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Autore: onedsfirstlove    07/06/2013    2 recensioni
I ricordi erano l'unica cosa che mi restava di noi. Noi che giocavamo al parco, noi che ci sporcavamo di gelato a vicenda, noi che ci raccontavamo i segreti più assurdi, noi che litigavamo con il solo scopo far pace per abbracciarci, noi che ci facevamo forza, noi che crescevamo insieme. Noi che alla fine, non eravamo più niente.
Era davvero incredibile il modo in cui lui fosse riuscito a dimenticarsi di me. Ma soprattutto, era strano il modo in cui mi ignorava, fingendo che la nostra amicizia non fosse mai esistita.
Le persone dimenticano, i ricordi svaniscono e i sentimenti cambiano. Forse era per questo che iniziammo ad odiarci. Sì, lo odiavo.
Odiavo lui, che non aveva mantenuto la sua promessa.
Odiavo lui, che mi aveva abbandonata.
Odiavo lui, che mi aveva dimenticata.
Odiavo lui, che aveva cancellato ogni nostro ricordo.
Odiavo lui, che era andato avanti per la sua strada.
Odiavo lui, che non si accorgeva delle mie lacrime.
Odiavo lui, che non c'era mai per me.
Odiavo me, che sentivo la mancanza dei suoi abbracci.
Odiavo me, che credevo ancora nella nostra amicizia.
Odiavo me, che non riuscivo a dimenticarlo.
Odiavo me, che stavo male
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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16. You know i’ll be…

Appena entrammo nel pub ci accomodammo, ognuno accanto al proprio fidanzato e anche se io e Mark non eravamo fidanzati ci toccò stare vicini e con la sfiga che ho chi poteva capitarmi di fronte se non Styles? Porca miseria ma sempre vicino me lo ritrovo? Io più cerco di evitarlo per dimenticarlo e più me lo ritrovo accanto. Infondo si sa una persona più non la vuoi vedere e lei più ti sta accanto, un proverbio del cazzo insomma, ma fottutamente vero. Di fronte a Mark sedeva Sam, che non smetteva di fissarlo, eh no! Pure lui adesso? Fortunatamente notai che Mark non la degnava neanche di uno sguardo e questo fece sorridere me e incazzare lei. Avendo il babbuino di fronte, non volendo incrociare il suo sguardo ero costretta, non che mi dispiacesse, a parlare con Louis al mio fianco. Poggiai le mani sulle gambe sotto al tavolo perché mi stavano sudando, segno che ero nervosa, beh in effetti mi ritrovavo vicino a Mark che non la smetteva di fissarmi e di fronte ad Harry che scherzava con Sam, ma guardava me. Ad un certo punto mi sentii prendere le mani da sotto il tavolo, come potrei non riconoscere quel tocco? Alzai lo sguardo e lo vidi che mi sorrideva dolcemente, sapevo che mi stavo facendo ancora più male così lasciai le sue mani e annunciai che dovevo andare un attimo in bagno. Appena chiusa la porta mi sciacquai il viso e sentii una presenza dietro di me, alzai lo sguardo e vidi Sam che sorrideva, ma non un sorriso dolce, un sorriso cattivo.
“che vuoi Sam?”
“che tu lasci in pace il mio Harry! Tu non vali niente! Sei solo una povera illusa, credevi davvero che lui ci tenesse a te? Con quella faccia di cazzo che ti ritrovi! Lui provava solo pena per te, nient’altro. Non meritavi nemmeno di essergli amica! Non saresti dovuta venire puttana!”
Per un momento tutta la mia rabbia andò a farsi fottere, non potevo controbattere perché sapevo che diceva la verità, se ne sarebbe accorto chiunque e io ero solo una povera illusa. Abbassai lo sguardo e con voce calma e tremolante parlai:
“non preoccuparti, Harry non te lo tocco! E hai ragione sono solo una povera illusa, e poi puttana ci sarai tu!” le dissi uscendo dal bagno, volevo solo tornarmene a casa, non mi asciugai nemmeno le lacrime, andai direttamente al tavolo e mi scusai con gli altri dicendo che non mi sentivo bene.
“Alice aspetta! Ti accompagno a casa io” disse Mark, fece per alzarsi, ma lo bloccai volevo rimanere sola.
“no Mark non preoccuparti” gli dissi sorridendo e salutando gli altri
Mi avviai verso l’uscita e mi avviai verso casa a piedi, era molto tardi e sentivo una strana presenza dietro di me, allora aumentai il passo senza mai girarmi, ad un certo punto sentii due braccia possenti prendermi per la vita, stavo per urlare ma con una mano mi tappò la bocca, il molestatore si fa vedere, oh no di nuovo lui? Il mio incubo peggiore, anzi no i miei incubi, perché vidi un’altra persona al fianco di questo ragazzo, erano tornati tutti e due. Max e Josh. Mi portarono in un vicolo vicino al pub, come Max mi tolse la mano dalla bocca, strillai.
“HAAAAARRYYYY! AIUTOO! PER PIACERE AIUTA…” non riuscii a finire la frase perché Max mi manteneva e Josh mi dava calci a non finire. Non so perché chiamai proprio Harry, forse perché nonostante tutto di lui mi fidavo, oppure perché lui sapeva tutta la storia… beh resta comunque il fatto che continuavano a picchiarmi, ricevetti tantissimi pugni e calci. Sono stata violentata e picchiata dai due un sacco di volte, ma purtroppo ancora non mi ero abituata. Ad un certo punto Josh mi mantenne e mi fece alzare e Max stava per tirarmi un pugno, allora chiusi gli occhi aspettandomi il peggio, solo che questo pugno non arrivò. Sentii solo un:
“LASCIATELA STARE BRUTTI STRONZI!” ma.. ma quella era la voce di Harry, del mio Harry. Aprii gli occhi e vidi che era in compagnia di Zayn e Liam, ma Max e Josh non si fermarono, anzi continuarono a picchiarmi e ricevetti quel pugno in faccia da Max. solo che poi vidi Harry, Liam e Zayn farsi rossi di rabbia e picchiarono Max e Josh, poi sentii delle sirene, non riuscii a collegare molto perché Josh da terra, visto che aveva ricevuto un pugno da Zayn mi tirò per la caviglia facendomi andare a sbattere con la testa per terra, inizialmente vidi sfocato, sentii delle voci non definite e poi nulla il buio totale.

