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Autore: Cruel Heart    08/06/2013    4 recensioni
“Avril! Avril!”
Eccolo, lo sento.
“Sei qui…” mormoro appena.
“Sì, amore, sono qui, sono qui…”
“Ti amo…” ho solo la forza di dirgli.
Poi, finalmente, il buio cala su di me.
*********
Una ragazza con una corazza forte e menefreghista, ma con un'anima fragile e bisognosa d'amore, si trasferirà in una città che odia, con la madre di cui non ha notizie da dieci anni, e il nuovo patrigno.
Le sue giornate saranno una battaglia continua, sia a casa, ma soprattutto a scuola.
Cosa succederà, se incontrerà un antipatico testardo e strafottente?
Cosa succederà, se quel ragazzo capace di tenerle testa, sarà un biondino con uno skate?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon pomeriggio a tutti *feels like Mara Venier* (?)

Ok,eccomi qui. Vi avevo promesso sabato,e sabato è stato.

Vi voglio dire solo due cose,prima di lasciarvi al capitolo.

La prima. Nel capitolo,ci saranno due nomi di due importanti aeroporti. Il primo,il Pearson,è l’aeroporto di Toronto. Il secondo,il LAX,è quello di Los Angeles. In caso qualcuno non lo sapesse.

La seconda cosa. Come vedete questo capitolo si chiama “Little Things” e fa ovviamente riferimento alla famosissima canzone dei One Direction. Non centra molto con il capitolo,ma l’ho scritto interamente sentendo questa canzone,quindi…

Bene. Il prossimo aggiornamento non so quando avverrà,ma sicuramente in questa settimana,perché,udite udite,oggi è finalmente finita la scuola. Yeeeeeeee. Non mi sembra vero.

Ok,scleri a parte,vi lascio al capitolo. Buona lettura.

 

  

“Porca miseria…”. Perché cavolo non mi risponde quella specie di energumeno uscito male?

 

“Sei veramente un grandissimo stronzo se hai raccontato tutto a mio padre.

Sappi che non ti parlerò più,e ti odierò a partire da questo momento per il resto della mia vita.

Con tutto l’odio possibile. Avril”.

Sono passati dieci minuti buoni da quando gli ho mandato quel fottuto messaggio,e ancora non ho ricevuto una fottuta risposta.

“Fottiti Deryck…”

Continuo a mangiarmi le unghie per l’impazienza.

Secondo me vengono sottovalutate,le unghie.

Sono un’ottima valvola di sfogo quando serve.

Si infatti,sembri un topo che non vede un pezzo di formaggio da mesi…

Senti,vai a farti fottere,coscienza di ‘sta pippa…

Poi,una vibrazione mi fa sobbalzare improvvisamente. Un messaggio. Da Deryck.

Beh,finalmente dopo dieci minuti buoni di attesa,si è degnato di rispondermi.

Lo apro.

“Scrivere un messaggio equivale a parlare,o sbaglio?”

Stronzo. Ancora una volta.

“Non.Cambiare.Discorso.”

Mantieni la calma,Av. Ce la puoi fare.

Questa volta la risposta mi arriva quasi subito.

“Beh,se magari mi dicessi di cosa stiamo parlando…”

Ok. Calma,vai a farti fottere insieme alla mia coscienza.

“Di cosa stiamo parlando?! Stiamo parlando del fatto che tu sei un grandissimo stronzo,perché sei andato a riferire a mio padre della corsa clandestina!”

“Non ho avuto scelta. Non lo avrei mai fatto,se ne avessi avuta una. Cosa credi,sono un ragazzo a posto,io..”

Inspira. Espira. Inspira. Espira.

Che cazzo vuol dire che non hai avuto scelta?! Altro che ragazzo a posto,sei un infame,ecco cosa sei.

 

Che cosa potevo fare io,se non confermare tutto quando tuo padre mi è venuto a chiedere dove fossi? Te lo ripeto,non ho avuto scelta. A tua madre quest’idea frullava in testa già da un po’ di tempo.”

 

Mia madre?!

 

Per quanto ne sapevo,mia madre se n’era andata a Los Angeles con il suo nuovo marito Phil quando avevo dieci anni,lasciando nella merda sia me che mio padre.

 

Non c’era quando mi sono sbucciata il ginocchio per la prima volta cadendo dallo skate, non c’era quando ho avuto il ciclo per la prima volta,non c’era quando ho dato il primo bacio…

 

Non c’è stata e né tantomeno ci sarà mai per me.

 

Sto per mandare un messaggio a Deryck per chiedergli cosa cazzo centri mia madre in tutto questo,ma all’improvviso sento la voce di mio padre al piano di sotto.

 

“Si,pronto? Oh,sei tu Judy…”

 

Mi metto subito in ascolto. Per quale diavolo di motivo mia madre chiama mio padre,quando per lei è un essere inferiore e privo di sentimenti?

 

“Si,lo so. Lo so,ma non possiamo cercare di risolvere questa cosa in un altro modo?”

 

Uhm,forse quella stronza di mia madre vuole ancora dei soldi da papà,e lui deve sempre essere succube alle richieste di quell’arpia.

 

Non avrei capito un fico secco stando chiusa in camera mia. Dovevo sapere di più.

 

Apro lentamente la porta,per non fare eccessivo rumore.

 

Mi tolgo le ciabatte,e scendo le scale solamente con i calzini,stando attenta a non far scricchiolare neanche uno dei gradini.

