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Autore: Julietaemint    07/06/2013    5 recensioni
Il suo respiro si fermò per un secondo, i suoi occhi si sgranarono. Aprì la bocca, rimasero ad osservarsi per dieci interminabili secondi.
Quando s’incontrarono, i loro sguardi s’incrociarono così intensamente da scontrarsi violentemente e allo stesso tempo sfiorarsi dolcemente; quale attrazione nasceva tra i due ogni volta che accadeva.', ecco cosa venne in mente a Jong, immediatamente.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Taemin
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quel giorno era arrivato. Non si poteva davvero evitare il destino.
Neanche l’odore del caviale fresco riusciva a ravvivare lo stomaco di Kibummie. Era tornato a casa, sulla strada del ritorno appariva come un ubriaco dopo una serata piena di bravate, barcollante, tirava appena un passo dall’altro.
Alle cinque del mattino si mise a concludere le valige, prendere tutto quello che gli appartenesse. Infine decise di sedersi un momento. In quel momento, la stanchezza sembrava inesistente. Anche la sua forza cercava di ribellarsi.
Si prese la testa fra le mani, appoggiando i gomiti al tavolo. Chiuse gli occhi.
Nella sua mente, quei momenti. Quelle serate, quegli abbracci, quei sorrisi. Quella liquirizia, il suo modo di mangiare, di sorridere. Il suo innato istinto sensuale, il modo in cui Jonghyun si mordeva il labbro inferiore. Quegli occhi pieni di amore, quelle lacrime.
Si alzò di scatto, scaraventò la sedia a terra. Urlò dalla rabbia, tanto forte da sentire un forte graffio alla gola. Si convinse che non potesse accadere davvero.
Entrò nel bagno, dopo essersi calmato. Si sciacquò delicatamente il viso, lo asciugò.
Jonghyun era a scuola, non c’era modo per incontrarlo.
Sapeva che, più tempo avrebbero passato insieme, più sarebbe stato doloroso dirsi addio. Eppure l’unica cosa che voleva Kibummie era vederlo.
L’addio definitivo era stato fissato per quella sera, prima della partenza. Jonghyun avrebbe lasciato il lavoro prima, anche un’ora, solo per vederlo quell’ultima volta.
Pose tutte le valige sul letto, prese la giacca ed uscì.
Si fece accompagnare nel posto del loro primo appuntamento. Il suo sguardo era perso, morto fuori da quel vetro dello sportello.
Una volta davanti a quell’edificio, sospirò. Un soffio di vento gli accarezzo i capelli – assomigliava al tocco delicato di Jong che lo accarezzava dolcemente. Chiuse gli occhi, come per cercar forza.
Chiese di sedersi al loro tavolo. In quel momento, rivisse tutto. Quella conversazione, quel cioccolatino. Si alzò, poi, di getto, lasciando una grande mancia sul tavolino.
Si diresse fuori, voleva scappare, evadere da tutto, andare via con lui. Entrò in un negozio di grandi firme, si mise nervosamente ad osservare i capi della nuova collezione.
Notò una t-shirt di seta bianca con delle giunture verdi. La decorazione era davvero strana, ma bellissima. Era piena di occhi sferici, tanti bulbi oculari con pupilla verde fluorescente, come le giunture. La comprò. Ne era innamorato. Era il suo regalo per Jong.
Ci spese un occhio della testa – d’altronde era l’ultima collezione della Comme Des – ma i soldi non gl’importavano affatto. Se l’era immaginata addosso a lui non appena l’aveva vista, questo bastava.
Fra una vetrina e l’altra, le buste si erano moltiplicate e si erano fatte le tre del pomeriggio. Non gl’importava affatto di mangiare, quantomeno di tornare a casa per farlo.
Si fece accompagnare a casa di Taemin.

<< Buongiorno, tutto bene? Come vanno i preparativi? >> chiese, alla madre di Taemin.