POV’S HARRY

Chiamai subito un’ambulanza e la polizia, mentre Liam e Zayn sistemavano gli altri due. Arrivarono subito, solo che Alice era distesa per terra, con del sangue che le usciva dalla testa e gli occhi chiusi. Aveva la faccia graffiata, piena di lividi che inoltre erano cosparsi anche su tutto il corpo. I poliziotti arrestarono finalmente Josh e Max mentre quelli dell’ambulanza portarono Alice su una barella, dissi a Liam e Zayn di raggiungermi con gli altri in ospedale mentre io sarei andato nell’ambulanza insieme alla ragazza. Appena salii in quell’auto i medici le attaccarono una bombola d’ossigeno, cercavano di fermare il sangue che usciva dalla testa e tentavano di rianimarla. Io non riuscivo a muovermi, l’unica cosa che riuscivo a fare era piangere, piangere perché ero stato uno stronzo, mi sentivo tremendamente in colpa, avevo sentito tutto quello che Sam aveva detto ad Alice, e niente era vero. Non l’avevo illusa, quello che provavo era vero e ancora non capisco perché mi ero messo con Sam, dopo che Alice andò via dal locale lasciai Sam e l’andai a cercare, fin quando non la trovai che la stavano picchiando. La paura si impossessò di me, avevo una paura tremenda di perderla, avevo paura che lei non si risvegliasse più, avevo paura di perdere per sempre la persona che AMO! Le presi la mano, stupidamente le chiedevo di svegliarsi, ma sapevo che non poteva sentirmi. Per tutto il tragitto continuai a piangere e a tenerla per mano, dopo un tempo non definito arrivammo in ospedale, la portarono subito in una stanza per visitarla e mi fecero accomodare su delle fottute sedie nella sala d’attesa. Dopo una decina di minuti arrivarono anche gli altri, vidi Anna e Erica piangere insistentemente vicino ai loro fidanzati, io pure non riuscivo a smettere di piangere, così mi si avvicinò Liam.
“ehi amico..”
“ehi” risposi solamente con la voce tremolante.
“come stai?”
“una merda”
In quel momento uscì il dottore:
“siete amici della signorina Alice?”
“si” rispondemmo io, Anna e Erica.
“come sta?” gli chiesi io impaziente.

“beh vedete la signorina ha avuto u forte trauma cranico, per il momento è in coma”
“ma si risveglierà?” gli chiesi io
“beh questo dipende da lei.”
E rientrò. Cosa cazzo voleva dire che dipendeva da lei eh? Oh non potevo perderla, non ora, non per sempre.
“dai amico si risveglierà devi solo stare calmo”
“sti cazzi” sbottai e uscii fuori a prendere un po’ d’aria.


