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Autore: Lui_LucyHP    05/06/2013    7 recensioni
Alla fine della Guerra contro Voldemort, le vittime sono molte.
Harry, nel tentativo di tornare a Grimmauld Place con una Passaporta, si troverà invece in un'altra dimensione, dove le cose sono andate diversamente.
James, Lily e gli altri sono tutti vivi, ma combattono una guerra che dura più di vent'anni, perché lì, Voldemort, non è mai caduto la notte del 31 Ottobre 1981, ed è più forte che mai.
Harry si troverà di nuovo ad essere l'unico in grado di sconfiggere il Mago Oscuro.
Ci riuscirà? Come sarà il suo rapporto con i genitori che non ha mai conosciuto?
E quello con tutti gli amici che aveva, ma che lì non l'hanno mai conosciuto?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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«So che vi state preparando ad accogliermi, ma al momento non sono interessato alla lotta. Voglio solo Harry Potter, vivo!
Se si farà avanti spontaneamente o lo porterà uno di voi altri, non mi interessa. Avete tempo fino alle otto di domani sera».

A quelle parole, il succo di zucca che James stava bevendo gli andò di traverso e il volto sbiancò. Sirius gli diede qualche pacca sulla schiena, mentre si guardava attorno spaventato, per capire da che parte provenisse la voce.
Come diavolo aveva fatto Voldemort a scoprire di Harry?
Lanciò un'occhiata a Lily, anche lei pallida, e capì che stava pensando esattamente la stessa cosa.
Nella Sala Grande il volume della voce crebbe di colpo; tutti si facevano le stesse domande.
Perché Voldemort voleva Harry Potter?
Ma Harry Potter, non era morto?
Che storia era mai quella?
Con lo sguardo cercò Silente e vide che si stava avvicinando a loro con passo tranquillo, ignorando tutti quelli che cercavano di fermarlo. Contrariamente agli altri presenti in sala, non sembrava affatto toccato dalle parole di Voldemort; anzi, sembrava quasi che non avesse nemmeno sentito la voce del mago oscuro parlare attraverso i muri.
«Lily» disse, quando li raggiunse. «Dovresti tornare giù con Severus per sistemare le ultime cose, ormai ci siamo!»
James guardò il Preside con occhi sgranati; era abituato ad una certa dose di follia dell'uomo, ma la voce allegra e lo sguardo che aveva, come un bambino davanti ad una valanga di caramelle tutte per lui, gli sembravano troppo anche per uno come Silente.
«Certo, Albus, vado subito» rispose Lily, appena più tranquilla. Finì l'ultimo goccio di succo di zucca, poi riempì un piccolo vassoio con una brocca e alcuni tramezzini. «Non credo che Severus si sia fermato a mangiare... quando si mette a trafficare con qualche pozione dimentica tutto il resto».
Si allontanò velocemente oltre la porta della Sala Grande, diretta ai Sotterranei.
«Io vado nel mio ufficio; in caso di bisogno, conoscete la parola d'ordine» si congedò Silente, prima che qualcuno potesse fermarlo per fargli qualche domanda.
James, a cui non era sfuggito lo sguardo indagatore di Sirius, sospirò. Non poteva dire niente, lo aveva promesso a Harry; sarebbe stato lui, quando se la sarebbe sentita, a parlare con Sirius e Remus. Non sapeva perché, ma aveva la sensazione che il figlio stesse evitando il più possibile ogni contatto con Sirius.
«Tu sai qualcosa che io non so, confessa!» esclamò l'amico, non appena Silente sparì dalla loro vista.
«Sì, Sirius, so qualcosa che tu non sai».
«E...»
«E niente, almeno per il momento» fece James, allontanando il piatto quasi pieno di toast; la fame che gli era venuta dopo tutto il lavoro del pomeriggio era passata di colpo. Harry era in pericolo, tutti loro lo erano, con Voldemort in giro per Hogsmeade ad aspettare di cominciare la battaglia. Si sentiva impotente, esattamente come quando anni prima Silente aveva detto a lui e Lily della Profezia su Harry e Voldemort.
«Credi che Silente abbia qualcosa in mente?» chiese Ross, impedendo a Sirius di ribattere.
«Silente ha sempre qualcosa in mente» rispose James. «Il problema è capire cosa sia».

