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Autore: SweetNightmare_14    05/06/2013    4 recensioni
Le Lune di Sangue non sono una disgrazia, tanto meno una benedizione.
Sono soltanto un segno. Un segno e basta.
Un avvertimento.
La persona che riceve le Lune di Sangue, è destinata ad essere speciale.
Può essere un Drago, una Strega, un Mago, un Vampiro, un Demone. Dovrà essere forte e prudente, perché quando arrivano le Lune di Sangue, portano con sé qualcosa... un Destino...
A chi riceve le Lune di Sangue, succederà qualcosa.
Cosa?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stava aprendo il cofano per tirare fuori le valige, quando sentì due braccia avvolgerla e stringerla forte.
Riconobbe subito il profumo di sua madre: non lo sentiva da tempo e, per un attimo, la catapultò nel suo passato, quando era una bambina e quelle braccia la cullavano.  Quando era una ragazzina (“signorinella”, diceva suo padre) e le mani rosee della mamma le intrecciavano i capelli. Quando era una tredicenne relativamente spensierata ed odiava studiare il francese e quelle braccia avevano dovuto stringerla, mentre le venivano rivelate tante cose che pensava impossibili, tanti segreti sulla sua famiglia.
“Mamma …” sussurrò, ricambiando dolcemente l’abbraccio.
Dopo un paio di minuti, la donna lasciò sua figlia. Quest’ultima la guardò: i soliti capelli bruni, i soliti sinceri occhi azzurri ed un sorriso luminoso stampato sul bellissimo viso, bello come lo ricordava. Quando era piccola, sognava di diventare come la madre. Ai suoi occhi, infatti, era la donna più bella del mondo. Poi qualcosa si mosse dentro di lei, facendole capire che non aveva niente da invidiare a nessuno: guardandosi allo specchio, annullò ogni stereotipo di occhi azzurri, di labbra a cuoricino, di nasi all’insù. Si accorse che anche lei era bella, innanzitutto unica: niente e nessuno era paragonabile. Proprio a quel punto, quando si accorse di essere veramente bella, la bellezza non ebbe alcun peso per lei. Non ci pensava più.
“Mi sei mancata tanto!” Esclamò, senza smettere di sorridere verso la genitrice.
“Anche tu, tesoro! Come stai?” A questo punto, lo sguardo della donna si rabbuiò: al telefono, le era stato raccontato della Luna e non poteva fare a meno di essere preoccupata, anche se era indubbiamente felice per il ritorno di sua figlia.
“Sono confusa e un po’ spaventata.” Confessò la ragazza, mentre dal giardino vedeva arrivare il padre ed il fratello maggiore, Ryan. Si precipitò ad abbracciarli, talmente euforica e felice che non notò la presenza di una ragazza che non aveva mai visto prima.
Quando ebbe lasciato il fratello, si accorse della sua presenza, del modo in cui stava immobile, sembrando addirittura a disagio. La guardò dall’alto al basso, esaminando velocemente i lineamenti delicati del volto, il corpo esile, gli occhi grigi. Si soffermò sui suoi capelli neri, con un ciuffo tinto di verde lasciato ricadere sull’occhio sinistro.
“Ciao …” le disse. “Io sono Carol. E tu?” Allungò la mano verso di lei.
“Il mio nome è Selena.” Rispose la ragazza, afferrando la mano di Carol con una forza che la lasciò spiazzata. Avvertì una specie di brivido freddo partire fulmineo dallo stomaco ed espandersi in tutto il corpo: le gambe e le braccia divennero intorpidite, i piedi e le mani di colpo congelati, il cuore che batteva più forte e più veloce mentre avvertiva un dolore improvviso alla testa.
“P-piacere.” Farfugliò, portandosi una mano alla tempia e massaggiando.
“Proprio così, lei è Selena.” Aggiunse suo fratello avvicinandosi e cingendo le spalle di entrambe con le lunghe braccia forti. “la mia ragazza.”
Carol sgranò gli occhi, fissando suo fratello nei propri: due pozzi scuri di intensità e, contemporaneamente, innocenza. Lui annuì leggermente.
"Ryan …” iniziò, stupita, Carol. “Sono molto felice per te!”
“Grazie!” le rispose il fratello, baciandola sulla guancia. “Ci teneva ad essere qui per conoscerti. Le ho parlato molto di te.”
Gli occhi di Carol incrociarono quelli di Selena e di nuovo avvertì l’improvvisa sensazione di gelo allo stomaco, proprio quando il calore cominciava a rimpossessarsi del suo corpo.
“Ti ricordi dov’è la tua camera, tesoro?” le chiese la mamma, dopo aver salutato il nonno.
“Certo.” Rispose Carol, allontanandosi il prima possibile da Selena. Quella ragazza non le piaceva affatto.
 
  
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