 

Un passo falso,e mio padre mi rispedirebbe in camera.

 

“Si,ho capito,ma…Los Angeles? Andiamo,non ti sembra un po’ esagerato?”

 

Ecco,lo sapevo.

 

Ancora una volta mio padre dovrà sottostare a qualche condizione di quella donna…che nervi!

 

Sto quasi per scendere gli ultimi gradini e strappare letteralmente il telefono dalle mani di mio padre per intervenire,ma una parte del suo discorso attira la mia attenzione.

 

“Si,ma come farà con la scuola,con i suoi amici,con la sua passione per lo skate?”

 

Oh. No,qui non stanno parlando di soldi,o di qualche stupida postilla nella sentenza del giudice per la separazione. Qui stanno parlando di me.

 

“Ma credi che non ci abbia provato?! È vero,tutti i discorsi,tutti i rimproveri,tutte le punizioni non sono serviti a niente,ma…andiamo,ha solo diciassette anni,è ancora una ragazzina…”

 

Mi blocco,a causa delle lacrime che sento arrivare. Non so neanche io il perché.

 

“Va bene,va bene. Domani,alle dieci saremo al Pearson,e poi tu andrai a prenderla al LAX. No,non ti preoccupare,ci parlo io,glielo dirò tra poco. Ok,ok,a domani.”

 

No. No,no,no.

 

Ecco cosa intendeva Deryck,ecco qual’era l’idea che frullava in testa a mia madre,ecco perché aveva chiamato mio padre.

 

Senza che me ne renda conto,mi siedo sull’ultimo gradino e incomincio a piangere silenziosamente.

 

Soltanto dopo parecchi minuti,mio padre si rende conto della mia presenza.

 

“Av,ehi Av,cosa è succ-“

 

“Ti prego,dimmi che non è come penso io…”

 

“Avril,piccola…”

 

“Dimmi che mi sbaglio,che ho capito male,qualunque cosa”

 

“Avril,ti prego,non complicare le cose…”

 

“No,sei tu che non devi complicarle!” grido con tutto il fiato che ho in gola

“Perché devi sempre farle prendere tutto? Ti prego,dimmi che mi sto immaginando ogni cosa. Ti prego,papà,ti prego”

 

È la prima volta che lo chiamo veramente “papà” davanti a lui. Mi ritrovo a chiedere come mai non lo abbia fatto prima.

 

Lui sgrana gli occhi per la sorpresa,ma si riprende subito.

 

“No,Avril,non ti sbagli. Domani tu partirai per Los Angeles.”

 

“Per quanto?” ho solo la forza di chiedergli.

 

“Per…u-un anno.” mi sembra che le lacrime stiano quasi per uscirgli fuori dai suoi occhi blu,i miei stessi occhi,ma lui è sempre stato più bravo di me a controllare le sue emozioni.

 

“C-cosa?Per…per un anno?” chiedo con la voce tremula.

 

“Si. È la decisione migliore. Così abbiamo deciso io e tua madre.”

 

Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. La rabbia s’impossessa totalmente di me,e mi alzo di scatto dal gradino.

 

“Abbiamo?! Abbiamo,papà?! Abbiamo,oppure ha?! Ha sempre deciso lei cosa fare di tutto,dalla cosa più insignificante fino alla più importante. Guarda,si è presa tutto. Tutto,papà. Prima il tuo cuore,poi i tuoi soldi,e adesso persino me. E tu? Tu cosa fai per impedirglielo? Niente,assolutamente niente. Ed è questa la cosa più brutta,riesco a vederla. E sai cosa vedo,papà?” chiedo,stando ormai in cima alla scala.

 

Lui scuote piano la testa,forse impaurito per quello che sto per dirgli.

 

“La cosa più brutta è che,mentre lei ti tratta come il suo zerbino personale,tu sei ancora innamorato di lei! Lei ti passa sopra con un carro armato,e tu la pensi con occhi innamorati! Beh,non è amore,questo. No. È un sentimento talmente perverso,che non so nemmeno io cos’è. Ma la cosa più grave di tutte,è che più lei continua a farti del male,più tu te ne innamori,completamente,perché il male che ti fa è l’unica cosa che ancora ti tiene legato a lei.” dico,con tutta la rabbia che ho in corpo,ed entro in camera mia con mille emozioni diverse.

 

Paura,perché adesso non so quello che il mondo mi riserva là fuori.

 

Tristezza,per non aver capito prima quanto fosse grave la situazione di mio padre.

 

Rabbia,per me stessa,perché non sono riuscita a rimettere insieme i cocci quando i miei si sono separati,sette anni fa.

 

Ma soprattutto,quello che mi sconvolge di più,è la delusione,delusione per un cambiamento,quello di mia madre,in cui,infondo,ho sperato fino ad oggi.

 

Cambiamento,che però,non è avvenuto.

 

Speravo quasi che il mio passato si potesse cancellare,o quantomeno riscrivere,inserendo mia madre in tutte le situazioni.

 

Quando mi sono sbucciata il ginocchio per la prima volta cadendo dallo skate, quando ho avuto per la prima volta il ciclo, quando ho dato il primo bacio.

 

Ma i sogni non corrispondono mai alla realtà,e,purtroppo,oggi ne ho avuto la conferma.

 

 

P.S. Siccome sono ancora nuova su questo fandom,voi con chi preferireste che Avril avesse una storia? Le possibilità sono due:Evan,o Chad. A voi la scelta.

 

 

 

   
 
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