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Autore: harryslies    08/06/2013    2 recensioni
Arrivata davanti a scuola vide un ragazzo seduto sulla scalinata che si guardava intorno. Appena la vide si alzò in piedi e le corse incontro.
«Louis!», gridò Emily praticamente saltandogli addosso.
«Emily, quanto mi sei mancata», disse Louis stringendo a sé la ragazza.
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«Mi dispiace di averti lasciato in quel modo qualche giorno fa, senza dirti neanche una parola», disse Emily abbassando lo sguardo.
«Ti prego, non mi ricordare quel momento», disse Harry ancora visibilmente scosso. «Cosa pensiamo di fare?», fece il riccio mentre, con la mano destra, sollevò il mento di Emily.
«Non credo di essere in grado di sopportare, oltre ai problemi derivanti dalla scuola, anche le delusioni d’amore», fece Emily prima di enorme sospiro.
«Quindi è davvero finita?», chiese Harry, quando anche l’ultimo briciolo di speranza che gli era rimasto iniziava a svanire.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mese di marzo era arrivato facendosi largo tra gennaio, febbraio, svariate interrogazioni e verifiche e iniziava anche a dirigersi verso la fine, come se nulla fosse. La neve aveva finalmente smesso di cadere e, al suo posto, erano entrate in scena le tipiche piogge di marzo che costringevano Emily a trascorrere le sue giornate a casa, incatenata alla scrivania a studiare. Fortunatamente per lei, i professori l’avevano graziata e non avevano concentrato tutti i compiti in classe in un’unica settimana.
Emily era, già da qualche ora, seduta sul davanzale della finestra nella sua camera ad osservare la pioggia cadere regolarmente sull’asfalto: le nuvole grigie non avrebbero lasciato trasparire nemmeno un raggio di sole.
Emily aveva perso completamente le speranze e si era vista costretta ad annullare il picnic che, con gli altri ragazzi, aveva programmato.
La pioggia aveva sempre intristito Emily: a differenza della neve, la pioggia mandava completamente all’aria tutti i piani; la neve, almeno, le avrebbe concesso una possibile battaglia di neve con i figli dei suoi vicini.
Sorrise appena vide Marcus saltare dentro una pozzanghera creatasi sul marciapiede davanti alla loro casa. Immediatamente, ripensò a quando il bimbo di sei anni le aveva mostrato i suoi stivali in gomma rossi, nuovi di zecca, dei quali andava molto fiero.
Emily adorava quel bambino, così solare e così allegro, non stava mai fermo un secondo. La sua sorellina di tre anni, Shailene, non era da meno. I bellissimi capelli biondi che teneva, quasi sempre, raccolti in due codini, le illuminavano il viso. Gli occhi azzurri le donavano quel tocco di vivacità che, ad una prima occhiata, non permettevano di cogliere il carattere solare simile a quello del fratello.
Shailene. Emily avrebbe chiamato così sua figlia. La piccola Shay, così si faceva chiamare la bimba dei suoi vicini, aveva stretto un enorme legame di amicizia con Emily.
Anche Emily era una bambina solare ed allegra da piccola, ma gli ostacoli, incontrati durante il percorso di crescita, avevano spento, sempre di più, quel meraviglioso carattere: soltanto negli ultimi anni, con le nuove amicizie strette a scuola, Emily aveva riacquistato parte della sua vera natura.
«Buongiorno bellissima».
Emily si spaventò visibilmente appena sentì le labbra di Harry lasciarle un lieve bacio sul collo e i ricci sfiorarle il viso. La ragazza mise in pausa la canzone in riproduzione in quel momento e tolse le cuffie dalle orecchie.
«Tu mi farai morire d’infarto prima o poi», fece la ragazza sentendo il suo battito cardiaco notevolmente accelerato.
Il riccio sorrise alle parole pronunciate da Emily e le avvolse la vita con entrambe le braccia prima di stamparle un bacio sulla guancia destra.
«Cosa ci fai qui?», chiese Emily, sorpresa di vedere il suo ragazzo da lei non avendo ricevuto nessuna sorta di preavviso.
«Avevo voglia di vederti», sussurrò il riccio all’orecchio di Emily. «E poi sapevo che non ti saresti mossa di qui con la pioggia quindi sono venuto a farti compagnia in questa terribile giornata», continuò il ragazzo mentre, sul viso di Emily, si faceva largo un enorme sorriso.
