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Autore: Silver_Doe    08/06/2013    1 recensioni
1976 - Sesto anno dei Malandrini ad Hogwarts: un anno indimenticabile e fondamentale per la vita dei nostri protagonisti, i quali si ritroveranno insieme ancora una volta, uniti più che mai da quel legame indistruttibile che è la loro profonda amicizia. Avventure, cambiamenti, litigi... ma soprattutto la storia d'amore tra James e Lily, riempiranno fino in fondo questo memorabile periodo, nel quale una nuova guerra sta per sconvolgere l'intero mondo magico. Tutto sta per cambiare e niente sarà più come prima: una nuova era sta per iniziare!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO IV

- Che strano… a me sembra un così bravo ragazzo… mi ha aiutata a trovare il bagno una volta, al secondo anno! – disse Sonya con il suo solito tono vago e sognante. Non era una Grifondoro, bensì una Corvonero del sesto anno che aveva legato con Lily, Alice e Marlene al quarto anno. Era una ragazza alquanto stravagante, sembrava avere la testa perennemente sulle nuvole, con quei suoi strani modi di fare… Tali caratteristiche le si potevano ritrovare soprattutto nel suo aspetto esteriore: il suo viso era seminascosto da una cascata di capelli biondo-platino, i quali le scendevano lungo tutta la schiena, formando talvolta innumerevoli onde dorate; i suoi occhi erano di uno colore molto chiaro, tendente al grigio-azzurrino, quasi come se fossero attraversati da un sottile strato di nebbia... e la sua pelle, era così chiara, un chiarore simile a quello dei raggi lunari, che la rendeva paragonabile ad un fantasma. Stava lì, seduta a gambe incrociate, mentre spostava lo sguardo dalle sue amiche alla finestra, intenta ad osservare il panorama, o forse qualcosa di più.
- Oh si, certo! Un vero e proprio angelo! – ribattè Lily del tutto contrariata. Possibile che tutti lì lo venerassero? Non c’era nessuno che come lei, riusciva a vedere come fosse realmente? Qualcuno c’era, ma era meglio non pensarci…
- Lily, adesso calmati! Non ci hai ancora spiegato cos’è successo… vogliamo sapere! – disse Marlene, fissando la sua amica, curiosa come al solito di sapere cosa fosse accaduto tra quei due. 
- Calmarmi? Come posso calmarmi quando c’è un moccioso patetico che mi ronza sempre intorno? Io davvero, non lo capisco! -
-  Andiamo, come fai a non capirlo?! Lily… James è pazzo di te! Da sempre! E l’unica che ancora non se ne è accorta a quanto pare sei tu! – pronunciò Alice, alzando di un po’ il tono della sua voce. La stupiva il fatto che Lily non avesse ancora capito i sentimenti di quel ragazzo… non era mica una stupida!
- Ragazze voi non sapete quello che dite… Potter innamorato di una come me? Impossibile! Siamo su due mondi opposti! Lui… lui non p-può… state delirando! Comunque preferirei finire qui la discussione… sempre se non vi dispiace! -
- Aah, come sei ingenua Lily Evans! – esclamò Marlene sottovoce, ma riuscendo a farsi sentire benissimo dall’amica, la quale le gettò uno sguardo furioso e sparì sotto la Gazzetta del Profeta.

Intanto nello scompartimento dei Malandrini…
- Dai James, non abbatterti! Devi solo cambiare il tuo modo di porti a lei… sai che Lily non sopporta quando fai lo sbruffone! Visto che così non ottieni risultati, cerca di avvicinarti in un altro modo, diverso… io credo che con lei dovresti far uscire il tuo lato più dolce e sensibile, e in qualche modo stupirla. Per lei non è affatto un momento facile… il litigio con Severus scotta ancora, e penso che ora più che mai abbia bisogno di sentirsi protetta, di avere qualcuno vicino che la capisca, e non che la prenda continuamente in giro… - disse Remus, quasi tutto d’un fiato.
- Però Lunastorta… sembra che tu la conosca molto bene la Evans! – ironizzò Sirius. Nessuno badò alla sua battutina, e questo sembrò infastidirlo: non gli piacevano troppo le conversazioni così serie… erano monotone!
- Il fatto è che credo che a Lily io non piaccia per niente! Cerco di avvicinarla in tutti i modi possibili, ma sembra che lei parta già prevenuta nei miei confronti… Ragazzi a me Lily piace sul serio, e non so come farglielo capire! Credo di impazzire! – rispose James, buttandosi con le spalle all’indietro, sprofondando nello schienale.
- Aah le donne! Più complicate di una trasfigurazione congiunta! – se ne uscì Peter, cercando di partecipare alla conversazione, anche se in piccola parte.
- Per te sicuramente, Codaliscia! – era più forte di lui: Sirius non riusciva a starsene lì fermo e in silenzio, senza mettere un po’ di pepe.
- Sirius… piantala! Stiamo parlando di cose serie qui… -
- Per le mutande di Dippet, che noia! Se qui continuate a parlare di amori impossibili e come capire la razza femminile, credo che andrò a farmi un giro! – e fece per alzarsi.
- Hey Felpato… visto che ci sei và a fare un salto al carrello… compra le cioccorane! – gli gridò Peter, sperando che avesse sentito.
Prima di uscire dallo scompartimento, Sirius alzò un pollice come a dire: Okay!
- Ma che gli è preso? – chiese James, come se fosse stato assente e di colpo fosse ritornato alla realtà.
- Mah James, sai meglio di me come è fatto Sirius… quando si parla di amore e ragazze, va a farsi un giro! – disse Remus con un sorriso. – Allora… dicevamo? -

