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Autore: Givememynameale    03/06/2013    6 recensioni
Hope, sedicenne inglese.
La sua vita; l'inferno. Qualcuno potrebbe salvarla da tutto ciò, solo se lei ci crede veramente.
'Avrò mai il mio lieto fine?'
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Secondo capitolo.


KEIRA. 'Entra Hope, sei in ritardo come il tuo solito. Non sai fare assolutamente niente, tanto meno venire in orario.' dice quella vipera con un sorriso da vera troia.
Entro in casa e butto per terra la mia borsa. Arriva quel ragazzino, Ernie il figlio di Keira e mio padre.
Approposito di mio padre; mi accoglie con un semplice 'Ciao Hope, come stai?'
HOPE. 'Bene grazie.' dico abbastanza secca.
Tutti noi sappiamo benissimo che non sono ben accolta in quella casa, ma devo farlo. Devo fingere, sono obbligata.
 
 
 
Terminata quell'orribile e tremendamente triste cena, mi alzo da tavola pronta per andarmene.
Mio padre si alza di scatto seguendomi, sia Keria e sia Ernie lo guardano in modo strano, non sapendo cosa stesse succedendo.
NOLAN. 'Hope per favore aspetta un attimo' si avvicina, stava per afferarmi il braccio quando io lo sento e subito mi scanzo. Non ce la facevo ancora.
HOPE. 'Senti papà, se cosi posso definirti ma lo faccio molto difficilmente, lo sappiamo entrambi che io vengo qui, in questa stupida casa tua e di quella soltanto perchè sono costretta perchè sono ancora minorenne. Quindi per favore lascia tutto cosi com'è, non voglio niente a che fare con tutto questo e non voglio ripetertelo.' dico, stanca delle solite parole che escono dalla mia bocca ogni fottuta volta che lo vedo.
NOLAN. 'Hope...Hope. Lo sai che io vorrei dimenticare tutto quanto vero? Lo sai come sono andate le cose e so anche io di aver sbagliato...non mi perdonerò mai per tutto quello che ti ho fatto passare, ma Hope sei mia figlia e non posso che non amarti. Non posso continuare cosi, fa male per tutti e due.'
HOPE. 'Fa più male quello che hai fatto a me!' urlo con la vista appanata a causa delle lacrime che stavano per fuoriuscire. Però mi trattenni. Non volevo dare uno spettacolino ridicolo. Non voglio piu essere la fragile Hope.
NOLAN. 'Non so come farmi perdonare...mi dispiace e te lo ripeterò sempre'
HOPE. 'Non mi basta l'ennesimo "mi dispiace". Ringrazia il cielo se non ti ho denunciato come minimo. Anzi ti ho perdonato per tutto quanto. Tu avevi bisogno di me, ormai Olivia non c'era piu; non potevi perdere anche un'altra figlia. Infatti io ci sono stata per te comunque, ho sopportanto tutto quanto. Ma non mi chiedere mai più di riprendere come prima, perchè questo è gia troppo. Mi fai schifo come persona, come uomo, come padre.' basta non ce la facevo piu a trattermi e cosi le lacrime iniziano a scendere tristi sul mio viso; ancora piu triste e disgustato e impaurito dai ricordi che si facevano sempre piu strada nella mia mente.
NOLAN. 'Lo so...Ciao Hope, alla prossima settimana. Scusa ancora'
Uscii di casa asciugandomi le lacrime. Come ogni mercoledi avevo trascorso una fottuta serata di schifo. Dio non ce la facevo più.
 
 
 
