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Autore: NiraMalfoy    23/12/2007    2 recensioni
DAL 4° CAPITOLO:
"- Sei tu la ragazza del bigliettino. - non capii se fosse una domanda o un’affermazione, ma in ogni caso non avrebbe avuto senso negare ancora.
- Sì. - alzai le spalle, sorridendo imbarazzata e nervosa.
- Non è stato molto difficile scoprirlo. - mi guardò, ma io continuavo a fissare l’asfalto sotto i miei piedi: - Non sai mentire. - concluse e, sbirciandolo con la coda dell’occhio, lo vidi sorridere.
- No. - rispondere a monosillabi era l’unica cosa che in quel momento riuscissi a fare, oltre a desiderare ardentemente di scomparire per sempre dalla faccia della terra.
- E allora? - mi chiese ostentando tranquillità.
- Allora cosa? - balbettai.
- Non hai niente da dirmi? - continuava a fissarmi con insistenza ed era una cosa che sicuramente non mi avrebbe aiutato a farmi tornare la voglia di parlare."
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Ayako, Hisashi Mitsui, Ryota Miyagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(PoV Yumi)
Quella mattina arrivai a scuola con molto anticipo e mi fiondai immediatamente in classe per evitare d'incontrare Ryota. Non avrei saputo come comportarmi se lo avessi visto.
Mentre ancora ripensavo a quanto fosse successo il giorno prima, la voce squillante di Haruko mi rimbombò nelle orecchie. L’altra sera mi aveva chiamato per ripetermi ancora una volta quanto fosse bello Rukawa ed io non avevo potuto fare a meno di raccontarle tutto: così, appena arrivò nell’aula, mi tempestò di domande come al solito, ma non avevo neanche la forza di dirle di smetterla. La lasciai parlare senza ascoltarla, finchè il provvidenziale arrivo del professore mi salvò da quella tortura, così come ogni giorno.
Quando suonò la campanella della pausa pranzo, decisi che sarebbe stato più sicuro rimanere barricata in classe, nonostante l’Akagi insistesse col volermi trascinare con lei in palestra per poter ammirare Kaede che si allenava.
- Non ho intenzione di uscire da qui, lo vuoi capire o no? - sbottai improvvisamente, al limite della sopportazione.
- Ma non puoi certo fare questa vita fino alla fine dell’anno, Yumi. - constatò lei, apprensiva.
- Certo che posso ed è proprio quello che ho intenzione di fare, infatti! - risposi con determinazione.
Lei sospirò, lasciandosi scivolare su una sedia vuota accanto a me: - Perché, invece, non gli dici che sei stata tu a scrivere quel bigliettino e che era solo uno scherzo? - propose lei.
- Perché non ci crederebbe mai. Non è così stupido. - dissi indignata, poi continuai a pensare a qualche altra possibile soluzione: - Forse potrei cambiare scuola.
- No! - strillò Haruko: - No! Ma che dici? Cambiare scuola per una cosa del genere?
- Perché no? - alzai le spalle. Ero consapevole che quella sarebbe stata una scelta esagerata, ma era divertente vedere l’Akagi in preda al panico.
- Perché no! - rispose alzandosi dalla sedia ed afferrandomi per il braccio con forza, cercando mi farmi alzare: - Adesso tu andrai a cercare il sempai Miyagi e chiarirai la situazione! - mi ordinò con tono autoritario.
- Scordatelo! Vai dal tuo Rukawa e lasciami mangiare in pace, Haruko. - risposi seccamente, senza muovermi di un millimetro dalla sedia, nonostante lei mi tirasse con tutte le sue forze: - Certo che sei proprio deboluccia, eh? - scherzai e lei avvampò.
- Va bene, fai come ti pare! - rispose offesa e si allontanò velocemente, uscendo dalla classe.
Rimasta completamente sola tirai fuori il cesto con il pranzo, anche se avevo lo stomaco decisamente chiuso. Mi dondolai con la sedia ed incrociai le gambe sul banco, sbuffando sonoramente e ripensando per l’ennesima volta al giorno precedente.
- Ciao! - la voce di Ryota mi fece sobbalzare e per poco non persi il già precario equilibrio che avevo stabilito sulla sedia.
Mi voltai, fissandolo con il panico negli occhi e lo vidi trattenere una risata per la mia ennesima figuraccia: - Posso parlarti? - mi chiese avvicinandosi.
Istintivamente mi alzai in piedi ed afferrai il cestino con il cibo: - O … ora non posso, Haruko mi sta aspettando. - risposi trafelata e corsi via in tutta fretta.
Trovai l’Akagi in palestra, che sbavava sul suo pranzo osservando ammirata le prodezze di Kaede, e mi affiancai a lei sedendomi per terra. Avevo ancora il fiatone e lei, osservandomi stupita, lo notò immediatamente: - Hai corso, per caso?
- Che perspicacia. - ironizzai per nulla divertita: - Miyagi mi ha raggiunto in classe e sono corsa via. - ammisi cominciando a ingozzarmi con il sushi, sebbene non avessi fame.
- Lo immaginavo. - disse: - Ma perché non vuoi parlargli? - insistè ancora.
Osservai Rukawa centrare il canestro con una schiacciata fenomenale e ricadere in terra asciugandosi il sudore sulla fronte: - Perché ho paura. - risposi, ma Haruko non disse nulla, così mi voltai verso di lei e notai la sua espressione sognante mentre osservava Kaede bere avidamente dalla borraccia e lasciarsi scivolare un po’ d’acqua sui capelli.
Sospirai scrollandola per le spalle e lei sembrò tornare nuovamente in sé: - Hai detto qualcosa? - mi chiese senza riuscire a scollare gli occhi dalla matricola d’oro.
- Sì! - risposi: - Ho detto che ho paura, dannazione! Non so quello che potrebbe dirmi e questo non mi piace! - ammisi ed improvvisamente le parole di Ayako mi rimbombarono nella testa.

