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Autore: Raven_Phoenix    06/06/2013    2 recensioni
"Il meccanico aggiusta tutto. Il meccanico sa tutto. Ma soprattutto, il meccanico CREA tutto."
E se il meccanico, dopo mille disavventure, si ritrovasse con quello che é comunemente chiamato "blocco dell'artista?"
Chi potrebbe mai aiutarlo?
E cosa succederebbe se qualcuno stesse tentando di soffiargli il lavoro?
"-Tony… non sei tu, vero?- chiese Pepper anche se dentro di lei sperava vivamente ci fosse riuscito ma avesse voluto tenere tutto nascosto.
-Ti pare che possa essere io quel rottame ambulante?- urlò lui stizzito saltando fuori dalla vasca di colpo ed avvicinandosi allo schermo per osservare meglio –Jarvis, torna indietro e stoppa sull’immagine.- ordinò sentendo il cuore battergli a mille.
Quello che si vedeva pareva quasi ai livelli del Mark 1, era lampante che fosse stato costruito alla buona. Eppure quel coso riusciva a volare e a muoversi in qualche modo."
SPOILER SU IRON MAN 3
Questa storia é ideata come un sequel che non segue in nessun modo il fumetto o qualsiasi altro possibile seguito decideranno di creare in futuro!
Hope you like it ^^
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tony Stark, Un po' tutti, Virginia 'Pepper' Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rieccomi quiiii finalmenteeee ^^ devo ammetterlo, sono stronzetta u.u avrei voluto aspettare a pubblicare il terzo capitolo finché le letture non sarebbero arrivate a 200 per lo scorso capitolo ma NON HO RESISTITO *___* perché vi amo immensamente anche se solo una personcina tra tutti voi si é degnata di lasciare una recensione u___u sentitevi in colpa è_é 
Suvvia sapete che scherzo u.u
Bene, non aggiungo altro se non augurarvi una buona lettura ^^ e che Stark sia con voi figli miei! >____<



Capitolo 3:
 
 
In quel momento a Tony non sarebbe importato se casa sua stesse prendendo fuoco o ci fosse un’emergenza nucleare che minacciava l’intera città, non avrebbe avuto le forze di rendersene conto e reagire. Continuava a fissare quello scricciolo trasandato che sostava davanti a lui, non riuscendo a capacitarsi delle parole che erano appena uscite dalla sua bocca. La stava praticamente scannerizzando per riuscire a capire come quelle braccia esili, quelle mani minute e quell’aria da persona comune, anzi, da topolino spaventato, avessero potuto ideare e costruire un’armatura funzionante. Iniziò a passare in rassegna tutti i nomi di inventori prodigio cercando di capire se potesse essere una qualche parente che ne aveva ereditato i geni, ma era nel buio più totale.
-Tu… come hai detto che ti chiami?- chiese sentendo come se la sua voce non appartenesse al suo corpo.
-Lauren Gartner.- rispose fissandolo anche lei piuttosto tesa, ma notava anche del coraggio che lottava per emergere in quel momento, doveva aver avuto del fegato nel presentarsi di punto in bianco a casa di un supereroe.
-E cosa avresti fatto, puoi ripetere?- voleva essere sicuro di non essere impazzito e di non aver sentito solo nella sua testa quelle parole.
-Ho costruito io l’armatura, quella che si è vista ai telegiornali e che hanno scambiato per… te.- disse gesticolando brevemente.
-Giusto per essere sicuri… non vuoi tentare di uccidermi in qualche modo, vero?-
Lei lo fissò abbastanza allibita dopo quella domanda.
-E come potrei?- disse facendo comparire una leggera nota di ironia indicandosi.
-I...infatti non puoi.- fece svelto a rispondere mentre lasciava cadere a terra la pistola che fino a quel momento aveva tenuto convulsamente tra le mani.
Ci fu un lunghissimo minuto di imbarazzante silenzio dove non fecero altro che fissarsi. Tony non sapeva minimamente cosa fare in una situazione del genere. In quei due giorni si era messo ad escogitare mille tecniche per riuscire a trovare, scovare, capire. Invece ora tutto quello che stava cercando si era presentato direttamente a casa sua. Non sapeva nemmeno sfruttare la sua tipica spavalderia, perché in quel momento doveva essere andata a farsi un giro lasciando il posto al terrore e all’ansia.
