Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: MasamiRose    06/06/2013    1 recensioni
Un college che è ancora un esperimento. Rampolli dalle famiglie più prestigiosi della Gran Bretagna.
Un trasferimento improvviso, un incontro. Un conte e un professore. Un conte e il suo maggiordomo. E non solo.
-Già, noi. Non potevano chiedere anche a noi se volevamo?-
-E poi? No, diventava tutto più incasinato. Però… riusciremo a stare senza nessuno?-
-In fondo, non erano i nostri veri genitori…-
-Però, abbiamo vissuto con loro da sempre! E adesso si presentano questi due persone a caso e ci stravolgono la vita. Con quale autorità?-"
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Novità
 
Capitolo 2
 
 
 
Nella stanza si sentiva solo il fruscio delle coperte prodotto dall’incessante alzarsi e abbassarsi dei petti delle due ragazze.
Ciel, fermo sulla soglia della porta, stette qualche secondo ad osservarle.
Per lui era stato più facile. Allontanarsi da una casa senza affetti o parenti non era difficile, ma per quelle due ragazze era totalmente diverso: loro una famiglia l’avevano.
Che razza di famiglia era quella che desiderava separarsi? E poi, proprio a lui fra tutti era toccato il compito di assicurarsi che accadesse?
Indeciso su cosa dir loro per svegliarle, bussò sulla porta e si allontanò, sperando che ciò fosse sufficiente.  
Adelle, la prima a svegliarsi, aprì un occhio ed ebbe un tuffo al cuore: quella decisamente non era la sua camera, ciò significava che non aveva semplicemente sognato di essere stata trasferita in Italia.
Scosse Cindy per svegliarla.
-Cindy, è tutto vero! Non abbiamo sognato…-
-Vedo. E ora che si fa?-
-Non so, io ho fame. Andiamo a mangiare?-
Si vestirono in fretta, indossando i vestiti del giorno scorso, poi scesero al piano terra.
Ciel era già seduto al tavolo che avevano occupato la sera scorsa, ma del professor Michaelis per fortuna neanche l’ombra.
-Buongiorno. Avete fame? Qui c’è del the e qualche pasticcino…- Ciel sfoggiava la solita cortesia distaccata.
-Ciao Ciel. Sì, si dà il caso che abbiamo molta fame, perciò non scandalizzarti. –
-Ma dov’è il professore? Non che sia dispiaciuta, intendiamoci, però dov’è?-
-Oh, è andato ad informare il direttore del buon esito della nostra missione…-
Buono, certamente. Per lui.
Il tempo di consumare una veloce colazione a base the e dolcetti, e i tre erano già in marcia.
-Scusa, dov’è che andiamo?- si interessò Adelle.
-Alla “Cartoleria Fiorentina”, un posto eccezionale per procurarsi tutto l’indispensabile per la scuola. –
Ciel si muoveva agilmente tra la gente, e ce n’era molta, tanto che le ragazze faticarono a stargli dietro; le condusse in un viottolo desolato che all’apparenza non poteva offrire niente, ma il ragazzo sapeva dove cercare: colpì cinque volte una pesante porticina di legno con le nocche.
Per Adelle e Cindy era un’esperienza nuova, quella di fare compere da sole, perciò si tennero strette l’una all’altra mentre attraversavano la porticina che si era aperto davanti a loro: oltre la porta si apriva una stradina asfaltata con ciottoli di fiume dalla parvenza medioevale, mentre ai due lati di essa si affacciavano pittoreschi decine e decine di negozi, quasi a perdita d’occhio. Alcuni recavano insegne che sembravano tempestate di pietre preziose, altri avevano le vetrine decorate con ogni ben di Dio, altri ancora avevano la merce ben esposta dietro vetri di cristallo e solo poche avevano esposto i prodotti anche all’esterno, in strada;  c’era comunque abbastanza spazio per passare, in quanto la strada era abbastanza larga.
I primi negozi erano chiaramente dei locali, perché non avevano merci esposte alla vetrina ma grandi e vistose insegne: “Philips’”… “Dalla Baronessa”… “Beatrice e Eugenie”…
Passarono oltre.
Più avanti c’erano i negozi di libri e si fermarono di fronte all’insegna “Albi da Polissena”.
-Ce l’avete le lettere?- chiese Ciel prima di entrare.
-Sì, direi di essermela messa in tasca ieri sera…- borbottò Cindy frugando nelle tasche alla ricerca della busta.
-Bene, cercate il foglio con l’elenco dei libri e ricordatevi che ve ne serve uno a testa!-
-Giusto. Allora, vediamo un po’…- Cindy sfilò un foglio nascosto dietro la lettera vera e propria che aveva letto la sera precedente e lesse ad alta voce:
  

Uniforme

Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi: da sport, per le attività manuali e classico in tinta unita (nero)
Scarpe a punta rotonda in tinta unita (nero) da giorno
Due  paia di guanti di protezione (in pelle e in cotone)
N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome.