«Sono impegnata con quelle due bestie oggi», fece Emily indicando Marcus e Shailene.
«Chi sono?».
«Sono i figli dei miei vicini. Mi hanno chiesto se potevo fargli da baby sitter. Loro devono partire per Londra tra un’ora e rimarranno fuori fino a tardi e non potevano portarli con loro», spiegò Emily.
«Ho scelto la giornata sbagliata per venire da te, dovevo chiamarti».
«Non preoccuparti», fece Emily mentre si voltò per guardare negli occhi il riccio.
«Tornerò a casa», disse, sospirando, Harry prima di lasciare un bacio sulle labbra della ragazza.
«Perché non rimani? Come me e i bambini. Ci divertiremo», sorrise Emily avvicinando Harry a sé tirandolo per la felpa.
«Sei sicura?», fece il riccio prima che Emily accennasse ad un si con la testa. «Va bene».
Emily avvicinò, ancora di più a sé, Harry finché non riuscì a circondargli il torace scolpito con entrambe le braccia. Poggiata la testa contro il petto del riccio, rimase a fissare il paesaggio fuori dalla finestra, immergendosi nuovamente nei suoi pensieri.
«Che succede?», chiese Harry avvolgendo le spalle della ragazza con entrambe le braccia.
Emily iniziava ad odiare il fatto che Harry riuscisse, in ogni momento, a cogliere tutto ciò che non andava nel verso giusto e che la preoccupava. Emily sapeva che era una cosa meravigliosa il fatto che Harry riuscisse, così facilmente, a decifrare il suo stato d’animo senza che lei accennasse a nessun particolare. Il preoccuparsi di Harry dimostrava quando tenesse a lei ed Emily, pur sapendolo, si stupiva ogni volta.
«Avevo solo bisogno di un abbraccio», fece la ragazza sottovoce contro il petto del ragazzo che, subito, le lasciò un bacio sulla fronte.
«Quando mi dirai veramente, senza che io te le debba chiedere, cosa ti turba?», fece Harry sorridendo.
«Quando mi presterai questa tua nuova felpa?», ribatté Emily.
«Ti odio quando cambi discorso in questo modo».
«Ti voglio bene anche io, Harry».




«Lui chi è?».
«Un mio amico, rimarrà con noi oggi».
«Nome?», fece Marcus, con tono severo, rivolgendo la domanda al riccio.
«Harry».
«Quanti anni hai?».
«19».
«Ora fai parte del mio plotone quindi seguirai i miei ordini», disse, con tono autoritario, Marcus.
«Ai suoi ordini capitano», rispose, a tono, Harry mentre Marcus gli ordinava di seguirlo.
Emily sorrise sapendo che Marcus non avrebbe concesso nessuna tregua ad Harry e lo avrebbe sfinito con le sue battaglie immaginarie. La piccola Shay era rimasta nascosta dietro la gamba destra di Emily mentre il riccio veniva interrogato dal fratello ed Emily le accarezzò la testa assicurandole che Harry era un bravo ragazzo.
Nonostante fosse una bambina solare, Shailene faceva difficoltà a parlare con gli estranei: l’unica eccezione era stata Emily.
«Soldato!», urlò Marcus dal piano di sopra verso Harry, che era tornato indietro per lasciare un bacio sulle labbra di Emily.
«Arrivo capitano!», urlò il riccio, in risposta, facendo ridere la ragazza.
Scomparso Harry, Emily prese in braccio Shailene e si diresse in cucina per cominciare a preparare il pranzo.
I Watson si erano trasferiti, da Glasgow ad Holmes Chapel, qualche anno prima per questioni di lavoro e per rimanere vicini ai genitori della signora Watson. Emily era contenta che i suoi nuovi vicini non fossero troppo impiccioni o pazzi, come lo erano state alcune coppie precedenti.
Dopo aver accesso il gas sotto la pentola sul fornello, Emily osservò Shailene disegnare ed intraprendere un lungo monologo riguardo i colori dei vestiti che meglio avrebbero donato alle sue bambole.
Terminato il pranzo, la piccola Shay si era addormentata tra le braccia di Emily che, a sua volta, era accoccolata tra le braccia di Harry. Marcus si vide costretto ad abbassare i toni e a continuare le sue battaglie con i soldatini in un altro momento.