DOPO 1 MESE E MEZZO DALL’INCIDENTE
È passato già un mese e mezzo e Alice ancora non si sveglia porca miseria! Ha detto il dottore che se non si sveglierà tra massimo due giorni, staccherà la spina di tutti i macchinari che la tenevano ancora in vita. No non poteva morire, non doveva morire. Lei per me è tutto, la mi aria, la mia voce, TUTTO. Ormai passavo tutti i giorni in quell’ospedale accanto al lettino di Alice, stavo facendo un sacco di assenze a scuola, ma poco m’importava, i ragazzi cercavano di farmi andare a casa per farmi riposare un po’ visto che sulla sedia si stava alquanto scomodi, ma non volevo sentire nessuno, non mi sarei mai mosso da lì finché non si sarebbe svegliata Alice. Ogni giorno le parlavo credendo che magari lei potesse sentirmi. Oggi come sempre entrai nella sua stanza, mi sedetti sulla sedia accanto al suo lettino, le presi la mano e incominciai a parlare, a dirle cose che non le avevo mai detto:
“ehi amore mio, beh ti chiamo così perché nella mia testa io e te siamo fidanzati, è stupido lo so, ma non riesco a toglierti dalla testa, non riesco a reprimere il sentimento che provo per te. Oggi è passato precisamente un mese e mezzo da quando quei due bastardi ti hanno picchiata, oh non preoccuparti ora sono in carcere tutti e due. Ritornando a noi, tu oramai sei diventata la mia vita, la mia voce, la mia ragione per essere, il mio amore, il mio cuore batte solo per te. Perché si beh io TI AMO” dissi quelle parole tutto d’un fiato e sentii la sua mano stringere forte la mia, la guardai e vidi che i suoi occhi piano piano si aprivano, allora il mio cuore cominciò a battere fortissimo, corsi a chiamare l’infermiera dicendo che Alice finalmente si era svegliata. Quando ritornai nella sua stanza, si guardava intorno spaesata, poi il suo sguardo tornò di nuovo su di me, le sorrisi e lei ricambiò il mio sorriso. Stava per dire qualcosa, ma l’infermiera entrò seguita dal dottore, che dovevano farle degli accertamenti e mi chiesero di uscire. Appena fuori, chiamai tutti, i quali si precipitarono in ospedale. Ci fecero attendere a lungo e solo dopo una mezz’oretta, che a me parve molto di più, ci dissero che  potevamo entrare ma uno alla volta. Guardai gli altri che mi fecero segno di entrare, appena varcai la soglia della porta, la guardai, era seduta all’infuori dal lettino, con le gambe che le penzolavano avanti e indietro, sembrava una bambina.
“ehi…” le dissi sorridendo
“ehi” mi ripose lei, guardandomi un po’ imbarazzata.
“come stai?”
“meglio”
“mi fa piacere…” le dissi sorridendo, non riuscivo a smettere di sorridere.
“è vero quello che ha detto il dottore?” chiese sorridendo anche lei.
“cosa ha detto?”
“che tu sei rimasto qui in ospedale tutto questo tempo? E che non volevi andartene per non lasciarmi sola? Che mi parlavi?”
“si è vero…” le dissi abbassando lo sguardo imbarazzato.
“guardami per piacere e avvicinati, non mordo mica?” disse accennando una risata, allora andai vicino a lei, mi misi di fronte, era poco lo spazio che ci separava.
“lo sai? C’è anche un’altra cosa che mi ha detto il dottore…”
“cioè?”
“che ti ha sentito parlare prima che io mi svegliassi”
“oh cazzo, per caso ti ha riferito quello che ho detto?”
Lei annuì con la testa, imbarazzata guardando per terra.
“e.. quindi è vero che mi ami?” chiese sorridendo.
“si” le dissi baciandola.

 

*spazio autrice*
Sciao mie care lettirci e lettori, vedo che sono molti quelli che leggono la storia e anche se non recensite (monelli u.u) vi ringrazio. Vorrei ringraziare soprattutto:
xtommosmile
ele29na
cami_styles_directioner
per aver recensito. Spero che voi altri lasciate una recensione, per me è molto importante xD
se volete sapere qualcosa o semplicemente parlare e sfogarmi seguitemi su twitter sono: @onedsfirstlove ricambio <3
baci
Asiag69

   
 
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