 

***

«Stai dicendo che fa tutto parte del piano?!»
L'esclamazione di Ron fu talmente forte che fece voltare due membri dell'Ordine che passavano poco lontano da loro, diretti nella Sala Grande. Fortunatamente, Hermione aveva trasfigurato il volto di Harry prima di uscire dall'aula in cui si erano rifugiati, altrimenti avrebbero avuto un altro
problema a cui far fronte.
«Sssh! Per amor del cielo, Ronald!» lo zittì la ragazza, fulminandolo con gli occhi.
«Scusate... Beh, allora?» fece, rivolto a Harry.
«Il piano prevedeva di attirare Voldemort a Hogwarts, distruggere gli Horcrux e poi ucciderlo. Le prime due, non necessariamente in quest'ordine.
Siamo alla fine della fase uno, direi».
«E stiamo andando nell'ufficio di Silente per...?»
«Controllare che la fase due sia terminata prima di cominciare la terza» spiegò Harry. «Di quello si è occupato lui, io non so nulla».
Giunsero davanti al gargoyle di pietra giusto in tempo per incrociare Lily e Severus che provenivano dai sotterranei. Avevano un'espressione scura in volto che non piacque per niente a Harry.
«Che cosa è successo?»
Nella sua mente cominciarono a delinearsi gli scenari più catastrofici, come un grave attacco dei Mangiamorte o di Voldemort stesso, nonostante il tempo che aveva dato per avere Harry. Non poteva essere successo qualcosa di orribile, non ora che erano ad un passo dalla fine di tutto.
«Niente di buono» rispose Severus, una volta entrati nell'ufficio del Preside. Silente era seduto dietro la scrivania, su cui erano appoggiati tutti e sei gli Horcrux. L'espressione allegra che tanto aveva scioccato James in Sala Grande sparì non appena vide quella di Lily e Severus.
«Che cosa è successo?» chiese anche lui, preoccupato.
«La pozione non ha fermentato nel modo giusto» spiegò Lily. «Non abbiamo la minima idea di come sia potuto succedere, ma non è come dicono le istruzioni; è inutile».
Dall'espressione di Silente, Harry capì che si trovavano davanti ad un grosso problema. Non aveva idea di che pozione si trattasse, ma avrebbe giurato che riguardava la seconda parte del piano che avevano ideato.
«Abbiamo altri ingredienti» rassicurò Severus. «Possiamo riprovare, sarà pronta tra tre giorni».
«Non abbiamo tre giorni» disse Silente. «Non importa, faremo in un altro modo. Potete andare» aggiunse, rivolto a Lily e Severus.    
«Che pozione era?» chiese Harry, quando i due ebbero lasciato l'ufficio.
«Una molto complicata. Un veleno potente, il cui antidoto contiene un ingrediente raro come la lacrima di Fenice» spiegò il Preside. «Qualcosa di così potente e raro da essere in grado di distruggere gli Horcrux».
D'un tratto, Harry ebbe l'impressione che una strage di Babbani sarebbe stato niente in confronto a quello. La seconda parte del piano era appena andata a farsi benedire e Voldemort, che aveva già raggiunto Hogsmeade, avrebbe aspettato solo poco più di ventiquattr'ore prima di fare una mossa.
«Oh, miseriaccia! E ora che facciamo?» chiese Ron, con un filo di voce.
«Si potrebbe usare l'Ardemonio, dato che non disponiamo di spade intrise di veleno di Basilisco, né di un esemplare morto a cui staccare le zanne» propose Hermione, che sembrava aver imparato a memoria il racconto di Harry come faceva con i libri di testo.
«Sì, signorina Granger, ci avevo pensato» disse Silente. «Ma l'Ardemonio è un fuoco difficile da controllare e, nonostante io sia un più che discreto mago e conosca il modo per fermarlo, non sarei sicuro di riuscire a domarlo prima che distrugga l'intero Castello».
«Si potrebbe usare la Stanza delle Necessità» continuò Hermione.
«Non è una buona idea» ribatté Silente. «La Stanza delle Necessità è una risorsa molto importante per noi. Se durante la battaglia ci trovassimo a corto di qualcosa, lì lo troveremmo. Per non parlare poi del fatto che potrebbe essere un ottimo rifugio nel caso in cui le cose si mettessero male».
«Forse conosco un posto che possiamo utilizzare senza preoccuparci che vada a fuoco, ma non sarà semplice entrarci» disse Harry, deciso più che mai a distruggere gli Horcrux prima che scadesse il tempo che Voldemort aveva dato loro. «La Camera dei Segreti».
«Harry, quando hai aperto la Camera nell'altra Dimensione parlavi Serpentese, cosa che, come tu stesso mi hai detto, non puoi più fare da quando non sei più un Horcrux».
«Ci potrà aiutare Ron, professore» disse Harry, convinto. «In un sogno che ha fatto in coma ha sentito me aprire il Medaglione, può riprodurre il sibilo...»
«Harry, io non credo che sia una buona idea» fece Ron, terrorizzato. «Ho sentito solo un sibilo, ci metterei una vita per riprodurlo».
«Francamente, mi sembra l'idea migliore che abbiamo e non correremo il rischio di dar fuoco alla... Ahia!»
Harry si portò una mano sulla nuca. Delle fitte avevano cominciato a trafiggere quella zona, provocando non poco dolore. Era abituato a sentirsi la testa spaccato in due quando gli faceva male la cicatrice, ma quella era tutta un'altra cosa.
La vista gli si annebbiò e lui strizzò gli occhi un paio di volte, per cercare di mettere a fuoco la stanza, senza successo.
«Harry, che cosa succede?»
La voce preoccupata di Hermione giunse da molto lontano.
Si sentiva malissimo, come se fosse sul punto di svenire, solo che non riusciva a svenire. Non si era mai sentito così.
Nella mente vide una scena strana per lui, una che non poteva aver vissuto, non era possibile.

