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Autore: paynekilllers    04/06/2013    16 recensioni
«Sarò anche stata una grande bugiarda, ma non sono sicura di poter mentire di nuovo guardandoti negli occhi.»
____
Questa fanfiction scritta a quattro mani. Abbiamo messo 'slash' come tipo di coppia per un motivo, guardate il trailer e capirete (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=VAtnuUz4cT0).
Speriamo vi piaccia, un bacio.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter four:
- A new ally.
 

 

Kayla's Pov
 

Ma perché doveva andare sempre tutto male? Che diamine aveva il mondo contro di me?
Non facevo altro che chiedermi questo quando i miei occhi incontrarono quelli di Dylan.
Lo guardai stupita per ancora alcuni secondi, cosa che fece anche lui. Mi accorsi però, con la coda dell’occhio, che Harry ci stava osservando con un sopracciglio alzato, sicuramente incuriosito dalla mia reazione. Sospirai e cercai di calmarmi, misi su un sorriso fintissimo, peggio di quello delle barbie in fabbricazione, e mi diressi spedita verso Dylan.


«Hey amico, piacere! Il mio nome è Kyle.» dissi pregandolo con gli occhi di non dire una parola, sapevo che mi aveva riconosciuto, non ci voleva un esperto per capirlo. Mi morsi il labbro e aspettai la sua risposta.
«Ciao.» disse freddo, con i suoi occhi di ghiaccio che quasi mi perforavano. Oddio mi sa che l’avevo fatta grossa, ero finita. Non sarei sicuramente rimasta a lavorare lì, questo era sicuro.
«Sicuri di non conoscervi già?» ci interruppe Harry. Oh certo ci voleva anche quella.
«Non so di che cosa tu stia parlando, Styles.» Dylan fece una faccia disgustata. L’unico amico che potevo avere a scuola me l’ero giocato per colpa di quella merda di lavoro. Brava Kayla, complimenti.

Però per quello che sembrava, Dylan non aveva intenzione di dire nulla. Almeno in quel momento. Quindi cacciai fuori un sospiro di sollievo, e mi diressi verso gli altri ragazzi che ancora non conoscevo.
Harry mi corse vicino e me li presentò con un sorriso stampato sul volto.

«Lui è Niall – disse indicando con l’indice un suo amico, leggermente più basso di lui con i capelli biondi e degli stupendi occhi azzurri – ed è una delle star più ambite in questo locale.» disse scoppiando in una risata.
«Anche se Harry non lo batte nessuno.» commentò un altro ragazzo dai capelli castani e gli occhi azzurri.
«E tu saresti?» dissi io.
«Louis, molto piacere.» disse il bruno con un sorriso a trentadue denti. Gli sorrisi, sembrava una persona molto simpatica e solare. Stessa cosa per il biondo, sembravano entrambi due bravi ragazzi.
«Bene, spero che dopo le presentazioni e tutto il resto tu abbia capito bene cosa devi fare, non te lo spiegheremo una seconda volta. » disse Tom accendendo una sigaretta e senza nemmeno guardarmi.

Guardai preoccupata Harry, che mi fece un sorriso incoraggiante, per quanto potesse essere utile.
Appena notai che tutti erano occupati cercando di dare un’ultima sistemata al locale che presto avrebbe aperto, trascinai Dylan nello stanzino delle scope, quello che poco prima mi aveva mostrato Harry.

«Senti… io…» dissi, non sapendo esattamente come continuare quel discorso inutile, sì perché era proprio inutile, tanto sapevo che prima o poi mi avrebbe sputtanato, chi non l’avrebbe fatto al posto suo? Infondo non mi conosceva nemmeno.
«Kayla, mi spieghi che diamine ci fai qui?» disse a denti stretti, sembrava si stesse trattenendo per non scoppiare dalla rabbia. Perché poi si scaldava così tanto? Vedendolo così infuriato, non potei fare a meno di arrabbiarmi anche io. Lo sapevo di star facendo qualcosa di sbagliato, anzi, sbagliatissimo, ma lui non aveva il diritto di arrabbiarsi così tanto con me.
«Dylan, avevo bisogno di un lavoro e ho visto che qui cercavano qualcuno…» cercai di continuare, ma mi interruppe.
«Se Tom ti scopre tu sei finita, e dico letteralmente.» disse con uno sguardo duro.
«Perché?»
«Tom non ama essere preso per il culo. Vattene finché sei in tempo Kayla, davvero.» disse sospirando e passandosi una mano tra i capelli.
«Dylan, senti, ormai Tom mi ha assunta, non posso andarmene così. Ti prego, ti prometto che non mi farò scoprire, ho solo bisogno del tuo aiuto.» mi sarei anche inginocchiata, se quello fosse servito a convincerlo. Ci tenevo tanto a lavorare lì, si guadagnava bene, avrei potuto aiutare moltissimo mia madre e Dylan non era nessuno per impedirmelo.

