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Autore: Ninriel    03/06/2013    4 recensioni
Una ragazza snob, una madre inquietante e una casa da sogno. Questa è la vita di Allison. Ma non tutto è come sembra. Non se lei ha dei tatuaggi sulla schiena, tatuaggi che sono sulla sua pelle fin dalla sua nascita, e che nessuno si sa spiegare. Non se un giorno come gli altri appare un ragazzo che nessuno ha mai visto, che le fa scoprire un mondo un mondo misterioso, un mondo in cui tra bene e male non c'è più differenza. Non mondo in cui tutto è possibile. Il loro mondo.
--[DAL CAPITOLO 1 ]--
La ragazza raccolse i lunghi capelli in un asciugamano, e scostando l'accappatoio si guardò la schiena, riflessa nello specchio.
Sotto i suoi occhi, si stagliava un intrico di linee vorticose, nere come la pece, che terminavano in quattro punte spigolose, due appoggiate sulle spalle e sulle scapole, due arrotolate morbidamente sui fianchi.
[...] Quando le osservava, le veniva in mente una sola parola per descrivere quelle strane linee, così aguzze e impenetrabili, eppure così aggraziate: Ali.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap due: sogni -persa nel  nulla-
 
Volava, eppure nulla le era sembrato così vicino prima d'ora.
le strade, i campi, i grattacieli.
Tutto sembrava oltrepassare  le nuvole e avvolgerla.
Senza lasciare traccia del suo passaggio
La quiete, perfetta, venne bucata da un urlo lacerante. 
Il sole si oscurò, cedendo il posto alla notte.
Una notte senza stelle, nè luna. 
Una notte buia, popolata solo da quell'urlo terrificante...che continuava a ripetersi... ancora...ancora... ancora.
L'oscurità della notte scomparve, risucchiata in un vortice vermiglio.
Paura.Rabbia. Angoscia. paura.Rabbia.Angoscia
tre emozioni ripetute all'infinito.
E quell'urlo... sempre più forte... sempre più terribile... sempre più devastante.
Ancora.... Ancora...ancora..
 il  vermiglio divenne verde... 
un verde rassicurante, migliaia di sfumature concentrare in un unico colore.
Sfumature che si rivelarono, 
fino a diventare voragini nere e profonde.
Morte.
 
Allison si alzò all'improvviso, una mano stretta sul lenzuolo, l'altra che correva al comodino, nel tentativo di accendere la luce. Quando finalmente trovò il pulsante, la stanza venne illuminata da una soffusa luce color rame, intonata alla mobilia e alle pareti della stanza.
Era stato solo un incubo. Solo un incubo. Solo un incubo Si ripetè mentalmente, cercando di stabilizzare il respiro affannato.
Toccandosi la testa scoprì di avere i capelli sudati attaccati alle tempie e al pigiama, anch'esso bagnato di sudore. Si alzò ancora tremante dal letto e si affaciò alla finestra. Fuori, regnava la quiete. Allison osservò le abitazioni circostanti, tentando di intravedere un segno di vita, un movimento, qualcosa che le dicesse "Hey, Allison, va tutto bene". Ritornò nel letto con passo malfermo, ma appena si stese, senti un gelido brivido correrle lungo la schiena, come se una mano l'avesse appena sfiorata. Con gli occhi spalancati dal terrore, si guardò intorno, alla ricerca dell'individuo a cui la gelida mano apparteneva, ma non vide nessuno. Devo essere veramente impazzita Si disse adagiandosi nuovamente tra le coperte calde. Quell'urlo le rimbombava ancora nell'orecchio, in un eco sempre più fievole ma ugualmente terrificante. Quando finalmente riuscì a prendere sonno, i suoi pensieri furono popolati da strane apparizioni, inquietanti come solo gli incubi possono essere.

