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Autore: Agorafobia    04/06/2013    7 recensioni
Bussai alla porta nera, con su scritto MR.STYLES. 'avanti' Una voce roca e profonda mi ordinò di entrare.
'mi cercava, signor Styles?' Domandai cercando di apparire più calma possibile. Quell'uomo era girato di spalle e non riuscii a capire cosa stava facendo. 'si Smith. Domani deve sbrigare un affare dal signor Wilson sulla quinta strada. Prego, venga.' Si girò improvvisamente. Dopo aver chiuso la porta, mi avviai verso la sua scrivania, mi ci appoggiai con le mani e iniziai a riguardare le carte. 'ora le spiego signorina' Si alzò e venne nel lato del tavolo dove ero anche io. Si appiattì al mio corpo, posò le braccia ai lati delle mie e la sua testa si conficcò nell'incavo del mio collo. Iniziò a spiegare, mentre il mio respiro si faceva sempre più accelerato e corto e la punta del suo naso sfiorava il mio collo. 'quindi domani mi guiderà la sua assistente?' Chiesi avvertendo le guance accaldarsi, non appena la sua bocca iniziò ad entrare in contatto con la mia pelle.
'mmh.. ' La sua risposta fu un mugugno, mentre si incollava di più a me. Mi girai di scatto, trovandomi faccia a faccia con lui. 'oh.. bhe..
Genere: Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mr. Styles

'questi sono i moduli che nei prossimi giorni dovrete riportarmi con le liste delle entrate e delle uscite. Per oggi abbiamo finito, buonasera' Il Signor Styles si alzò, raccattò i fogli sparsi sull'enorme tavolo ovale, e, seguito da alcuni suoi colleghi, lasciò la sala. 'ciao Sally' Mi salutò Jenna, la capo fotografa, uscendo e andando a casa. Controllai l'ora sul cellulare: 21.45. 'porca' Esclamai tra me e me. Dovevo sbrigare un mucchio di lavoro entro domani, altrimenti chi lo avrebbe sentito il Signor Styles? Chi avrebbe sopportato la sua ramanzina nel suo ufficio così tetro, buio e misterioso? Chi sarebbe riuscito a sopportare il suo sguardo penetrante e nquietante? Io non di certo, e le 5 ore appena trascorse in sala riunioni non aveva accorciato i tempi. Salutai tutti con una certa sveltezza e mi diressi verso il mio ufficio: le postazioni degli altri dipendenti erano completamente deserte e vuote. Frugai con gli occhi l'immenso settantaquattresimo piano in cerca di Claire, che, con i suoi discorsi insensati, mi avrebbe tenuto compagnia come la maggior parte delle sere, ma niente, tutto era silenzioso ad eccezione del ticchettìo dell'orologio appeso sulla  parete centrale, che scandiva alla perfezione le ore. Avevo i piedi logorati dai trampoli che indossavo, il reggiseno che tirava a più non posso sotto quella camicetta attillata e quella gonna, quella maledettissima gonna mi impediva di camminare comodamente, imbutulandomi come un bozzolo.Andai verso la macchinetta e 'ordinai' un caffè tre volte corretto.Tornai alla scrivania 437, la mia, e mi buttai nella sedia, sospirando e chiudendo gli occhi. Vedevo tutti porgermi un saluto con la mano e andarsene, scomparendo all'interno dell'ascensore. Presi il cellulare dentro la borsa e composi il numero di Helen. 'ciao Hel, sono Sally' Sbuffai lasicando cadere la testa sulla piccola scrivania. 'oh, ma pensavi di farti sentire? Credevo che qualcuno ti avesse rapito!' Mi richiamò incazzandosi a bestia. 'ho un mucchio di lavoro da sbrigare, non mi aspettare, farò molto tardi' Massaggiai con due dita lentamente le tempie. 'io te l'avevo detto sorella, avresti dovuto venire a lavorare con me!' Esclamò con un senso di richiamo. 'oggi pensa, ho avuto anche tempo ad appartarmi con John' Finì la frase iniziando a mangiucchiare qualcosa.
