Videogiochi > Assassin's Creed
Ricorda la storia  |       
Autore: Altair13Sirio    06/06/2013    2 recensioni
"Mi era stato assegnato un incarico: dovevo uccidere un uomo che aveva fatto una predica contro i Templari.Quando si è presentato il momento l’ho ucciso! Il fatto è che me ne sono pentita subito!" Fiora Cavazza racconta del suo ultimo incarico da Templare e il perchè del suo tradimento. Dopo di quello, la sua vita sarà finita... Forse. Dopo essere stata salvata da un Assassino da morte sicura, Fiora comincierà una lotta tra lei e i Templari, e uno di questi potrebbe venirne coinvolto più di quanto potrebbe mai pensare. L'uomo che non fallisce mai, il Templare perfetto, sempre avvolto nel mistero. Colui che non crede a ciò in cui crede. Colui che vive la sua vita lontano dalla vita stessa. Il Lupo. "Mi dispiace per Fiora… Non avrà modo di migliorare la sua vita…"
Tutti combatteranno la loro battaglia. Fiora, Il Lupo, Ezio, Severino, Emiliana... Le convinzioni più forti vacilleranno. Chi sceglierà ciò che è giusto? E chi sceglierà ciò che crede giusto?
"E’ tenace… Non vuole morire…"
"Non morirò per mano di un Templare! "
Assassin's Creed - Rebirth -
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ezio Auditore, Il Lupo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Assassin's Creed: The Rebirth'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic  

 
 

Una ragazza correva per le strade di Roma. Scappava dai suoi inseguitori. Sentiva le risate di Caha e Cahin avvicinarsi. Temeva di vedersi comparire Malfatto o Ristoro da un momento all’altro dietro a un angolo. Baltasar sicuramente la aspettava alla fine della strada. Lanz la inseguiva dai tetti. Lia la stava sicuramente aggirando dalle tante stradine di Roma. Silvestro le andava dietro ansimando. Gaspar le avrebbe sparato, se non fosse stata abbastanza veloce. Rocco, Auguste e il Carnefice la inseguivano a piedi. Il cavallo di Donato nitriva con forza. Insieme a lui c’era Faustina armata della sua mezza forbice.
Fiora era lusingata: erano venuti tutti per lei! Poi si accorse che qualcuno mancava.
Il Lupo non c’è… Quell’uomo era il migliore agente dei Templari. Non toglieva mai il suo cappuccio, aveva una mente straordinaria, non sbagliava mai! Un vero genio. Uccideva la sua vittima in silenzio, senza neanche far capire a quella di essere morta! La sua storia aveva un chè di misterioso, ma Fiora non la conosceva. Lei era entrata nell’Ordine dopo di lui, ma aveva sentito qualcosa… Era stato allevato dai lupi… Era entrato nell’ordine giovanissimo… E poi restava sempre nell’ombra, da solo…
<< Fermati, traditrice! >> Donato aveva urlato, e in quel momento Fiora si accorse di essere circondata!
<< Non puoi più fuggire! >> Silvestro ansimava e si teneva la spalla, il punto in cui Micheletto gli aveva strappato il braccio!
Davanti a lei c’erano Baltasar, Malfatto e Ristoro. Da un vicolo la guardava Lia De Russo. Attaccati a una corda tesa tra due case, a testa in giù, penzolanti, c’erano i gemelli. Silvestro era ancora ansimante, quando arrivarono alle sue spalle Donato con Faustina sul suo cavallo grigio, Rocco, Auguste e il Carnefice a piedi. Lanz era sul tetto della casa alla sua destra col pugnale impugnato di rovescio. Sull’altra casa c’era Gaspar con un fucile tra le mani.
Fiora si fermò. Si guardò intorno, cercando una via di fuga, invano.
Donato scese da cavallo e sguainò la spada. << Sei pronta per ricevere la giusta punizione per aver tradito l’ordine? >> Fiora girò lo sguardo verso di lui, poi guardò implorante Baltasar, che evitò il suo sguardo con rabbia. Allora si rassegnò. Sarebbe morta.