Emily poggiava una guancia contro la testa di Shailene e ripensava a tutto ciò che quella mattina la turbava. Mentalmente, pianificò le giornate seguenti, oltre ad un incontro speciale ed urgente con Amelia e Beth per discutere di argomenti abbastanza delicati.
Ciò che era accaduto con Harry un mese prima, aveva fatto capire ad Emily che, nascondere la verità al riccio, avrebbe portato alle stesse conseguenze.
E questa volta, la situazione era molto più seria e probabilmente, se le cose sarebbero andate in una certa direzione, non avrebbe fatto molto piacere ad Harry.
«Emily?».
Sarebbe stata in grado di prevedere le reazioni di tutti, tranne quella di Harry. Ed era proprio questo ciò che preoccupava Emily: si parlava del suo futuro ed Emily voleva che Harry ne facesse parte. Emily aveva tempo fino ad aprile per decidere e sapeva benissimo che il tempo, per lei, non si sarebbe mai fermato.
«Emily?».
«Dimmi».
«Perché sei triste?», chiese dolcemente Marcus osservando i suoi trenini.
«Già, perché sei triste?», fece Harry incrociando le braccia e fissando Emily.
«Non sono triste», disse a sua discolpa la ragazza.
«Invece si».
«Sono d’accordo con Marcus», fece Harry.
«Vado a portare Shailene nella sua camera», fece Emily alzandosi dal divano con la piccola accoccolata tra le sue braccia. «E non sono triste», disse, a bassa voce, prima di salire le scale che portavano al piano di sopra.
Una volta adagiata delicatamente Shailene nel suo lettino, Emily la coprì con la coperta color pesca. La piccola continuava a stringere a sé il suo orsacchiotto di peluche, che Emily le aveva regalato un anno prima e che era anche il suo pupazzo preferito.
Emily sorrise pensando a quante cose, lei e Shailene, avevano in comune nonostante la notevole differenza di età.
Prima di uscire dalla camera di Shailene, la ragazza fece un respiro profondo cercando di non far trasparire la sua tristezza, già colta, precedentemente da Marcus.
«Ora mi dici cosa succede», sussurrò Harry, all’orecchio di Emily, appena uscì dalla camera di Shailene.
«Va tutto bene».
«Emily, lo sai benissimo che non ti credo», fece Harry afferrando per un braccio la ragazza e allontanandola dalla camera di Shailene.
«Dov’è Marcus? Non posso lasciarlo da solo», disse Emily, preoccupata che il bambino potesse farsi male.
«Sta bene, è di sotto», fece il riccio bloccando la ragazza contro il muro del corridoio. «Allora?».
«Sto bene», soffiò Emily distogliendo lo sguardo dagli occhi verdi del riccio.
«Cazzo Emily, non sono così stupido da non capire che c’è qualcosa che non va», fece il riccio severo.
La ragazza riuscì successivamente a liberarsi dalla presa del riccio e si avviò verso il salotto per controllare che Marcus stesse bene. Dopo pochi passi, Harry le cinse la vita con entrambe le braccia e la bloccò nuovamente contro il muro. In un secondo, le labbra di Harry furono su quelle di Emily e le braccia della ragazza avvolsero il collo del riccio.
Harry aveva eliminato qualsiasi distanza bloccando Emily tra il muro e il suo fisico scolpito. Le mani di Harry scivolavano lentamente sotto la maglia della ragazza mentre le lasciava una scia di baci lungo il collo. Ogni volta che Harry le si avvicinava così pericolosamente, Emily sentiva il suo battito cardiaco accelerare notevolmente.
Il modo in cui Harry la toccava, la riempiva di brividi. Ogni volta che la distanza tra i loro corpi si azzerava, provava le emozioni più diverse e, il tocco leggero di Harry, la faceva sempre impazzire.
Le mani del riccio si spostarono velocemente sotto le cosce della ragazza. Appena Harry la sollevò da terra, Emily circondò i fianchi del riccio con le gambe e cominciò a lasciargli piccoli baci lungo il collo.
Emily capì le vere intenzioni di Harry dal modo in cui l’aveva bloccata tra lui ed il muro e dal modo in cui l’aveva baciata qualche minuto prima.
«Harry, fermati», fece Emily appena sentì Marcus chiamare il suo nome.
«Voi due non eravate soltanto amici?», chiese il piccolo arrivato in cima alle scale e fissando Emily in braccio ad Harry.
«Noi siamo amici», rispose la ragazza.
