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Autore: Tinkerbell92    03/06/2013    2 recensioni
I Sessantanovesimi Hunger Games stanno per cominciare.
Nym Seabell, una ragazza del Distretto Quattro, decide di offrirsi volontaria, sapendo che, in caso di vittoria, le sue sorelle non sarebbero costrette a partecipare in futuro.
Fino al momento di scendere nell'Arena, Nym ha in testa un solo pensiero: vincere a qualsiasi costo.
Tuttavia, nella sua mente iniziano ad insinuarsi dei seri dubbi non appena inizia a conoscere meglio gli altri tributi e le loro storie, che la portano a riflettere seriamente su ciò che vuole in realtà.
Merita davvero più degli altri di sopravvivere?
Forse la risposta è no. Quei ragazzi, esattamente come lei, hanno un motivo per tornare a casa vivi, hanno qualcosa per cui lottare.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Finnick Odair, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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La luce fosforescente che entra dai finestrini mi ferisce gli occhi. Quasi mi vien da pensare che a Capitol persino il sole sia finto.
Non siamo ancora in città, ma ormai manca poco.
Getto un’ultima occhiata allo specchio in camera, aggiustando le pieghe del mio vestito azzurro, dopodiché mi dirigo verso il Vagone Ristorante, dove Finnick sta passeggiando su e giù con aria tranquilla.
- Pronta per il grande debutto?- mi dice, non appena si accorge di me.
Do un’alzata di spalle e rispondo semplicemente: - Ho alternative?
Lui mi si avvicina lentamente, mi scosta gentilmente un ciuffo dalla fronte e sorride: - Ti ameranno.
Non so se voglio farmi amare. Insomma, ovvio che mi interessano gli Sponsor, però non so quanto amore si possa provare per qualcuno che ha in programma di uccidere tutti i tributi avversari. O almeno la maggior parte.
Sì, quelli di Capitol potrebbero amarmi, loro adorano vedere i tributi psicopatici che fanno a pezzi gli altri. Ma la gente degli altri Distretti? Di certo inizieranno ad augurarmi peste e corna non appena farò fuori il mio primo avversario.
River entra pigramente nello scompartimento, accenna un impercettibile “Buongiorno” e si siede davanti ad uno dei finestrini.
- Tra poco saremo in stazione- mi avverte Finnick – Credo sia meglio vi facciate vedere entrambi.
Annuisco e prendo posto silenziosamente di fronte al mio compagno, scambiando con lui delle brevi occhiate diffidenti.
Non appena giungiamo a destinazione, una specie di flash abbagliante ci costringe a chiudere gli occhi. E’ impossibile guardare quella folla scatenata senza avere giramenti di testa.
I colori delle vesti e delle parrucche sono così… accesi, fosforescenti… fanno venire voglia di tirare una secchiata di pece addosso alle persone, in modo da renderle un po’ più guardabili.
- Cercate di essere carini- ci suggerisce Finnick, affacciandosi – Iniziate a conquistarli già da adesso.
Delle grida eccitate attirano subito la mia attenzione e mi ci vuole poco per capire che i capitolini hanno già individuato il nostro Mentore attraverso il finestrino.
Finnick agita la mano in segno di saluto, scatenando un’ovazione. Provo ad imitarlo, accennando un lieve sorriso ed un educato cenno con la mano.
River continua a fissare la folla con aria impassibile, senza lasciar trasparire alcuna emozione.
- Non penso che un bel faccino basti- gli dico, con aria severa – Prova almeno a mostrarti un po’ simpatico. Sono un branco di idioti, ma idioti ricchi. Non ti costa niente salutarli.
Il mio compagno mi lancia uno sguardo dubbioso, poi, senza batter ciglio, inizia a salutare, anche se non c’è verso di strappargli un sorriso.
Il treno si ferma e noi, accompagnati dai Mentori e da Tethra, scendiamo lentamente, venendo subito investiti da un esercito di giornalisti che ci puntano le telecamere in faccia e ci scattano delle foto. La stazione pullula di gente, quasi mi sento un po’ soffocare. Dannata claustrofobia…
La folla ci acclama, anche se non conosce ancora bene i nostri nomi, e nei loro sguardi entusiasti leggo un solo pensiero: noi siamo i loro nuovi gladiatori.