'wow, che cosa emozionante, mi sta venendo la pelle d'oca.'  Ribadii senza un minimo di sarcasmo.'quello è perchè vai in ufficio, a New York, in inverno con una camicia e una gonna. Mettiti un maglione caldo, comodo e largo!' 'si Hel, per farmi cacciare a calci. Io vado, se non mi trovi a casa entro domani mattina, tranquillizzati: non mi hanno rapito' Sghignazzai. 'mh... va bene, oh ecco John, ciao!' Mi salutò di fretta e chiuse la chiamata. Ritornata un'altra volta sola, rigirai le carte sparse sulla scrivania, e, disperata, mi infilai le mani nei capelli.
Mi arrivò un messaggio sul cellulare. 'sono sull'orlo della scopata Helx' 'sono sull'orlo dell'esaurimento nervoso' 
'dai Sal, vatti a fare una bella scopata, diamine!' 'si e con chi, con Harry Styles, il mio capo?' 'mmhh.. quello è un ottimo bocconcino tesoro. Se si avvicina un po' più del previsto, gli lascerei fare' 'ma sei rincoglionita? Non hai mai letto riviste di gossip?' 'oh su, tesoro, non fare la drammatica. Qualunque donna vorrebbe l'uomo più ricco e famoso di Manhattan nel suo letto' 'pensala come vuoi, vai a fare la tua sana seduta di sesso giornaliera e lasciami lavorare.'  'ok, ciao settantaduenne' Mi rilanciai sul lavoro e farfugliai dei calcoli, fino a quando il telefono dell'ufficio squillò. 'scrivania 437, con chi parlo?' Domandai stupita da chi fosse il poveretto, che era in ufficio ancora come me. 'signorina Smith, il Signor Styles la desidera nel suo ufficio'. Disse con un tono abbastanza serio la sua segretaria. 'ho del lavoro importante da sbrigare, potrebbe ricevermi domani?' Mi chiesi cosa volesse quell'uomo alle 22.30. 'ha detto urgentemente e se deve finire del lavoro non importa. Deve svolgere un affare importante'  'io?' Domandai incredula. 'si signorina, proprio lei'. 'okay, gli dica che arrivo subito' Sbottai chiudendo il telefono. Mi diedi una sistemata e mi diressi verso l'ascendore per andare al settantaquattresimo piano. Che genere di affari mi avrebbe fatto concludere quel ventisettenne che appariva un quarantenne? Mi lasciai alle spalle quei dubbi, quando le porte dell'ascensore si spalancarono. Mi incamminai verso l'ultimo ufficio. 'buonasera signori' Salutai due uomini sulla quarantina che uscirono dall'ufficio del capo. 'buonasera a lei, signorina' Mi sorrsero e scomparvero nell'ascensore.  
Bussai alla porta nera, con su scritto MR.STYLES. 'avanti' Una voce roca e profonda mi ordinò di entrare.
'mi cercava, signor Styles?' Domandai cercando di apparire  più calma possibile. Quell'uomo era girato di spalle e non riuscii a capire cosa stava facendo. 'si Smith. Domani deve sbrigare un affare dal signor Wilson sulla quinta strada. Prego, venga.' Si girò improvvisamente. Dopo aver chiuso la porta, mi avviai verso la sua scrivania, mi ci appoggiai con le mani e iniziai a riguardare le carte. 'ora le spiego signorina' Si alzò e venne nel lato del tavolo dove ero anche io. Si appiattì al mio corpo, posò le braccia ai lati delle mie e la sua testa si conficcò nell'incavo del mio collo. Iniziò a spiegare, mentre il mio respiro si faceva sempre più accelerato e corto e la punta del suo naso sfiorava il mio collo. 'quindi domani mi guiderà la sua assistente?' Chiesi avvertendo le guance accaldarsi, non appena la sua bocca iniziò ad entrare in contatto con la mia pelle.