«Gli amici non si baciano. Che schifo», fece Marcus, con una smorfia disgustata, provocando la risata di Harry ed Emily.




«Quindi cosa pensi di fare?».
«Non ne ho la minima idea».
«Emily, devi decidere e devi assolutamente dirlo ad Harry», fece Beth con tono severo, nonostante si potesse cogliere una nota di tristezza nelle sue parole.
«Lo so, ma come faccio a dirglielo?», domandò Emily.
«Posso capire quanto sia difficile, ma, fidati, è meglio che tu glielo dica ora piuttosto che due giorni prima di partire», rispose Beth.
Il silenzio creatosi dopo le parole della mora venne interrotto da un lungo sospiro di Emily che, successivamente, scosse la testa.
«Devi per forza trasferirti?», chiese Amelia.
«Dipende se mi prendono all’università», rispose Emily.
«Ma quelle che ci sono a Londra non ti piacciono? Proprio in America te ne vuoi andare?», fece Amelia visibilmente triste all’idea di una possibile partenza dell’amica.
«Mi dispiace moltissimo ragazze».
«Gli altri lo sanno già?», chiese Beth.
«No, lo sapete solo voi».
«Louis non sa niente?», fece incredula Amelia.
«No e non so come potrebbe reagire», disse Emily portandosi entrambe le mani sul viso. «Il problema più grande rimane comunque Harry».
Ormai erano settimane che Emily cercava di trovare un modo per raccontare tutta la verità al riccio, ma non era mai riuscita a trovare le parole giuste. E la sua indecisione l’aveva portata ad avere sempre meno tempo prima di una sua possibile partenza.
Dopo tutto ciò che era successo tra lei ed Harry, Emily non sapeva come potesse reagire il riccio. E l’avrebbe capito se si fosse arrabbiato con lei o l’avesse lasciata: se il trasferimento fosse stato a Londra, la loro storia aveva ancora qualche possibilità di funzionare, ma Emily si sarebbe trasferita dall’altra parte del mondo. Come avrebbero fatto?
«Emily, devi dirglielo subito. Almeno potrete godervi questi ultimi mesi insieme», fece Beth, accennando ad un sorriso pur sapendo che avrebbe detto addio alla sua migliore amica.




-Ho bisogno di parlarti, è molto importante. Sto venendo da te-.
Emily rilesse, per l’ennesima volta, il messaggio inviato qualche minuto prima ad Harry. Amelia e Beth erano tornate a casa qualche ora prima ed Emily, alle dieci di sera, aveva deciso che avrebbe parlato con Harry.
La chiacchierata con le amiche le aveva finalmente fatto capire quanto poco tempo avesse da trascorrere con Harry prima di una sua ipotetica partenza. Di tempo ne aveva già sprecato fin troppo e sapeva che le cose, senza Harry, sarebbero andate diversamente quindi doveva goderselo finché poteva.
Emily si strinse nel suo cappotto a causa dell’arida gelida e pungente nonostante il sole avesse regalato una bella giornata agli abitanti di Holmes Chapel. Rimase qualche minuto ad osservare il cielo, impreziosito da una grande quantità di stelle e dalla luna che rischiarava la notte buia.
Il bel tempo di quei giorni aveva rallegrato incredibilmente Emily e lei aveva ancora in programma un picnic con gli altri ragazzi, ma, purtroppo, essendo all’ultimo anno, la scuola concedeva sempre meno tempo da trascorrere con gli amici. Inoltre, il picnic sarebbe stata una delle poche occasioni utili per raccontare la verità anche agli altri ragazzi.
Diverse furono le immagini che viaggiano all’interno della mente di Emily riguardo le serate pazze che aveva trascorso insieme alle sue migliori amiche, ad Harry ed insieme a Louis e agli altri ragazzi. In un secondo, l’immagine di Niall e Louis truccati e travestiti da donna la fece sorridere: i due ragazzi, sotto l’effetto dell’alcol, avevano detto e fatto cose inimmaginabili. Inoltre le parrucche, una rosa e l’altra lilla, li rendevano ancora più ridicoli.
In poco tempo, Emily arrivò davanti a casa Styles: il fiatone che si ritrovò dopo essersi fermata, le fece capire che aveva camminato più velocemente di quanto credesse.
Dopo aver indugiato per qualche minuto, aprì il cancelletto della villa e, percorso il vialetto, si ritrovò di fronte alla porta principale.