-Visto che abbiamo capito che non sei una minaccia, ti va di bere qualcosa e spiegare meglio cosa ti ha spinta fino a qui?- intervenne improvvisamente Pepper che era uscita dal suo nascondiglio e si era avvicinata silenziosamente.
La ragazza spalancò gli occhi al suono di quell’amichevole invito, quasi come se non ci credesse.
-Ehm… perché no, se non… disturbo.- si guardò intorno spaesata per qualche secondo –Quello è Hulk?- chiese poi facendo salire il tono della sua voce di qualche ottava, notando solo allora la presenza di Bruce che era rimasto impietrito di fronte a quella scena.
-Ciaaao.- fece lui imbarazzato agitando la mano come un bambino piccolo e facendo in fretta ad abbandonare anche lui la pistola.
Tony era, dal canto suo, nel panico più totale. Non si era studiato nessuna tattica per una situazione come quella, non aveva mezza battuta pronta, non aveva nessuna idea di cosa sarebbe potuto succedere, e per questo doveva ringraziare Pepper che aveva smosso la situazione, altrimenti fosse stato per lui sarebbero rimasti imbambolati davanti alla porta per altre due o tre orette.
Bruce era andato a casa con la minaccia di voler sapere tutto a costo di diventare Hulk per estorcergli qualcosa, ma non aveva voluto essere d’intralcio, mentre Pepper si era ritirata in camera da letto, anche lei ansiosa, ma pensò fosse meglio far parlare i due “intellettuali”.
Si ritrovarono in due, Tony sul divano e la sua eccentrica ospite sulla poltrona adiacente.
-Bene, io sono totalmente allibito se ti fa piacere saperlo, quindi penso lascerò parlare te regolandomi in seguito, ti va l’idea?- disse cercando di apparire leggermente meno scosso, odiava non avere la situazione pienamente sotto controllo.
Lei prese un lungo respiro come per farsi coraggio.
-Ok, vediamo da dove posso cominciare.- disse compiendo un gesto che Tony gli aveva visto fare più e più volte da quando era entrata in casa: si strofinava continuamente il polso sinistro –Non mi sono trasferita qui da molto, e non l’ho fatto per puro caso.- iniziò parlando lentamente e con cautela, come se stesse scegliendo accuratamente le parole giuste da dire.
-Da dove arrivi…Lauren, giusto?- chiese Tony allungando una mano sul tavolo per accendere lo schermo 3D che poi direzionò in orizzontale in mezzo a loro, facendo comparire una cartina di tutta l’America.
Lei rimase per un attimo estasiata dall’apparizione dello schermo quasi come se si fosse trovata davanti alla sua rockstar preferita.
-S…sì, Lauren. Vengo da Seattle.- rispose mentre un sorriso meravigliato si disegnò lentamente sul suo viso.
Tony si soffermò su di lei per qualche secondo colto da una strana sensazione. Non l’aveva mai vista prima, a Seattle per giunta ci era stato solo due volte per dei brevi congressi, ma tutto d’un tratto gli pareva di averla già conosciuta, e sapeva anche perché. Quello sguardo che brillava di ammirazione davanti alla tecnologia, e avrebbe potuto scommettere che in quel momento stava cercando di capire il procedimento sul funzionamento dello schermo.
Gli sembrava di vedere lui stesso in passato.
-Mh… lontanuccio.- commentò armeggiando con le impostazioni, e poco dopo apparve sulla cartina il tragitto tra Seattle e Malibu segnato in blu –Scusami, ma amo prendere appunti dettagliati su ogni cosa, non si era capito?-
Lauren annuì.
-Avessi anch’io una cosa del genere piacerebbe anche a me, ma devo adattarmi ad un semplice taccuino e ad un tablet di terza mano.- disse quasi con rassegnazione.
-Beh, ogni tanto preferirei tornare ai vecchi metodi, sai com’è quando la tua tecnologia si diverte a prenderti in giro.-
-Ogni riferimento inerente alla sua bassa statura è puramente casuale, signore.- intervenne automaticamente Jarvis.
-Grazie J, non ne dubitavo.- borbottò Tony ironicamente.
-Di niente, signore.-
Lauren spalancò la bocca guardandosi intorno.
