Away.
Non ero riuscita a dormire
tantissimo, ma quando mi svegliai
ero arzillissima.
Corsi in bagno e feci tutto velocemente. Presi la valigia,
salutai mia madre e mi avviai in macchina. Sarei partita.
Per Roma.
Non mi sembrava vero.
Arrivammo alla stazione, dove ci aspettava il pullman. Ero
nervosissima ed eccitatissima allo stesso tempo.
Mio padre mi aiutò a scaricare la valigia e a posizionarla
nel pullman.
Lo salutai con un abbraccio –Mi raccomando divertiti,
e…sempre testa sul collo, mi raccomando!-
-Certo!- ma era più ironico che serio quel certo, lo sapeva
benissimo anche lui.
Salii sul pullman e le mie amiche mi accolsero assonnate.
Partimmo.
Roxy, si sentii subito a suo agio.
Eravamo completamente attorniate da maschi.
Eravamo capitate nei posti posteriori.
Quelli dei ragazzi.
Che poi, chissà perché quei posti li prendevano
sempre i
maschi, e non i maschi qualunque, i maschi quelli più fighi,
quelli che hanno
un sacco di ragazze dietro e che vogliono solo divertirsi.
E Roxy era capitata nel suo paradiso.
Roxy era una di quelle ragazze che nella loro vita pensavano
solo a fidanzarsi, e a fare le cretine con chiunque gli capitasse a
tiro e quel
chiunque era sempre uno con i soldi.
Così fece subito conoscenza, perché le ragazze
come Roxy
sono le prime ad essere notate.
Eppure a me era simpatica Roxy.
Subito dietro di noi invece c’era Leila, l’esatto
opposto di
Roxy.
Leila era una ragazza abbastanza ordinaria.
La classica: brava ragazza.
Tutta scuola e famiglia (almeno fino alla gita). Aveva la
media dei voti più alta di tutta la classe, ma a vederla non
si sarebbe mai
detta una cosa del genere, perché si tende ad associare
secchiona con racchia.
Invece lei era davvero bella, ed era anche simpatica (se non
si trattava di scuola).
La sua compagna di viaggio era Giulia, non mi era mai andata
tanto a genio, anche perché si credeva superiore a tutti,
non aveva una
bellezza eccezionale, eppure per i suoi atteggiamenti da miss aveva una
vasta
schiera di ragazzi ai suoi piedi.
Il viaggio per il resto fu noioso, mi attaccai alle mie
cuffiette e cercai a tutti costi di non dormire perché avevo
paura che qualcuno
mi facesse una foto, come spesso succede durante le gite.
Quando il pullman si fermò all’hotel un grido di
gioia
invase l’aria.
Eravamo arrivati, in una città di speranze.
Scendemmo eccitatissimi ed entrammo nella hall in fila ad
aspettare le chiavi della camera.
Leila riuscì a strappare un paio di chiavi dalla mano del
professore – Prof, questa è nostra!- mi prese per
mano e corremmo
nell’ascensore facendo cadere più volte i trolley
per la strada.
Arrivammo al nostro piano e incominciammo a cercare
disperatamente la nostra stanza. Poi la trovammo.
Ci sembrò quasi un miraggio.
Leila si avvicinò e aprì la porta girando
lentamente le
chiavi. Entrammo con un piccolo balzo. Scaraventammo le valigie a terra
e
iniziammo ad urlare come matte abbracciandoci e saltando sui letti,
anche con
le scarpe (machissenefrega!).
Chiudemmo la porta e ispezionammo ogni minima parte di
quella stanza meravigliosamente meravigliosa.
C’erano due letti matrimoniali, una tv e un bagno con una
doccia molto grande. Era perfetta. Ci rinfrescammo e riscendemmo nella
hall per
la cena.
Il meglio doveva ancora venire.
