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Autore: Nymeria90    06/06/2013    4 recensioni
Nel 2183 un nave non identificata attacca e distrugge la Normady SR1. Il comandante Shepard, eroe della Cittadella, muore nello scontro e il suo corpo si perde nello spazio. I superstiti della Normady, dopo aver sepolto una bara vuota, voltano pagina e cercano di ricostruirsi una vita, ma due anni dopo Alexander Shepard ritorna dal mondo dei morti. La sua missione: salvare la galassia, un'altra volta. Ma scoprirà ben presto che il prezzo da pagare è la sua anima, un prezzo che forse è troppo alto, persino per lui.
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Uomo, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Alexander Andrej Shepard'
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Akuze, 2183
 
Liara si appoggiò al parapetto del terrazzo e osservò l’alba sorgere su quel pianeta desertico che era Akuze. Nel giro di poche ore la temperatura sarebbe salita oltre i 40° e il vento avrebbe cominciato a soffiare, torrido e inclemente, sollevando nugoli di sabbia.
Per certi versi quel pianeta le ricordava Therum, ma lì, almeno, non c’erano fiumi di lava e vulcani pronti ad eruttare. Akuze sarebbe potuto diventare un pianeta vivibile anche se non sarebbe mai stato ospitale.
Ma le cose erano andate com’erano andate e su Akuze gravava una fama malsana, un’aura maledetta.
L’unico insediamento era il piccolo spazioporto in cui erano atterrati e il cimitero che ricordava il prezzo che l’umanità aveva pagato per essersi spinta troppo oltre, troppo presto. L’albergo in cui avevano dormito era semplice e spartano, creato apposta per i, rari, viaggiatori che facevano scalo sul pianeta o per i familiari che venivano a rendere omaggio ai loro morti. Ma ormai anche le loro visite si stavano facendo sempre più rade e, col tempo, anche quell’ultima traccia di vita umana sarebbe scomparsa e Akuze avrebbe finalmente avuto la sua definitiva vittoria. Liara sapeva bene che su quel pianeta non avrebbe mai rimesso piede. Shepard non era lì e, se anche un giorno avesse ritrovato il suo corpo, non era quello in luogo in cui l’avrebbe seppellito. Il suo comandante non meritava una tomba come quella.
Tali, appoggiata al parapetto accanto a lei, sembrava condividere simili pensieri – Se mai dovessi ritrovarlo, non portarlo qui.-
Liara strinse le labbra: dunque non mi aiuterai a cercarlo. Trattenne quelle parole in gola, desiderosa di ritardare il più possibile una conversazione che, lo sapeva, sarebbe stata dolorosa; avrebbe aspettato che tutti fossero presenti prima di comunicare la sua decisione di partire alla ricerca del comandante, anche a costo di perdere i suoi più cari amici.
I suoi soli amici.
- È nato e cresciuto nello spazio.- mormorò – Merita un posto tra le stelle.-
- No.- Tali alzò il volto verso il cielo e, in controluce, Liara poté scorgere il profilo del suo viso simile, almeno nella forma, a quello di Asari e Umani.
– So cosa si prova a vagare nello spazio, senza meta, senza radici …all’inizio sembra perfetto, vedere un posto nuovo ogni giorno, lasciarsi alle spalle le cose brutte, ma alla fine del viaggio desideri solo ritornare a casa, sul pianeta natale. -
Terra … Liara non c’era mai stata e quando aveva chiesto a Shepard di parlarle del suo pianeta natale lui aveva scosso le spalle ed eluso la domanda rispondendole che c’era stato una volta soltanto. Ma durante la missione sulla Luna, quando avevano dovuto affrontare l’IV impazzita, Shepard era rimasto immobile per minuti interi ad osservare lo splendore della Terra. Le nubi bianche che l’avvolgevano come un candido velo, il blu profondo degli oceani, il delicato verdeggiare delle terre emerse … ricordava di averlo sentito mormorare, dimentico del comunicatore nel suo casco: “ … è così perfetta”.
Le sue riflessioni furono interrotte dall’arrivo degli altri che, in silenzio, si appoggiarono alla balconata accanto a loro.
Garrus, Wrex, Ashley, Joker … sarebbe stato perfetto se solo Kaidan e Shepard fossero stati lì con loro …
- Che cosa faremo adesso?- domandò Garrus con l’aria di uno che conosce perfettamente la risposta a quella domanda. La sapevano tutti.
Liara chiuse gli occhi e si preparò a sganciare la bomba – Io andrò a cercare Shepard. Chi viene con me?-
L’atmosfera cambiò immediatamente, come era successo al funerale, e una cortina di gelo si posò su di loro creando un muro impenetrabile tra lei e gli altri.
- Liara, lo sai bene che è una follia …- cominciò Garrus tentando di essere ragionevole.
- Perché?- lo interruppe lei allontanandosi dalla ringhiera – Lo so che è morto, lo so benissimo.- sibilò: non avrebbe sopportato di sentirselo dire un’altra volta, come se quella semplice affermazione chiudesse la questione. – È proprio questo il punto: Shepard è morto. È nostro dovere scoprire perché!- allargò le braccia, furibonda come non era mai stata, gli altri la guardavano sorpresi e intimiditi, non si erano aspettati tanta rabbia da lei e questo la faceva infuriare ancora di più: perché loro non provavano la stessa cosa? Perché Ashley non partiva lancia in resta, desiderosa di vendicare l’uomo che diceva di amare, l’uomo che l’aveva scelta al posto suo?