Driiiiiiiiinnnnn driiiiiiiiinnnnn
Allison mise la testa sotto il cuscino, cercando di coprire l'assurdo baccano fatto dalla sveglia, ma senza risultato. I sogni di quella notte le tornarono in mente all'improvviso, facendole salire in gola un conato di vomito. Non dormiva così male da quando era piccola. Allora, gli incubi erano ricorrenti, sempre diversi e sempre agghiaccianti. Ogni notte tornavano, e ogni notte lei si rannicchiava nel piumone, tentando di scacciarli, quasi fossero palpabili. Quando poi, all'età di nove anni erano spariti, lei sperava non tornassero più. A quanto pare aveva sperato invano.
Evviva la felicità si disse alzandosi dal letto e dirigendosi verso il bagno.
I segni della nottata insonne erano evidenti sul suo viso pallido, e le palpebre sembrava dovessero chiudersi da un momento all'altro.
 Oddio. Mamma mi ucciderà quando mi vedrà in questo stato. Per lei l'apparenza è tutto, e io sembro uno zombie. No, non sarà felice. 
Si sciacquò il viso, si vestì e cominciò a truccarsi, abbondando con il correttore, là dove i segni della stanchezza erano più evidenti. 
Allison sapeva di essere attraente, ed un po' per soddisfazione personale, un po' per ordine di sua madre, faceva sempre sfoggio della sua bellezza. Quel giorno però non le andava di truccarsi troppo, così optò per un pò di matita nera, un tocco semplice,  che però accentuava visibilmente il colore dei suoi occhi, dando loro una sfumatura cobalto,e la faceva apparire fredda e calcolatrice.
Perfetto. Oggi non avrò rogne. Si disse soddisfatta guardandosi allo specchio.
Aveva scelto dei pantaloni neri aderenti della Guess, abbinandoli ad una larga maglia dorata, stretta in vita da una fascia dello stesso colore il tutto completato da All Stars nere a stivaletto. 
A casa sua, vestirsi firmato era dato per scontato. Nichole spendeva un capitale in vestiti, ed esigeva sempre la perfezione in fatto di abbinamenti, senza lasciare spazio al gusto personale.
Essere ricchi dava molti privilegi, e Allison veniva invidiata da moltissime ragazze: invidiata per il guardaroba di vestiti firmati, per la decappottabile parcheggiata nel garage, regalo dei suoi sedici anni, o per la bellissima casa in cui viveva. Tuttavia sotto l'apparente agio della sua quotidianità, si nascondevano tutte le imposizioni della madre.
Presa da questi pensieri, la ragazza scese  le scale ed entrò in cucina. Anche lì, dove la famiglia non entrava mai, e dove solo le domestiche si recavano per cucinare, tutto trasudava ricchezza. Il piano cucina in marmo, le sedie, l'arredamento moderno, componenti che erano tutto tranne che funzionali, e che avevano il solo scopo di impressionare gli ospiti, nella cucina come nel resto della casa.
-Ciao Sally!- esclamò salutando la domestica intenta a preparare la colazione
-Buongiorno signorina. Sono felice di vederla di buon'umore. - rispose lei continuando a mescolare quella che sembrava una brodaglia verdastra, e che probabilmente faceva parte di una delle assurde diete di sua madre.
Sally era l'unica, oltre alla madre, a sapere della messinscena di Allison, ed era anche l'unica con cui la ragazza ne parlasse, e si sfogasse su quanto la madre fosse ingiusta con lei.
-Non ha ancora messo la maschera, signorina? Ho l'impressione che ultimamente sia sempre più impolverata.- Aggiunse Sally girandosi a prendere un biscotto dalla dispensa.
Allison capì subito quello che intendeva, e si stupì della sua perspicacia. Ultimamente i momenti in cui lasciava libera la parte di ragazza snob e superficiale erano sempre meno, dato che cercava di ridurre le uscite pomeridiane e le cene con le amiche da quando si era resa conto di aver difficoltà a tirar fuori la propria personalità. Ciò le faceva paura, poichè pur avendo più volte desiderato essere una ragazza da copertina, aver quasi raggiunto il suo scopo le faceva capire come in verità odiasse fingere.