O almeno così pensavamo, perché dopo cena, in
camera non
successe nulla di davvero speciale. Giulia invitò due tizi a
stare con noi, e
così passammo la serata, e anche la nottata perché i due si
impossessarono dei letti, e io
mi ritrovai a dormire sul bordo con il rischio imminente di una caduta
dolorosa.
A pranzo ci ammassarono in una specie di taverna che
misteriosamente ci conteneva tutti, anche se eravamo azzeccati fra di
noi come
pane e nutella. Io e le ragazze riuscimmo a trovare un tavolo per
quattro.
-Finalmente si mangia, non vedevo l’ora- esordii io con un
sorriso
-Io invece non ho molta fame, spero solo non ci riempiano di
pasta al sugo come ieri sera- Leila come sempre non aveva fame.
Che novità!
-Avete visto qualche ragazzo carino?-squittì Roxy.
Scossi la testa
-Non ce ne sono molti…però…- tutte e
tre alzarono la testa
contemporaneamente e mi fissarono come la leonessa che fissa la zebra.
-Chi?!-dissero in coro con un espressione indecifrabile sul
volto.
-Quello con il tatuaggio- feci uscire in un soffio.
Ripresero il loro aspetto normale.
-E’ vero, è un bel ragazzo-commentò
Roxy soddisfatta.
Gettai un occhiata sul tizio in questione, mi sarebbe
piaciuto scambiarci quattro chiacchiere.
Poi guardai Roxy, mi sarebbe dispiaciuto se ci avesse
provato con lui.
Eppure era fidanzata.
Ma questo era relativo se si trattava di Roxy.
E lui sembrava assecondarla.
Così, la sera, dopo aver acquistato una bottiglia di due
litri e mezzo di un liquore fortissimo lo invitò assieme
alla sua cricca nella
nostra camera (e c’era anche il tatuato, che ,inutile dirlo,
non mi degnò di
uno sguardo). La nostra stanza intanto era diventata piena zeppa di
gente sconosciuta
che si faceva un bicchiere o due e usciva indisturbata.
Roxy incominciò a fare la cretina, fingendo di essere
ubriaca.
Ryan si stese sul MIO letto e incominciò a cercare di fare
il simpatico con me e Leila dicendo di non averci mai visto a scuola e
di non
sapere neanche della nostra esistenza (Perché a noi
importava molto della sua
di esistenza).
Poi tutta la banda assieme a Roxy uscì dalla nostra camera
rumorosamente.
Leila era incazzatissima, incominciò a girare per la stanza
furiosa
-Ma ti rendi conto?! Roxy è fidanzata! E fa la scema con
quello Stiller!- sospirai
– Non solo con lui…- Leila si fermò sul
letto
–Ma che merda! Non si rende conto che sta facendo la figura
della puttana?- scossi la testa
–Lei così è fatta,
che ci vuoi fare? Ma poi quella gente che è venuta? Ma chi
li conosce?Se io
vado in camera di Stiller non è che mi stendo sul letto!-
Leila mi
guardò
divertita
-Infatti-.
In piena notte Roxy bussò alla porta. Andai ad aprire.
–Roxy ma a quest’ora ti presenti?-
Roxy entrò non curante e si stese sul letto, mi ristesi
accanto a lei, mi guardò
-Secondo me, tu piaci a Ryan..- mi misi a ridere
-Perché questa affermazione?-
-Perché parla sempre di te…-la guardai pensierosa
-E cosa dice di me?-
-Che non ti ha mai notata a scuola-
Giulia e Leila
avevano ascoltato dall’altro letto.
–Roxy, se piacevo a Ryan questa sera stava con me- sbottai.
Giulia si alzò ridendo e porgendomi il cinque
– Mi sei piaciuta Fiamma!-
Salveeeeee,
Lo so che non è passato quasi nessuno, ma io metto
già il secondo capitolo (magari invoglia...)
spero che qualcuno li legga (perfavoreleggeteliiiiii) :)
Carangel_