Il Centro Immagine non è affatto rassicurante, nonostante sia decisamente meno affollato del resto del palazzo.
Me ne sto in piedi, appoggiata contro un muro, avvolta in un succinto accappatoio bianco che mi lascia completamente scoperte le gambe e ancora gocciolante per via delle recente doccia.
Le troupe di estetisti corrono qua e là, ogni tanto scorgo il volto di una delle mie prossime avversarie.
Le mie estetiste sono tre ragazze: Leticia, Gisele e Gabby. Tutte di età compresa tra i venti e i venticinque anni e tutte abbigliate in maniera decisamente singolare, ossia secondo la moda di Capitol.
Leticia ha la carnagione color bronzo dorato, un fisico atletico, lunghi capelli neri con i riflessi blu e occhi color ghiaccio, con la pupilla piccolissima che li fa sembrare perennemente spalancati.
Indossa una specie di body azzurro, decorato con finte squame di pesce, e dei pantaloni all’orientale semi-trasparenti.
Gabby non è molto alta, ha le forme tonde, le guance piene ed un seno decisamente generoso. I suoi capelli arancioni sono ricci e raccolti in una coda un po’ sbilenca, i suoi occhi sono grandi e color verde acquamarina ed suo naso è coperto da una leggera spruzzata di lentiggini. La sua pelle ha un colore leggermente rosato e uniforme. Avvolta nel suo abito bianco e ocra, mi ricorda un po’ una dea della fertilità.
Gisele, per finire, è un qualcosa di davvero straordinario: la sua pelle chiara è truccata in modo da emanare una luce azzurrina in alcuni punti del corpo. Ha i capelli lunghi, che partono da un color castano dorato dall’estremità della fronte – suppongo sia il loro colore naturale – e vanno via via sfumando nelle varie tinte dell’arcobaleno. I suoi occhi sono argento, lo stesso colore del vestitino che copre il suo corpo leggero e snello, e le sue orecchie sono leggermente appuntite. Sembra quasi una fatina uscita da un libro di fiabe.
- E’ una fortuna avere una Favorita da sistemare- commenta Leticia, facendomi togliere l’accappatoio bianco – Le ragazze Favorite sono sempre già belle pulite e sistemate. Ti sei depilata di recente, vero?
- Ehm… sì- rispondo un po’ incerta, resistendo a fatica alla tentazione di coprirmi le nudità – Giusto ieri, prima della Mietitura…
- Hai fatto bene- mi sorride Gabby, agitando una strana lozione – Così ti dovremo dare solo qualche ritocco, senza ricorrere alla ceretta.
Lancio un’occhiata in direzione della ragazza del Dodici, seduta su un lettino, mentre i suoi estetisti si affannano per cercare di renderla presentabile. E’ più pelosa di uno Yeti e sporca di carbone sul viso.
Gabby mi spruzza addosso la lozione che aveva appena agitato, poi le sue mani grassocce iniziano a massaggiare il mio corpo, spalmando quella specie di sostanza oleosa in modo uniforme.
Mi irrigidisco immediatamente: non sono abituata a farmi toccare, tantomeno a farmi toccare mentre sono nuda, poi, però, cerco di consolarmi pensando che le mie estetiste sono tutte e tre donne, probabilmente abituate alla nudità dei loro assistiti.
- Rilassati- mi ordina Leticia, iniziando ad esaminarmi le unghie – Non siamo qui per violentarti.
Arrossisco, mentre Gisele comincia ad asciugarmi i capelli con un asciugamano: - Ho visto che hai dei bei ricci. Vuoi che te li mantengo oppure preferisci cambiare?
- Meglio ricci- rispondo un po’ esitante – Insomma… preferisco essere me stessa.
Gisele annuisce, dopodiché saltella verso lo scaffale riservato ai prodotti per capelli, con i piedi scalzi che sembrano sfiorare appena il pavimento. E’ certamente l’unica estetista a girare senza scarpe, ma col suo aspetto da fatina se lo può certamente permettere. E poi, i pavimenti sono così puliti che ci si potrebbe mangiare sopra.