-Uh.. si hem... nulla di grave, cercherò di provvedere-, rispose evasiva cercando di minimizzare.

#####

-Allora ragazzi, spero che la dinamica dei fluidi sia chiara, perchè la prossima settimana ci sarà una verifica a sorpresa.- dichiarò il professor Starcy con un sorrisettto irritante stampato in faccia mentre le esclamazioni di disappunto degli alunni riempivano la classe.
Quest'uomo non smetterà mai di stupirmi Pensò Allison la facilità con cui riesce a farsi odiare dalla classe è sorprendente. 
Anche quel giorno era riuscita a essere se stessa, ed era soddisfatta di non aver dovuto ancora umiliare nessuno per marcare il proprio dominio davanti alle sue amiche. Almeno fino ad ora si disse sentendo dei passi affrettati arrivare vicino al suo armadietto, che si chiuse di scatto lasciando il posto al viso (rosso per la corsa) di una ragazza longilinea, bionda e con due grandi occhi azzurri che la fissavano strabuzzati. Si va in scena.
-AllyAlly-non-puoi-capire-cosa-è-successo!! - La assalì ignorando la sua espressione infastidita.
Natasha, una delle sue "migliori amiche" era la più esuberante del gruppo, ed era la prima persona che veniva a sapere i nuovi pettegolezzi. Molte ragazze si chiedevano come mai fosse stata inclusa nell' "elite", il loro gruppo, e Allison si giustificava dicendo che la sua era una famiglia benestante, e aveva diritto di essere lì. La verità era che Nathasha aveva una sincerità disarmante, che rendeva facile parlare e divertirsi con lei. Era, insomma, una delle poche persone con cui Allison si sentiva sempre a proprio agio. Anche lei aveva i suoi difetti, compresi il gusto per gli scandali e il fatto che andasse con un ragazzo diverso al mese, ma sapeva quando era il caso di avere un pò di serietà.
-Bob e Tracy si sono lasciati?- le domandò distratta.
-No.... sei lontana anni luce!- Le rispose la ragazza strattonandola per il corridoio, tanto che Allison dovette tirarla per un polso affinchè rallentasse.
-Comunque...- Continuò lei affrettando nuovamente il passo. 
-Non si tratta di Bob e Tracy,  ma di Lucas e Phoebe. Ci credi che hanno rotto? Erano una coppia così affiatata... e poi stavano insieme da due anni... - fece una pausa.
-Magari riuscissi io ad avere una relazione stabile come la loro – aggiunse ridacchiando tra sè e sè.
-Hey... Ally ! Mi stai ascoltando?- Esclamò Natasha quando si accorse che l'amica non pronunciava parola.
-Si.. Si continua.- Rispose lei senza ascoltarla veramente, ma a Natasha bastò, perchè riprese il suo racconto come se nulla fosse.
-Bhe, dopo la partita del'altro giorno Lucas è finito a letto con una cheerleader... Phoebe lo ha scoperto ed è andata con suo fratello. Però Bea, quella di terzo .. quella bassa... vabbè hai capito... ecco , lei...- le parole di Natasha si persero in un chiacchiericcio indefinito.
All'improvviso Allison sentì la schiena bruciarle, come se un insetto  le avesse lasciato tante dolorose punture sulle scapole e sui fianchi.La sensazione però scomparve così come era arrivata, quasi nulla fosse mai successo.
Sarà la stanchezza pensò senza preoccuparsi.
-...E un pugno tira l'altro, così sia Lucas che il fratello sono finiti in infermeria con lievi contusioni al volto- Concluse Natasha soddisfatta. Erano uscire in giardino, e intorno a loro si era radunato il solito gruppetto, in attesa di ricevere ordini.
-Hai saputo di Lucas e Phoebe? Che vergogna!- esclamò una di loro con espressione disgustata, mentre altre commentavano l'accaduto con commenti maligni.