- Nessuno di voi si chiede chi è stato? Non erano Geth, lo sappiamo bene! Come hanno fatto a trovare la Normandy con i sistemi di occultamento attivati? Dannazione hanno squarciato la corazza come burro! – picchiò il pugno contro il palmo aperto – Se non volete farlo per Shepard, fatelo per la sicurezza galattica! La missione non è finita, i Razziatori sono ancora là fuori e hanno ucciso Shepard perché sapevano che lui era una dannata minaccia!-
Gli altri rimasero in silenzio, guardandosi l’un l’altro, alla fine fu Joker a parlare – E cosa vuoi che facciamo Liara? Non abbiamo risorse né una nave. Siamo soli. L’Alleanza e il Consiglio ci hanno già dato il benservito. Chi ci aiuterà? Le Asari?- fece un sorrisino di scherno – Forse i Turian?- guardò Garrus che abbassò la testa – O vorresti chiedere ai Quarian o ai Krogan?-
Liara non desistette – L’ammiraglio Anderson …-
- L’ammiraglio Anderson ha già altri problemi.- la interruppe Ashley, tagliente – Forse hai dimenticato che l’Umanità ha un’intera flotta da ricostruire. Mi sembra che abbiamo già sacrificato abbastanza per la galassia. Per quel che mi riguarda le ho dato tutto quello che avevo da dare.- i suoi occhi corsero al piccolo cimitero e sul suo volto si dipinse un’espressione dura, ostinata, la stessa che aveva il giorno in cui si erano conosciute – Io sono un soldato dell’Alleanza.- affermò come se, in quella frase, si riassumesse tutto.
Ed era effettivamente così.
Liara strinse i pugni – E tu Garrus?-
Il Turian si mosse a disagio – Joker ha ragione. Non possiamo fare niente, Liara, non così. Tornerò alla Cittadella, nell’SSC, e presenterò la mia candidatura come Spettro, allora, solo allora, potrò fare qualcosa.-
- E nel frattempo, Garrus? Mentre tu compili scartoffie cosa credi che accadrà?-
Garrus si strofinò la fronte con la sua mano di tre dita – Non lo so, ma Shepard avrebbe voluto così. Non possiamo vagare nello spazio senza una direzione, dobbiamo impegnarci per fare qualcosa di concreto ed io lo farò in questo modo. La missione è finita, Liara.-
- Non è finita!- urlò. Tali tremava e probabilmente stava piangendo. Non le importava. Perché non capivano? – Noi sappiamo che i Razziatori non sono stati sconfitti, sappiamo che stanno per arrivare!-
- Ma non possiamo farci niente!- ruggì Wrex parlando per la prima volta – Dobbiamo preparare la nostra gente, dobbiamo diventare più forti così da poterli distruggere quando arriveranno. Per questo tornerò su Tuchanka, perché quando i Razziatori arriveranno la galassia avrà bisogno che i Krogan le salvino di nuovo il culo. –
Suo malgrado Liara fece un passo indietro, aveva sperato di convincerne almeno uno, ma sembrava che non volessero capire, che la morte di Shepard avesse cancellato tutti i momenti passati insieme, le battaglie affrontate, i discorsi fatti nella penombra della sala briefing.
- Tali?- era la sua ultima speranza, ma conosceva già la risposta.
Tali si tormentò le piccole mani da hacker – Liara io vorrei … davvero …- il tremito della sua voce le ricordò che era solo una ragazzina incontrata mentre compiva il suo viaggio per diventare adulta - … ma devo tornare alla flottiglia … devo finire il mio pellegrinaggio, consegnare i dati …- la sua disperazione era sincera, autentica, se avesse potuto Tali sarebbe partita con lei, ma semplicemente non era pronta a compiere un simile sacrificio. Fu l’unica che Liara non biasimò per il suo rifiuto. – Capisco.- mormorò, lanciò un’occhiata a Joker che distolse lo sguardo. Entrambi stavano pensando la stessa cosa: Shepard era morto a causa sua. Ma Liara non era ancora arrivata al punto da rinfacciargli una cosa simile.
- Dammi una nave da pilotare, Liara, e sono con te, in caso contrario, mi dispiace, ma non ti servirei a niente.-
Liara abbassò le spalle, sconfitta – No, non ho una nave. -
Raccolse la borsa con le poche cose che si era portata dietro, se la mise in spalla e, senza guardarli, si voltò – Addio.-
Si allontanò, leggermente curva, Tali fu l’unica a venirle dietro e abbracciarla forte, coi singhiozzi che la scuotevano tutta; Liara la strinse con sincero affetto ma incapace di piangere. Si sentiva svuotata, in cento anni non aveva mai provato un dolore così devastante, nemmeno dopo la morte di sua madre. Perdere la Normandy, Shepard e ora anche il resto dell’equipaggio era più di quanto potesse sopportare.
- Ci terremo in contatto, vero?- balbettò Tali quando si separarono – Mi scriverai?-
- Certo.- mentì.
Le rivolse un debole sorriso e si allontanò, da sola, com’era sempre stata.
Per Liara T’Soni la missione non era ancora finita.

  
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