“Ora o mai più”, fu l’unico pensiero di Emily.




Harry era sdraiato sul suo letto e continuava a fissare il soffitto della sua camera. Il messaggio di Emily l’aveva reso nervoso e, infatti, non smetteva di guardare l’orologio: Emily sarebbe arrivata a momenti.
Harry aveva notato già da qualche giorno che Emily stava nascondendo qualcosa e vedere la sua ragazza preoccupata e sempre sovrappensiero, non lo rendeva tranquillo. Inutilmente, aveva cercato di parlare con lei, ma Emily aveva sempre schivato qualsiasi tipo di domanda.
Anche Louis non sapeva niente nonostante lui pensasse il contrario. Era molto strano che Emily non avesse detto niente nemmeno al suo migliore amico e questo lo faceva preoccupare ancora di più: doveva essere una questione davvero seria.
Aveva interrogato anche Amelia e Beth qualche giorno prima, ma, anche da loro, Harry aveva ricevuto la stessa risposta di Louis.
Harry era sicuro che Amelia e Beth gli avessero mentito, era impossibile che nemmeno loro sapessero niente. Harry conosceva Emily e sapeva che non avrebbe mai tenuto loro nascosto un problema per troppo tempo, ma, con sua grande sorpresa, Emily aveva fatto il primo passo e l’aveva preceduto.
Era trascorsa già un’ora da quando Harry aveva ricevuto il messaggio di Emily, solitamente lei non impiegava più di quindici minuti ad arrivare: il pensiero fisso che fosse successo qualcosa alla sua ragazza lo rendeva ancora più ansioso.
Si affacciò alla finestra della sua camera sperando di vedere Emily in lontananza. Sentiva il cuore battere più velocemente e l’ansia crescere ogni minuto.
L’aria fredda e pungente lo costrinse a rientrare poco dopo; prese il telefono, poggiato sul suo letto, sperando di trovare un messaggio di Emily, ma non fu così.
Decise quindi di chiamarla sperando che gli rispondesse.




Emily osservava in silenzio il ragazzo seduto accanto a lei sul divano.
Lo osservava rielaborare le parole che le erano appena uscite di bocca; lo osservava pensare e cercare di capire se avesse semplicemente sentito male; osservava i suoi occhi, puntati verso il basso, e la nota di tristezza che diventava sempre più evidente al loro interno.
Qualche secondo prima, Emily aveva visto spegnersi lentamente il sorriso che era affiorato sulle labbra del ragazzo appena l’aveva vista.
Emily giurava anche di aver sentito il cuore del ragazzo spezzarsi in mille pezzi.
«Dimmi qualcosa, ti prego», fece la ragazza.
«Cosa vuoi che ti dica?», disse il ragazzo puntando ancora lo sguardo verso terra.
«Louis, ti prego, perdonami».
«Emily, non devi scusarti se è ciò che davvero desideri. Harry lo sa?», fece il ragazzo.
«No».
«E quando partirai?», domandò Louis.
«Probabilmente a inizio giugno».
«Cosa aspetti a dirglielo? Tra meno di due mesi tu potresti partire e sai com’è fatto Harry. Ti conviene parlargli subito».
«Lo so. È già da molto che vorrei dirglielo, ma non so come fare», fece Emily abbassando lo sguardo.
«Parlagli e basta, non pensarci troppo».
Poco dopo quelle parole, Louis strinse a sé Emily, visibilmente triste. Il ragazzo cercava di consolarla nonostante desiderasse non trovarsi lì in quel momento.
Avrebbe preferito non sapere niente, avrebbe sicuramente preferito sapere la verità insieme agli altri ragazzi e, soprattutto, insieme ad Harry in modo da non dovergli mentire, per l’ennesima volta, solamente per coprire Emily.
Voleva immensamente bene ad Emily, ma era stanco di dovere mentire ad uno dei suoi migliori amici: il loro rapporto di amicizia prima o poi ne avrebbe risentito ed era l’ultima cosa che desiderava.
Entrambi sobbalzarono quando sentirono il telefono di casa Tomlinson squillare. Louis si alzò velocemente, asciugandosi di nascosto una lacrima che aveva iniziato a segnargli una guancia, e andò a rispondere al telefono.
Dall’altra parte della cornetta, trovò un Harry fin troppo agitato e che continuava a parlare senza nemmeno prendere fiato.
«Harry, che succede?».
Sentito quel nome, Emily si irrigidì all’istante.