Non appena sono asciutta e pettinata, Gisele saltella leggera verso l’uscita del Centro Estetico, mentre le altre due mi portano verso una schiera camerini identici: dei piccoli quadrati bianchi a tre pareti, lunghe appena due metri e mezzo ciascuna, che sembrano scavati nel muro.
Inutile dire che non appena mi fanno entrare in quello col numero Quattro dipinto in alto, inizio subito a sentirmi soffocare. Il fatto di essere claustrofobica non mi farà partire molto avvantaggiata nell’Arena e mi pento di non averci pensato prima.
Non appena Gisele torna, accanto a lei c’è un ragazzo sui vent’un anni, conciato in maniera abbastanza stravagante: i suoi capelli sono blu, lucidi e pettinati in un’ampia cresta e la sua carnagione è molto pallida, simile a quella di Tethra. Ha gli occhi color zaffiro evidenziati dal segno dell’eye-liner, una serie di tatuaggi gotici che gli coprono la metà sinistra del viso, le labbra blu scuro ed un sacco di piercing: due sul sopracciglio sinistro, uno sulla narice destra, uno a sinistra del labbro inferiore e almeno tre per ogni orecchio.
I suoi abiti sono neri, in pelle, pieni di borchie e con strappi in più punti.
- Nym- annuncia Gisele con la sua voce cristallina – Ecco il tuo stilista!
Gli getto un’occhiata dubbiosa, ma mi ricredo non appena mi tende la mano, sorridendo: nonostante i quintali di trucco, è davvero un bel ragazzo.
- Ciao- dice con aria allegra – Io sono Ezra e farò di tutto per renderti stupenda. La mia ragazza ha detto che sei determinata e che vuoi vincere a tutti i costi.
- La tua… ragazza?- ripeto, aggrottando la fronte.
Lui allarga il sorriso: - Tethra, la tua Accompagnatrice. Siamo insieme da quasi un anno, ma ci conosciamo da molto più tempo.
- Ah.
Dunque la mia Accompagnatrice e il mio stilista sono una coppia. Una coincidenza piuttosto curiosa.
- Che cos’hai pensato per la Parata?- gli chiedo, sperando di non dovermi togliere l’accappatoio, consapevole che mi sarei sentita piuttosto in imbarazzo nei confronti di Tethra.
Ezra sorride con aria astuta: - Il tuo Distretto è legato al mare, il che può dare molti spunti a noi stilisti. C’è un sacco di materiale su cui si può lavorare e le tonalità da usare hanno sempre un bell’impatto visivo.
Ha ragione, i costumi del Distretto Quattro sono sempre spettacolari. Ogni anno i tributi vengono vestiti da sirene, creature marine, a volte gli stilisti rendono anche l’effetto delle onde sui tessuti. Tutte cose che il pubblico gradisce sempre moltissimo.
- Vieni, ti mostro cosa abbiamo preparato.
Afferro il braccio che Ezra mi sta offrendo e lo seguo fuori da Centro Immagine, dritti verso una specie di enorme camerino vivacemente illuminato.
Ci vuole circa un’ora e mezza prima che sia pronta del tutto, ma, non appena Leticia mi porta davanti ad uno specchio, ammetto che ne è valsa davvero la pena.
Un corpetto verde scuro fascia perfettamente il mio busco, chiudendosi davanti con dei fili di perline azzurre. Uno scialle azzurrino trasparente mi avvolge le spalle, chiudendosi davanti con una spilla luminosa che ricorda tanto la spuma del mare, stesso materiale di cui è composto il collier che porto al collo.
La gonna è spettacolare: ampia, del colore del mare, con un effetto incredibile che fa in modo di simulare quattro onde in movimento, che partono dalla vita e scendono fino a terra.
I miei ricci, ornati con perline, sono completamente raccolti sulla nuca, in modo che si vedano bene gli orecchini di acqua solidificata a forma di conchiglia, e, appoggiata delicatamente sulla testa, una coroncina di cristallo riflette la luce attorno a me in mille sfumature.