 Un bambino di sette, otto anni aveva fatto irruzione in una cucina dove un giovane Sirius stava facendo colazione assieme ad una donna dai corti capelli biondi. Il bambino aveva occhi verdi e dei capelli neri, sparati in ogni direzione; era visibilmente compiaciuto per qualcosa.
«Sirius!» esclamò eccitato. «Ho fatto diventare rosso Heart!»
Dietro al bambino erano entrati Lily e James, sorridenti e felici nonostante la marachella combinata dal figlio.
La donna bionda scoppiò a ridere e lo stesso Sirius fece fatica a trattenersi.
«Ma davvero? Allora è ufficiale: abbiamo un maghetto in famiglia!» esclamò, allegramente. «Dobbiamo festeggiare, ma dimmi... come hai fatto?»
Caricò il bambino sulle sue ginocchia e imburrò una fetta di pane tostato.
La porse al bambino che cominciò a mangiarla, ancora più felice di prima.
«Harry, cosa si dice?»
«Grazie, Sirius! Non so come ho fatto» disse il bambino, dopo aver mandato giù il boccone. «Heart era arrivato con una lettera per papà, invece l'ho presa io. Lui mi ha beccato un dito e allora l'ho guardato male e... e poi gli sono venute le piume rosse!»

 
Così com'erano venute, le fitte alla nuca si calmarono di colpo e la vista tornò quella di sempre. Si ritrovò seduto davanti alla scrivania del Preside, che lo guardava preoccupato alla sua sinistra; doveva essersi alzato, ma Harry non se ne era accorto.
«Cos'è successo, Harry?»
«I-io... credo di aver ricordato di quando ero piccolo, con i miei genitori, ma non è possibile!» spiegò, ancora sconvolto per quello che aveva visto. Le mani tremavano al punto da fargli temere di essere vicino ad un attacco di qualche tipo. «Ho avuto una specie di visione, c'era un Harry bambino...»
«Esattamente come è successo a Ron!» esclamò Hermione. Nella sua voce si avvertiva chiaramente una nota di delusione. «Gli è già capitato due volte da quando si è ripreso dal coma, ed entrambe le volte ha ricordato un episodio...»
Harry spostò lo sguardo sull'amico, che si guardava i piedi, imbarazzato.
«Beh, ecco è vero... Alcune fitte alla nuca e ho ricordato alcune cose che riguardavano te, Harry... preferirei raccontartele in privato...» disse Ron, con le orecchie che avevano ormai raggiunto la tonalità dei capelli.
Silente tornò a sedersi dietro la scrivania, sollevato.
«Credo che dipenda dalle due Dimensioni che si stanno unendo» spiegò Silente. «L'ippocampo, la zona del cervello in cui risiede la memoria, si trova vicino alla nuca. Credo che i mal di testa siano così forti perché i ricordi che poi vi arrivano, non sono esattamente reali; la vostra mente cerca di ricordare avvenimenti che non ha mai vissuto. Temo che tra un po' toccherà anche a noi, signorina Granger».
«Professore, come funziona esattamente questa cosa dei ricordi?» chiese Harry. «Tutti cominceranno a ricordare così, con dei mal di testa?»