<< Buongiorno Kibummie, ti fai sempre più bello, eh? Tutto bene, è tutto pronto. Vuoi restare a pranzo da noi? Oggi mangiamo più tardi, fra preparazione e sistemazione si son fatte le tre e mezzo. >> chiese gentilmente la signora. Lo considerava come un nipote, quasi un figlio.
 
<< No, grazie mille. Non ho davvero fame. >> Kibum rifiutò. Neanche quei complimenti, che gli avevano da sempre provocato fastidio, ora gli sembrarono indifferenti.

<< Senti, ho pensato che tu e Taemin poteste raggiungerci con un mezzo a parte. Noi e i tuoi genitori c’incontreremo in un albergo lì, per concludere un certo affare e confermare il trasferimento. Ho pensato ad un pullman privato, so che ti piacciono le cose in grande stile.
Non avrei mai voluto un ulteriore trasferimento per voi, soprattutto per Taemin che ora è abbastanza grande. Vorrei regalarvi almeno un bel viaggio. >> disse l’omma. Il suo tono cambiò radicalmente.
 
<< Va benissimo, grazie mille. >>
 
Poi la signora porse il numero dell’autista a Kibum, per confermare l’orario.  
 
Nel viaggio di ritorno, Kibummie telefonò e si accordò con l’autista.
L’appuntamento era alle 20:00 di quella sera, in quella strada, vicino alla fermata del pullman di Jonghyun.
 
Pose a posto anche i nuovi acquisti, indossando il suo nuovo outfit appena acquistato. Poi, scelse le sue Prada rosse. Le lucidò – le aveva già scelte. Erano le scarpe del loro primo incontro.
Si mise a riordinare, attendendo le sette di quella sera, che arrivarono ben presto, forse troppo.
 
Taemin era stato avvisato da Kibummie per l’appuntamento. Minho l’avrebbe raggiunto alle sette, proprio lì. Sapeva che avrebbe provato di tutto per non lasciarlo andare. Dopo quella notte, non voleva davvero.
Si sentiva mangiare dentro. Forse ancora non riusciva a realizzare a pieno quello che sarebbe successo, poche ore dopo. Nel corso dei preparativi, arrivarono le 18:30.
Uscendo da quella porta, si voltò, lanciando un’occhiata alla sua camera, al suo letto. Poi si guardò la mano, strinse più forte quel bigliettino. Lo portò alla bocca. Stava tremando. Trattenne una lacrima, si chiuse quella porta dietro le spalle. Scese di fretta le scale, congedò i suoi genitori, per l’ultima volta uscendo da quella casa.
Camminò lentamente per quel vialetto, chiudendo gli occhi ed aspirando quell’intenso profumo di rose che mai l’avrebbe abbandonato.
S’infilò nella limu, che già lo attendeva. Kibummie indossava due occhiali molto scuri. Lo salutò, cercò di abbozzare un sorriso.
Key lo guardò – sotto quelle lenti s’intravedeva uno sguardo distrutto.
 
<< Andrà tutto bene. >> disse.
Taemin si sentì morire. Era giunta quell’ora.
 
19:55. Il pullman gli attendeva, l’autista aveva già caricato i bagagli di Kibum sul mezzo.
Era tutto pronto, mancava solo quel saluto.
Si sedettero entrambi ad aspettare su quel muretto. Quell’atmosfera sembrava peggiorare le cose. Quel triste tramonto che investiva la città, quel rosso che illuminava i loro volti.
 
<< Choi Minho, cosa ci fai qui!? >> esclamò Jong.

<< Non ho tempo per spiegare. >> disse in tono serio Minho.
 
Erano arrivati. Due figure si dirigevano verso Key e Taemin.
Neanche si accorsero che c’era un altro, per entrambi. A loro non importava proprio di niente. In realtà, anche tutto il resto, attorno a loro, era scomparso.
 