-Oddio, allora è vero!- esultò portandosi una mano al petto –Mi ero documentata sulle tue invenzioni ma non credevo che questa fosse così… così… reale! Questa è l’intelligenza artificiale J.A.R.V.I.S, vero?-
-Estremamente lieto di conoscerla e di accogliere i suoi complimenti, miss Gartner.- disse Jarvis facendola andare letteralmente in brodo di giuggiole.
-Giusto, avevo omesso il suo lato da adulatore fallito.- aggiunse Tony scuotendo la testa.
-Questo… questo… è completamente assurdo!- squittì Lauren.
-Più o meno. Senti, sarò più che contento di farti fare un giro panoramico di casa mia mostrandoti tutte le mie tecnologie, ma prima vorrei sapere qualcosa di te, non credo che tu sia qui per fare una visita al parco dei divertimenti.- disse divertito Tony; era da parecchio che non vedeva qualcuno così esaltato nel vedere le sue creazioni che ormai per molti erano parte della normalità.
-Oh, giusto.- diede qualche colpetto di tosse per calmarsi e si ricompose. –Dunque, credo tu abbia capito che la tecnologia mi abbia sempre affascinata, purtroppo però non ho mai potuto approfondire questo campo per via di una vita nella media come tutti. Le rate per le scuole specializzate erano troppo alte per la mia famiglia, perciò mi sono sempre limitata a studiare per conto mio, per quanto questo fosse possibile, da quando avevo circa nove anni.-
-Mh… e su che strada ti sei diretta per la precisione?-
-Mi sono sempre ambientata bene nella tecnico-scientifica, e più precisamente mi sono incentrata sulla biomeccanica per quanto potessi.-
-Inizio a capire vagamente perché potresti essere qui.- commentò Tony che aveva iniziato a farsi una mappa mentale della situazione –Ma vorrei solo farti presente una piccola cosa, e so che mi darai dell’arrogante spropositato ma… può esistere un solo Iron Man. Non mi interessa avere un Robin, un Igor, o qualcosa di simile.-
Per un attimo gli parve quasi che Lauren stesse per scoppiare a ridere, ma evidentemente si trattenne più che bene.
-Non è assolutamente quella la mia intenzione, siamo pazzi? Sparare, lottare contro criminali, VOLARE… proprio no. Vedi… è un po’ imbarazzante, ma si tratta di una faccenda personale.- abbassò lo sguardo di nuovo verso la cartina geografica.
-Non ho nessun problema, basta che non mi parli dei tuoi problemi ginecologici.-
Ecco, aveva fatto una delle sue solite battute spavalde, e sicuramente non ci avrebbe messo molto a mandarla su tutte le furie, ce l’aveva nel DNA, anche se, non capiva per quale motivo, quella ragazza lo attirava in qualche modo. Lauren, però, sembrò non dare peso alla battuta scadente.
-Diciamo che ho vissuto parecchie esperienze dove ho visto gente malata a stadi terminali, o con conseguenze irreversibili che rendevano loro la vita un inferno. Ho cercato di indirizzare le mie ricerche e le mie conoscenze di modo che potessi un giorno arrivare ad una svolta per queste persone, una sorta di cura o aiuto.-
-Piuttosto azzardato e complicato. Anch’io mi sono diretto da quelle parti un paio di volte, ma diciamo che ho lasciato perdere per via di altri progetti.- commentò Tony mettendosi a gambe incrociate sul divano parecchio interessato. Normalmente avrebbe pensato “ecco, un altro fanatico con un progetto in stile Extremis! Assolutamente no, mille grazie!” ma il suo sesto senso acuto gli diceva di continuare ad ascoltarla.
-Lo so, ed è proprio per questo che sono venuta qui.- disse riempiendosi tutto d’un tratto di una motivazione che era quasi palpabile –Sono riuscita ad arrivare ad un punto dove i miei progetti sarebbero possibili, ma non ho le conoscenze tecniche per sperimentarle né le attrezzature.- mentre spiegava si poteva vedere quanto ci tenesse a quel progetto, e anche in quel momento Tony si riconobbe in lei.
-Quindi entrerei in gioco io a questo punto.- provò a indovinare lui anche se già sapeva che risposta avrebbe dovuto darle.