Mi guardò per un momento che sembrò interminabile. Non riuscivo a capire che cosa stesse pensando, i suoi occhi erano ancora di ghiaccio, riuscivo anche a sentire quasi il gelo nelle vene.

«Non sai in che casino ti stai cacciando.» disse con uno sguardo disperato, facendo un ultimo tentativo per cercare di convincermi a sloggiare. Ma io ero testarda, ed era anche un lato che amavo molto del mio carattere.

Incrociai le braccia al petto e lo guardai senza dire niente. Dal mio sguardo poteva benissimo capire che non avrei mai cambiato idea, qualsiasi cosa mi dicesse. Dopo pochi secondi sospirò e alzò gli occhi al cielo.

«Sei una testa dura, eh?»
«Sì.» Gli sorrisi, avevo vinto, lo sapevo.
«Ti darò una mano, ma se ti scoprono io non ti conosco. Hai capito?» disse con uno sguardo spaventato.

Annuii. Ma era davvero un night club quello? Perché per come Dylan me ne parlava sembrava una sede segreta di spacciatori o peggio. Lo avrei scoperto molto presto, questo era poco ma sicuro.

«Grazie mille! Adesso esci prima tu.» Gli dissi spingendolo fuori dallo stanzino senza nemmeno aspettare che dicesse niente. Visto che ero da sola potevo anche incominciare a saltare dalla gioia, tanto nessuno mi avrebbe visto. Meno male che ci pensai solamente, dato che subito dopo entrò Harry.
«Che ci fai qui dentro?»
«Uhm… io stavo… niente, usciamo?» non avevo niente da dire, sapevo di sembrare strana, ma in quel momento ero talmente felice che poco mi importava.

Uscimmo dallo stanzino, il locale si stava già riempiendo, di sera era tutt’altra cosa. Nei primi tavoli, vicino al palco, stranamente non vidi nessuna vecchietta, anzi, sembravano delle ragazze della mia età che probabilmente venivano anche nella mia stessa scuola, visto che, dopo averci visti, salutarono Harry con un caloroso bacio sulla guancia. Erano cinque, non ce n’era una che non se lo stesse mangiando con gli occhi. Probabilmente erano lì solo per lui. Strano, non mi aveva detto che era Niall la star del locale? Dopo poco, una di loro finalmente staccò gli occhi da Harry, per poi posarli su di me sorridendomi.

«Styles, chi è questo tuo nuovo amico?»
«E’ un nuovo dipendente del locale, Stacey.» disse con aria scocciata, sicuramente se le voleva togliere di torno ed era comprensibile. Sembravano tutte delle bionde con le tette rifatte e senza cervello.
«Ma non è troppo piccolo per lavorare qui? Quanti anni ha?» disse alzando un sopracciglio e analizzandomi con lo sguardo.
«Ha un anno in meno di noi Stacey, ha diciassette anni.» disse con tono monotono.
«Mh, ha anche tratti molto… femminili?»

Merda, merda, merda.

«Vorresti dire che sembro una femminuccia?» dissi cercando di far avvicinare la mia voce il più possibile a quella di un ragazzo.
«Beh…»

Non aspettai nemmeno una sua risposta, che le presi la mano e me la portai verso il cavallo dei pantaloni, giusto per farle sentire che qualcosa avevo… lì sotto. Se non fossi stata così preoccupata sul come evitare che quella Stacey mi scoprisse, avrei anche riso. Era una scena esilarante, sul serio.
Non appena sentì quel rigonfiamento, che come ho detto, non era mio ma che avevo avuto la grande intelligenza di mettermi nei boxer, potei notare che sul suo viso passavano varie sensazioni. Dalla sorpresa al disgusto e dal disgusto alla rabbia. Si staccò dalla mia presa, mi diede uno schiaffo e portò le sue chiappe flaccide insieme a quelle delle sue amiche fuori dal locale.
Mi massaggiai la guancia facendo una smorfia di dolore, noi ragazze sappiamo tirare delle cinquine incredibili quando siamo incazzate e me ne ero resa conto quella sera.
Per fortuna che nessuno a parte Harry e Dylan aveva notato la scena. Sospirai di sollievo. Harry mi guardava con la bocca aperta, mentre Dylan cercava di non scoppiare a ridere. Certo per Dylan era anche più divertente, visto che sapeva che non ero proprio quello che dicevo di essere.
 



