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Autore: sweetpayne    03/06/2013    2 recensioni
"..."
si bloccò notando solo in quel momento che in piscina erano presenti sette persone e non sei come al solito.
Si soffermò sul nuovo ragazzo che la fissava divertito e lo riconobbe, ma non disse nulla, guardò Coraline come per chiederle spiegazioni ma
“Comunque io sono Zayn, il cugino di Niall”
continuò togliendosi gli occhiali da sole e rivelando due pozzi neri che aspettavano una risposta.
“Oh io sono Suz” gli rispose.
Il moro alzò un sopracciglio confuso
“Susan” la corresse Louis, il quale fu fulminato a vista dalla ragazza e Liam intervenì
“Se la chiami con il suo nome completo ti stacca il braccio a morsi” spiegò come se fosse una cosa normalissima.
Suz sorrise.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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The day after.





Si guardò intorno a lei cautamente, le pupille si adattarono al buio nella stanza, non capiva nemmeno dove si trovava, e sicuramente l’emicrania potente non l’aiutava affatto.
Si spostò i capelli dalla faccia e arrivò al comodino.
Accese l’abat-jour.
Troppa luce.
Corrugò la fronte quando trovò due aspirine e un bicchiere d’acqua. Senza nemmeno starci a pensare le fece sciogliere nel bicchiere e ne bevve il contenuto frizzante.
Non riusciva a ricordare nulla.
Dove si trovava?
La radiosveglia segnava le undici e mezzo.
La sera prima c’era la festa.
Fece scivolare una gamba fuori dalle coperte. Poi poggiò entrambi i piedi nudi sul pavimento freddo, alzandosi.
Dirigendosi verso la porta passò davanti ad uno specchio. Guardò la sua immagine riflessa: non indossava i vestiti della sera precedente, ma avrebbe riconosciuto ovunque quella maglietta, lunga, che le copriva la coscia.
Scendendo le scale che le apparivano fin troppo familiari anche dopo così tanto tempo, arrivò in cucina ancora spaesata per la luce che entrava dalle finestre.
“Suz?”
“Anne!”
La donna che stava lavando dei piatti nel lavello si girò completamente quando riconobbe Susan e le andò incontro con i guanti arancioni che sgocciolavano sul pavimento.
Susan rimase sorpresa di trovarla in cucina, sorridente come al solito anche mentre stava facendo lavori casalinghi, con i capelli legati in una coda di cavallo, qualche ciuffo nero che era sfuggito ricadeva scomposto sul volto arrossato, da cui due occhi azzurri, limpidi risaltavano. Infondo, ora che ci pensava, non era poi così strano, Anne non era invecchiata di un giorno nonostante fossero passati tre anni.
Quando la abbracciò, la ragazza rimase per mezzo secondo di stucco, poi si rilassò tra le braccia della donna.
“Cara la mia ragazza … “ si tolse i guanti a li gettò sul tavolo di fianco a loro, poi la prese per le mani “… quanto tempo che è passato! Cosa ci fai qui?”
Anne sorrideva sinceramente a Susan, la considerava come una figlia quasi, e mentre aspettava la sua risposta, la guardò meglio: nonostante le occhiaie marcate e i capelli arruffati, era palese si fosse appena svegliata, era diventata una splendida ragazza, dell’apparecchio non vi era più traccia, così come gli occhiali e quei chiletti in più che erano stati la triste causa del litigio tra suo figlio e Susan.
Alzò gli occhi al cielo ricordandosi ancora una volta di quanto Harry fosse stato un idiota.