-Io da sola non posso fare niente che possa arrivare ad un risultato soddisfacente, quindi vorrei che tu sviluppassi i miei appunti in una forma più concreta. So che puoi farcela. Ci guadagneremmo entrambi.-
Tony rimase in silenzio per qualche minuto, alzandosi dal divano ed iniziando a camminare per il soggiorno, seguito dallo sguardo vigile di Lauren.
-Non posso farlo. Non ora, mi dispiace.- disse a fatica sapendo che con quelle parole avrebbe fatto degenerare la situazione.
Lauren dal canto suo sospirò abbassando la testa.
-Senza nemmeno vedere i miei appunti?- chiese, anche se si sentiva dalla sua voce che si stesse già rassegnando.
-Anche se li guardassi non avrei tempo per sviluppare qualcosa, ora come ora. Ho un’altra questione molto più importante di cui non posso parlare, e non può aspettare. Mi capisci? È come se tu stessi realizzando la tua teoria con tutti i mezzi necessari e ad un certo punto la marina venga da te per chiederti di costruire carri armati. Non è solo un mio capriccio personale, è per la sicurezza di molta altra gente, credimi.- cercò di essere il più sincero possibile senza rivelare nessun dettaglio, ma dentro di lui non poteva fare altro che sentirsi in colpa in qualche modo. Aveva una missione, questo era certo, se solo avesse potuto combinare qualcosa di buono…
Lauren assunse una espressione indecifrabile per qualche istante, poi si alzò in piedi avvicinandosi a Tony fino ad essere a meno di un metro da lui. Lo squadrò da capo a piedi soffermandosi qualche secondo in più sul suo petto per poi tornare a guardarlo negli occhi, inchiodandolo.
-Allora è vero.- disse assumendo l’espressione tipica di chi aveva appena scoperto di avere ragione su una cosa di estrema importanza.
-Vero cosa?- chiese lui non potendo fare a meno di sostenere il suo sguardo con un certo timore.
Lei sorrise scuotendo leggermente la testa in segno di disappunto.
-Non riesci a ricreare Iron Man.- non l’aveva detto sotto forma di domanda, ne era convinta.
Tony si sentì come se qualcuno gli avesse sparato nel suo punto più vulnerabile, o come se la mamma avesse letto la pagina più intima del suo diario segreto, e reagì d’istinto.
-Stai dicendo una cosa assurda.- sfoderò il suo sorriso strafottente, ma dietro quel patetico scudo di spavalderia stava tremando.
-A me sembra di avere più che ragione.- ribatté Lauren combattendolo con la sua stessa arma.
Riprese a camminare per la stanza quasi istericamente.
-Io SONO Iron Man, non ho bisogno di ricreare me stesso.- disse allargando le braccia indicandosi.
-Allora non avrai problemi a farmi vedere.- lo incalzò.
-Che… cosa?!- urlò.
-Forza, voglio vedere le armature.- lo provocò incrociando le braccia dinanzi al petto in segno di sfida.
Tony la additò e aprì la bocca per investirla direttamente di insulti, ma non ne uscì neanche mezza parola. Rimase in quella posizione ridicola non sapendo come poter rimediare e salvarsi la faccia, però notando la tenacia di Lauren qualcosa gli disse che non ci sarebbe riuscito in nessun caso.
Fu lei a rompere il silenzio con una breve risata.
-In questo caso allora sono venuta qui a vuoto, non puoi essermi di nessun aiuto.- disse prendendo già la direzione della porta.
-Ehi ehi ehi EHI! Dove staresti andando?- sbottò inseguendola.
-Sinceramente non lo so perché non ho un posto dove andare, ma devo proseguire le mie ricerche il prima possibile.- rispose lei decisa come se stesse uscendo da un negozio senza aver trovato l’articolo che cercava.
-Non puoi piombare qui dicendo che io non sono più Iron Man e pretendere di sparire con quell’armatura da quattro soldi che hai costruito passandola liscia. Saresti un pericolo pubblico e una minaccia per la sicurezza, è mio dovere fermarti.-
Lei si bloccò quando era praticamente con una mano sulla maniglia della porta a vetri.
-Vuoi quell’armatura? È tutta tua, è nascosta in un boschetto dietro alle case di quella collina dove hai ficcanasato oggi, perché sì, ti ho visto, e pensavo che il mio piano fosse perfetto in quel momento. In realtà tutto quello che poteva andare storto lo ha fatto.- disse palesemente amareggiata e furiosa.