Kibum corse istantaneamente verso Jonghyun. Lo abbracciò, gli saltò in braccio, attorcigliando le sue gambe al suo corpo. Nessuna parola, niente riusciva ad uscire dalla sua bocca. Solo enormi lacrime percorrevano il suo viso. Si nascose fra quelle spalle, in quell’abbraccio.
Sembrava finir tutto, come se niente esistesse e non avesse senso d’esistere. Sentiva di lasciare la sua anima, il suo cuore, i suoi pensieri. Sentiva di essere cambiato, di lasciarsi andare, di rimanere lì, di morire. Pregò che quell’abbraccio fosse infinito.
 
Solo allora, si accorse che qualcosa occupava le mani di Jonghyun.

<< Cos’hai in mano?..>> sussurrò. Non voleva scostarsi da quell’abbraccio, non voleva interromperlo.
 
<< Guarda tu stesso. >> disse Jong. Il suo tono era molto più tranquillo, e Kibum non riusciva a spiegarselo. Scese immediatamente, si voltò. Una valigia.
 
<< E questo cosa significa? >> altre lacrime gli percorsero il suo viso.
 
<< Se non posso far nulla per farti restare, non posso nemmeno lasciarti andare. >>
 
<< Ma Jong, tu, il tuo lavoro..la tua famiglia, i soldi, la scuola, io- >> un bacio interruppe tutto.
 
<< Non m’interessa. Tutto quello che voglio è vivere con te. Troveremo un altro lavoro, cominceremo una nuova vita. Non dirmi di no, adesso. >> disse infine, Jong.
 
Kibummie non trovava parole. Ne il suo cuore ne la sua testa avevano intenzione di disapprovare. Continuava a scuotere la testa, ma un bellissimo sorriso gli migliorava il volto.
Non poteva crederci.
 
Subito dopo, si accorsero che qualche altro saluto stava avvenendo.
Taemin e Minho rimasero a fissarsi in silenzio.
 
<< Sorridi per me. >> disse Minho.
<< Giuro di non riuscirci. >> Taemin abbassò lo sguardo.

Minho avvolse le sue braccia attorno a lui. Gli appoggiò delicatamente le labbra sulla fronte.

<< Sorridi per me, perché i miei bagagli sono già in viaggio. >>

Quelle parole suonarono alle orecchie di Taemin come delle parole magiche.
Scosse la testa, aprì gli occhi. Non poteva crederci. Una lacrima percorse il suo viso, poi ancora un’altra ed un’altra ancora.
 
<< Dimmi che non stai scherzando, ti prego, dimmi che non lo stai facendo. >> accennò Taemin, incredulo. Gli saltò letteralmente addosso, lo strinse così forte da usare tutte le energie del suo esile corpo. Poi si lasciò sostenere dalle sue braccia.
 
<< E’ un anno che ti guardo e penso a come una creatura bella come te possa vivere in mezzo a noi. Non posso lasciarti scappare. >> sussurrò Minho.

Seguì un bacio così passionevole, così intenso che contagiò anche Jonghyun e Kibum, che avevano sentito tutto, erano stati ad assistere alla scena come due spettatori in una sala del cinema.
Anche le loro lacrime si erano trasformate in lacrime di gioia. Si baciarono come se quello fosse l’ultimo bacio. Ma non lo era affatto, era solo uno dei primi che gli attendeva.
 
Era tutto finito, e non riuscivano ancora a realizzarlo. Era tutto perfetto, come meritavano fosse.
Avevano imparato una cosa: rinunciare al resto, perché il resto non contava affatto. Avevano imparato che una persona può stravolgerti la vita, che un sorriso può trafiggerti il cuore e non lasciarlo mai.
Sembrava un sogno, da cui speravano di non essere mai svegliati.
 
Partirono in quel pullman. L’omma di Taemin aveva segretamente nascosto a Kibum che avesse anche una piccola piscina idromassaggio, all’interno. Era una sorta di sorpresa.
Per la prima volta, Kibummie e Taemin erano felici di lasciare una città. Per la prima volta non lasciavano ricordi, li portavano con loro. Non lasciavano luoghi, perché sapevano che ogni piccola cosa era nascosta dentro di loro, e non sarebbe mai andata via.
Niente poteva compensare quei momenti, solo quello che finalmente li aspettava.      
  
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