Harry's Pov

Non riuscivo a crederci. Davvero aveva fatto quello che aveva fatto? Nemmeno io avrei avuto il coraggio di prendere quell’iniziativa. Stacey si era sul serio offesa, cosa molto strana visto che toccare uccelli era la sua specialità. Più volte la sua mano era scivolata tra le mie gambe, e di certo non si faceva problemi a dar sfogo alle sue fantasie anche in pubblico.

«Styles, inizi tra dieci minuti.»

La voce odiosa di Tom mi riportò sulla terra e annuendo andai a cambiarmi. Mi sfilai il maglione e lo poggiai su una sedia lì vicino. Presi la solita, monotona camicia bianca dall’armadietto e me la infilai. Mi posizionai davanti allo specchio per indossare il papillon. In quel momento Dylan entrò nella camera ancora con un sorriso stampato sulle labbra.

«Che hai da ridere, Brooks?» Gli chiesi guardandolo dallo specchio.
«Kyle… Stacey.» Rispose scuotendo la testa.
«Quel tipo è strano.» Dissi alzando un sopracciglio.
«Molto più di quello che pensi.» Rispose sovrappensiero.
«Che vorresti dire?»
«Ehm, niente. Era per dire…»
«Comunque penso ci abbia provato con me prima.» Ammisi disgustato.
«Cosa, davvero?»
«Mi ha… toccato! – mi guardò stupito – La mano, mi ha toccato la mano. Non pensare male.»
«Che vuoi che sia! Magari non l’avrà fatto nemmeno apposta.»
«Si, ma mi ha fatto schifo. Ha anche lo smalto. Che dici, secondo te è uno di quei punk gay feticisti?»
«No! Spero…» 

Uscii per raggiungere il bancone dei cocktail e iniziai a pulire qualche bicchiere visto che non c’erano ancora ordini. Mi si presentò davanti una donna sulla quarantina, ben messa per la sua età. Mi chiese di prepararle un Blood Shot e subito l’accontentai. Sentii un rumore. La mia attenzione si focalizzò sulla fonte di quest’ultimo. Vidi Kyle completamente steso per terra. Quando alzò lo sguardo, per vedere se ci fosse qualcuno nei paraggi, incontrò i miei occhi. Mi urlò dietro un «Sto bene!» con una voce che comunicava il contrario e tornò a sbrigare le sue faccende, come io le mie.

«E’ nuovo quello lì?» Sentii una donna parlare con Dylan. Stava indicando Kyle con un dito.
«Ehm, si. Ma è solo l’addetto alle pulizie.»
«Carino. Secondo me sul palco frutterebbe di più.» Disse con voce malizosa.
«Se vuole glielo presento.» Le proposi intromettendomi.

Dylan mi fissò con uno sguardo contrito. Era come se mi volesse dire: ma che cazzo stai dicendo?

«Anche se i baristi hanno il loro fascino.» Disse mentre con la lingua giocava con la cannuccia del suo drink.


Ero abituato a quel tipo di attenzioni, ne ricevevo ogni giorno. Alcune, invece delle parole, mi toccavano direttamente il sedere. Quello mi faceva leggermente impressione. Mi sentivo usato, ma quello era il prezzo da pagare per lavorare lì. L’attrazione eravamo noi ragazzi, non di certo la varietà di alcolici. Per mia fortuna il locale non era frequentato solo da donne di mezza età, anzi i tre quarti delle donne presenti potevano avere massimo 30 anni. Tre ragazze entrarono nel pub sedendosi ad tavolo poco lontano dal piano bar. Ebbero la mia completa attenzione. Frequentavano sicuramente il college. Diedi una gomitata a Dylan per fargliele notare e lui mi sorrise esasperato.

«Scommetto che vuoi prendere tu le loro ordinazioni.»
«Era scontato. – Uscii da dietro al bancone – Sta a guardare!»

Andai dalle ragazze e, con la scusa delle ordinazioni, cercai di attaccare bottone. Erano tedesche ed erano venute in Inghilterra per frequentare un corso avanzato di inglese.