-Dove trova il coraggio per venire a scuola... -
-Da non crederci... povero Lucas... Phoebe avrebbe fatto bene a tenerselo stretto...-
-Sicuramente non è stata colpa sua! L'alcool fa brutti scherzi a volte...-
Allison cercò di seguire il discorso, senza tuttavia riuscirci. Quando Natasha si era soffermata sui dettagli,  non aveva badato molto a quello che diceva, poichè aveva sentito uno sguardo su di sè, e poi quel bruciore alla schiena.
Si augurò che la sua espressione sembrasse interessata, anche se la sua mente si trovava altrove... ed in quel momento non aveva nessuna intenzione di ritornare al presente.
-Guardate!! Phoebe è lì all'angolo!- Un'esclamazione più alta delle altre riscosse Allison dai suoi pensieri.
-Dovremmo darle una lezione! Lucas non meritava di essere trattato così!-
Tutte si girarono verso Allison, in attesa. 
Ma che... non si aspettano che io vada a torturare una povera ragazza... e colpevole poi di cosa?... Pensò disorientata, rimpiangendo di non aver prestato attenzione a Natasha quando ne aveva avuto la possibilità. 
-Hem... sì, decisamente non può passarla liscia!- Disse cercando di immedesimarsi nella ragazza snob e senza scrupoli che di solito diventava dentro le mura scolastiche.
Indicò una delle ragazze più vicine, Vicky. Era conosciuta in tutta la scuola come una delle più temibili dell'Elite, e non avrebbe avuto problemi a dare al gruppo il divertimento che desideravano, maltrattando Phoebe.
-Tu! Vai e falle vedere di che pasta siamo fatte! Non sia mai che un povero ragazzo venga fatto soffrire così alle nostre spalle!- Ordinò. 
Non appena le pronunciò, Allison si rese conto di quanto assurde suonassero le sue parole, Quale ragazzo sano di mente si farebbe maltrattare da una ragazza dolce come Phoebe ? Pensò osservandola da lontano mentre si preparava a ricevere insulti e angherie da parte del gruppetto che si stava avvicinando minaccioso. Natasha era l'ultima, e le fece esegno di sbrigarsi. Quando arrivarono davanti a Phoebe, la ragazza strinse le labbra, fissandole con evidente astio. 
Allison sillabo "scusa" con le labbra senza farsi vedere da Vicky e dalle altre, pronte all'attacco. 
Il cortile era gremito di gente, perchè la pausa pranzo era appena cominciata, e molti stavano osservando la scena, compatendo Pohebe.
-Bene bene bene...ti sei divertita?- Chiese Vicky sorridendo.
-Con il fratello di lucas, intendo. Corre voce sia vergine... bèh, che lo fosse prima di venire a letto con te- continuò con un dolce sorriso stampato sulla faccia. Chiunque la avesse vista di sicuro non le avrebbe dato il ruolo di angelo cattivo, con quegli occhioni che diventavano grandi e luccicanti quando stava per chiederti qualcosa, e la silohuette che si ritrovava, era più adatta ad una rivista di Liu-Jo che al ruolo di antagonista in una serie televisiva.
Vedendo che Phoebe non reagiva,Vicky affondò il coltello nella piaga -Avete usato le precauzioni?- disse innocente.
-Immagino che con la gravidanza di due anni fa... quando ti eri appena messa con Lucas, tu non abbia avuto molte occasioni per andare a letto con qualcuno- Disse con tono comprensivo, come se sapesse di cosa stava parlando.
Phoebe strinse i pugni, quasi volesse aggredirla lanciandole occhiate di fuoco. Un osservatore esterno si sarebbe chiesto come mai non rispondesse, ma lì a scuola tutti sapevano che Vicky era bravissima a rigirare le parole di chiunque, e che  qualunque cosa Pohebe avesse detto, le si sarebbe ritorto contro.
Vicky si girò verso gli altri tavoli, sapendo che molti stavano origliando.
-Non una parola con nessuno riguardo questa storia... non vogliamo che Lucas sappia di aver perso la possibilità di diventare padre- Disse alzando la voce, e assicurandosi che tutti la sentissero, poi, si avvicinò a Phoebe fino a trovarsi ad un palmo dal suo viso, e la fissò rimandandole tutte le occhiate infuocate fino ad allora da lei ricevute.
