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Autore: Will P    22/12/2007    11 recensioni
Un ritardatario cronico e un maestro con troppi pensieri: come hanno cominciato a sopportarsi, considerarsi, e scoprirsi alla fine migliori del previsto.
Tutto ha inizio su un divano verde.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Iruka Umino, Kakashi Hatake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La sala insegnanti dell'Accademia è piccola, tiepida, e fornita di un imbevibile caffè

Istantanee

 

La sala insegnanti dell’Accademia è piccola, tiepida, e sempre fornita di imbevibile caffè.

Kakashi ha preso l’abitudine di perdere tempo sul divanetto logoro (ma stranamente comodo) vicino al tavolo nell’angolo. Quando ha un incontro fissato con i suoi allievi o con l’Hokage passa giusto qualche oretta sdraiato scompostamente sul divano, con il naso infilato nel solito libro.

Iruka si domanda quante volte l’abbia letto, e perché comunque l’abbia letto così tante volte. Poi si ricorda che Kakashi non potrebbe stare lì, e che sta bevendo il caffè degli insegnanti a sbafo - anche se nessuno degli insegnanti ne ha mai bevuto - e che dovrebbe mandarlo via a pedate. Kakashi è più forte, ma lui ha più potenza di voce.

Ogni tanto riesce a farlo sloggiare.

Il più delle volte resta in corridoio a fissarlo attraverso la porta a vetri.

 

«Non avresti lezione?»

Iruka arrossisce e fugge via, verso la classe che si era scordato di avere e che in quel preciso momento starà probabilmente distruggendo l’aula.

Kakashi ridacchia senza staccare gli occhi dal libro.

 

Per una volta sono nella stessa stanza senza litigare. Nemmeno si parlano, in effetti, Iruka occupato a correggere dei compiti e Kakashi occupato a fare tardi sul divano. L’atmosfera non è tesa, comunque.

Iruka si è abituato alla costante presenza dell’altro sul divanetto logoro, benché forse “rassegnato” sarebbe il termine più opportuno.

Gli insegnanti che passano davanti alla saletta sbirciano dentro curiosi, e discutono animatamente della novità.

 

Un venerdì mattina il divano è vuoto.

« È in missione » dice Genma da sopra il giornale che sta sfogliando, notando l’espressione spaesata dell’altro.

Certo, missione, ovvio. Kakashi è pagato per rischiare la vita, l’aveva dimenticato.

Iruka si avvia verso la sua prossima lezione, pensando con disperazione che gli toccherà portare i teppi- …i suoi studenti ad esercitarsi con i kunai per la prima volta. Fra tutti quei pensieri si insinua la strana sensazione che ci sia qualcosa che manca.

 

Il venerdì di due settimane dopo il divano è di nuovo pieno, anche se l’occupante è seduto in maniera più composta e tesa del normale. Sfoglia le pagine con cautela, come se non volesse far del male al libro, o più probabilmente come se non volesse urtarsi una delle costole rotte.

Iruka si trova a fissarlo più del solito, mentre compilare l’orario del semestre successivo rivela un’ardua impresa.

Kakashi allunga un braccio per prendere la tazza di caffè che ha appoggiato a terra, e dalle sue labbra esce un suono attutito. Iruka fa finta di non aver sentito il lamento soffocato, ma si distrae di nuovo guardando l’altro bere (e riuscire in qualche modo a non farsi mai vedere in viso durante l’operazione).

« Posso offrirti un caffè decente, per una volta? »

Iruka sbarra gli occhi, coprendosi di scatto la bocca con una mano.

Kakashi si volta e lo osserva sorpreso. Poi, inaspettatamente, accetta.

 

Quel sabato al bar parlano molto, e Iruka scopre che a Kakashi piacciono i sakura-mochi e la musica popolare.

 

Non è poi così male stare con Kakashi, ammette Iruka. Alla seconda uscita arriva con appena tre quarti d’ora di ritardo, e insiste anche per offrire.

Quando il team sette capita per caso davanti all’Ichiraku Ramen, Sasuke fa notare sconvolto agli altri i loro due sensei seduti al chiostro. Kakashi sta ridendo fin quasi alle lacrime, mentre Iruka, imbarazzato, gli colpisce la spalla con scarsa convinzione cercando di farlo smettere.

Prima che Naruto corra a disturbarli, Sakura trascina via i suoi due compagni di squadra.

 

Genma propone un’uscita di gruppo al bar, e quella stessa sera Iruka scopre di avere un’inaspettata resistenza all’alcol. O almeno è quello che gli stanno dicendo tra una risata e l’altra le tre Anko sfocate davanti ai suoi occhi.

Kakashi lo porta a casa di peso tra lamentele incoerenti e risatine da parte degli spettatori. Iruka ha la mente troppo annebbiata dal sakè anche per chiedersi chi sia a reggerlo per tutta la strada o come faccia quella persona a sapere dove abiti.

Kakashi riesce con molta pazienza a metterlo a letto (senza nemmeno dover ricorrere a qualche strana tecnica segreta) e infine se ne va, lasciando l’altro in uno stato di sonno talmente profondo da far sospettare il coma; il quieto ma rumoroso russare di Iruka rassicura però del contrario.

Kakashi esita per un secondo davanti alla porta che ha appena chiuso prima di tornarsene a casa.

 

Il dopo-sbronza è terribile, e il dannato cane dei vicini con il suo dannato ululare dovrebbe essere soppresso. Rapidamente.

Iruka si sta già spenzolando dalla finestra in un tentativo (fallito in partenza) di mirare il kunai quando bussano al suo appartamento.