Mano in tasca e fischiettando, l’affascinante Black incominciò a camminare per i vagoni del treno, cercando di scorgere il carrello di Landy Glenda. Mentre passeggiava, iniziò a pensare a quello che stava succedendo a James: il suo “amore” per Lily e il cercare di avvicinarla sembrava consumarlo dall’interno. E poi si chiese: valeva la pena fare tutto ciò per una ragazza? Una sola ragazza? Ma forse la pensava così solo perché non aveva mai provato nulla di simile per nessuna: non era semplicemente il tipo. No, lui era un Don Giovanni… ma forse era  arrivato il momento di cambiare? Certo che no! Non prendiamoci in giro, lui era il bello e dannato Sirius Black, latin lover di Hogwarts, e questo non sarebbe mai, mai, mai, mai, mai cambiato, aveva pur una reputazione da mantenere!
E mentre era immerso in quei pensieri, si accorse di essere arrivato a destinazione solo quando sentì la classica frase: Qualcosa dal carrello? Qualcosa dal carrello cari?
Si affrettò perciò a raggiunge l’adorabile e grassottella Lady Glenda, o meglio conosciuta con il nome Donna del Carrello.
- Glenda, Glenda, Glendaaa! Per tutte le cuffiette a fiori, ti ho cercata per tutto il treno! – disse Sirius come se stesse parlando a un’amica… ma infondo Lady Glenda era sua amica, era amica di tutti, che tenera! – Allora Lady… - continuò mettendole un braccio attorno alle spalle. – dammi due pacchi di Gelatine, quattro Cioccorane, una manciata di pallini acidi e… ma si, anche un paio di marshmallows giganti! -
- Scusa, ricciolone, vuoi darti una mossa? Sai c’è altra gente che ha fame qui! -
Appena sentì quelle parole, il bel Sirius si girò di scatto: davanti a lui c’era una ragazza che non aveva mai incontrato. Forse l’aveva vista… ma cavoli, avrebbe ricordato sicuramente un… bocconcino come lei.
- Dici a me, baby? – e sfoggiò uno dei suoi sorrisi più affascinanti, muovendo la testa di lato per spostare un ciuffo che gli toglieva la vista… e che vista ragazzi!
- Si si, a te! Vedi qualcun altro? – rispose scettica la ragazza.
- Che caratterino! Vuoi che ti offra qualcuna di queste per addolcirti un po’? – e detto ciò afferrò una brioche al miele e gliela sventolò davanti agli occhi.
- Se ti levi di torno magari posso comprarmela da sola! -
- D’accordo, d’accordo! Tieni Glenda… - uscì una bella manciata di zellini dalla tasca destra del jeans. – Ecco fatto! Prego… - disse lasciandole il posto.
- Grazie tante, signor…? -  
- Black… ma tu dolcezza puoi chiamarmi Sirius! – e le fece l’occhiolino.
Dopo che la ragazza fece i suoi acquisti, Sirius continuò.
- E io invece come posso chiamarti? -
- Silvie… - rispose lei, abbozzando finalmente un sorriso.
- Silvie… che gran bel nome! Sei una Grifondoro? -
- Certo! Mi sorprende che tu me lo chieda… le più belle sono tutte Grifondoro! -
- Hai ragione, una leonessa come te non può che essere una Grifondoro! -
E dopo quella frase Silvie scoppiò a ridere.
- In verità sono una Corvonero… ma comunque grazie del complimento! – disse sarcastica.
A quel punto Sirius si sentì cadere la faccia a terra, ma ovviamente non lo diede a vedere, anzi riprese subito in mano la situazione.
- Bè anche le Corvonero non sono niente male! –

Il viaggio verso Hogwarts continuava: il treno scarlatto correva veloce, oltrepassando radure, campi coltivati, boschi sterminati… correva veloce, squarciando il buio della sera, come se fosse una fiamma che ardeva nell’oscurità, impaziente di arrivare a destinazione. Ora la natura fuori si era fatta selvaggia: mancava davvero poco.