Libri di testo

Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:
L’Altra letteratura Inglese, Volume primo
Volumi di Storia Mista, Volumi primo, secondo e terzo

Il mondo delle erbe e delle spezie
Cucina salata e dolce

Luci e Ombre: Manuale di Difesa Personale con la Spada
Moduli di Matematica
Educazione alla Civiltà

 

Altri accessori

1 spada con incisione dello stemma della propria famiglia
1 set base da cucina
1 mortaio
1 telescopio
1 bilancino

Gli allievi possono portare anche il proprio cavallo, gatto o cane.
 
 
 
-Caspita, quanta roba! Dovremo darci un gran da fare, o rischieremo di far venire notte!- esclamò Ciel, spingendo nel negozio le due ragazze; alla loro entrata, uno scaccia spiriti di vetri preziosi vibrò lievemente, emettendo un suono dolce e armoniosamente prolungato.
-Buongiorno a voi!- salutò un uomo incredibilmente allungato e scavato, con un elegante completo bianco.
-Salve!- rispose allegramente Ciel, mentre Cindy e Adelle restavano indietro.
-Voi due dovete essere studentesse del primo anno. Sarà un grande anno, il primo in assoluto! Suppongo siate qua per i libri- riprese eccitato il commesso, indicando Cindy e Adelle.
-Due copie di tutti, per favore! Vuole la lista?-
-Oh, grazie, mi farebbe un favore! Sa, tengo tanti di quei libi che ricordarsi tutti i titoli! Giusto oggi mi dovevano arrivare cento copie di quel maledetto libro, ma a voi non interessa… molto bene! William,  i libri!- gridò l’uomo e al suo ordine  un omino in nero, nascosto fino a poco prima, posò due file di libri sopra al lucido bancone; erano tutti molto grossi, al che le due future studentesse si scambiarono sguardi preoccupati, ma il commesso le rassicurò:
-Non temete, molti di questi li userete per più anni! Allora, fanno centocinquantasette lire, ma voi mi piacete, perciò vi faccio solo centocinquanta!- sorrise.
-Ehm… Ciel, come facciamo?- bisbigliò Adelle, ma Ciel le soccorse:
-Pago io per loro! Cinquanta?- ripeté mentre  tirava fuori qualcosa dalla tasca del gilet -… Eccoli qua!- esclamò estraendo una manciata di foglietti stampati da un nutrito portafoglio e posandoli sul bancone.
-Arrivederci!- salutò infine, ricambiato, e uscì con le ragazze al seguito.
 
 
-Grazie. Però non so come faremo a sdebitarci…- sussurrò Adelle.
-Non vi preoccupate, per adesso pago io, poi faremo un salto in banca a vedere come siete messe, se proprio non ci saltate fuori, diciamo che vi farò da “tutor”!-
-Splendido, magari scopriamo che c’è un buon cambio!- esclamò Adelle senza prendersi veramente sul serio mentre reggeva sulle braccia a mo’ di scodella un terzo dei libri. Diede una sbirciatina alla lista, poi proseguì imitata dagli altri.
-Bene, questo è un negozio di abbigliamento! Vi servono giusto le uniformi e le scarpe, oltre che i guanti! Ragazze, ora tocca a voi…- le incoraggiò Ciel  alludendo al negozio chiamato “Vesti e Veli” che esponeva nella vetrina lucidissima diversi tipi di uniforme accessoriati di cappello.
-Ehm, salve!- salutò Cindy entrando dalla porta seguita dagli amici.
-Salve. Voi dovete essere studenti. Che cosa vergognosa! Vergognosa!- osservò indicando i libri di testo ad argomento cucina ecc.. che reggeva la prima cliente. –Ma voi siete troppo giovani per capire… allora, cosa posso fare per voi?- aggiunse sbuffando, vistosamente contrariata.
-Ci servono delle uniformi, sono per me e la mia amica e anche scarpe e due paia di guanti!- recitò tutto d’un fiato Cindy.
-Calma, calma, quanta fretta! Ma, se mi posso permettere, chi paga?- si interessò la commessa.
-Io! Senta, visto che siamo qui, non è che ha delle mantelline nere? Me ne serve giusto una!- si accalorò Ciel.
-Certo che le ho! Dunque lei è uno studente? Mi sembra molto sicuro di sè… Quanti anni ha, se non sono inopportuna?- chiese stupita e insieme punta la donna, inarcando appena un sopracciglio.
-Tredici. Ma adesso si sbrighi, per favore, abbiamo altri negozi da visitare!- incalzò Ciel.
-Come vuole!- sbuffò lei, sbrigandosi a cercare un metro ma tenendo lo sguardo torvo sull’interrogato.
Dopo che ebbe preso le misure, presentò ai clienti diversi modelli di uniformi e una mantellina; poi passò ai guanti e infine alle scarpe.
 