«Harry, stai calmo. Non le è successo niente, è qua con me», fece il ragazzo. «Te la passo».
Dopo quelle parole, Louis porse il cordless alla ragazza che tentava in tutti i modi di far capire al ragazzo che non aveva nessuna intenzione di parlare con Harry.
Lo sguardo di Louis, però, non le concedeva nessun’altra opzione.
«Harry».
«Emily. Dio santo, avevo paura che ti fosse successo qualcosa. Che ci fai da Louis? Non dovevi venire da me? Mi hai fatto preoccupare», disse Harry, ancora tremendamente agitato.
«Lo so, scusami».
«Ho chiamato tutti, da Beth a Liam, che giustamente si è chiesto perché lui dovesse sapere dov’eri».
«Non volevo farti preoccupare», fece Emily.
«Cosa volevi dirmi? Sembrava davvero importante», fece Harry.
Le parole del riccio furono sentite pure da Louis, il cui viso aveva assunto un’espressione seria. Lo sguardo severo di Louis, puntato su Emily, non le permettevano di fare altro: era arrivato il momento di dire tutta la verità ad Harry.
«Harry, io volevo dirti che…».
«Dirmi che?», fece il riccio nella breve pausa creata dalla ragazza.
«Volevo dirti che ti amo», disse Emily osservando Louis, disperato, mettersi le mani nei capelli.
Poco dopo, la ragazza concluse la chiamata, sicura che una piccola bugia avrebbe fatto meno male di una dura verità.












Eccomi quiiiiii!
Voglio subito chiedere, a TUTTI, immensamente scusa per aver fatto passare così tanto tempo dal mio ultimo aggiornamento.
Non potete neanche immaginare quanto mi sia dispiaciuto, questa storia è davvero molto importante per me e, non riuscire a trovare il tempo per scrivere, è stato davvero triste. Triste perché quest'ultimo anno di liceo non mi ha permesso di fare nient'altro che compiti e ho dovuto sacrificare tutto il resto, in primis questa storia.
Inoltre è stato davvero molto frustrante non riuscire a scrivere anche in quei pochi momenti liberi che avevo, mi sono davvero odiata per non aver avuto un po' di ispirazione quando avevo tempo per scrivere.
Ora che ho finito la scuola (non potete nemmeno immaginare la mia tristezza nel dover dire addio al mio liceo, nonostante l'abbia odiato molto in questi cinque anni), cercherò di scrivere più che posso, ma non vi prometto niente: fino a luglio sono impegnata con gli esami -.-
Parliamo del capitolo! Questo è decisamente più triste di quello precedente, dove, bene o male, le cose tra Harry ed Emily finivano bene. Vi dico subito che la parte finale del capitolo mi fa davvero schifo: in realtà, pensavo di farlo finire in modo diverso, ma mi sembrava troppo tragico e quindi ho optato per questa fine (spero non vi faccia pena).
Tutto si basa sul fatto che Emily aveva fatto domanda ad un'università in America e, con molte probabilità, si dovrà trasferire. Ed è per questo che Emily, già all'inizio del capitolo, è triste.
Devo dirvi che la capisco benissimo Emily per non aver detto niente ad Harry, nemmeno sotto le minaccie di Louis: quasi sicuramente è la stessa cosa che avrei fatto io (:
Vi avevo detto che la storia tra i due protagonisti non sarebbe stata facile e spero sia un po' diversa da quelle che si trovano, ormai, in quasi tutte le fan fiction: non sempre le storie d'amore sono facili e semplici come nei film!
Cooooomunque, spero che il capitolo vi piaccia, nonostante sia stato scritto in momenti diversi (e nonostante a me faccia schifo) (:
Fatemi sapere che ne pensate con una recensione (:
Per me è davvero importante perché così posso capire se è il caso di modificare qualche cosa la prossima volta che scrivo. Prometto che non mi offendo! (già una ragazza mi aveva dato un consiglio e io l'ho accettato senza fare obiezioni)
Grazie ancora a tutti coloro che ancora seguono la storia, vi prometto che la prossima volta aggiornerò prima (:
Se volete seguitemi anche su twitter, sono @harryslies (:
Vi lascio, infine, con il link di una nuova ff che sto scrivendo. Mi piacerebbe sapere anche che ne pensate di questa mia nuova idea (: click here!
Un bacio, Elisa C:
  
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