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Autore: paynekilllers    08/06/2013    16 recensioni
«Sarò anche stata una grande bugiarda, ma non sono sicura di poter mentire di nuovo guardandoti negli occhi.»
____
Questa fanfiction scritta a quattro mani. Abbiamo messo 'slash' come tipo di coppia per un motivo, guardate il trailer e capirete (http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=VAtnuUz4cT0).
Speriamo vi piaccia, un bacio.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter six:
- I really want to kiss him.

 

Kayla's Pov


Per strada Dylan non mi rivolse parola. In più dovevo correre per tenere il suo passo. Camminava svelto con la testa china e quando gli chiedevo di rallentare non mi dava ascolto. Iniziai a pensare che il problema fossi io. Non volevo essergli di intoppo rimanendo a dormire da lui e soprattutto non volevo metterlo nei casini con i suoi.

«Rallenta, Dylan. Penso di aver perso un polmone due isolati fa.» Dissi affannata.
«E’ tardi, sarei dovuto rientrare mezz’ora fa.» Spiegò lui.
«Lavori in un night club fino alle due di notte e poi ti preoccupi di un ritardo di mezz’ora?»
«E’ questo il punto, Kayla. – Mi guardò – I miei non sanno nulla. Dico loro che lavoro in un pub e che servo caffè.»
«Ce n’è di differenza tra vodka e caffè.»
«Ma non mi dire? – Riprese a camminare – E poi non vogliono ragazze in casa...»
«Allora mi ospiterai come ragazzo!»
«No, se ti vedono penseranno che sono gay!» Si fermò di nuovo e mi guardò.
«Dio mio, ma che problemi avete in famiglia?!» Solo dopo mi accorsi di aver alzato leggermente la voce.

Lui mi guardò e rimuginò su un'ipotetica risposta, ma poi scosse la testa e andò verso un cancelletto. La casa che mi ritrovai davanti era davvero spettacolare. Perché dicevano che in quella scuola c’erano solo morti di fame? Il giardino era ben curato per quello che riuscivo a vedere.

«Tu vivi qui?» Chiesi rimanendo a bocca aperta.
«No, ora fracassiamo la serratura e facciamo un uso improprio dei loro letti. Secondo te?»

Quando si voltò per aprire la porta non potei fare a meno di fargli qualche smorfia alle spalle. Lui cercò di aprire facendo il meno rumore possibile e quando spalancò la porta, si fece da parte per farmi entrare. Mi superò per farmi strada e mi fece cenno di salire silenziosamente. Sbuffai e feci come disse lui.

Quando entrai in camera sua, la prima cosa che notai, fu il letto a due piazze. Io, nella casa nuova, a malapena ne avevo uno singolo. Le pareti erano chiare e c’erano affisse sopra certificazioni incorniciate e medaglie. Mentre lui cercava qualcosa nei cassetti ne approfittai per guardarmi meglio attorno.

«Primo posto, torneo regionale di pallavolo. – Passai vicino ad un quadretto – Uh, un certificato di pianoforte. Studi pianoforte, Dylan?»
«Sta zitta! Potrebbero essere ancora svegli.»

Disse lui sfilandosi la maglia. Ok, dovevo ammettere che in quel momento i miei pensieri erano tutto tranne che casti. Passò alla cintura dei pantaloni, ma dopo averla sbottonata si ricordò della mia presenza. Mi guardò aspettando che mi voltassi.

«Se non ti dispiace…»
«Beh, se proprio insisti.» Mi voltai.

Sentii il rumore della sua zip e capii che si stava sfilando i pantaloni. Ero tentata a voltarmi, ma evitai per non sentirlo lamentarsi. Alzai lo sguardo verso il soffitto e aspettai che lui finisse.

«Io dove dormo?» Chiesi.
«Qui!»

 


Dylan's Pov

Kayla si voltò di scatto non appena risposi alla sua domanda. Non potevo lasciarla dormire sul divano o in qualche altra stanza. Se i miei l’avessero trovata mi avrebbero punito a vita. Per loro avere una ragazza a casa stava a significare cose non proprio caste.

«Vuoi che dorma nella tua camera? E tu dove andrai?» Mi chiese incrociando le braccia al petto.
«Resto qui. C’è abbastanza spazio per entrambi.»

Aprì la bocca per controbattere ma ci ripensò e cambiò discorso.

«Hai qualcosa… Beh, qualcosa che possa farmi da pigiama?»