“Veramente non-“ Susan stava per dirle che non ne aveva la minima idea, quando fu interrotta dalla voce di Harry dietro di lei.”
“Mamma!”
Anne fissò suo figlio, non era mai stata una madre apprensiva, anzi aveva un meraviglioso rapporto sia con Harry sia con Gemma, sua figlia maggiore, ma vedere piombare l’ex migliore amica del figlio in cucina a mezzogiorno, di domenica mattina, ed essendo a conoscenza dei trascorsi tra i due, beh era maledettamente curiosa di sapere cosa fosse successo la sera precedente.
“Ieri sera abbiamo fatto tardi e Susan è rimasta qui. Ha dormito in camera mia.” Spiegò Harry abbastanza in difficoltà. Non aveva previsto che sua madre incontrasse Susan.
Sua madre fece per ribattere, alzando un sopracciglio, poco convinta, ma il figlio fu più rapido.
“Io ho dormito in camera di Gemma.”
Anne soffocò una risatina mentre continuava a sorridere con fare materno a Susan, le era sempre piaciuta quella ragazza.
“E Gemma dove ha dormito?” chiese Susan.
“Oh, Gemma è in Italia con il suo fidanzato da un mese circa cara.” Rispose Anne.
Susan annuì realizzando quanto si fosse persa. Gemma in Italia? Era da sempre il sogno della sua amica, e finalmente lo stava vivendo.
Si voltò verso Harry e le mancò un battito quando lo vide: capelli arruffati a opera d’arte, maglietta bianca con un profondo scollo a v che faceva intravedere alcuni dei suoi numerosi tatuaggi, due rondini sulle clavicole, e sorriso sghembo che fissava la sua maglietta indosso a Susan.
Da quando in qua lui gli faceva quell’effetto? Solitamente il suo sguardo malizioso le provocava un odio profondo e non le metteva in subbuglio lo stomaco.
Cosa diamine era successo la sera precedente? Più si sforzava di ricordare qualsiasi cosa, anche un dettaglio e più la sua fronte s’inspessiva di piccole rughette.
“Resta a pranzo?”
Anne domandò speranzosa a Harry.
Susan da una parte sarebbe rimasta molto volentieri, voleva passare del tempo con Anne, era quasi la sua seconda mamma e voleva un bene infinito a quella donna, ma non si capacitava ancora di come diavolo fosse successo che si ritrovasse a casa di Harry, lui sorridente dietro di lei, come se non fosse cambiato nulla in quei tre anni, cancellando tutte le frecciatine, tutti i commenti sarcastici, come se non si fossero evitati fino al giorno prima.
“Solo se vuole.” Harry rispose cautamente a sua madre cercando di decifrare lo sguardo impetuoso di Susan.
“Certo Anne.” Le sorrise e la donna felice la abbracciò nuovamente.
“Allora devo darmi da fare!”
“Anne, non disturbarti, non cucinare per cento persone, davvero!” Susan rise vedendola sparire ai fornelli. La donne scosse la testa.
“Tesoro, non preoccuparti, non sei mai stata un disturbo. Ti piace il pesto?”
“Un sacco.”
“Bene, allora sarai onorata di essere la prima, anzi i primi … “ si corresse ricordandosi della presenza di suo figlio “… ad assaggiare le mie famose lasagne alle verdure e pesto.” Concluse soddisfatta.
“Mamma, mi fai paura con le tue nuove ricette.” Harry scosse la testa facendo finta di essere terrorizzato.
“Sciò, via. Lasciatemi creare in pace.”
Fece gesto con le braccia di mandarli via e i due ridendo uscirono dalla cucina.
Susan salì il primo scalino ma Harry la afferrò per una mano, facendola girare completamente verso di lui.
“Come va il mal di testa?”
Ecco spiegate le misteriose aspirine.
“Meglio.”
“Ricordi di ieri sera?” Occhi smeraldi dentro i suoi.
Flash-back della sera prima.

