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Autore: Lady_Sticklethwait    05/06/2013    4 recensioni
-AL MOMENTO SOSPESA-
Penelope si alzò di scatto quando sentì la finestra alzarsi e poi riabbassarsi magicamente.
All'inizio pensò fosse un sogno e richiuse gli occhi, memore di aver addosso ben dieci ore di sonno arretrato, ma lo scricchiolio del pavimento parlava chiaro: c'era qualcuno lì dentro. [...]
Spense la candela con un soffio delicato ed un braccio solido le cinse la vita mentre, un’altra mano, soffocò le urla che sarebbero da lì a poco uscite.
- Sono estremamente affranto, signorina - una voce roca e determinata dall’accento perfettamente inglese le carezzò le orecchie - ma non sarei qui se non mi fossi trovato in condizioni estreme -[...]
- Signore - sbottò, aggrappandosi disperatamente alla sua razionalità - questa situazione… Ora… non è decente -
L’uomo sembrò riflettere per qualche secondo e poi eccolo sorridere di nuovo ed inclinare il capo verso destra, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo- Non ho mai detto che io fossi decente -
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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                                              Capitolo 1  
 




Penelope si alzò di scatto quando sentì la finestra alzarsi e poi riabbassarsi magicamente.
All'inizio pensò fosse un sogno e richiuse gli occhi, memore di aver addosso ben dieci ore di sonno arretrato, ma lo scricchiolio del pavimento parlava chiaro: c'era qualcuno lì dentro.
Si mise a sedere sul letto per guardarsi attorno ma scacciò subito l’idea che potesse essere un ladro. D’altronde, a chi diavolo poteva venire in mente di derubare i mobili – perché soltanto quelli c’erano – di quella misera stanza?
Si stropicciò le palpebre con le mani e, man mano che gli occhi si abituarono all’oscurità, mise a fuoco la stanza.
Sembra tutto come prima.
Sbadigliò coprendosi la bocca ed accese la candela che teneva nei momenti di necessità sul comodino.
Penelope, stai facendo una stupidaggine perché oltre a non esserci nessuno, stai anche consumando l’ultima candela che ti è rimasta.
Ignorò la voce della sua coscienza e, spostate le coperte, calò i piedini a terra ed il contatto con il pavimento freddo la fece rabbrividire.
Si alzò sulle gambe raccogliendo tutta la forza di volontà di cui disponeva, alzò la lampadina all’altezza della sua testa e, vincendo le tenebre, avanzò con cautela.
Il rumore proveniva in direzione dell’armadio, pensò avvicinandosi incerta.
Il pavimento di legno scricchiolava ad ogni passo della donna e la candela emetteva una luce fioca; senza contare che i delicati soffi di vento che provenivano dalla finestra socchiusa facevano ballare la fiamma, rendendo la luce instabile.
Ormai era nei pressi dell’armadio e no, non c’era nessuno. Espirò sommessamente perché fino a quel momento aveva trattenuto il respiro per la paura.
Pf, fifona.
Si girò in direzione del letto, pronta a riprendere sonno; il tempo è danaro. Non le aveva insegnato proprio niente Madame Moreau?
Spense la candela con un soffio delicato ed un braccio solido le cinse la vita mentre, un’altra mano, soffocò le urla che sarebbero da lì a poco uscite.
“Sono estremamente affranto, signorina” una voce roca e determinata dall’accento perfettamente inglese le carezzò le orecchie “ma non sarei qui se non mi fossi trovato in condizioni estreme”
Penelope fece per dimenarsi ma l’uomo aumentò la stretta e ben presto si ritrovò con la schiena puntata su un petto possente.
“Non temete” fece quello con estrema dolcezza “non sono un malfattore e D’OH” dovette fermarsi perché Penelope gli aveva appena pestato un piede “ voi non siete estremamente docile” constatò con voce strozzata.
Ah, si divertiva, lui.
Quando Penelope sentì la voce di alcuni uomini e passi pesanti avvicinarsi sempre di più, si irrigidì. L’uomo, invece, con uno scatto felino, la trascinò sul muro adiacente alla finestra, in modo che gli uomini, scrutando al suo interno, non li avrebbero visti.
“Shhhh” le fece l’uomo vicino all’orecchio aumentando la stretta; Penelope chiuse gli occhi.
“E’ andato di là!”
“No” urlava un’altra voce più giovane “è da quella parte, in giardino!”
“Dobbiamo prenderlo”
“Eccolo, è lì!”
Ignorando totalmente la finestra socchiusa della stanza, gli uomini si allontanarono armati di fiaccole e molto probabilmente anche di spranghe.
Alcuni istanti dopo –istanti che a Penelope parvero ore – l’uomo rallentò la stretta e la donna, approfittando del fatto che si fosse rilassato, con uno strattone si liberò e cadde a terra con un tonfo sordo.