'mmh.. ' La sua risposta fu un mugugno, mentre si incollava di più a me.  Mi girai di scatto, trovandomi faccia a faccia con lui. 'oh.. bhe.. allora andrei, sa devo finire il mio lavoro. Buonasera signore.' Mi avviai velocemente verso la porta, quando una grande mano si poggiò su di essa per non farla aprire. 'sono state di tuo gradimento le rose, tesoro?' Sussurrò lentamente al mio orecchio, leccandomi il lobo. 'signor Styles, non mi prenda in giro, si sposti per favore' L'aria incominciò a mancare. 'oh su, diamoci del tu Sally' Rise sul mio collo e si portò ancora più vicino a me. 'la prego, mi lasci per favore.' Lo supplicai con un cenno di irritazione.
'devo finire di parlarti. Accomodati, per favore.' Mi ordinò. Eseguii il suo ordine, andandomi a sedere. Si privò della sua giacca e del papillon, per poi piegare i bordi della sua camicia, permettendomi di vedere i suoi avanbracci scolpiti. 'allora, che ne dici delle rose?' Mi richiese di nuovo. Ora capivo le gran quantità di rose che ricevevo ogni giorno, i bigliettini con su scritte frasi romantiche e la sigla HS, che non mancava mai. 'signor Styles lei..' Non mi lasciò finire. 'non mi dare del lei, diamine! Mi fa incazzare!' Sbraitò, sbattendo i pugni violentemente sul tavolo. Biascicai uno 'scusa' sussurrato e si calò il silenzio. I suoi polpastrelli accarezzavano freneticamente le sue labbra rossastre, screpolate. Il telefono squillò e una melodia monotona si diffuse per tutto l'ufficio. 'ciao Mark.... no, ora non posso.... ci sentiamo domani, ok?.... buon divertimento.... Ahahahaha no, tranquillo, sto benissimo, devo risolvere un affare importante' Mi lanciò un'occhiata mordendosi il labbro e grattandosi il mento con due dita. 'ora vado.. si te l'ho detto è molto importante.. si, ma non fare il coglione... è ancora vestito, per poco' si girò verso me, stavolta guardando più in basso, sul mio seno. Arrossii per la rabbia. 'ciao, ti aspetto in ufficio, come sempre alle 11, ciao bello, ciao'. chiuse frettolosamente la chiamata con un ghigno disegnato sul volto. Mi ridiede attenzione. 'allora dove eravamo rimasti?' domandò con sarcasmo.  'stavo per andarmene, buon proseguimento di serata, Harry' mi alzai e tentai nuovamente di aprire la porta. Il suo braccio potente e  forte mi attirò a sè. Chiusi gli occhi e cercai di sfilarlo da me, mentre le sue labbra entravano pericolosamente in contatto con il lobo del mio orecchio. 'rimani, potrei farti un aumento considerevole' accarezzò la mia spalla con le dita, disegnando figurie immaginarie. Scoppiai. 'ma cosa dici? Mi fai schifo!' urlai. La sua presa rafforzò su di me, quasi da bloccarmi il respiro e un toc toc insolente bussò alla porta di Harry. 'signor Styles, signorina Smith; ho sentito urlare, va tutto bene?' chiese con un tono che aveva poco di amichevole. Notai benissimo che mi fulminò con lo sguardo. Era noto a tutto l'immenso grattacielo che ogni sera la signorina Carlin, passasse a far visita a Mr. Styles e ci rimanesse fino a tarda notte. Abbassai lo sguardo in imbarazzo e scrollai le braccia di Harry da me. Andai ad affacciarmi dagli enormi pannelli in vetro e contemplai Manhattan.  'si, benissimo. Stavamo solo discutendo arditamente su degli affari' se la scampò. 'okay, io sono qua, se avete bisogno di qualcosa..' sentii il pomello della porta girare, scricchiolando. 'tranquilla, va pure a casa, domani dovrai accompagnare la signorina Smith da Wilson'. 