E tu di chi ti sei innamorato, invece?

Scaccia dai miei pensieri dall’improbabile verità e constatai che finalmente avevo ottenuto tutta l’attenzione di Haruko, anche perché Rukawa era appena uscito dalla palestra. Mi poggiò una mano sulla spalla e cercò di rassicurarmi in qualche modo: - Ma non ha senso. Preferisci restare con il dubbio piuttosto che sapere cosa pensa di te? - sembrava proprio che il suo cervello non potesse concepire una cosa del genere.
- Forse. - dissi lasciando ricadere nel piatto il riso che tenevo tra le bacchette e alzandomi in piedi: ero troppo nervosa per riuscire a stare nello stesso posto troppo a lungo.
- E ora dove vai? - mi chiese.
Alzai le spalle, avviandomi verso l’uscita: - Non lo so. - risposi andandomene.

(PoV Ayako)
Stavo aspettando Hisashi vicino ad un albero nel centro del cortile, spiluccando senza voglia il mio pranzo e ripensando alla conversazione che avevo avuto il giorno prima con Yumi. Non appena avevo finito di raccontarle cosa fosse successo, mi ero subito pentita di averlo fatto. Ne avevo parlato con Mitsui, ma lui mi aveva rassicurata dicendo che avevo sicuramente fatto la cosa giusta e che avrei potuto fidarmi della Kawanari.
- Che mangi di buono? - alzai lo sguardo incrociandolo con quello di Hisashi.
- Di buono niente. - risposi senza entusiasmo mentre lui si lasciava scivolare accanto a me.
- Ehi, che ti succede Aya? - il suo tono apprensivo scivolò fuori dalle sue labbra mentre i suoi occhi non accennavano a spostarsi dai miei.
- Niente. - alzai leggermente le spalle: - E’ solo che non mi piacciono i gamberetti. - dissi sorridendogli: - Li vuoi tu? - lui mi osservò stupito, infine sorrise e senza troppi complimenti cominciò a mangiare dal mio piatto, oltre che dal suo.
Lo osservai in silenzio per tutto il tempo, nonostante ogni tanto mi lanciasse qualche occhiata infastidita: - Allora, hai sentito le stronzate che dicono su di te? - mi chiese con la sua soluta finezza e la sua espressione s’incupì irrimediabilmente.
- Sì. - risposi rassegnata, pensando che la frase meno offensiva che mi era arrivata alle orecchie era stata: “quella poco di buono di Ayako”: - Ma non puoi farci niente. - mi affrettai ad aggiungere, notando un lampo di rabbia attraversare i suoi occhi.
Lui smise di mangiare, inghiottendo l’ultimo boccone: - Sì invece. - una piccola scintilla di boria s’impossessò del suo bel volto, provocando così un irrimediabile incendio: - Ormai nessuno mi teme più come un tempo, in questa scuola, - disse con una leggera malinconia: - Ma non ci metterò molto a ricordare a tutti quanti chi è Hisashi Mitsui. - si esibì in un sorriso smagliante.
- Non ce n’è bisogno. - gli risposi in fretta: - Sul serio! Prima o poi troveranno qualcun altro su cui spettegolare. - aggiunsi cercando di essere convincente.
- Mi spiace Aya, ma non riuscirai a farmi cambiare idea così facilmente. - si alzò da terra lasciandomi un piccolo bacio sulle labbra, poi sorrise di nuovo: - Vedrai che entro stasera tornerà tutto come al solito. - concluse allontanandosi da me.



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Il capitolo è un po' corto, lo so, ma il prossimo sarà più
lungo, nonchè l'ultimo, quindi non mancate ^^!

Ringrazio Roby per la recensione, tutti coloro che hanno aggiunto
questa Fanfic ai preferiti e anche i lettori anonimi! *_*
Vi aspetto tutti per il prossimo chap, bye ^-^


  
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