«Non ho la pretesa di sapere tutto, Harry» rispose Silente, «ma ho fatto un po' di chiacchiere con la signora Williams, dopo aver letto gli appunti di Bode. Secondo quanto dice lei, alcune persone hanno cominciato a ricordarla più seriamente, con questi ricordi che provocano dolore alla testa. Altri, invece, semplicemente hanno ricordato lei, molto meno chiaramente, ma come se fosse sempre stata presente. Da suo racconto ho dedotto che le persone che la ricordavano più chiaramente erano quelli a cui si era mostrata per quello che era veramente».
«Intende, che aveva rivelato di provenire da un'altra Dimensione?»
«No, Harry» rispose Silente. «Si era mostrata per quello che era veramente dentro, i suoi sentimenti».
«Non capisco, professore» disse Hermione, poco convinta dalla spiegazione. «Se questa storia dei ricordi comincia giorni dopo che Harry ha parlato dei suoi sentimenti con qualcuno... perché Ron ricorda già da giorni, quando Harry si è rivelato solo ora?»
«Sono andato a trovarlo quando era in coma, varie volte, ma una in particolare» spiegò Harry, che invece sembrava aver già accettato la spiegazione di Silente. «Una sera, dopo che ero uscito dall'ufficio di Silente, ho fatto una deviazione in Infermeria. Ho visto che non c'era nessuno e così mi sono avvicinato al letto di Ron. Gli ho detto che doveva riprendersi, che era il mio migliore amico e lo avevo già perso una volta; non potevo perderlo ancora».
Incrociò lo sguardo di Hermione e vide che aveva gli occhi lucidi; Ron, al contrario, aveva le orecchie di nuovo rosse. Harry si fissò le scarpe, cercando di nascondere che anche lui aveva gli occhi umidi. Avere Ron e Hermione lì, di nuovo al suo fianco era un'emozione indescrivibile. Aveva passato giorni terribili durante la battaglia, dopo che anche Hermione era morta, a pensare che non avrebbe mai più avuto i suoi migliori amici accanto. Invece ora erano lì; lui era lì, dove anche loro erano vivi.
«Beh, suppongo che anche Lily e James avranno cominciato a ricordare...»
Silente lasciò la frase a metà, mentre Harry scuoteva la testa.
«Non ho mai parlato a cuore aperto, con loro., né con Sirius e Remus, che non sanno ancora che sono qui. Volevo aspettare la morte di Voldemort, prima parlare anche con loro, nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto».
«Faremo in modo che niente vada storto!» esclamò Silente. «Allora, voi tre andate nel posto in cui si trova la Camera e cercate di aprirla; quando ci sarete riusciti, mandatemi un Patronus... qualcuno di voi sa come far parlare un Patronus?»
«Hermione lo sa» disse Ron, beccandosi un'occhiataccia dalla ragazza.
«Non è vero... ho letto solo una volta la teoria!» protestò.
«Sì, è per questo che lo sai fare. Leggere una sola volta la teoria e saper fare subito gli incantesimi, è roba da Hermione!» insisté Ron, leggermente imbarazzato. Hermione rimase in silenzio, ma le sue guance si colorarono di rosso; sembrava compiaciuta dalle parole di Ron.
«Bene» disse Silente, alzandosi. «Io devo controllare come proseguono i preparativi della difesa del castello. Quando avete fatto, avvisatemi».