Mi voltai verso l’armadio. Guardai tra la pila di t-shirt accuratamente piegate da mia madre e ne presi una a caso. Le passai anche dei pantaloncini da basket e le indicai il bagno.
Mi stesi sul letto e aspettai che uscisse per spegnere la luce. I miei dormivano, riuscivo a sentire mio padre russare anche a metri di distanza. Quando la porta del bagno si aprì, uscì Kayla. Le gambe lunghe e magre erano davvero troppo piccole in quei pantaloncini enormi. La maglia le faceva quasi da vestitino. Aveva tolto la parrucca e i capelli le ricadevano mossi sulle spalle. Non potevo di certo negare che fosse davvero carina. L’ultima volta che avevo visto una ragazza in pigiama ci ero finito a letto dopo poco… Cosa che in quel momento non mi aiutò molto, visto che all’improvviso mi sentii terribilmente a disagio con lei nella stessa camera.

«Se hai intenzione di dormire con me o metti una maglia oppure dormi per terra.» Disse avvicinandosi al letto.
«Perché?» Le chiesi mettendomi a sedere sul materasso.
«Perché i tuoi capezzolini non mi aiutano. Sul serio Dylan, scegli: il pavimento o la maglia.»

Dietro quelle parole c’era della perversione o mi stavo sbagliando?! Non potei fare a meno di sorridere. Kayla era davvero buffa. Pochi minuti prima la trovavo irritante, ora mi era quasi simpatica.
Mi alzai e buttai un cuscino su pavimento.

«Scelgo il pavimento. Nemmeno le tue gambe mi aiutano.»
«Che c’è? – Si stese su letto a pancia sotto e si affacciò per guardarmi – La tua ragazza non te la da?»
«Senti chi parla! E tu, da quanto non sei attiva?»
«Non penso che la mia vita sessuale ti riguardi.»
«Mi hai fatto una domanda ed io l’ho ricambiata, semplice.» La guardai sorridendo.
«Madonna, oh! – Sbuffò – Giochiamo al gioco della verità?»
«Kayla, sono quasi le quattro e domani abbiamo scuola.»
«Sto dormendo a casa di un ragazzo di cui so a malapena il nome. Dai!»
«Inizia tu…» Mi arresi.
«Sei fidanzato?»
«Ti interessa così tanto? Vuoi provarci con i miei capezzolini?»
«Cazzo, Dylan. Rispondi!» Disse lei scocciata.
«Mi sento con una, però dovrei stare con un’altra. Ora ti spiego: i miei vogliono che io stia con una certa Claire che è figlia di alcuni loro amici. Però a me Claire non piace, quindi di nascosto mi sento con l’altra.»
«Odio quando i genitori prendono le decisioni per i loro figli.»
«Non dirlo a me! Tocca a te. – Mi poggiai su un gomito e la guardai – Tu sei fidanzata?»
«Lo ero prima di venire qui, il punto è che non abbiamo avuto nemmeno il tempo di decidere se avere una relazione a distanza o no. Ma se non si è fatto sentire vuol dire che preferisce lasciar perdere. Comunque, tocca di nuovo a me… Sei vergine?»
«Nemmeno di segno, tu?» Le sorrisi malizioso.
«No, e non guardarmi in quel modo Dylan.» Si coprì gli occhi con una mano.
«L’ultima volta che l’hai fatto?» Le chiesi.
«Non toccava a me?»
«Non c’è un ordire preciso.»
«Uhm – Ci pensò – Dieci giorni fa? Non ricordo.»
«E t’è piaciuto?»
«Ok, questo gioco non mi piace più. – Si stese di schiena – Ora dormiamo?»
«Hai mai fatto sesso orale?»
«Dylan, dormi!»
«Sappi solo che l’ho fatto per farti smettere di parlare.»

Mi stesi e guardai il soffitto. Passarono alcuni minuti e, stranamente, non avevo sonno nonostante l’ora. Lei continuava a rigirarsi sul materasso e questo voleva dire che non riusciva a dormire proprio come me.

«Kayla, che ne pensi di Harry? Onesta.»
«Dylan! – Rise – Buonanotte.»

***

I raggi del sole filtravano dalla finestra della mia camera da letto. Aprii gli occhi e mi guardai in giro, dov’era Kayla? Probabilmente aveva mantenuto la sua promessa e se ne era andata prima, anche se mi dispiaceva che non mi avesse svegliato. Mi alzai faticosamente, dormire a terra mi aveva leggermente distrutto la schiena e il collo. Mi passai una mano tra i capelli e misi meglio a fuoco la camera. Nel bagno la prima cosa che notai fu uno strano indumento, sembrava un top, uno di quelli che usano le ragazze al mare. Era senza dubbio di Kayla. Lo presi e lo misi appallottolato in cartella, glielo avrei restituito a scuola.

Quando arrivai, mi sentii chiamare da lei, non vedendola arrivare. Si era nascosta dietro un armadietto e mi fece cenno con la mano di raggiungerla.