Donato si avvicinava a lei. Tutti trattenevano il fiato. Fiora stringeva i denti e pregava perché facesse in fretta. Donato sapeva perfettamente cosa stava passando Fiora in quel momento, e cominciò a prendere tempo, girandosi la spada nelle mani, passando il dito sul filo della lama…
Quando finalmente si decise ad alzare il braccio con solennità, come se stesse per compiere un gesto sacro, si sentì un sibilo, e un dardo da balestra colpì l’impugnatura della spada di Donato, che perse dalle mani.
Fiora aveva sentito il rumore della spada che cadeva, e si voltò. Ognuno cercava di capire da dove veniva il dardo. Donato si massaggiava il polso. Lanz sentì come un fruscio dietro alle sue spalle, poi un colpo secco alla testa. Cadde dal tetto. Si girarono tutti verso di lui. Poi guardarono in su, da dove era caduto e lo videro.
<< UN ASSASSINO!!! >> Urlò Faustina con voce stridula.
Gaspar gli puntò contro il fucile. Sparò un colpo, ma l’Assassino lo evitò agilmente. Poi lanciò un pugnale verso il suo assalitore, che fu ferito alla caviglia sinistra.
Caha e Cahin Si tirarono su dalla corda con un agile gesto e raggiunsero l’Assassino con i coltelli sguainati. Cahin menò un fendente al fianco del nemico, ma quello lo evitò e con il gomito colpì il braccio dell’Arlecchino, con l’altro braccio lo spinse per la schiena, tenendogli la gamba davanti, facendolo inciampare. La sorella saltò verso l’Assassino col coltello puntato alla testa, ma lui l’evitò, tese il braccio, e Caha sbattè con lo sctomaco. Poi l’Assassino la spinse via. Saltò giù in strada. Estrasse la spada e attese.
Non si mosse nessuno. L’Assassino aspettava il suo avversario, chiunque fosse.
Donato, con una smorfia di disprezzo, raccolse la spada:<< Sembra che dovrò occuparmene io! >>
L’Assassino sembrò sorridere. Donato si irritò a quel gesto e si lanciò sul nemico. L’assassino parò il colpo e respise la spada, che per poco non andò a colpire la fronte di Donato, poi attaccò dal basso il Templare, che schivò con un salto laterale l’attacco, girò su sé stesso e attaccò alla testa dell’avversario. Ma quest’ultimo abbassò la testa e parò con la spada. Donato allora estrasse la daga e puntò al ventre dell’Assassino, che automaticamente estrasse la sua cinquedea, e, tenendola di rovescio, parò la daga di Donato. Ora però era svantaggiato, perché si trovava con le braccia incrociate e doveva uscire in fretta da quella situazione. Spinse in alto le armi di donato, si abbassò e girò su sé stesso un paio di volte, spostandosi di lato. Questa mossa lasciò Donato sorpreso, che si sbilanciò. L’Assassinò colse il momento perfetto per rialzarsi, colpendo Donato con la cinquedea sul fianco. Purtroppo l’attacco fu frenato dall’armatura del suo nemico, che venne leggermente ferito.
Donato indietreggiò tenendosi il fianco ferito, da cui cominciava a scendere del sangue. Respirava profondamente.
L’Assassino ripose la cinquedea e la spada, scattò con i polsi, e dagli antibracci in metallo uscirono due lame lughe venti centimetri. Donato aveva perso le armi quando era stato colpito, e cominciò a indietreggiare. L’Assassino cominciò a menare colpi con i polsi, da sopra, da sotto, dai lati, girando, a volte anche con tutte e due le lame. Donato si trovava in una brutta situazione, e faticava ad evitare tutti i colpi, specialmente perché lui era più abile nell’attacco, che nella difesa. La fortuna volle che, indietreggiando, fosse finito su un montacarichi. Allora diede un calcio alla leva che teneva la corda, e si appese a quest’ultima. L’Assassino saltò indietro, per evitare di essere schiacciato dai mattoni che erano appesi al montacarichi. Donatò raggiunse il tetto. L’Assassino si parò davanti a Fiora, come per proteggerla.