Tony rimase basito da quella risposta non capendo cosa volesse dire Lauren, e nonostante ora sapesse dove si trovava l’armatura, quindi sarebbe stato tutto sotto controllo, si sentì di dover fare qualcosa immediatamente, non voleva chiudere quel discorso in quel modo, non sapeva nemmeno lui perché.
-Puoi spiegarmi? Perfavore… Non mi va di fare l’orco della situazione.- disse nel tono più tranquillo che potesse trovare in quel momento.
Lauren sospirò.
-D’accordo. Vuoi davvero la verità senza darmi dell’idiota sconsiderata?-
-Posso provare.- rispose abbastanza incerto.
-Bene. Circa sei mesi fa mio padre, l’ultima persona della mia famiglia, è morto per un tumore.-
“Cominciamo bene.”pensò Tony cercando però di non darlo a vedere.
-Avevo trovato il modo di poterlo aiutare, ma non essendo in grado di sviluppare le mie teorie… non sono riuscita a fare niente.- si vedeva quanto fosse contrariata per quello che stava dicendo, ma si sforzava di nasconderlo –Perciò ho iniziato ad informarmi su chi avrebbe potuto sicuramente aiutarmi, e giusto in quel periodo si faceva un gran parlare di te ai telegiornali con il tuo spettacolino pirotecnico in quel cantiere navale… non che solitamente non parlino di te. Allora ho iniziato a documentarmi, e ho investito tutto quello che avevo per venire fino a qui, lasciando il mio lavoro, e comprare i materiali che mi servivano per costruire l’armatura, senza avere più nemmeno i soldi per un appartamento e costretta a nascondermi abusivamente in una di quelle case di vacanza, prendendo a stento da mangiare e non avendo nemmeno il tempo o la briga di prendermi uno shampoo per capelli. Ecco, ora dammi pure dell’idiota.-
Tony rimase a fissarla completamente esterrefatto cercando di ingranare un discorso che avesse senso, ma non riusciva a capacitarsi della forza di volontà di quella ragazza alta un metro e un panino che era arrivata fino a quel punto.
-C’è solo una cosa che non riesco a capire della tua storia. Perché hai costruito quell’armatura se non c’entra con i tuoi scopi e non ti interessa minimamente tenerla?- chiese non trovando nient’altro di meglio da dire.
-Se mi fossi presentata alle Stark Industries mi avresti dato retta tra quanto? Quattro, forse cinque anni? Anzi, probabilmente non avrei nemmeno incontrato te di persona, avresti mandato un qualche assistente per liquidare la questione, non avresti nemmeno saputo chi fossi. Allora ho pensato di tentare il tutto per tutto, e ho fatto l’unica cosa che forse poteva attirare direttamente la tua attenzione, di modo che fossi tu a cercarmi inizialmente. Non era mia intenzione finire in prima pagina, avrei voluto mostrarmi solo a te, ma… ho avuto qualche problemino nella sperimentazione.- dicendo l’ultima parte arrossì leggermente.
Rimasero entrambi nuovamente in silenzio, e nel mentre Tony pensava, pensava e pensava ancora. Quella ragazza, con l’anonimo nome di Lauren Gartner, aveva sacrificato tutto per la sua ricerca al punto da riuscire perfino a trovare  il modo di costruire un’armatura funzionante che in pochissimi al mondo erano stati capaci di concepire, e di cui soltanto uno, lui stesso, era riuscito a rendere perfetta per scopi benefici. Il piano di quella ragazza aveva funzionato benissimo, era riuscita ad arrivare fino in fondo nonostante fosse un’impresa disperata, e lui in ultimo le aveva tarpato le ali in cinque minuti.
Pensò a quando si era ritrovato nel deserto, intrappolato in quella grotta con soltanto un’idea alla quale aggrapparsi, pensando che forse lei in quel momento si sentisse così.
Lentamente un’idea iniziò a disegnarsi nella sua testa, che andava assolutamente contro la sua natura, ma in Lauren, nei suoi modi di fare e nella sua storia, qualcosa gli aveva fatto concepire quell’eccezione. Non sapeva se avrebbe accettato, e non sapeva nemmeno se in futuro se ne sarebbe pentito, ma l’istinto fino ad allora aveva sempre avuto i suoi buoni frutti.