«Ah, grazie per avermi salutato stamattina.» dissi ironico.
«Scusa, non volevo svegliarti eri cosi carino mentre ti ciucciavi il pollicione.»
«Io non mi ciuccio il pollice!» diventai rosso.
«Non puoi saperlo, stavi dormendo.» disse ridendo.

Mi voltai per prendere il suo strano top dal mio zaino. Glielo sventolai davanti al viso e subito lei me lo strappò da mano guardandosi intorno.

«Dovevi per forza cacciarlo in mezzo a tutte queste persone?!»
«Stai dicendo a me di stare attento? Se mia madre avesse fatto un giro nel mio bagno mi avrebbe diseredato!»
«Tanto ti disereda lo stesso. Comunque grazie per avermelo riportato, è di fondamentale importanza per me in questo momento.»
«Perché? È solo uno stupido top…»
«Mi serve per appiattire il seno.»
«Ah, quindi ti strizza le tettine? Peccato che non hai quasi niente da nascondere.» dissi ridendo.

Mi diede un pugno sulla spalla e io feci finta di farmi male, giusto per darle soddisfazione. Mi arrivò una pacca sulla schiena, mi girai e mi ritrovai davanti Harry con due grandi occhiaie sotto agli occhi.
Vidi con la coda dell’occhio Kayla sbiancare e nascondersi dietro di me. Harry non si era accorto di niente per fortuna.

«Hey Brooks, tutto bene?» chiese lui sbadigliando.
«Sì tutto bene, però non si può dire lo stesso di te.»

Harry si passò una mano tra i capelli e sospirò.

«Non mi ricordo niente di ieri, ci siamo andati giù pesante con quelle birre.» disse storcendo la bocca.

Ah, per fortuna non si ricordava di aver avuto un incontro ravvicinato con Kayla.

«Vabbè, ora vado, ci vediamo in giro.» vidi Harry andare verso l’aula di storia.

Mi arrivò subito un pugno dietro la schiena, quello sì che mi fece male.

«Ma sei coglione? Ti ci metti pure a parlare?! Se Harry scopre che io sono Kyle dirà tutto a Tom, sai mi ha confidato di non essergli molto simpatica.»
«E’ mio amico, non posso di certo evitarlo! Comunque sei fortunata, Harry non si ricorda niente di ieri, per come hai potuto sentire. Che poi… Eravate davvero molto intimi, che stavate facendo?» dissi malizioso.
«Niente di niente, stava vomitando e io gli ho spostato i capelli dalla faccia.»
«Sì, dicono tutti così.» risi e lei mi diede una gomitata nello stomaco, ahia.

 

Kayla's Pov

Durante l’ora di chimica, non avendo un posto assegnato decisi di sedermi in uno dei pochi banchi liberi in fondo all’aula. La sedia di fianco alla mia si mosse e subito dopo una ragazza ci si sedette sopra, facendomi un grande sorriso. Era davvero bellissima, aveva i capelli castani, mossi, che le ricadevano sulle spalle. Sembrava alta quanto me, e sicuramente aveva due tette più grandi delle mie.

«Piacere mi chiamo Zoe, tu?»
«Mi chiamo Kayla, piacere. Ti dispiace se resto seduta qui? Non sapevo dove sedermi, sono nuova.» le dissi indicando la sedia su cui ero seduta.
«Oh no, non preoccuparti. Non avevo una compagna di banco, se vuoi puoi sederti qui da oggi in poi.»
«Grazie!» le feci un grande sorriso.

Per tutta la lezione non facemmo altro che parlare del più e del meno, e per come avevo capito Zoe andava pazza per Harry. Era molto conosciuto in quella scuola ed ogni ragazza voleva averlo come fidanzato, mi aveva spiegato lei. Peccato che non lo conoscessero tanto bene, se avessero saputo che si scopava tutte e che era un tipo lunatico peggio di una donna con il ciclo sicuramente alcune di loro si sarebbero ricredute.

«Invece che mi dici di Dylan Brooks? Lo conosci?» le chiesi.
«Ah, l’amico di Harry? Anche lui è molto conosciuto, ma soprattutto perché il padre è il reverendo della chiesa qui vicino. I genitori lo credono un santo, ma non sanno che scopa di nascosto negli spogliatoi delle cheerleaders.» disse scoppiando in una risata.
«Ah, ci vieni alla festa di Josh Logan?»
«E chi sarebbe?» alzai un sopracciglio.
« Il capitano della squadra di calcio della scuola.»
«Oh, non penso di essere stata invitata…»
«Ma dai non preoccuparti, ci va tutta la scuola!»
«Non lo so, non penso sia una buona idea.»
«Ok, ma ti do lo stesso il mio numero di cellulare, così se cambi idea ci organizziamo per andarci insieme.» disse sorridente.