«Potrei darvi una mano, sono bravo con le lingue.»

Loro si guardarono e sorrisero capendo dove volevo andare a parare. Allungai la mano alla ragazza che tra le tre mi sembrava la più carina e le dissi di seguirmi. Passai davanti al bancone e feci un occhiolino a Dylan che mi sorrise. Riuscii a leggere sulle sue labbra un «figlio di puttana». Portai la ragazza nello sgabuzzino e, una volta dentro, mi chiusi la porta alle spalle. La costrinsi con le spalle al muro e premetti il mio corpo contro il suo.

«Scommetto che sarai un bravo insegnante.» Disse lei maliziosa.

Non le risposi nemmeno e in un attimo la mia bocca premeva sulla sua. La mia lingua scivolò sulle sue labbra e la invitai a schiuderle. Lei non si oppose e, in pochi secondi, mi ritrovai a giocare con la sua lingua. Con la mia ispezionai tutta la sua bocca, le accarezzai il palato e, quando mi allontanai, eravamo entrambi senza fiato. Le accarezzai un fianco, anche se più che altro era una scusa per alzarle il vestitino. Le allargai le gambe con una delle mie premetti il mio ginocchio contro la sua intimità. La sentii sorridere sulle mie labbra e subito dopo portò le sue mani sulla cintura del miei pantaloni. Sentii il rumore della mia zip e le sue dita sfiorarono l’elastico del miei boxer. Con agilità mi tolse la camicia e l’aveva lasciata scivolare sul pavimento. Sentii la porta aprirsi e subito mi allontanai dalla ragazza, per paura che fosse Tom. Mi ritrovai Kyle davanti con gli occhi che per poco non gli uscivano fuori dalle orbite.

«Cazzo, Kyle. Esci!»

Gli urlai contro quando mi accorsi che era lì a fissarci già da una decina di secondi. Lo spinsi fuori io e richiusi la porta.

«Mi servirebbe lo straccio…» Urlò da fuori. Sbuffai e gli lanciai contro lo straccio.




Kayla's Pov

«Che modi.»

Mi ritrovai a dire quando lo straccio mi finì contro il viso. Poi ripassai nella mia mente la scena che avevo appena visto. Avevo beccato Harry a strusciarsi contro una biondona. Non mi sembrava un tipo del genere.
L’immagine dei suoi pettorali mi si presentò davanti agli occhi e non potei fare a meno di pensare a quanto fosse ben messo. Per un momento desiderai di essere io quella spalmata contro il muro dello sgabuzzino. La porta si aprì e dalla stanza uscì la ragazza, completamente rossa in viso e malconcia. L’aveva strapazzata per bene… Subito dopo uscì Harry, che aveva lo sguardo basso sulle sue dita che cercavano chiudere la camicia il più presto possibile.

«Kyle, mi hai rovinato la più bella scopata tedesca della mia vita, se non l’unica.»
«Tu mi hai rovinato il viso buttandomi questo straccio sudicio sul viso. Ti farò arrivare il conto della mia estetista.»

Alzò il suo viso di scatto. Mi maledissi. Dovevo imparare a contare prima di parlare, altrimenti mi avrebbero scoperto subito.

«Scherzavo!» Risi cercando di sistemare il guaio che avevo combinato.
«Io no.» Disse lui serio.

Mi sorpassò dandomi una spallata che per poco non mi fece uscire l’osso di fuori. Tornai in sala e sentii i ragazzi parlare di una festa. Niall era entusiasta. Appena mi vide, mi sorrise.

«E tu, pivellino? Vieni? Festeggiamo il tuo primo giorno di lavoro.»

Mi stavano invitando ad una festa e questo voleva dire che stavo entrando nel loro giro. Il mio sguardo cadde subito su Dylan, che aspettava come gli altri una mia risposta.

«Ci stai pensando troppo per i miei gusti. E’ deciso! Verrai.» Continuò il biondo.

Annuii.
Ecco, bella merda. 






Trailer della fanfiction.



Spazio autrici:
Eccoci con il quarto capitolo, speriamo vi piaccia:)
Visto? Adesso Dylan conosce il piccolo segreto di Kayla.
In più c'è Harry che dimostra, in parte, quanto sia stronzo. 
Nel prossimo vedremo cosa succede alla festa.
Potrà mai andare tutto liscio? u.u

-L&R-


 
 

  
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