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Autore: gajra    13/09/2004    4 recensioni
Ran Kotobuki non ne può più di essere trattata come un ragazza frivola e superficiale, di vedere da lontano il ragazzo che lei ama veramente. Una lettera. Un addio. Un ben venuto alla rinascita. Un amore senza barriere, che và al di là del tempo e dello spazio. P.s. dal 3° chap in poi crossover
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due giorni prima alla stessa ora

H

Rei Otohata faceva ritorno a casa dopo un estenuante mattinata all'università, quel giorno non se la sentiva proprio di lavorare così chiamò il suo capo e si diede malato... ormai era diventato un ottimo attore.
Si trovava nella sua stanza, nulla di particolare a parte innumerevoli foto che in comune avevano solo la presenza di una ragazza diciassettenne in certe foto castana, in altre bionda ma sempre con una meche rossa e un sorriso dannatamente solare.
Ran...
Ormai erano passati ben cinque anni dalla sua scomparsa, o meglio da quando lei aveva deciso di andarsene. Molte volte si fermava a guardare quelle foto per ore intere con sguardo perso o addirittura a toccarle in un modo quasi maniacale. Quanto le mancava!
L'amava da morire! Sì, il tempo era passato ma non aveva cancellato quel sentimento che si era radicato in lui; non era più riuscito ad avere una relazione neanche per una sveltina... non ce la faceva proprio!

Passeggiava per Odaiba, dove per la prima volta aveva cercato di rivelarle i suoi sentimenti

-Se potessi scegliere io...-

Ma era intervenuto Yuya, e così non poté dichiararsi. 
Dopo era venuta Aya... ma pensava solo alla sua stella, tutto quello lo faceva per lei. Certo Aya era una bella ragazza, dolce, l'amava molto, e anche lui un pò gli voleva bene... ma non era lei, non era Ran. Ma un altra qualità di Aya era la testardaggine, quindi anche quando lui gli faceva intendere chiaramente che tra loro non c'era futuro le si attaccava a un suo indumento e iniziava a piangere, e così il suo lato sensibile faceva capolino e l'aveva vinta.
Tutto cambiò solo dopo la lettera, dopo l'addio cartaceo della gal number one di Shibuya: Aya e Rei si lasciarono, non se lo dissero apertamente, ma in quella situazione le parole non servivano... ora la ragazza passava i giorni con il suo nuovo boy: Yuya Aso. Yuya che una volta era innamorato perso di Ran era corso a consolare Aya, avendo lui un animo molto sensibile riusciva sempre a calmare la ragazza nelle sue crisi, per la maggior parte delle volte accompagnato da pianti, oltre Miyu e Ran. Così era sbocciato l'amore.
Yamato e Miyu non si erano ancora sposati, convivevano solo per il momento. In comune accordo avevano deciso di aspettare almeno sei anni, nella speranza che un giorno Ran potesse tornare... l'avrebbero voluta come testimone.
Tatsuki non fece più ritorno a Shibuya, o almeno loro non seppero più nulla del monkey-boy.

Ora il suo cellulare aveva preso a ballare nella sua tasca causandogli un fastidioso solletico
-Pronto?-
-L'ho trovata. Alla Tokyo Tower tra mezz'ora- e dopo avevano subito riagganciato.
Rei aveva assunto un detective privato per ritrovare il suo amore. Non perse neanche un secondo e si avviò al luogo stabilito.

-Bene, lei si trova qui- fece un ragazzo occidentale di qualche anno in più di lui mostrandogli la foto di una casa tradizionale con tanto di laghetto -Il proprietario è un certo Hatori Soma e fa il dottore (vi è familiare ;)? Nd A) (-_- Nd Tori, Kyo, Yu, Haru). A quanto pare lui e la signorina kotobuki convivono e... ma forse è meglio se lo scopre andandoci- fece poi risoluto il detective.
Rei era senza parole -sa di che natura è il rapporto tra questo Soma e Ran?-
Il Detective dissentì col capo. Mentiva. Lo sentiva che mentiva. (Lo so, lo sento NdPhoebe [streghe])(durante la prima puntata della sesta serie non dice altro Nd A)

Mentre percorreva un viale alberato che lo avrebbe condotto da lei ripensava a quel giorno... il più bello della sua vita. 
Stava tornando a casa dopo il partime. Pioveva a dirotto. Lei era lì sotto il suo palazzo bagnata come un pulcino. Ma non fu questo quello che lo aveva sconvolto, oh no! Furono i suoi occhi: erano così vuoti, così tristi... quasi si chiedeva se stesse piangendo e se le sue lacrime così rare e preziose si fossero unite alle lacrime del cielo così impure e infauste.
-Kotobuki... - fece lui per notare la sua presenza. La gals si riscosse da quello stato di trance e sorrise. Ma non fu uno di quei suoi sorrisi capaci di squagliare i due poli... fu un sorriso amaro, mesto -Ti stavo aspettando...- fece poi scostandosi i capelli bagnati dalla fronte. Rei era molto curioso di sapere cosa l'aveva spinta a farla andare da lui, sperava solo di farsi soggiogare da i sui istinti e non fare nulla di cui dopo si sarebbe potuto pentire.
Dopo che si furono accomodati nel salotto con una tazza di tea bollente -di cosa volevi parlarmi?- chiese Rei sperando che la sua voce sempre sicura e fredda non tradisse la sua curiosità
-Non ho mai detto di volerti parlare- disse Ran prima di bere la sua bevanda
-E allora perché sei qui?- 
La ragazza non rispose. Posò il bicchiere con incredibile lentezza, e con altrettanto abbandono si alzò andando verso il suo interlocutore. Quei gesti erano pieni di sensualità ed eccitanti. I due incominciarono a baciarsi con foga e passione finendo nella stanza di lui dove fecero l'amore. Rei non ci aveva mai messo così tanto di se stesso, anzi quella volta ci aveva messo tutto se stesso.
Quando furono entrambi esausti Rei le baciò dolcemente i capelli -Ti amo.- finalmente gliel'aveva detto... si sentiva molto più soddisfatto ora che l'aveva confessato alla ragazza
-Anch'io ti amo Rei-  e così si addormentarono una tra le braccia dell'altro felici e innamorati.

Si svegliarono dopo un'ora scarsa, o meglio lui era stato svegliato dal casino che stava facendo il suo amore: stava raccogliendo i suoi vestiti freneticamente
-Ran, che stai combinando?- gli chiese Rei con la voce ancora impastata dal sono 
-Me ne devo andare-
-Rimani un altro pò-
-No, tu non capisci... me ne devo andare da Shibuya... Magari me ne vado via proprio da Tokyo-
-Ma che stai dicendo-
-Non posso rimanere.
Non posso. Resterei qui con te per sempre... Ma Aya è la mia migliore amica non potrei mai vederla soffrire a causa mia- il ragazzo la guardò stupito mentre lei si era fermata. Ora era totalmente vestita, e anche se i capelli erano un pò in disordine era bellissima.
Ran stava fissando Rei con gli occhi lucidi quasi a voler fissare ogni tratto perfetto del suo lui nella sua memoria -Voi mi credete tanto forte, ma io non sono così. Sono un debole.- lo baciò per l'ultima volta. Il loro ultimo bacio -
desidero solo che ti ricordi questo: Ti Amo. Addio Reipyon-e così lo aveva lasciato... per poi scomparire nel nulla

Improvvisamente si trovò davanti una bambina di circa quattro anni. Ran in miniatura

  
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