-Aspetta un secondo, non ti muovere di qui e fidati di me.- disse Tony per poi correre il più in fretta possibile verso il piano di sotto, e rischiando di ammazzarsi sulle scale. Prese alla svelta quello che gli serviva dall’armadietto dove teneva cianfrusaglie varie e tornò di sopra, temendo per un secondo di trovare l’atrio vuoto. Invece Lauren era ancora lì, a guardarsi intorno probabilmente intenta a studiare l’impianto di sicurezza per capire come funzionasse.
-Questo è tuo?- chiese tendendogli la mano, mostrandole il “bracciale grezzo” che aveva trovato in spiaggia.
Lei lo fissò con sollievo.
-Sì! L’avevo perso durante il mio… tentativo di volo mal riuscito.- disse con un certo imbarazzo –Grazie.-
Allungò anche lei la mano per prenderlo, ma Tony lo tenne ben saldo. Rimasero così, con entrambi un braccio a mezz’aria.
-Con questo voglio proporti un patto che secondo me sarà molto favorevole per entrambi, senza far perdere tempo a nessuno- disse usando il suo charme di quando stava per chiudere una trattativa.
-Sarebbe?- chiese lei con un’ombra di sospetto sul viso.
Tony contò mentalmente fino a tre, senza riuscire a credere alle parole che avrebbe pronunciato.
-Se io ti ridarò questo bracciale sarà il segno del nostro accordo, solido come il metallo di cui è fatto.- prese coraggio e proseguì –Tu diventerai la mia apprendista. Ti aiuterò nelle tue ricerche, ti insegnerò tutto quello che ti serve e anche oltre se lo vorrai…- sospirò brevemente -ma tu in cambio dovrai aiutarmi a riportare in vita Iron Man. So che puoi farlo, se hai costruito quell’armatura da sola e con le risorse di una persona comune potrai fare cose grandiose.-
Vide lo stupore più totale disegnarsi sul viso di Lauren, e per un attimo temette che stesse per svenire da un momento all’altro.
-Mi stai… prendendo bellamente per il culo?- chiese con voce talmente stridula che a malapena si capiva cosa stesse dicendo.
-Beh, oltre al bracciale come simbolo preparerò anche un contratto ufficiale ovviamente, quindi sono più che serio.- rispose lui come se stessero discutendo di un pacchetto di caramelle –Che dici? Andata?-
Lauren rimase immobile, titubante.
-Non lo so, sicuro che io possa davvero darti una mano? Non so poi così tanto, sei tu il genio in questione.-
-Fidati, hai molto più potenziale di tante persone nel mondo.-
Tony dal canto suo era terrorizzato, sia per la risposta che avrebbe potuto dargli sia per quello che avrebbe comportato quella scelta così azzardata, chiunque avrebbe detto che sarebbe stata una cosa da pazzi, lui era uno dei più grandi inventori di tutto il mondo, sembrava una barzelletta sentire che Iron Man aveva bisogno un aiutante per rimettersi in carreggiata. In quel momento, però, quella forza che lo stava guidando gli stava dicendo che era la soluzione giusta, la sua ultima speranza per riuscire a ritornare in pista, ed aveva paura che da quella bocca potesse uscire un “no”.
Per un attimo fu come se avesse paura e stesse per esitare, ma all’ultimo si aprì in un sorriso soddisfatto.
-D’accordo, Stark. Se è davvero questo che vuoi e terrai fede alle tue parole preparati a soffrire le pene dell’inferno con me.- disse rafforzando la presa sul bracciale che Tony lasciò tornare sorridendo nettamente sollevato.
-Perfetto, ora sarà tutto più…- si bloccò all’istante quando si fu voltato verso il soggiorno -…facile.-
In piedi accanto alle scale c’era una Pepper piuttosto sconcertata, ed era segno evidente che avesse sentito tutto.
-Tu hai appena fatto…COSA?!-
Tony ebbe un brivido, non aveva calcolato la reazione della sua fidanzata iperprotettiva.
-Tesoro, non ti preoccupare. La mia mente geniale sta già macchinando la soluzione più comoda, tu non dovrai preoccuparti di nulla. Penso di essere al sicuro, non mi sembra che la ragazza nasconda di essere una terrorista, non ti ispira fiducia la sua faccia?- indicò Lauren come un venditore ambulante presentava l’aspirapolvere ultimo modello che voleva appioppare al cliente.