<< Ah! Fai male a proteggerla, Assassino! >> Esclamò Donato << Perché dovresti ucciderla! Lei è una Templare… >>
<< Credi che non lo sappia!? >> Lo interruppe l’Assassino, che parlava per la prima volta. << So tutto su ogni templare di Roma, Donato Mancini! >> Aveva una voce solenne. << Non credi che ora dovresti ritirarti, prima che io ti faccia fuori? >>
Donato si irritò. Poi abbassò la testa, umiliato. Si girò, andò verso il bordo più a sinistra, dove si trovavano gli altri templari. Si molleggiò sulle ginocchia, e poi saltò giù dal tetto. Quando atterrò smorzò un imprecazione per il dolore. Salì sul cavallo, mentre Faustina gli faceva posto.
<< Questa volta hai vinto tu! >> Urlò. Poi si rivolse ai Templari dietro di lui, compresi Lanz, Caha e Cahin, che si erano ripresi.
<< Ci ritiriamo! >> Poi aggiunse << Malfatto, occupati di Gaspar, e dopo mi curerai questa ferita! >>
Poi girò il cavallo e se ne andò…
Rimase solo Baltasar, a conteplare la scena. Guardava con disprezzo Fiora e l’Assassino. Fiora aveva imparato tutto quello che sapeva dal Barbiere, per questo Baltasar era così furioso: la sua migliore allieva l’aveva tradito!
<< Farsi aiutare da un Assassino… >> Mormorò amarato.
Poi se ne andò.
Nella strada rimasero solo Fiora e l’Assassino.
Quello fece un passo verso una direzione imprecisata, come se volesse solo allontanarsi da Fiora al più presto.
<< Aspetta! >> Fiora allungò un braccio verso di lui.
L’uomo si girò, e la guardò con la coda dell’occhio. << Non c’è bisogno che mi ringrazi. >> Fece una pausa << Chiunque ha problemi con i Templari necessita il nostro aiuto. >>
L’uomo era alto e magro. Non sembrava molto adatto alla battaglia, ma le sue azioni dicevano il contrario.
Gli Assassini riescono sempre a sorprendere… Pensò Fiora. << Voglio solo capire perché mi hai aiutato. >>
L’Assassino rispose dicendo che lo aveva appena detto, ma Fiora non era soddisfatta. << Ma io sono una Templare! >>
<< Sono sicuro di no. Non più, almeno. >> Disse l’uomo.
Fiora era confusa. Perché un Assassino doveva salvarla?
<< Vorrei chiederti di poter venire con te. >> Disse senza pensare. Se ne pentì subito, perché l’Assassino la guardò male. << Pensì che sia così pazzo da portare una donna che è stata Templare nel nostro covo?  >> Fiora abbassò lo sguardo. << Tuttavia… >> Disse avvicinandosi << Non posso lasciare una ragazza in pericolo. >> E le sorrise.
Fiora si sentiva sollevata. Voleva sdebitarsi.
<< Ti dirò tutto quello che posso sui Templari! >>
L’Assassino la guardò basito. Probabilmente stava pensando che fosse una ragazza frivola. Fiora se ne accorse e si imbarazzò molto.
L’Assassino disse con un mezzo sorriso:<< I Templari non parlano mai sul serio, se non tra di loro. >>
Fiora si irritò. La considerava ancora una Templare?
<< Ma credo che non guasterà qualche informazione… >> Le sorrise.
Fiora, dapprima un po’ sconcertata, contraccambiò il sorriso.
Cominciarono a camminare. Poi Fiora si accorse che doveva chiedere all’Assassino un’altra cosa.
<< Tu chi sei? >>
L’Assassino si fermò e guardò verso l’orizzonte. << Io sono un uomo che vuole liberare Roma, come i miei fratelli e sorelle. Sono un Assassino. Il mio nome è Severino Sabelli. >>
  

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: Altair13Sirio