'ah... allora io vado, buonanotte signori' ci congedò. ' buonanotte Elly' la salutò Harry. 'buonanotte' la salutai io abbozzando un sorriso. Con un tonfo la porta si chiuse e sperai che il signor Styles fosse andato fuori insieme alla sua segretaria. Sbagliai, di grosso. Le sue mani si appoggiarono alle mie spalle e le sue labbra sussurravano eroticamente al mio orecchio. 'questa camicetta mi fa impazzire' scese con le sue mani lungo il mio bacino, mentre la sua lingua aspirava l'odore dal mio collo. Deglutii con forza mentre sentivo la pressione sanguigna aumentare vertiginosamente. 'sei perfetta' commentò, per poi allontanarsi e precipitarsi sulla bottiglia di vodka in cristallo. Ne bevve, due bicchieri, ma non sembrò che lo fecero sbronzare; ne aveva fatto l'abitudine.  Si mise seduto sulla sedia e ci si dondolò amorevolmente. ' Sally, vieni qua' mi ordinò mentre era indaffarato a rilleggere delle carte e a riordinarle. Non gli diedi retta. 'Sally vieni immediatamente qua!' sbottò. Impaurita della sua voce roca, possente e misteriosa, mi avvicinai a testa bassa verso di lui. Mi mise le mani sul bacino e giocherellò con la zip. ' senti Smith tu...' Iniziò. 'io?' chiesi. 'tu mi attrai troppo, da impazzire. Da quando sei entrata per farmi vedere quel benedetto curriculum non riesco più a levarti dalla testa.  Si alzò e mi si mise davanti, accarezzando i miei capelli. Mi soffermai sui suoi occhi verdi, profondi, immensi. Ne rimasi incantata, ammaliata, RAPITA. Il rumore che le sue labbra provocavano a contatto con la mia pelle, echeggiò per tutta la stanza. 'mi piaci..' si avvicinò pericolosamente ai bottoni della mia camicia. 'per il tuo profumo' fuori uno. 'per la tua carnagione imbrattata da troppo phard' fuori due. 'per questi capelli troppo legati' slacciò velocemente tutti i bottoni, lasciandomi in reggiseno davanti ai suoi occhi ardenti. Non riuscivo più avere controllo di me stessa. Chiusi gli occhi, mentre lui addentò quel piccolo bijoux che tenevo aggrappato al collo. Mi sbilanciai e poggiai le mie mani sul collo di Harry. Si avvicinò alla mia guancia e la baciò lentamente. 'a quanto pare questo a te non dispiace...' sorrise guardandomi. Ero confusa, e lui ne era la causa. Ma dovevo essere razionale, con la testa al suo posto, ero questo che mi ero prefissata prima di entrare in ufficio. Cercò di baciare la mia fronte, ma mi scansai, girando il capo e coprendomi con la camicia che era finita sulla sua scrivania. 'ti prego, Harry' sussurrai mettendo una mano sul suo petto. 'stai facendo la difficile. Non esci di qua fino a quando non lo dico io.' mi ordinò sorridendomi malignamente. Strattonò dalle mie mani la camicia e la gettò via. Mi abbracciò dolcemente. Mi sentii protetta. 'lasciati andare, piccola' sussurrò al mio orecchio. Dio, lui mi stava stregando in una maniera spaventosa. 'altrimenti mi potrei incazzare'con uno scatto, la mia gonna finì alle mie caviglie. 'e oramai, non credo tu posso fare altro' mi sorrise sinceramente, incatenando i suoi occhi ai miei. Vidi il mio riflesso ondeggiare cauto nelle sue iridi verdi accese. Rinchiuse il mio corpo nelle sue braccia e mi strinse a sé. Il mio viso affondava nella sua camicia bianca che odorava vivacemente di lavanda. Le sue mani accarezzarono le mie guance e i suoi occhi facevano il tratto occhi-labbra, fino a quando si puntò solo su quest'ultime. La stessa cosa accadde a me e tutto d'un tratto i buoni propositi che avevo cercato di mantenere, si infransero come onde sugli scogli. 