-Non mi preoccupo assolutamente per te, mi occupo per LEI.- specificò Pepper come se la cosa fosse ovvia –Non sei assolutamente in grado di fare “l’insegnante”.-
-Ma…ma… non è vero!- protestò entrando in modalità bambino viziato.
-Oooh, adesso capisco chi porta i pantaloni in casa.- commentò a mezza voce Lauren divertita fissando la scena divertita.
-Ehi, apprendista. Non discutere con il tuo maestro o ti faccio lucidare tutti i miei cacciaviti.- la ammonì lui senza riuscire a risultare troppo convincente.
-Lo vedi? È fuori discorso che tu ci riesca.- sentenziò Pepper scuotendo la testa.
-Io aiuterò lei, lei aiuterà me, siamo grandi tutti quanti, giusto?- disse con la sua solita parlantina veloce per poi ripiegare sull’ultima spiaggia, l’espressione con gli occhi da cucciolo –Fidati di me.-
Pepper si morse il labbro inferiore per poi sbuffare.
-Io continuo a pensare che non sia una buona idea, ma…-
-Credo di potercela fare.- aggiunse Lauren con il tono di una che non voleva entrare nel litigio amoroso.
-Visto? Visto? Visto? Bene, allora è deciso. Meraviglioso, che magnifica sensazione! Volete un caffè? Jarvis, due lisci e un corretto Braulio per me, TANTO corretto.-
-Veramente…-
-Sì? Vuoi un corretto anche tu, apprendista?-
-Avrei un piccolo problemino.- disse abbastanza in imbarazzo Lauren –A meno che io continui ad occupare la casa sulla collina… non ho un posto preciso dove stare. Avresti una… tenda, o qualcosa di simile?-
-Tsk… ragazzina, andiamo. Sono Tony Stark, il genio, miliardario, playboy, filantropo- notò lo sguardo inceneritore di Pepper –mi correggo: genio, miliardario, EX playboy, filantropo. Pensi che io non abbia qualche alloggio secondario per le emergenze o qualcosa di simile? Sei libera di scegliere una delle mini ville che ci sono nel viale prima di arrivare qui, hai presente?-
-Cosa?! Aspetta…- spalancò gli occhi presa dal panico.
-Non preoccuparti, sono tutte mie. Solitamente le offro ai miei clienti importanti quando soggiornano qui. Sono tutte a disposizione, devi soltanto scegliere il colore delle pareti e la tappezzeria, poi passeremo ad installare un prolungamento per la rete di Jarvis di modo che possa usarlo anche tu, se te lo meriterai.- disse come se si trattasse di una cosina da nulla.
Lauren rimase ammutolita mentre Tony continuava a blaterare passeggiando allegramente per il soggiorno.
-Ecco, stai iniziando a capire perché avevo paura per te, cara. Il Signor Stark ha mille lati, e 999 sono insopportabili.- disse Pepper scuotendo la testa.



Ecco quiiiii! Che dite? Che dite? Tony sta dando fuori di matto o ha fatto bene secondo voi? **  fstemelo sapere voglio i vostri pareri (ma tanto anche se non vi piace l'idea ormai l'ho fatta così, MWOHOHOHOH u___u) 
Lo ammetto, sono stata un po' carente di battutine ma prometto che nei prossimi capitoli ce ne saranno a bizzeffe, per questa parte avevo bisogno un Tony un po' più serio XD *strapazza*  
Perdonate tutta questa allegria spropositata ma giusto oggi mi é arrivato un bellissimo pacco da ebay contenente l'action figure della Mark 5 *___* THAAAAT'S AMMOREEEEEE <3
Bene, in ultimo passo a ringraziare l'unica animuccia che ha recensito per ben due volte una per ogni capitolo (tanta stima per te **) ed é my brother into the sun! *applausi* Grazie milleeeeee mi ha fatto molto piacere >___< mi scuso con te perché io sarei una delle lettrici silenziose della tua ff su Iron Man e prometto che appena mi viene di fare un pensiero corretto ti lascio il mio parere ^^ 

Ok, non mi resta che darvi appuntamento al quarto capitolo dove inizieremo a vedere la strana collaborazione all'opera *__* CIAU A TUTTIIIIII!!!
  
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