-Non preoccuparti, provvederò io a farlo sapere al tuo ragazzo. - Fece una pausa ad effetto, e poi con espressione contrita si corresse – Ops... ex ragazzo.-
Così dicendo si allontanò ancheggiando, seguendo Allison che era stata la prima a muoversi, dopo aver lanciato un occhiata di scuse verso Phoebe, arrossita dalla vergogna e dall'umiliazione.
Si sedettero sul tavolo centrale, loro proprietà fin dall'inizio del liceo.
Intorno a loro rieccheggiavano le risate ed il chiacchericcio successivi agli scandali scolastici.
Allison si guardò intorno, mentre un brivido freddo le correva lungo la schiena.Si sentì osservata. Uno sguardo calcolatore, freddo, che inspiegabilmente le riportò alla mente il sogno della notte precedente. L'urlo le risuonò in testa prepotentemente, e lei seppe subito, inconsciamente, che apparteneva alla stessa persona che in quel momento la stava fissando con tanta insistenza.
Girò lo sguardo verso  l'entrata della scuola, e scorse un gruppo di ragazzi dirigersi verso di loro, in formazione Alfa, come la chiamava Natasha.
- Sono arrivati i ragazzi... wow..-
-Eccoli! Quanto sono fichi... magari riuscissi a mettermi con uno di loro..-
-Guarda Niall... sembra uscito da Vogue..-
-Sono sicura che giocheranno tutti alle nazionali tra qualche anno..-
I commenti delle ragazzine più di secondo e terzo fecero sorridere Allison. Non sapevano quanto erano fortunate a non aver avuto a che fare con il "gruppo di Football". Erano tutti ragazzi sprezzanti, boriosi, a cui importava solo dei propri bicipiti e della propria popolarità. Il gruppo era sempre lo stesso da circa due anni, poichè era difficile entrare, e tanto più farsi un nome nella squadra, tuttavia quel giorno a capo della formazione alfa c'era un nuovo ragazzo, che nessuno aveva mai visto, che precedeva il gruppo come se lo avesse fatto da sempre.
Si guardava intorno, lanciando sguardi provocatori a chiunque gli capitasse sotto tiro, e sensuali alle ragazze che gli passavano accanto bisbigliando fra loro. 
La sua andatura rivelava che nella scuola da dove veniva, aveva fatto il leader, e che era intenzionato a farlo anche ora, senza paura di possibili rivalità.
Allison lo osservò, (come tutti del resto) mentre si avvicinava con passo sicuro, fermandosi a poca distanza.
Era alto, e ricco a giudicare dai vestiti. La maglia aderente fasciava gli addominali scolpiti e le braccia muscolose. La sua bocca dischiusa in un sorriso di superiorità, gli zigomi alti e  i ciuffi di capelli neri, uguali ai miei pensò subito Allison, le richiamarono alla mente ricordi che avrebbe voluto rimanessero sepolti. Ricordi dolorosi, anche per chi come lei aveva toccato il fondo ed era risalita. 
Ricordi che ora non causeranno problemi Pensò risoluta fissando lo sguardo in quello del ragazzo misterioso.
Il suo cuore perse un colpo, così come, ne fu certa, quello del ragazzo.
I suoi occhi erano vortici profondi, di un verde irreale. Migliaia di sfumature concentrare in un unico colore. Lo stesso verde del suo sogno. Quel verde che nel suo sogno si rivelava essere una trappola mortale.  Quel verde che, ne era certa, aveva già  visto. 
Il suo sguardo si agganciò a quello del ragazzo, nel quale lesse lo stesso stupore, come una calamita, e una scarica la scosse da capo a piedi. Improvvisamente Allison sentì la schiena bruciarle, come se vi avessero poggiato un tizzone ardente, e vide lo stesso dolore negli occhi verdi del ragazzo, mentre le mancava la terra da sotto i piedi, e scivolava nell'incoscienza. 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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