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Autore: youmoveme    04/06/2013    2 recensioni
Thad e Sebastian, una difficile convivenza per entrambi. Ma, fra battutine, assoli contesi, feste alcoliche e enormi figure di merda, fra i due compagni di stanza succederà qualcosa di più oppure continueranno ad odiarsi senza riserve?
He spoilt everything with something stupid (like 'I love you')
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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~ like “I Love You” (pt 1)

Thad si appoggiò alla parete mente Sebastian si avvicinava a lui con uno sguardo pericolosamente malizioso. Nella penombra l'unica cosa visibile erano i suoi occhi scintillanti che lo fissavano come un predatore con la sua preda. Sebastian ora gli era addosso; con la mano sciolse il nodo della cravatta blu e rossa che scivolò silenziosamente a terra, poi allargò il colletto della camicia bianca e slacciò con lentezza i primi tre bottoni, prendendosi tutto il tempo necessario affinché l'altro impazzisse.
Thad cercava di respirare con metodo, contando i secondi, ma era del tutto impossibile. Stare vicino a Sebastian lo faceva sentire sul ciglio di un burrone, e Thad soffriva di vertigini. Vedere il vuoto sotto di te è tremendamente eccitante, almeno finché non realizzi di non avere via di scampo. E infatti, contro tutti i propri buoni propositi, Thad si era ritrovato spalle al muro con Sebastian sopra di lui. 
Sebastian iniziò a mordicchiargli il lobo dell'orecchio, Thad era scosso da brividi caldi e non riusciva a tenere gli occhi aperti. Il ragazzo più alto passo a baciargli il collo; ogni tanto la lingua faceva capolino dalla chiostra dei denti. Da sotto la stoffa leggera iniziò ad esplorare le sue spalle alternando unghie e polpastrelli in un massaggio che ben poco aveva di rilassante.
Con la pelle d'oca Thad non sapeva ancora di correre a tutta velocità verso l'abisso. Diede fuoco alla miccia e partì il timer. "Sebastian, posso dirti una cosa?" Chiese titubante mentre le unghie dell'altro gli si conficcavano in profondità nella pelle e veniva invaso da uno strano dolore piacevole.
"Mmhh" Mugugnò un assenso il compagno senza a smettere di tormentare il suo collo.
"Ti amo" Thad disse e si appoggiò senza fiato al muto. La bomba era esplosa. Dio, cosa aveva fatto.
Sebastian si irrigidì, si allontanò leggermente e fece un sorriso così impercettibile che Thad non era del tutto sicuro di averlo visto davvero. "Grazie".
"Non c'è di che" mormorò l'altro, realizzando tutto d'un botto cosa avesse fatto. La consapevolezza lo investì più distruttiva di un'onda di dieci metri, ma cosa peggiore era che lo pensava davvero. "Cioè, intendevo... Merda, sono fottuto" Thad aggiunse, seppellendo la testa fra le ginocchia come se avesse la nausea.
L'altro si alzò dal letto e si diresse verso la finestra. Aprì le ante e scostò le tende; entrò una corrente d'aria e Thad rabbrividì. Sapeva che non era per la folata, ma cercava di non pensarci più di tanto.
Il tempo si era congelato in quell'esatto momento e le parole aleggiavano ancora fra di loro, inespresse e ingombranti. Se solo si fosse morso la lingua o infilato le unghie nel palmo, tutto quello non sarebbe successo. E magari la camicia avrebbe raggiunto la cravatta sul pavimento, e magari la penombra sarebbe stata ancora più scura e l'unica cosa visibile sarebbe stata il profilo di Sebastian, steso accanto a lui, il calore dei loro corpi vicini e il ricordo dei segni lasciatigli sulla pelle... Thad arrossì violentemente e si mise ad osservare fuori dalla finestra aperta.
"Thad, credo proprio che dovremmo parlare, anche se non era esattamente quello che pensavo di fare questo pomeriggio" cominciò lui, ma l'altro rimase in silenzio. Da uno spiraglio Thad lo vedeva fissarlo con uno sguardo strano, di certo non innamorato, ma piuttosto quello di un naturalista che studia un insetto di una specie sconosciuta per studiarlo meglio. Non era piacevole. Dopo qualche minuto si rese conto di dover essere l'unico a parlare. "Non so cosa dire"
"Potresti dire quelle parole di nuovo" disse Sebastian guardando da un'altra parte "suonano bene dette da te". Ed era vero. Da quando Thad le aveva pronunciate aveva iniziato a ripeterle nella mente. Ti amo, ti amo, ti amo, tia mo, tiam o, moti a... Finché si ritrovava a pensare cose pive di senso. Però dette dalla sua voce interiore -chiamatela coscienza se preferite- non suonavano altrettanto bene. Aveva anche provato a dirle ad alta voce a sua volta, ma le corde vocali non collaboravano e dalle sue labbra erano solo usciti dei suoni smorzati.