- Lily non dovresti andare a controllare un po’ il treno? Ormai siamo quasi arrivati, manca poco… - disse Alice, guardando la sua amica.
Lily annuì. Anche lei era un prefetto: le piaceva esserlo, quel distintivo la faceva sentire importante certo, ma soprattutto utile, e credetemi se vi dico che Lily Evans era tagliata per quel ruolo, lo sapevano tutti e lo sapeva lei. E così non poteva mai trascurare i suoi compiti e doveri, anche se più di una volta avrebbe tanto voluto farlo. Ma aveva ragione Alice: il dovere chiamava! E lei doveva dare per prima l’esempio.
- Si, giusto… grazie Alice! Allora ragazze ci vediamo direttamente a Hogsmeade! – rispose, alzandosi e dirigendosi verso la porta scorrevole.
- Va bene, a dopo! -
E così uscì dallo scompartimento. Incominciò ad andare verso gli scompartimenti di quelli del quarto anno, l’altro prefetto si sarebbe occupato dei primi tre. Controllare se fosse tutto in ordine, dire di indossare le divise e comunicare di prepararsi a scendere: alla fine si trattava di poche cose, essenziali, che dovevano essere fatte correttamente. Fece un giro veloce, fin quando non arrivò allo scompartimento di quelli di sesto. E indovinate un po’ di chi era il primo? Dei Malandrini, ovvio. Subito le si contorse lo stomaco ed emise un piccolo sospiro prima di entrare. Afferrò la porta scorrevole e tirò, entrando in un primo momento a testa bassa.
- Se non l’avete già fatto indossate le divise per favo-o… -
Poi alzò lo sguardo. Non potete nemmeno immaginare la scena che le si trovò di fronte: a quella vista nella sua mente cominciarono a  vorticare parole apparentemente senza senso, senza un connesso logico, ma per lei ce l’avevano eccome. Potter… senza maglia… a torso nudo…  pettorali scolpiti… maglia… Potter… senza… pettorali… nudo… a torso… COSA?!
Appena Lily entrò bè… l’atmosfera cambiò di colpo. James rimase per un attimo lì impalato, senza sapere bene cosa dire, o cosa fare. Lui era a petto nudo e con la camicia a mezz’aria. Per la prima volta James Potter si sentì in imbarazzo davanti ad una ragazza.
- Evans…! – fu l’unica cosa che riuscì a dire. 
Gli altri tre Malandrini spostavano lo sguardo da James a Lily, da Lily a James, con gli occhi quasi fuori dalle orbite. Sirius non sapeva per quanto sarebbe riuscito a trattenere le risate. Remus invece volle sprofondare chilometri sotto il livello del mare, e Peter…
- Ehhm… una cioccorana, Lily? – le chiese come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Oddio… sc-cusate! – farfugliò Lily, che divenne ben presto più rossa dei suoi capelli. Si catapultò fuori dallo scompartimento e si chiuse la porta alle spalle, poggiandosi alla parete: stava forse sognando o era tutto reale? Purtroppo per lei era la seconda. Aveva appena visto Potter a petto nudo, e non sapeva né come né perché, ma quella visione non le era affatto dispiaciuta. Com’era possibile? Si sapeva che James avesse un fisico scultoreo, ma a lei non le era mai interessato un accidenti, non era certo quel tipo di ragazza! O forse lo era? Fatto sta che nel giro di trenta secondi non riusciva a calmarsi… per quanto ci provasse, non riusciva a togliersi quell’immagine dalla mente, quella splendida immagine.

James si vestì in fretta e furia, abbottonando solo due bottoni della camicia; doveva parlare con lei. E che diavolo le avrebbe detto? Non lo sapeva neanche lui. Sapeva solo che doveva andare da lei e… e fare qualcosa, qualsiasi cosa!
- Evans! Aspetta…! – si catapultò in corridoio e cominciò a cercarla con lo sguardo: non poteva essere andata così lontano. E poi la trovò: era poggiata ad una parete, rossa quanto i suoi capelli. Le si avvicinò immediatamente. – Lily… - disse fermandosi, sistemandosi gli occhiali che pendevano da un orecchio.
- S-scusa io devo a-andare a controllare quelli del primo anno… sono il p-prefetto, e qu-quello che fa un prefetto è questo… e dato c-che lo sono… - Che diamine stava dicendo? L’avrebbe presa per una pazza, una fuori di testa! E per di più aveva cominciato a balbettare: era la fine, lo sapeva! Maledetto giro di ronda! Perché doveva controllare proprio lei quelli del sesto anno?! La sua solita fortuna spacciata.
- Lily calmati, mi dispiace… scusa… - perché diavolo si stava scusando?  Era lei ad essere entrata come una furia nel loro scompartimento. Ma che importava, doveva fare qualcosa!
- Scusa, a-adesso devo andare… - riuscì a blaterare, e poi corse via, più veloce del vento, mentre sentì la vergogna invaderle il corpo e la mente.
Che idiota che era stato! Perché doveva cambiarsi sempre all’ultimo? Non poteva muoversi con quella camicia? Eppure, non sapeva perché, ma giurò che nello sguardo della Evans c’era qualcosa, qualcosa di positivo! Forse…

E corse, finchè non si fermò per riprendere fiato. Eppure, non sapeva perché, ma giurò che quando lo aveva visto, era scattato in lei qualcosa, qualcosa di positivo! Forse… 
  
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