Dei guanti del colore del corsetto mi coprono il braccio fin sopra al gomito, ai piedi porto dei comodi sandali color acquamarina e, sul mio corpo, sono stati disegnati vari tatuaggi a forma di onda.
Gabby completa l’opera truccandomi gli occhi con un ombretto verde acqua brillantinato e colorandomi le labbra con un rossetto verde scuro.
- Assolutamente perfetta- commenta Ezra, con un sorriso – Che te ne pare?
Faccio un giro su me stessa, ammirandomi davanti allo specchio, poi ricambio il sorriso: - E’ bellissimo.
Lo stilista mi offre nuovamente il braccio e fa un cenno verso la porta: - Allora dritti alla Parata! Credo che Bliss e il tuo compagno si trovino già sul posto…

Non sono la sola ad avere un costume spettacolare: la ragazza dell’Uno indossa un succinto bikini fatto interamente di gioielli, con qualche velo qua e là, volto a coprire appena il suo bellissimo corpo. Anche il ragazzo del Due non sta affatto male, con quell’armatura da gladiatore che gli lascia scoperto il busto muscoloso.
River si trova davanti ad un grande carro azzurro fatto a forma di conchiglia e con lui ci sono anche Tethra, i Mentori, ed una coppia di persone che non ho mai incontrato prima. Il primo è un ragazzo poco più che ventenne, alto, magro e con i capelli verdi raccolti in una coda. La seconda, è una donna sui ventisei anni, dai lunghi capelli color argento e la carnagione appena abbronzata. Suppongo siano Lean e Bliss, l’estetista e la stilista di River.
Finnick e Mags sono vestiti elegantemente per l’occasione, mentre Tethra indossa un lungo abito nero con le maniche a pipistrello.
Non appena ci vedono arrivare, Finnick agita allegramente la mano in cenno di saluto, mentre Mags si limita ad applaudire con un sorriso.
-Sei una favola, Nym!- esclama il mio Mentore, prendendomi la mano e facendomi compiere una giravolta sotto il suo braccio – Davvero, non ho parole, sei stupenda!
- Grazie, Finnick- rispondo, un po’ maliziosa – Neanche tu stai male in smoking. Forse dovresti metterlo più spesso.
Finnick scoppia a ridere, mentre Tethra, attaccandosi al braccio di Ezra, commenta compiaciuta: - Io ho sempre detto che Ez è uno dei migliori sul campo. Credo che nessuno avrebbe saputo realizzare una gonna con un simile effetto.
- Sì, è fenomenale- concordo, sorridendo al mio stilista.
La voce di Templesmith, proveniente da un altoparlante, invita i tributi a prepararsi per l’inizio della Parata, così gli stilisti ci fanno salire sul carro a forma di conchiglia.
River tiene lo sguardo fisso sui cavalli dal crine verde incaricati di trainarci e non sembra molto propenso a mostrare un po’ di simpatia al pubblico.
- Ti hanno preparato alla perfezione- gli dico, cercando di stemperare un po’ la tensione – Stai bene con questo costume…
Non sto mentendo, gli dona davvero.
Indossa una specie di chitone greco color acquamarina, finemente decorato, che gli lascia scoperta la parte sinistra del busto, dei sandali da gladiatore costruiti con uno strano metallo brillante ed un mantello verde che, se colpito dalla luce, riflette le sfumature del mare.
I capelli biondi sono appena cotonati e striati di verde, in modo da richiamare i tatuaggi ondulati che coprono buona parte del suo corpo, ed i suoi polsi sono cinti da bracciali di diamante, che aggiungono luminosità alla sua figura.
I suoi occhi azzurri mi squadrano dalla testa ai piedi, poi, voltandosi verso il carro davanti al nostro, commenta semplicemente: - Anche tu non stai male.
- Wow- mi lascio sfuggire – Molto gentile ed espansivo da parte tua, River.
Il suo sguardo si alza verso il soffitto, per poi posarsi di nuovo su di me: - Va bene, scusa. Sei carina, molto carina con quell’abito.