-Certo che sono proprio forti ‘sti soldi! Com’è che si chiamano?- chiese incuriosita Cindy.
-Lire…-
-Ma quanto valgono?-
-Non lo so, non mi sono ancora abituato a questa valuta…- si scusò Ciel.
-Eh? Ah, giusto, tu eri in Inghilterra come noi! Pazienza…- Adelle pareva delusa.
-Bene, ora servono un po’ di accessori vari… vediamo che negozi troviamo per strada!- ricordò il ragazzo.
In capo ad un’ora circa avevano già quasi tutto il materiale occorrente; mancavano loro solo degli animali.
Nel primo negozio di animali che trovarono, c’erano esposti gatti di tutte le razze e le tonalità, e ancora cani, topini, scimmiette (che schifo! pensò Cindy) e, sul retro, cavalli…
Il negozio era stato affidato ad una ragazza molto giovane, bruna, con una lunga chioma di capelli raccolti in una morbida acconciatura e vestita di blu; stava servendo una cliente, una donna, anche lei giovane e bruna, che stava ammirando gli esemplari di gatti di cui il negozio disponeva.
-Buongiorno, signorine! Voi dovete essere delle studentesse, sbaglio?- salutò la commessa; a quelle parole, la cliente del turno prima (che non aveva ancora finito di scegliere il gatto) si girò di scatto e i suoi perforanti occhi neri si posarono sulle ragazze che la credevano in collera con loro: ecco, adesso ci fa la ramanzina! E perché non si ruba il posto alle clienti, e perché siamo solo delle marmocchie e perché qui e perché là… pensò Adelle.
-Sarò da voi in un baleno!- sorrise la commessa, liquidando la cliente che stava servendo prima, che finalmente aveva scelto il suo nuovo gatto, un esemplare veramente bello con il pelo candido; mentre il gruppetto veniva avanti, la donna si mise in un angolo ad aspettare…
-Ditemi, che genere di animale vi serve? Abbiamo, per gli studenti, gatti, cani e cavalli!- disse esuberante la ragazza, che evidentemente era da poco entrata in servizio.
-Beh, voglio togliermi lo sfizio di possedere un gatto, a casa non potevo tenerlo. Posso?- chiese garbatamente Adelle.
-Certo, ecco qui quelli che abbiamo!- rispose la commessa, indicando con la mano una dozzina di gabbiette; gatti grandi e piccoli di tutte le tonalità, alcune molto vistose (arancione accesso o completamente bianco) iniziarono a mettersi in mostra strusciandosi attaccato alle sbarre delle gabbiette oppure a leccarsi il pelo, ma la ragazza scelse un gatto dal pelo grigio scuro e dal musetto simpatico che non aveva neanche un anno.
-Perfetto, e tu cosa vuoi, cara?- si congratulò applaudendo in modo molto infantile la commessa.
-Ehm… ecco… io volevo tanto un uccellino… ma non so se me lo lasceranno tenere…- ammise Cindy rivolgendo lo sguardo supplicante a Ciel.
-Non credo, mi dispiace… sei sicura di non volere un cavallo, sono molto utili!- tentò il ragazzo.
-Uhm… andrà bene… prendo quel piccoletto marroncino che ho visto passando per le stalle!- disse Francesca un po’ delusa ricordando un cavallino tozzo che saltellava come un pazzo nel suo box.
Fu una vera impresa toglierlo  dal box e darlo in consegna ad uno dei fattorini, ma dopo alcuni tentativi le ragazze furono a posto e stavano per avviarsi, quando la donna che era rimasta in disparte si avvicinò loro.
-E così siete delle studentesse! Spero della sezione italiana del Weston!- disse. Aveva un timbro di voce particolare e un cipiglio piuttosto sicuro.
-Infatti, ma perché?- rispose Adelle diffidente.
-Io insegnerò là! Mi chiamo Victoria Nail e sarò la vostra insegnante di Matematica, ma spero vivamente di farvi fare anche un po’ di  Scienze…-
Finirono, tra una chiacchiera e l’altra, per andare a sedersi al tavolino di una locanda a sorseggiare una buona granita fresca (dopo che Ciel ebbe spedito tutti gli acquisti nella scuola grazie ai soliti fattorini di cui ogni negozio sembrava esser dotato).
-Ma che tipo di Scienze?-