"È stato solo un errore, uno sbaglio. Possiamo dimenticare questo pomeriggio e fare finta che non sia successo nulla?" Chiese a disagio.
"Mi sembrava ti stessi divertendo prima"
"Ed è così, davvero. Solo che sono così stupido. Non riesco a credere di aver mandato tutto a puttane"
"Sono io quello che ti ha risposto grazie"
"Non tentare di consolarmi, ti prego. La tua compassione rende tutto solo più difficile da digerire. Ho fatto una cazzata, non ho pensato prima di dare fiato alla bocca e ora ne pagò le conseguenze"
"Mica ti sto consolando. Non sono uno psicologo, e, in caso, dovresti pagarmi"
"Mi lasci da solo, Sebastian? Vorrei un momento"
"Con il rischio di trovare il tuo cadavere appeso alla trave del soffitto al mio ritorno? Non credo proprio" Disse e si sedette sul bordo del letto del compagno, ignorando il cigolio di protesta delle molle del materasso. "Ora faremo un bilancio emotivo della tua vita" Sebastian imitò uno psicologo, congiungendo la punta delle dita a formare una capanna. Thad fece un minuscolo sorriso; aveva funzionato, almeno. "Per mostrarti come si fa inizierò io. Il ragazzo che stavo cercando di portarmi a letto -non lo nego- ha detto che mi ama e io l'ho ringraziato. Ed è una delle più grandi cazzate che io abbia mai fatto, e di cazzate ne ho fatte tante, credimi"
Thad sorrise nascosto dal blazer e iniziò a parlare a bassa voce.
"Non sento nulla e non penso sia a causa mia. Ti puoi girare per guardarmi in faccia?" Chiese Sebastian e l'altro si voltò controvoglia, conscio di quello che i suoi occhi verde mare gli causavano.
"Sono un fallimento in tutto: non canto abbastanza bene, i miei voti sono appena al di sopra della media, a lacrosse c'è sempre qualcuno che segna più punti di me. E poi c'è questo ragazzo, ovviamente. Tanto bello e sfuggente da star male. Cercare di essere qualcosa di più per lui, non solo un altro trofeo da collezione, è frustrante. E inutile, come tentare di afferrare il fumo. Come tentare di afferrare il fumo a mani nude" Sebastian rimaner a sentire lo sfogo, avvicinandosi solo di qualche centimetro. "Poi i miei due migliori amici stanno insieme, ed è strano. Non perché non voglio che siano felici, anzi, tutt'altro, e non è neanche perché ultimamente mi allontanano... Semplicemente perché li vedo insieme, mano nella mano, e mi chiedo se lo troverò mai. Il mio Nick o il mio Jeff, intendo. Ma non credo sia possibile; è già piuttosto difficile per le persone normali, figuriamoci per un coglione come me"
"Meriti meglio della Niff... E perché saresti un coglione?" Chiese il ragazzo più a sé stesso che a Thad. L'altro iniziò a tormentarsi le mani, scrocchiandole e Sebastian lo bloccò con delicatezza, intrecciando le proprie dita a quelle congelate di Thad.
"Perché ci sono otto miliardi di persone e mi vado a trovare l'unico stronzo egoista a cui non frega un cazzo dei miei stupidi sentimenti. Che poi la mia anima gemella -sempre ammesso che esista, ovvio- sta a Timbuctu o Rekjiavic. E quante possibilità ho di incontrarla? Una su un milione? Zero? Devo rassegnarmi"
"Forse non c'è bisogno di cercare così lontano. Magari è sempre stata vicino a te e non ce ne siamo resi conto prima" (Merda, un 'noi' di troppo, pensò Sebastian)
"Ti metti anche a citare la Swift? Mi aspettavo di meglio da te, Sebastian"
"Sai, è strano. Essere insultati senza usare parole cattive, intendo. Ma devo ammettere che sei piuttosto bravo a fare il sarcastico"
"Grazie" mormorò lui e tornò a guardare fuori dalla finestra con malinconia.
Sebastian sospirò e decise che era arrivato il, quel, momento. Stava per tirare fuori dalla sua manica una carta; non un due di picche, ma un asso. Di cuori. "Sto per fare una cosa molto stupida e vorrei che mi tenessi anche l'altra mano per evitare di picchiarmi da solo a sangue" Gli tese la mano sinistra e Thad, dopo qualche secondo di esitazione, la prese e la strinse insieme alle altre.


NdA:

so cosa avevo promesso e mi pento e mi dolgo amaramente del mio ritardo (?)
Come potete notare è solo metà del capitolo, ma poi diventava troppo lungo. E il prossimo martedì voglio ammorbarvi con qualche cosa lacrimosa sul fatto che 'i figli lasciano il nido per volare' e roba lacrimosa del genere.

Capitemi, e compatite la mia psiche malata

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anche Grant è sconvolto dalla mia cretinaggeria


Giuro giuro giuro giuro che mi faccio perdonare.

  
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