Cane fortunato, pensa, e: colpi dolorosamente troppo forti. Che invece possa uccidere lo scocciatore…?

Apre la porta e si trova davanti un caffè fumante accompagnato da un sorriso di stoffa. Sorride, inalandone l’aroma deciso; si sente rinato, prima di esser costretto a precipitarsi in bagno a vomitare.

 

Kakashi è in missione per venti giorni. Quando non è impegnato a sventare agguati o eliminare spie, sente un po’ la mancanza del consunto divanetto verde.

(Ma anche di qualcos’altro.)

 

Casa di Kakashi è piccola ed esageratamente ordinata. Il proprietario fissa l’inatteso visitatore con assonnata sorpresa, appoggiato al vano della porta senza far trasparire la minima intenzione di volersi spostare. Visto il sorriso contrito di Iruka si rende conto che forse dovrebbe prepararsi, e si affretta a rientrare in casa. Sbatte la porta in faccia ad Iruka prima che questi possa anche solo pensare di fare un passo.

Esce dopo pochi minuti vestito di tutto punto e tenta un’espressione conciliante, mentre chiude velocemente l’appartamento con parecchi giri di chiave.

Iruka non fa trasparire il suo disagio, né la sua curiosità. È riuscito a gettare solo una rapida occhiata all’interno dell’appartamento: forse è tutto così preciso perché non c’è praticamente nulla.

 

La passeggiata nel bosco si rivela divertente, anche se nessuno dei due è propriamente il tipo da pacifiche camminate nel verde.

Si fermano nei pressi di un placido ruscelletto, e fra una chiacchiera e l’altra Iruka si appisola.

 

Il risveglio è molto confortevole, ma Iruka quasi grida accorgendosi di aver dormito sul petto di Kakashi. Il momento non può essere più imbarazzante.

Anzi no: si sveglia anche Kakashi.

 

Baciare la stoffa è bizzarro, ma Iruka non è mai stato bravo a tirarsi fuori a parole dalle situazioni imbarazzanti.

Baciare quella stoffa, comunque, dà una certa soddisfazione.

 

Kakashi parte in missione per tre mesi. L’Hokage ha serio bisogno di uomini impegnati nel Paese della Roccia, e lui ha serio bisogno di capire come si stia evolvendo la situazione.

No, non sta fuggendo. Affatto.

Ha modo di riflettere a lungo durante i molteplici appostamenti, e di cercare di schiarirsi le idee.

Ripensa a Iruka, che ha lasciato senza neanche una parola, e a quanto possa essere arrabbiato. Non è mai stato bravo a mantenere rapporti con le persone, anche perché le persone sembrano avere paura di lui. Farebbe meglio a far tornare tutto com’era appena qualche mese prima, per evitare di farlo uccidere…

Tanto finisce sempre in quel modo.

Ma dopotutto, Iruka sa fare molta più paura di lui. E il pensiero di lasciarlo è più amaro di quanto si aspettasse.

 

In due mesi le voci di corridoio si sono quietate, e ora l’argomento di gossip preferito è la recente scoperta di Ebisu negli spogliatoi dei bagni femminili.

Due mesi non sono comunque riusciti a placare gli istinti omicidi di Iruka.

 

Nel giorno che Iruka sa essere l’ultimo della missione di Kakashi (non che si andato a chiederlo in giro, non gli interessa minimamente) passando davanti alla sala insegnanti nota una sagoma distesa sul divanetto.

Mentre sorpassa la stanza senza degnarne l’interno di uno sguardo, stringe convulsamente il pugno intorno allo shuriken nella sua tasca.

 

Quella stessa notte Kakashi va a trovare Iruka. Un libro di quattrocento pagine scagliatogli in testa gli fa intuire di non essere il benvenuto, o quantomeno che non dovrebbe entrare in casa altrui dalla finestra.

 

Il campanello suona a vuoto per quasi un’ora. Quando finalmente si zittisce, Iruka prova un attimo di smarrimento.

 

Kakashi lo sorprende poco dopo l’alba, mentre esce di casa per andare all’Accademia.

Iruka impreca per lo spavento, poi impreca in generale contro Kakashi e infine gli tira un pugno. Nessuno dei due si sorprende che il colpo vada a segno.

 

Kakashi è appostato sotto casa di Iruka da quattro giorni, e ormai quest’ultimo ha una stretta allo stomaco ogni volta che scorge la sagoma del jonin dalla finestra.

Si decide a scendere per mettere fine a quell’incresciosa situazione, e possibilmente a mettere fine anche alla quieta disperazione che lo attanaglia da qualche tempo (tre mesi e cinque giorni, indicativamente).

La strada è buia, e Kakashi è in un punto particolarmente in ombra della via. Iruka lo fronteggia a braccia conserte, sfidandolo silenziosamente a dire qualcosa. Kakashi fa qualche passo titubante in avanti, fermandosi appena fuori dal cono di luce di un lampione. Un sospiro, poi un ultimo passo.

Iruka resta a bocca aperta di fronte al viso scoperto di Kakashi.

 

Decisamente, baciare delle labbra è tutta un’altra cosa.

 

 

 

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Era da un po’ che non mi cimentavo in una Kakashi/Iruka (e nello shonen-ai su Naruto in generale) :/

Ho provato ad imitare uno stile che mi è capitato di trovare più nel fandom inglese che in quello italiano, fatto di descrizioni di brevi momenti e poche sbrodolature poetiche (anche se le velleità introspettive ci sono -_-). Chiaramente, non sono neanche lontanamente ai livelli delle fiction inglesi :/

Commentino? Giusto per farmi sapere se ci si capisce qualcosa o è solo un delirio di punti fermi.

Will

   
 
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