La campanella suonò e uscii dalla casse affiancata da Zoe. Lei doveva andare in un’altra classe quindi ci dividemmo. C’eravamo date appuntamento a pranzo.

 ***

«Allora, come ti trovi in questa scuola?» disse Zoe portandosi una patatina alla bocca.
«Mi trovavo meglio nella mia vecchia scuola, ma ormai devo adattarmi qui.»
«E perché sei venuta qui?»
«Beh…» venni interrotta da alcune urla e rumori assordanti provenienti dall’altro lato della mensa.

Quando mi voltai per vedere che cosa stesse succedendo, vidi un ragazzo prendere a pugni Dylan, e lui che si accasciava sul pavimento. Mi alzai senza pensarci, e corsi verso di lui. Il ragazzo che prima lo stava picchiando appena mi vide scoppiò a ridere.

«Oh, arrivano i rinforzi Brooks, che succede? Sei così debole che ti fai difendere da una femminuccia?»

Era diventata una questione personale. Gli andai incontro, cercando di essere provocante e sexy, e gli poggiai le mani sulle spalle. Lui non si rese conto di quello che stavo per fare, ovviamente. Ero brava a distrarre le persone, me lo avevano sempre detto.

«Che carino che sei.» dissi con voce seducente.

Non gli diedi nemmeno il tempo di dire qualcosa che subito il mio ginocchio si fiondò tra le sue gambe. Lui si piegò in due per il dolore ed io sorrisi.

«La femminuccia sei tu ora.»

Lo lasciai a terra dolorante per dedicarmi al mio amico. Lo aiutai ad alzarsi e lo trascinai con me fuori dalla mensa. Mi feci indicare da alcune ragazze l’infermeria e ci arrivammo dopo poco.
Lui era seduto sul lettino mentre io cercavo qualcosa per ripulirgli il naso sanguinante e il labbro spaccato. A quanto pare l’infermiera della scuola si era presa una pausa proprio in quell’ora.
Dopo aver trovato dell’ovatta, la bagnai con dell’acqua ossigenata e mi avvicinai a Dylan.

«Certo che ti ha ridotto proprio male…» poggiai l’ovatta sul suo labbro.

Sentii la mano di Dylan stringere il mio polso per allontanare la mia. Mi strappò l’ovatta dalle dita e se la portò sotto al naso. Non mi guardava nemmeno. Volevo solo aiutarlo.

«Che ti prende? Volevo solo aiutarti!»
«So vedermela benissimo da solo, Kayla. Stanne fuori.» sputò.
«No che non ne sto fuori. Sei mio amico, almeno credo, ed eri in difficoltà. E comunque passarti l’ovatta così a cazzo sul naso non serve a niente, lascia fare a me.» ripresi l’ovatta e lui non protestò.

Mentre gli ripulivo il sangue dal viso, notai che faceva di tutto per evitare di guardarmi negli occhi. In quel momento capii che averlo difeso l’aveva messo in ridicolo. Gli poggiai una mano sulla gamba per attirare la sua attenzione.

«Scusa…»

I suoi occhi incontrarono i miei.

«Non ti preoccupare.» sospirò.

Incominciai a pulirgli il labbro. Sentivo i suoi occhi addosso e effettivamente la situazione stava diventando davvero troppo imbarazzante. Dopo un poco mi accorsi che il suo labbro l’avevo pulito fin troppo bene. Mi ero persa a guardare le sue labbra. Istintivamente mi morsi il labbro inferiore e vidi gli angoli della sua bocca alzasi. Incontrai di nuovo i suoi occhi e avvampai leggermente. Sentii una sua mano poggiarsi sulla mia schiena che mi avvicinò ancora di più a lui. Eravamo a due centimetri di distanza, potevo sentire il profumo della sua pelle. Avevo un’irrefrenabile voglia di baciarlo e l’avrei fatto se solo la porta non si fosse spalancata in quel momento, interrompendoci.

«Che succede qui?» disse una donna sulla sessantina che riconobbi come l’infermiera.  


 

Trailer della fanfiction:


 

Spazio autrici:
Ed ecco il sesto capitolo, yeeeeeh.
A noi è piaciuto decisamente tanto, abbiamo scritto addirittura di più del solito perché ci piaceva come la storia si stava sviluppando.
Finalmente il POV di Dylan, scommetto che tutte lo stavate aspettando!
Anche noi ad essere sincere. :) 
Quella maledetta infermiera, ahahahha. 
Beh, speriamo vi sia piaciuto, e vorremmo sapere cosa pensate succederà nel prossimo capitolo, vi ricordiamo che la nuova amica di Kayla
ha accennato ad una festa, chi sa se Kayla cambierà idea e ci farà un salto... magari potrebbe anche non essere sola, no? ;)
Al prossimo capitolo ragazze, adieu. 
-L&R-



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