 La sua bocca si avvicinò tremante alla mia e le sue labbra si adagiarono alle sue simili dolcemente. Ci baciammo per una, due, tre, quattro, cinque volte, e per ogni tocco affondavamo ognuno nell'anima dell'altro, ci donavamo spudoratamente. La sua lingua mi donava le più dolci carezze che avessi mai potuto ricevere e le sue mani, le sue mani così grandi, morbide e manicurate, non facevano che scostare i mie capelli dietro l'orecchio. Si staccò e rise inarcando leggermente il  bordo della sua bocca e lo baciai di scatto sulla guancia, sorprendendomi di me stessa. Lo guardai complice, gli slacciai la camicia e la feci scivolare lungo i suoi bicipiti che accennavano gonfiore e mostravano vari tatuaggi. Li accarezzai con le dita piena di stupore. 'ora basta a guardare le mie ragazzate' rise di gusto strizzandomi un occhio. 'come ragazzate? Vorresti dire che non li rifaresti?' indicai i segni indelebili. 'ovvio che li rifarei, ogni centimetro di inchiostro lasciato sul mio corpo ha un significato, che non ti dirò ora, perchè penso abbiamo cose più urgenti da fare' abbassò lentamente lo sguardo sui suoi pantaloni e di qualcosa là dentro che voleva uscire fuori. Lo schiaffeggiai delicatamente sul viso e scesi dalla scrivania su cui ero seduta. Mi seguì con lo sguardo, spaesato; ma quando vide che mi stesi su uno di quei divanetti a tre posti, i suoi occhi luccicarono di aura propria. 'si vuole accomodare, signor Styles?' sghignazzai indicando tutta la lunghezza del mio corpo. 'certo, signorina Smith' annuì e si mise a cavalcioni sopra di me. Baciò la mia fronte, mentre le mie mani si posarono sui suoi pantaloni e le mie piccole dita li slacciarono. Il ventisettenne li levò definitivamente: un fulmine saettò tra i nostri occhi, costringendoci a guardarci più da vicino: lo ribaciai con più passione, facendomi trasportare più di come non lo fossi già. Le nostre mani vagavano sui nostri corpi e venivano ostacolate dagli indumenti: ce li sfilammo con più velocità possibile. Le labbra di Harry irruppero sui miei seni. Gemetti con un singhiozzo per poi ritirarlo dentro. 'ehi, siamo ventisettenni, non quindicenni che si vanno leccando qua e là' scherzai accarezzandogli i ricci e rendendomi così conto della loro morbidezza. 'come desidera Sally' eseguì il mio ordine e ritornò con il fiato sul mio viso. Il calore iniziò a farsi sentire e si espandeva dal mio centro a tutto il mio corpo. Appoggiò le mani ai lati della mia testa e mi lasciò un leggero bacio sulle labbra umide. Allargai le gambe delicatamente, capendo e si posizionò in mezzo a me. Lo sentì sfondare le mie porte e raggiungere il centro. Mi aggrappai al suo corpo, circondando il suo bacino con le gambe e la schiena con le braccia. Una spinta più forte del solito mi fece gemere avidamente nell'orecchio di Harry, che mi seguì a ruota. Ci stavamo amando come non avevamo fatto mai. 



La sua collanina a forma di aeroplanino, sfiorò le mi costole, facendomi rabbrividire. Il suo fiato era sempre più roco, più caldo sul mio viso. L'odore della vodka mi stava ammaliando. E all'improvviso, tutte le luci si spensero, avvolgendoci nel buio più cupo. Rafforzò le spinte, mentre le mie mani cercavano invanamente di afferrare il tessuto in pelle del divano. 'allora mrs. Smith, verrà a farmi visita?' domandò fermandosi di botto e baciandomi l'ombelicò. 'sicuramente, mr. Styles' acconsentii ridendo e baciandolo. 

***

SAAAALVE BELLESE! ECCO LA MIA PRIMA OS. OKAY, POTETE UFFICIALMENTE PARTIRE CON GLI INSULTI. QUESTA ROBA, L'HO SCRITTA MESI FA, POI HO INCONTRATO EFP, E' STATO AMORE A PRIMA VISTA E MI SONO FISSATA CON LE ALTRE FF. SPERO CHE VI PIACCIA! STO GIA' LAVORANDO A UN'ALTRA OS PIU' POLIZIESCA, CON PROTAGONISTA IL NOSTRO MALIK! 
CON QUESTO SVOLAZZO VIA E ASPETTO LE VOSTRE RECENSIONI CON MOOOOOOOOOOLTA ANSIA!
BACI,
-stypatohomax
  
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