Trattengo a stento una risata e mi volto verso Finnick, che alza il pollice in segno di incoraggiamento.
Soltanto tre carri ed un paio di immensi portoni ci separano dall’Anfiteatro Capitolino, lo spiazzo in cui avverrà la Parata e si udirà il discorso del Presidente Snow.
La voce di Templesmith annuncia l’inizio dello spettacolo, mentre, in contemporanea con l’inizio dell’inno di Panem, le grandi porte si spalancano, illuminandoci con una violenta luce artificiale. Il carro del Distretto Uno parte, seguito da quello del Due, del Tre, e poi dal nostro.
Le grida del pubblico eccitato salgono alle stelle, mentre le telecamere inquadrano i carri uno ad uno, mettendo ben i mostra i volti ed i costumi dei tributi.
Accenno dei sorrisi qua e là, salutando il pubblico con un gesto lento e sinuoso della mano, e, dopo essersi beccato una gomitata nelle costole, River inizia a fare lo stesso.
In teoria, non dovrei provare ad aiutarlo, dopotutto, anche in caso stringessimo un’Alleanza, prima o poi diventeremo avversari. Ma quello che conta in questo momento è attirare l’attenzione sul Distretto Quattro in generale: se il distretto viene messo in luce, sarà più facile per almeno uno dei due tributi diventare un beniamino del pubblico. E, considerando la simpatia di River, credo proprio che l’onore spetterebbe quasi sicuramente a me.
Non appena il giro dell’Anfiteatro giunge al termine, i dodici carri si dispongono a semicerchio sotto il balcone al quale è affacciato Snow.
E’ un uomo piccolo e anziano dai capelli bianchi, ma ispira meno simpatia di River.
Con un sorriso untuoso ci dà il benvenuto, iniziando uno dei soliti discorsi riguardo gli Hunger Games e ciò che significano.
Non mi sorprende più di tanto che il pubblico si beva tutte quelle idiozie, dopotutto, siamo a Capitol. Ma mi fa piacere notare una lieve scintilla di dissenso nei volti dei tributi, alcuni dei quali appaiono quasi annoiati.
Non appena Snow finisce il discorso, l’inno di Panem riparte ed i cavalli si avviano ordinatamente verso l’uscita dell’Anfiteatro.
Scorgo molti sguardi deliziati tra il pubblico, molti dei quali rivolti al mio vestito, ed io non posso far altro che sorridere e salutare, costringendo River a fare lo stesso.
Non appena i pesanti portoni si chiudono alle spalle del carro del Dodici, il nostro cocchio marino si ferma e subito veniamo accolti calorosamente dal nostro staff.
- Me-ra-vi-glio-so! Credo sia stata una delle Parate più belle di sempre!- strilla eccitata Gabby, muovendosi attorno al carro come una trottola.
Finnick mi aiuta a scendere, mentre Mags ci fissa sorridendo: - Bravi, vi siete comportati benissimo- mormora con la sua voce roca – Né troppo entusiasti né troppo distaccati.
- Beh, il merito è soprattutto di Ezra, Bliss e dei truccatori- rispondo, ancora un po’ su di giri – Credo che se avessimo avuto uno staff inesperto o esagerato non avremmo fatto la stessa figura.
Getto un’occhiata incredula alla ragazza dell’Uno e al suo bikini di gioielli, mentre si lancia – letteralmente – dal carro tempestato di gemme alle braccia del suo Mentore, un ragazzone biondo poco più vecchio di Finnick, che mi pare si chiami Gloss. Inutile dire che la Mentore femmina, ossia la sorella di lui, ed il giovane tributo maschile alzano subito gli occhi al cielo, emettendo sibili annoiati.
- Ehi Finn!
La voce allegra e famigliare di un ragazzo distoglie la mia attenzione dallo sdolcinato siparietto e, non appena mi volto, non posso trattenere un’esclamazione di sorpresa.
Un giovanotto dai capelli castani a spazzola si avvicina al mio Mentore, dandogli il cinque e battendogli delle pacche amichevoli sulle spalle. E’ abbastanza alto e atletico, ha un bel sorriso e vivaci occhi azzurri.