L’uomo sbuffò e si toccò la nuca: Penelope non riuscì a vedergli bene il volto perché la candela si era spenta, tuttavia nella stanza filtravano ancora i bagliori della luna che illuminarono i suoi abiti.
Penelope cinse le ginocchia coperte dalla pudica vestaglia da notte bianca con le mani, e mise a fuoco l’uomo: non vide molto, ma quando notò dagli abiti che quell’uomo era tutt’altro che un poveraccio, rimase confusa.
Indossava pantaloni scuri e dei pesanti stivali neri, così lucidi che avrebbero indotto un valletto a licenziarsi immediatamente. Senza alcun cenno di giacca, quel signore indossava una camicia bianca immacolata ed un panciotto blu scuro di seta.
Dopotutto, fare la sarta aveva i suoi pregi.
“Signore” la voce tremò “uscite immediatamente da qui”
L’uomo, immerso nella penombra, sorrise; o meglio, quello doveva essere un sorriso, dato che una fila di denti bianchissimi e regolari fecero capolino nelle tenebre.
“Di norma le donne mi riserbano un trattamento migliore quando vado a trovarle” disse con tono lascivo.
Oh, che… che canaglia!
Penelope mostró un cenno di impazienza “Signore, se non uscite di qui sarò costretta ad urlare”
“Non mi sembrate una ragazza molto simpatica” fece l’uomo, ignorando l’accaduto.
E voi siete completamente pazzo!
“Oh, affatto” rispose quella, alzandosi lentamente e tenendosi a debita distanza dallo sconosciuto “e sono certa che sarebbe un vero peccato se rovinassi la vostra copertura. D’altronde, io non ho nulla da perdere”
L’uomo fece un passo in avanti e Penelope arretrò: odiava, dannazione, odiava mostrarsi debole, ma quel signore era così alto ed agile che l’avrebbe riacciuffata in pochi secondi se fosse rimasta immobile.
L’uomo sospirò sommessamente “Signorina, mi rendo conto della particolarità della situazione ma vi assicuro che non sono solito inoltrarmi in abitazioni di signorine rispettabili”
Penelope stentava a crederci ma, dopo tutto, non sembrava un ladro – o almeno sperava che non lo fosse – e… perché quegli uomini lo stavano cercando?
No, Penelope, non è affar tuo e per l’amor del cielo, scaccia via quell’uomo!
“Non offro asilo ai malfattori” disse tenendo le mani giunte.
Quell’uomo doveva essere un maledetto seduttore, pensò quando avanzò ed un bagliore gli illuminò parte del mento scoprendo un sorriso sensazionale “Malfattore?” inarcò un sopracciglio “sono stato definito in modi peggiori”
L’uomo fece un altro passo ed ora il suo volto era completamente illuminato dalla luce; Penelope sfiorò varie sfumature di rosso quando un paio di occhi verdi la guardarono divertita, e senza il benché minimo pudore.
Penelope si coprì il petto istintivamente e l’uomo ridacchiò per averle suscitato quella reazione
“E’ un po’ tardi per i pudori da educanda, signorina”
Penelope si guardò intorno in cerca di un’arma da usare perché in quel momento era ben cosciente che se lui avesse voluto abusare di lei, sarebbe stata la fine e poi… E poi c’era quella fastidiosa questione dell’altezza, dato che quel signore era così alto da costringerla ad alzare il volto per guardarlo bene in faccia.
Naso dritto, bocca piena, sorriso sensazionale, occhi verdi, capelli castani… Ecco, se c’era un uomo da cui Penelope sapeva di dover stare accuratamente lontana era proprio quello che le stava davanti.
E quel signore sembrava essere cosciente del proprio fascino, pensò, perché lo stava esercitando disperatamente per rabbonirla.
“Signore” sbottò, aggrappandosi disperatamente alla sua razionalità “questa situazione… Ora… non è decente”
L’uomo sembrò riflettere per qualche secondo e poi eccolo sorridere di nuovo ed inclinare il capo verso destra, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo “non ho mai detto che io fossi decente”
“Eccolo, in quella casa!” urlò una signora in lontananza e l’uomo si girò di scatto.
A Penelope sembrò che egli avesse sbuffato e borbottato “che seccatura” quando, con due falcate, si avvicinò all’altra finestra che era rimasta chiusa fino a quel momento.
Si girò verso Penelope, che ora lo guardava con occhi sgranati e la bocca socchiusa e sorrise “E’ stato un piacere” fece un inchinò beffardo e, con una mano poggiata sul davanzale, si calò giù dalla finestra, non senza imprecazioni indecenti.
Penelope corse alla finestra, il cuore le batteva all’impazzata e si affacciò; la lunga treccia bionda si era ormai sciolta e la brezza notturna mosse la sua vestaglia bianca mentre, con gli occhi socchiusi, cercava l’uomo.
Ma era già sparito.
 
 


Fatemi sapere se vi sembra il caso che continui! A domani, con il secondo capitolo.
Lady Sticklethwait.
   
 
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