Arrivo a casa, stanca, stanca di tutto, stanca di tutti questi ricordi che continuano a percorrere nel mio cervello; stanca del dolore che ho subito, stanca del dolore che ho ancora adesso, stanca di tutta questa merda.
Vado in bagno incoscente di quello che stavo per fare. Avevo milioni di pensieri in testa in quel momento ma uno in particolare si sopraggiungeva agli altri.
Prendo il mio rasoio, gli stacco delicatamente la lametta.
Sono pronta. Non lo facevo da tanto tempo. Rinominare Olivia stasera ha soltanto peggiorato le cose dentro di me.
Mi manca, mi manca tutto di lei. Era mia sorella, la mia sorellona. Non doveva morire cosi cazzo, non lei.
Ecco che il dolore inizia a sentirsi, ecco che i ricordi fanno ancora piu male. Quelle mani sul mio corpo a buttarmi giu dal letto, schiaffeggiarmi, darmi i pugni, calci. Tutto ciò, anche se era in questo momento un orribbile ricordo, faceva piu male di quella lametta infilata nella mia coscia.
Inizio a non vedere bene, per colpa delle lacrime che stanno scendendo a fiume dai mie occhi. Mi sento morire dentro e per questo voglio continuare.
Li su quella lametta che spingeva sempre piu a fondo e sempre in piu punti della mia coscia, c'era tutto il dolore, l'odio, la tristezza che avevo dentro. La morte di Olivia, le mani di mio padre su di me, che mi facevano ogni sera sempre piu male, le urla di mia madre ubriaca; Logan.
Non lo facevo da quasi un anno ormai, avevo smesso di farmi del male ma ho continuato a distruggermi comunque; ma dall'interno.
Sangue, sangue, riesco a vedere solo sangue per terra e sulle mie cosce. Sono distrutta, sfinita. La smetto perchè non ho piu forze, per stasera.
Mi rialzo piano e mi appoggio un asiugamano bagnato e lo stringo sulle cosce, in modo da fermare la fuori usicita del sangue.
Mi guardo allo specchio, sono terribbile. Abbasso lo sguardo e vedo in pavimento; ancora peggio.
Iniziando a non sentirmi in condizioni di rimanere in piedi mi sdraio sul letto con ancora l'asciugamano sulle cosce.
Di colpo mi addormento, senza pensare alle conseguenze che mi sarebbero capitate se avessi continuato sempre più forte di prima.
 
 
 
Sono le 7 di mattina, mi alzo da sola senza la sveglia del cellulare dato che mi ero scordata di impostarla il giorno prima.
Vedo il letto sporco di sangue ma noto che ha smesso di scorrere sulle mia cosce.
Mi manca gia la sensazione di quella lametta. E' come se ogni volta mi staccassi dal mondo.
Faccio una doccia veloce. Sono pronta per ricominciare con la solita e finta vita del cazzo. 
Dopo essermi vestita e truccata esco di casa per andare a scuola.
Ho un sorriso finto sulle labbra, non voglio dare nell'occhio ne tantomeno sentirmi chiedere cosa sia successo. Non voglio parlare dell'accaduto di ieri sera con nessuno, nemmeno con Lola. Le avevo promesso che avrei smesso. E cosi feci per un anno, ma ieri non ce la facevo piu; quella era un'attesa infinita.
Presi il mio cellulare dalla borsa, notai che avevo sei chiamate perse da Anne e Kels di ieri sera e due messaggi di Harry. Nessuna notizia di Lola. Sorrisi, sapendo gia come fossero andate le cose ieri sera al concerto, soprattutto a Lola.
Cosi uscii in cortile per chiamare Harry e avere notizie. Oggi Anne e Lola non sarebbero andate a scuola dato che la loro classe di fisica andava in gita in un laboratorio e quindi sarei stata con il mio Styles e Kels.
Uno squillo, due, tre, quattro, cinque. Attaccai, mi avrebbe richiamata sicuramente, era solito da lui.
Feci per avviarmi verso l'interno dell'istituto quando notai che un ragazzo stava andando veloce con lo skateboard davanti alla scuola. Era bellissimo, affascinante. Non vedevo bene il viso dato che era leggermente coperto da un cappellino della Obey con una visiera, però mi sembrava cosi perfetto; il modo con cui si muoveva con quell'affare, sembrava quasi che volasse.
La campanella suonò e mi riportò alla realtà. Il misterioso e bellissimo ragazzo aveva ormai superato la via della mia scuola, quindi rientrai.
Per tutta la prima ora pensai a lui. LUI. Ma che cavolo dico? Non so nemmeno chi è, non saprà della mia esistenza e non lo rivedrò mai più in tutta la mia vita. Però qualcosa continuava a martellare nella mia testa...la sua immagine mi faceva ripercorrere quel momento in cui quel ragazzo al negozio mi aveva sfiorata.
Stavo esagerando, dovevo tornare alla realtà, cosi iniziai a seguire la lezione.

  
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