Lo riconosco all’istante: è Colt Fingermann, del Distretto Otto, vincitore degli Hunger Games avvenuti l’anno scorso. Ha la mia età, eppure, dopo neanche dodici mesi dalla vittoria, ha già preso il posto del Mentore maschile del suo distretto e sta seguendo un addestramento per entrare nella Guardia Personale del Presidente.
- Sembra che i tuoi ragazzi quest’anno daranno del filo da torcere ai miei- dice rivolto al mio Mentore – Sono piaciuti moltissimo al pubblico.
- Che posso dirti? Noi del Quattro siamo degli ossi duri- risponde allegro Finnick, circondandomi le spalle con un braccio – L’Arena deciderà tutto.
- Ovviamente- sorride Colt, incrociando poi lo sguardo con il mio – Buona fortuna, Nym Seabell. A te e… al tuo compagno che al momento è impegnato.
Getto un’occhiataccia a River, che finge di sistemarsi il costume, e rispondo semplicemente: - Grazie, Colt.
Non appena lui torna dai propri assistiti, Tethra, tenendo per mano Ezra, indica con un cenno l’uscita della stanza: - Vi consiglio di andare a dormire, ragazzi. Domani inizieranno gli allenamenti, sarà meglio che vi presentiate in ottima forma.
Io e River annuiamo distrattamente e, dopo aver salutato staff e Mentori, ci dirigiamo verso il grande ascensore che porta agli appartamenti dei Tributi.
Di solito salgo sempre usando le scale, ma questo ascensore è abbastanza grande da evitarmi degli attacchi di panico.
Salgo al secondo giro, dato che durante il primo erano salite un po’ troppe persone per i miei gusti, e mi ritrovo sola insieme al tributo femminile del Due.
E’ una ragazza dalla carnagione appena ambrata, alta circa un metro e sessanta e dall’aria molto tosta. I capelli biondi sono raccolti in una treccia, che le arriva più o meno alle scapole, e gli occhi color nocciola emanano lampi di determinazione e coraggio. Senza dubbio, sarà un’avversaria formidabile.
- Carino il costume.
La sua voce femminile e acuta mi scuote dai miei pensieri: - Ehm… grazie, anche il tuo non è male.
Lei getta un’occhiata distratta all’armatura di metallo che avvolge il suo corpo asciutto e alza le spalle: - Sì, fa la sua figura.
L’ascensore si ferma al secondo piano – quello in cui si trovano gli appartamenti dei tributi del Due- e, prima di uscire, mi tende la mano: - Mi chiamo Kleah.
- Nym- rispondo, stringendogliela un po’ esitante – Nym Seabell.
- Ci vediamo domani agli allenamenti - sussurra con tono quasi malizioso – Buonanotte, Nym Seabell.

***
Angolo dell’Autrice: Bene, era da un po’ che non aggiornavo.
Che dire, forse in questo capitolo sono stata un po’ sbrigativa, il fatto è che non vedo l’ora di arrivare agli addestramenti e all’Arena :3
Per i nomi delle stiliste, ossia Gisele e Leticia… sì, ho visto di recente Fast & Furious 6 e amo alla follia il personaggio di Gisele Yashar <3
Colt Fingermann appare anche in Fallen Angel, come saprà chi segue l’altra fanfiction e dato che mi sono affezionata a lui come personaggio, ho deciso di inserirlo anche qui.
E finalmente abbiamo conosciuto una dei nuovi tributi, anche se per poco: Kleah.
Il motivo principale per cui l’ho inserita nel capitolo (e qui si comprende la mia demenza totale) è che, secondo le mie fonti personali, oggi è il giorno del suo compleanno (perché sì, io penso anche ai compleanni dei personaggi XD). Perciò, Tanti Auguri Kleah! :)
Ok, chiudiamo il siparietto demente, grazie per aver letto e al prossimo capitolo! :)
Tinkerbell92

Ps: piccola anticipazione, questa è Kleah, almeno come la immagino io :) Presto avrete le immagini di tutti i tributi :3

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