-Qualcosa che centra con la Matematica, ma non mi sembra il caso di perdere tempo quando ve lo spiegherò tra… due giorni! E lei, giovanotto, è l’accompagnatore delle signorine…-
-Ma no, non sono l’accompagnatore, io sono uno studente!-
-Lui è Ciel Phantomhive, noi siamoAdelle e Cindy. - si intromise Adelle; non appena ebbe pronunciato quel nome, gli occhi della Nail si sgranarono all’inverosimile e scattò in piedi.
-Phantomhive?! Ciel Phantomhive! Quel Phantomhive?-
-Perché? Qual è il problema?- chiesero in coro le ragazze, preoccupate dalla strana reazione della futura docente, lanciando occhiate smarrite prima a Ciel, poi a lei.
E così vennero a conoscenza del tassello mancante della storia, cioè Ciel le stava aiutando così tanto perché funzionario del governo inglese!
Passato lo shock, chiesero all’amico perché le avesse tenute all’oscuro di quel particolare non proprio irrilevante, mettendolo in terribile imbarazzo di fronte alla collega; riuscì comunque a dire che lo aveva fatto perché non voleva destare sospetti.
Restarono a chiacchierare per molto tempo e le ragazze raccontarono molto della loro vita alla Nail, anche particolari molto divertenti che costrinsero tutti alle risa.
Quella donna, la Nail (di una trentina d’anni circa), era una  alta e fiera, ben proporzionata e allegra; aveva un volto tondo, due occhi neri molto penetranti, una bocca carnosa e due sopracciglia folte e nere come i capelli lunghi, lisci e raccolti; vestiva un banalissimo vestito tinta unita e perciò si sarebbe potuta confondere benissimo tra le persone comuni, a differenza di molte altre persone, vestite come si andrebbe per un the con la regina.
Disse di aver voluto accettare la cattedra di Matematica perché riteneva molto importante la sua materia e perché costituiva una base per gli studenti che avessero voluto apprendere le Scienze; disse anche di approvare l’introduzione delle materie più pratiche nel percorso formativo degli studenti, siccome riteneva presuntuoso da parte del mondo aristocratico pensare di non avere bisogno di conoscere le basi della sopravvivenza; in fondo, il popolo era riuscito con molti sforzi a sopperire alla carenza di cibo e lavoro e molti loro accorgimenti potevano sempre tornare utili anche ai nobili.
-Ehi, guardate, c’è il professor Michaelis! SEBASTIAN!!!- gridò improvvisamente Ciel indicando un’ombra nera che si aggirava tra la folla; l’uomo rispose al richiamo con un cenno e iniziò a dirigersi verso di loro.
-Buongiorno Sebastian, posso presentarti la signorina Victoria Nail? Sarà una tua collega, docente di Matematica!- riprese Ciel indicando la compagna più anziana.
Il professore, chino su Ciel, girò il collo nella direzione da lui indicatagli in modo meccanico:
-Piacere…- borbottò -…sono Sebastian Michaelis, insegnante di cucina e letteratura inglese…- concluse con tono misterioso e velato, accennando appena a tendere la mano.
-Il piacere è mio! Mi chiamo Victoria, Victoria Nail!- ribatté lei andando a cercare la mano di Sebastian per stringerla forte.
A quel gesto, gli occhi di Sebastian (che erano rimasti fissi al suolo) guizzarono e si incontrarono con quelli della Nail, ma non ressero il suo penetrante sguardo e si riabbassarono, sottolineati da un lieve rossore delle gote.
Adelle e Cindy si scambiarono occhiate divertite, e abbozzarono un malizioso sorrisetto.
Occorse insistere molto affinché il professore si sedesse assieme a loro, ma alla fine l’insistenza della Nail fu premiata; la donna lo tempestò di domande, rivelandosi molto interessata alla cuncina e anche molto esperta, tanto da tenere testa allo stesso Sebastian che fu veramente meravigliato e al tempo stesso compiaciuto di ciò; lui comunque all’inizio fu molto evasivo nelle sue risposte, ma come cresceva la curiosità della collega, così si scioglieva e quando capì di avere di fronte una vera esperta nell’arte della cucina, si lasciò completamente andare: passò quasi mezz’ora di conversazione monopolizzata tra i due che si scambiavano scibile riguardo a  spezie, creme e impasti!
