitando di rispondere alla mia domanda.

-Cambiano sempre discorso- mormorai a Justin, che sorrise.

-Anche tu lo fai- rispose.

Beh, in fondo ogni figlio prende delle abitudini dai propri genitori, no?

Borbottai qualche parola incomprensibile.

-Che ne dici di andare a casa?- chiese.

Annuii semplicemente.

-Ok, allora andiamo a salutare gli altri- mi prese per mano e ci avviammo verso i nostri amici, che stavano ballando allegri.

-Alex, io e Justin ce ne stiamo andando- dissi.

-Ok, allora ci vediamo domani?- chiese speranzosa.

-Certo, ti darò anche il regalo- confermai.

Sorrise e ci scambiammo un bacio sulla guancia.

-A domani- salutammo io e il biondo.

 

Quando entrammo nella sua casa, mi sentii completamente a mio agio. Era molto accogliente e ogni volta dimenticavo il freddo provato durante la strada.

-Hai mangiato prima del concerto?- mi chiese togliendomi lentamente la giacca.

Scossi la testa.

-Allora mangiamo qualcosa adesso- disse lasciando un bacio al lato della mia bocca.

Ci fissammo negli occhi qualche istante.

-Pizza!- gridammo contemporaneamente per poi ridere.

-Penso sia tardi per preparare la pizza- ammisi tra una risata e l'altra.

Si avvicinò al mio corpo. Chiusi gli occhi e sentii il suo naso accarezzare il mio collo.

-Ma io voglio la pizza... La tua pizza italiana- mugugnò.

Sorrisi.

Sembrava un bambino.

-Non c'è il tempo di farla lievitare- cercai di fargli cambiare idea.

Alzò lo sguardo verso i miei occhi.

-Abbiamo tutta la notte, Emma- sussurrò sulle mie labbra.

Il suo respiro si unì al mio, mandandomi in tilt il cervello.

-Ehm... Va bene... Come vuoi- balbettai. Mi voltai verso la cucina per andare a preparare l'impasto, ma il biondo mi afferrò il braccio.

Ci ritrovammo faccia a faccia.

Non avrei saputo spiegare il perché, ma in quel momento mi tornò in mente la ragazza che lui aveva ammesso di amare.

Ero forse io?

Cercò un contatto con le mie labbra, ma io ero troppo presa dai miei pensieri per accorgermene.

-Che succede?- chiese curioso.

Lo guardai lievemente spaesata.

Scossi la testa.

-No... Ecco... Stavo pensando alla ragazza di cui mi parlavi- risposi vaga.

Un sorriso comparve sulle sue labbra.

-Veramente non l'avevi capito?- chiese stupito.

-Cosa avrei dovuto capire?- risposi con un'altra domanda.

-I tuoi occhi sono quelli in cui mi perdo ogni volta. Sei la ragazza con cui vorrei vivere il "Per sempre" se esistesse- concluse avvicinandosi sempre di più al mio viso.

-Davvero?- chiesi speranzosa.

Annuì -Pensavo l'avessi capito, Emma- mormorò.

Ecco perché non aveva voluto dirmelo. Non voleva che io lo rifiutassi a causa di James.

-Forse ho sempre pensato di essere quella ragazza, ma lo desideravo così tanto da non riuscire a credere che fosse possibile- dissi sincera.

Quella era la verità. Avevo avuto paura di illudermi e poi scoprire di non piacere al biondo.

L'aria diventò soffocante, così cercai nuovamente di andare in cucina.

Justin, però, mi fermò una seconda volta, tirandomi verso il suo corpo caldo.

-Perché sei così insicura?- chiese riferendosi, evidentemente, ai miei precedenti dubbi.

Presi coraggio -Perché tu sei perfetto. Mi sembra di non essere abbastanza di fianco a te- sospirai.

Mi scrutò qualche istante. Io, non riuscendo a sostenere il suo sguardo, chiusi gli occhi. Le sue mani accarezzarono le mie guance fredde.

Le sue labbra si appoggiarono sulle mie. Fu un bacio pieno di sentimento, cercai di trasmettergli tutto il mio amore nei suoi confronti.

Le sue braccia strinsero il mio corpo bianco delicatamente e le sue mani si posarono sulla mia schiena. Molto lentamente scesero, arrivando sui fianchi.

Le nostre labbra non si separarono nemmeno per farci riprendere fiato.

Mi avvicinò maggiormente al suo petto muscoloso, per poi mordere il mio labbro inferiore, facendomi gemere lievemente.

Le sue dita erano in basso sulla mia schiena, ma non mi sembrò comunque una cosa volgare da parte sua. Anzi, lui era così dolce...

Iniziai ad avere un terribile caldo e probabilmente lui sé ne accorse, infatti mi sfilò lentamente il maglione, mostrando la mia camicia bianca. Io mi affrettai a togliere la sua giacca di pelle, facendola cadere sul freddo pavimento.

Prese in braccio il mio corpo, portandomi lungo un corridoio dalle pareti bianche e ricoperte di cornici argentate.

Dopo alcuni istanti sentii una soffice coperta sotto di me. Ormai era chiara la piega che avrebbe preso quella serata.

-Pensi sia troppo presto?- chiese accarezzando la mia guancia.

Afferrai la sua mano e lasciai un bacio sul dorso.

-Non esiste un modo per sapere se è presto o meno. Se tu mi ami fallo, se non ne sei sicuro, no- risposi sincera.

Justin non mi sembrava un ragazzo che potesse illudere una ragazza, quindi non mi preoccupai minimamente della sua scelta.

Iniziò a sbottonare la mia camicia, baciandomi dolcemente una voglia sul collo. L'unica parte di pelle che non fosse bianca come il latte.

Gemetti.

-Non hai più fame?- chiesi sorridendo, alludendo alla pizza.

Avvicinò le labbra al mio orecchio sinistro -Anche solo il tuo profumo riesce a saziarmi- sussurrò.

 

 

 

Ok, e dopo questo posso anche nascondermi sotto il letto… Chiedo scusa, ma non andrò oltre perché mi vergogno troppo a scrivere certe cose…

Spero che riusciate a comprendermi… comunque, pensate sia troppo presto per loro? Io sì, ma ormai sono al diciannovesimo capitolo e ancora non era successo nada…

Però almeno ho aggiornato presto, dai, sono troppo brava… no, la verità è che c’era sciopero e sono stata a casa, così, non sapendo che fare, ho terminato il capitolo, che spero vi piaccia…

Ringrazio naturalmente chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e chi ha recensito, siete dolcissime e vi meritate un… abbraccio super-mega-ultra-super-maxi coccoloso… *so che possa sembrare più un assorbente che un abbraccio, ma vabbè*

Morena

  
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