“Dì qualcosa ti prego” Harry era imbarazzato da quel silenzio.
“Che cosa dovrei dire Harry? Che è stata tutta colpa tua? Sì, lo è stata. Che sei stato un deficiente? Esatto anche questo. Oppure vuoi sentirti dire che hai rovinato la nostra amicizia? Lo hai fatto. Mi hai ferito? Sì. Ed eri il mio migliore amico. Dio non ci posso credere. Magari tu ti consideravi solo quello, ma per me eri molto di più. Credevo di amarti e quindi quando ho sentito quelle parole, mi hai distrutto.


Il passaggio in macchina.
Susan sgranò gli occhi. Non poteva credere di aver detto veramente quelle cose. Gli aveva confidato tutto. Quella calma apparente di cui si era corazzata si era sgretolata come carta di fronte all’uragano dei suoi sentimenti.
Harry non aveva sicuramente i tratti da postumi da sbornia quella mattina, quindi lui sì che ricordava ogni cosa.
Ma era troppo codarda per parlarne in quel momento, avrebbe continuato a far finta di non ricordare nulla.
Scosse la testa.
“No.” Pausa
“E’ un bene o un male?” provò a sondare con fare innocente.
“Entrambi credo.” Harry si strinse nelle spalle.
Susan teneva ancora la mano di Harry e salirono le scale insieme, in un silenzio carico di pensieri, di parole non dette, ma non in imbarazzo.
“Solo una cosa, come sono finita qua ieri notte?”
Entrarono in camera di Harry e lui andò ad aprire le tende e le finestre, facendo entrare la luce di mezzogiorno, inondando la stanza.
“Come presumo ti sia accorta, ieri sera non eri molto sobria e dopo aver vomitato, ti ho portato a casa perché non ti reggevi nemmeno in piedi.”
“Ti sei confuso?” domandò sarcastica lei.
“No. Perché’?” disse corrucciato lui.
“Io non abito in casa tua, sai com’è casa Williams, due vie più in là, svolti l’angolo …” gli spiegò il tragitto per arrivare a casa sua.
“Ieri non avevi le chiavi di casa, anzi, solo il telefono.” Alzò le spalle lui “Non trovavo Coraline e gli altri e allora ho pensato di portarti qui.” Finì di spiegare.
“Oddio Coraline!” si picchiò una mano in fronte. Pessima mossa, dato che la testa riprese a pulsare. Ecco, dopo la festa sarebbe dovuta andare a dormire a casa della sua migliore amica, e per di più non l’aveva nemmeno avvisata.
Altro sprazzo nella memoria.
“Era un’allucinazione o ieri ho visto Coraline e Liam insieme?” chiese al ragazzo che rovistava nell’armadio a muro.
“Credo di averli intravisti anch’io, ma ieri sera avevo altro per la testa.”
Lei lasciò cadere l’ultima parte della frase e saltellò per la stanza silenziosamente. Sapeva dei sentimenti di Liam per Coraline e li aveva da sempre visti come una coppia perfetta, sperava con tutto il cuore che finalmente lei se ne fosse accorta. Liam semplicemente giusto per Coco, come due pezzi di puzzle che s’incastrano alla perfezione.
Harry si voltò e le lanciò i vestiti che indossava la sera prima.
Susan li prese al volo e lo fissò.
“Mi hai messo te questa maglietta?” ne sarebbe stata alquanto sconcertata se fosse stato vero, ma non vedeva altra soluzione.
Harry esitò mordendosi un labbro.
“Era buio e ti giuro che non ho visto nulla!”
“HAROLD EDWARD STYLES COME TI SEI PERMESSO?” Quasi urlò lei rossa in volto, un misto tra imbarazzo e rabbia.
Gli tirò addosso la prima cosa che gli capitò in mano. Un cuscino. E lo centrò in pieno.
1-0 per Susan.
Harry si parò le braccia davanti al viso mentre veniva bersagliato da un secondo cuscino e da un terzo.
3-0 per Susan.
Poi la prese per i fianchi e la sollevò da terra come se fosse una foglia e la bloccò sul letto.
“Suz, calmati.” Soffocò una risata.
“Calmarmi? Che diritto avevi di cambiarmi? E poi cosa ti salta in testa? Avrei potuto tranquillamente dormire con i miei vestiti!” Lei era furente e per nulla in vena di scherzare. Non si sentiva propriamente violata, ma quasi. Non si ricordava se era cosciente o meno quando lui l’aveva spogliata. Si dimenò sotto la presa ferrea del ragazzo.
“Suz, io ti ho solo tolto le scarpe e dato la maglietta che mi hai chiesto. Il resto hai fatto tutto tu!”
“Stai mentendo per pararti il culo Styles.”
“Non sto mentendo e non chiamarmi con il mio cognome che non mi è mai piaciuto. Non ricordi davvero? Siamo sempre stati Hazza e Suz io e te.”
Susan si calmò un poco quando pensò che Harry non le avrebbe mai fatto una cosa simile senza il suo consenso, la conosceva troppo bene e sapeva che l’avrebbe odiato a vita se si fosse azzardato a farlo.
E poi lei non era una delle sue puttanelle.
Harry osservò Susan mentre sotto di lui si rilassava, rassicurata forse dal ricordo del loro rapporto.
“Dove hai messo il mio cellulare?”
“Sul comodino.”
“Puoi anche lasciarmi adesso eh.” Gli disse Susan accennando alla presa sui suoi polsi.
“Scusa.” La lasciò andare.
Susan prese il suo I-Phone.
Quattro chiamate perse.
Tre messaggi.
L’avevano cercata sia Coco che Zayn.
Oh Zayn.
Si ricordò della chiacchierata sulle scale. Del Jack Daniel’s. E del ballo.
Dello sguardo di Louis che aveva capito che qualcosa non andava.
Delle mani fresche di Harry che l’avevano aiutata mentre vomitava.
Si ricordò della loro canzone.
Mandò un messaggio a Coraline con scritto che sarebbe andata da lei dopo pranzo e che stava bene.
-Dove sei? Non ti trovo più.-
-Hai bisogno di un passaggio per tornare a casa?-
-Buonanotte Suz.-

Dicevano i messaggi del moro.
“Tieni se vuoi farti una doccia.”
Harry gli passò degli asciugamani puliti.
“Faccio in un lampo.”
Fece per andare verso il bagno poi si girò verso il riccio.
“Ah, Hazza. Grazie per ieri.”
Lui le sorrise semplicemente.