Quando iniziò a calare la sera e la gente per la via fu più che dimezzata, la Nail propose di passare una serata tutti insieme in un ristorante di sua conoscenza; tutti accettarono di buon grado, soprattutto Sebastian, il cui viso, alla proposta, ebbe l’espressione di una bambino che scarta l’atteso regalo di Natale.
Iniziarono ad avviarsi, con la Nail e Sebastian in testa che continuavano a parlottare di chissà quali recette e Cindy, Adelle ed Ciel in coda che si stavano ammazzando di risate:
-Ma l’avete visto, dico: l’avete visto? Sembra un bimbo! Sembra uno scemo!-
-Già! Si vede lontano un chilometro che è cotto a puntino!-
-E chi l’avrebbe mai detto?! Il freddo, gelido Sebastian che si prende una cotta come un sedicenne?!
Ah, ah, ah! Dio, com’è divertente!-
-Ma secondo voi, lei le ha capite, le sue intenzioni?-
-Certo che sì! Chissà se da oggi in poi cambierà abitudini? Magari diventerà un po’ più socievole!-
Tra una scemenza e l’altra arrivarono al ristorante (non di lusso!) appena fuori dalla porticina che apriva quell’immenso mondo di ricchezza: Da Lavino.
Un posto veramente carino, per giunta adatto anche alle coppiette in quanto adornato da mensole in legno dalle quali pendevano meravigliose e verdissime piante rampicanti; i tavoli erano illuminati da candele e nell’aria si sentiva il dolciastro profumo dell’incenso.
Si sedettero ad un tavolo piuttosto distante dalle finestre spalancate che permettevano l’entrata di un po’ di aria fresca, con grande disappunto di Adelle che confessò all’amica di avere la nausea dell’incenso.
Una cameriera grassottella e simpatica con l’uniforme nera portò loro il piccolo menù, che la Nail sembrava conoscere a memoria visto che non ebbe bisogno di sfogliarlo.
Ciel, Cindy e Adelle ordinarono tre pizze, piatto tipico, la Nail un’insalata di mare seguita da un piatto di pasta e Sebastian (su consiglio di lei) scelse un piatto di tortellini.
-Sapete, oggi mi sono divertita. Forse mi ci abituerò all’Italia…- confessò all’improvviso Cindy.
Mentre la discussione riprendeva, Adelle fece scena muta, fino a che non perse i sensi e si accasciò sul pavimento come morta.
-Adelle!- gridò Cindy mentre Sebastian, Ciel e la Nail si precipitavano attorno a lei.
-Stai tranquilla, è solo svenuta! Portiamola fuori!- disse Ciel, sentendo il polso della ragazza e facendo segno a Sebastian di trasportarla fuori.
-Adelle! Adelle!- chiamò il ragazzo, dandole delle piccole pacche sulle guance finché la ragazza non rinvenne.
-Grazie al cielo! Stai bene?- chiese preoccupata la Nail.
-Sì… sì, sto bene… cavolo, che bella figura! E con dei professori, per giunta! È solo che quel dannatissimo incenso…!-
-Non ti preoccupare. Adesso ci spostiamo vicino alle finestre! Sai, avrà contribuito certamente anche il fatto, da quello che ho capito, che tu non abbia pranzato! I tre pasti (colazione, pranzo e cena) sono importantissimi e non andrebbero mai saltati, ricordatelo!- riprese seria la donna, cingendo le spalle della giovane -Forza, torniamo dentro!-
-Cindy, se non ricordo male desideravi un uccellino… potrei procurartelo io! Una mia amica mi ha regalato un gufetto ed è talmente piccolo e buono che certamente te lo faranno tenere!- decretò la donna sorridendo a Cindy, la quale ringraziò talmente tante volte che le si chiese di smettere; da quel momento tutto filò liscio: i commensali discussero animatamente (Sebastian compreso) lodando il cibo mentre le ragazze cercavano di bere qualche bicchiere di vino.


SPERO VI PIACCIA!!
RECENSITE IN TANTI PLEASE! ^____^
PRESTO VEDRETE LA SCUOLA!!

LOVE,
MASAMI
  
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