 

***

 

«Lily e James ci stanno nascondendo qualcosa!» esclamò Ross, non appena lei e Sirius lasciarono la Sala Grande, per tornare ai loro compiti. La professoressa McGranitt aveva separato lui e James dopo che avevano distrutto alcuni oggetti in una lotta tra loro e poteva parlare liberamente con il marito. «Hai visto come hanno reagito quando ho detto di quello che mi ricordo?»
«L'ho visto e ammetto che non è normale» rispose Sirius. «Sono sembrati tranquilli e sereni, nonostante tu, con molto poco tatto, hai ricordato loro del figlio morto».
«Ehi, vacci piano Black! Se ho perso il mio tatto, è tutta colpa tua» rimbeccò lei. «Passo troppo tempo con te!»
«Non credo proprio!» fece Sirius, divertito. «Devo forse ricordarle, Medimaga Black, di come ci siamo conosciuti, dieci anni or sono? Se non vado errato, il sottoscritto era ricoverato da pochi giorni al San Mungo, dopo essere arrivato in fin di vita per un attacco dei Mangiamorte e quando ti ho gentilmente chiesto di aiutarmi ad alzare per andare in bagno, mi hai risposto: “Un uomo grande e grosso come lei non ha bisogno di alcun aiuto”» terminò, imitando il suo tono di voce. Ross si sentì le guance in fiamme, come succedeva ogni volta che il marito ricordava quell'episodio; ogni volta che ci pensava si sentiva in imbarazzo esattamente come dieci anni prima.
«Pensavo volessi provarci come la maggior parte degli... Ahia!»
Si portò una mano alla nuca. Esattamente come il giorno prima, forti fitte le trapassarono la testa e la vista si annebbiò. Era una Medimaga, sapeva tutto di anatomia e di mal di testa, ma questa era una cosa che non aveva mai studiato né incontrato in qualche modo nella sua carriera.      

 

Rossana era seduta al tavolo della cucina, davanti a enormi libri di Medimagia che sfogliava febbrilmente; ogni tanto si fermava e buttava giù qualche appunto in un foglio di pergamena. Di fianco a lei c'era un ragazzo che doveva avere circa dodici anni, chino su un volume di Pozioni. Aveva dei folti capelli ,neri e arruffati. Accanto al libro, un rotolo di pergamena lungo alcuni metri ospitava il titolo di quello che doveva essere un tema ma, a parte quello, il foglio era completamente bianco.
«Ross» chiamò il ragazzo a bassa voce, quasi avesse paura di disturbare. «Quando hai finito potresti darmi una mano con questo tema? I compiti di Piton sono impossibili!»
«Ma certo, Harry! Tra qualche minuto ho terminato, poi facciamo vedere noi a Piton chi comanda!»