“E’ stata una fortuna trovare una paio di shorts di Gemma che non ti stessero larghi tesoro!”
Harry rise, guardando i capelli umidi di Susan ricadere sulle spalle, scomposti.
“Devo ringraziarti Anne, per avermi fatto mangiare le lasagne più buone del mondo.”
Indicò il piatto vuoto, sporco di pesto, mentre puliva la forchetta e appoggiava le mani sulla pancia piena.
“Che esagerata.” Anne fece finta di pavoneggiarsi e scoppiò a ridere “E tu che ne dici Harry?”
“Buonissime, come al solito.” Si alzò dal tavolo per dare un bacio a sua madre che gli picchiò una mano amorevolmente sulla spalla. Poi prese i piatti vuoti e i bicchieri, mettendoli nella lavastoviglie.
“Che ruffiano che sei.” Scosse la testa ridendo ancora.
“Anne, lasciatelo dire, non sei cambiata per niente.”
Susan le sorrise.
“Non posso dire lo stesso di te, mia cara. Guardati, sei diventata una bellissima ragazza. Dove metti tutto quello che mangi?” Accennò alle sue gambe asciutte.
Susan continuò a sorridere abbastanza forzatamente, facendo cadere l’argomento mentre sentiva lo sguardo di Harry su di lei.
“Anne ora devo davvero andare, Coraline mi avrà dato per dispersa.”
Indicò l’orologio sulla parete.
“Come, di già?”
Harry non si era accorto del tempo che era già trascorso. Erano già le tre meno venti.
“Sì.” Si alzò da tavola prendendo il sacchetto con dentro la gonna e la canottiera della sera prima e diede un bacio ad Anne.
“Fatti vedere Susan, non aspettare altri tre anni prima di venirmi a trovare... D’accordo cara?”
Le sussurrò all’orecchio la donna.
“Ci proverò.” Le promise la ragazza.
“Harry vai ad accompagnare Susan, ci penso io qua.” Raccattò la tovaglia.
Susan e Harry andarono davanti al portone d’ingresso.
Si guardarono.
Lui si spostò i ricci dalla fronte.
Lei si sistemò la maglietta.
“Quella è la mia maglietta preferita, deve tornare indietro al padrone sai?”
Lui indicò la scritta.
Hipsta please.
“Lo so che è la tua maglietta preferita, te la riporterò domani a scuola, tranquillo.”
“Oppure potresti tenerla per un po’, così avremo un motivo per vederci.”
Il respiro di lei si spezzò.
“E’ una promessa questa?”
Susan sperava di sì.
“Solo se tu lo vuoi.”
Lei lo abbracciò di getto.
Lui la strinse a sé.
“Hazza mi sei mancato.” Gli sussurrò all’orecchio.
“Anche tu Suz.”
Inspirarono profondamente l’uno il profumo dell’altra, come per stamparlo nella memoria.
“So che ti ricordi perfettamente di cosa è successo ieri sera. Quando vorrai parlarne, io ci sono.”
Harry la guardò mentre spingeva sulla maniglia del portone.
“Ti sto dando una seconda possibilità, in memoria dell’amicizia che avevamo prima. Il resto cancelliamolo.”
Susan pensò a Zayn prima di formulare una risposta.
“Amici allora.” Harry era deluso ma non diede a vederlo.
“Promesso.”
E Susan uscì da casa Styles.







OCCHI A ME
Buon pomeriggio to everyone. Sono tanto felice che è quasi finita questa tortura di scuola. Ancora fino a venerdì poi non voglio più sentire parlare di logaritmi e ph fino a settembre! ewe
Dato che io sono tanto brava e non avevo nulla da fare ieri e oggi ho messo questo capitolo che per chi è pro coppia Susan-Harry sarà felice, mentre chi è pro Susan-Zayn vorrà uccidermi. lol
La verità è che non ho ancora bene deciso io da che parte stare quindi keep calm. Io amo Anne in questo capitolo c: 
Adesso ho in mente bene bene tutta la storia capitolo per capitolo, nel prossimo spoilerizzo che conosceremo un nuovo personaggio *rullo di tamburi*
Se proprio non avete nulla da fare recensite che adoro leggere cosa ne pensate della storia.
Siete tutti bellissimiiiiiiiii, vi amo. u.u
PS: Questo ragazzo ha diciannove anni gente! 

beijos b.
  
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