 

«Ross, stai bene?» chiese Sirius, preoccupato. «È successo anche ieri! Perché non chiedi a qualche collega...»
«No! Sto bene».
La vista tornò come prima e le fitte scomparvero. Decise di non dire niente a Sirius di quello che aveva ricordato. Il giorno prima lo aveva fatto e avevano discusso per ore intere, prima di arrivare a Hogwarts. Quello che le stava succedendo non era normale, lo capiva perfettamente, nonostante non fosse la prima della classe né a Hogwarts né alla scuola di Medimagia, era abbastanza sveglia. Quei mal di testa assomigliassero molto a quelli che molti pazienti in stato di amnesia lamentavano quando cominciavano a ricordare; il problema era che lei non aveva subito alcun trauma che avrebbe potuto causarle delle amnesie.    

 

***

 

Atterrarono su un umido pavimento, completamente ricoperto di ossa di diverse dimensioni; tra esse, Harry ne distinse alcune che avevano dimensioni vagamente umane. Ci aveva impiegato quasi due ore, Ron, ad aprire il rubinetto del bagno, ma ce l'aveva fatta.
«Di qua!»
Harry fece segno verso un tunnel immerso nel buio e cominciarono ad avanzare; la luce delle quattro bacchette, tese davanti a loro, era appena sufficiente ad illuminare pochi centimetri davanti a loro. Le orecchie di tutti erano tese al massimo, pronte a cogliere il minimo rumore; sapevano di essere al sicuro, poiché Silente era con loro, ma l'abitudine a vedere il pericolo dietro ogni angolo li aveva resi piuttosto nervosi.
Giunsero davanti ad un muro con due serpenti attorcigliati.
«Coraggio, Ron!»
Questa volta il ragazzo fece solo tre tentativi, prima di riprodurre il sibilo esatto e il muro si aprì, rivelando una lunga stanza debolmente illuminata.
Cominciarono ad avanzare lungo il nero pavimento, i loro passi rimbombavano nella stanza vuota. Harry si guardava intorno, nervoso, memore di quanto aveva passato lì dentro la prima volta che ci era entrato. La luce della sua bacchetta colpì l'enorme statua di Salazar Serpeverde e si sentì ghiacciare il sangue nelle vene.
«Chiudete gli occhi, subito!» esclamò, fermandosi di colpo.
«Harry, che cosa c'è?» chiese Silente. Si fermò anche lui e chiuse gli occhi.
«La bocca della statua è aperta, il Basilisco è stato liberato». 

______________________

Ciao a tutti!

Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto! Fatemi sapere cosa ne pensate!!
Per quanto riguarda la questione dei mal di testa e amnesie, ho fatto appello ai miei appunti di anatomia e psicologia dell'università; l'ippocampo si trova nella regione temporale del cervello, più o meno all'altezza della nuca. Per quanto riguarda il mal di testa, negli appunti non è specificata quale zona faccia male, che sia la nuca l'ho inventato io perché volevo distinguerlo sia dai mal di testa classici, che da quello classico per Harry, cioè quello della cicatrice!
Anche il fatto che dopo il mal di testa le persone abbiano questi ricordi/visioni, è una mia invenzione. Che io sappia, nella realtà le cose non sono proprio strettamente correlate, anche se sono frequenti i mal di testa negli amnesici. Poi, io non sono né medico né psicologa o qualsiasi altro campo che studi specificatamente questo, nel caso in qualcuno abbia da fare correzioni, non si faccia alcun problema a farmelo notare! ^__^
Ringrazio come sempre tutti quelli che leggono e recensiscono la storia!
Grazie a chi ha messo la storia tra le Preferite(64), le Seguite(171) e le Ricordate(24).
Il prossimo capitolo arriverà mercoledì 12, e vedremo dove il Basilisco avrà deciso di sgranchire le squame!
Vi ricordo il mio profilo facebook, per chi volesse aggiungermi
https://www.facebook.com/lucy.novello?ref=tn_tnmn

Alla prossima,
Lucy

   
 
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