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Autore: egip    24/12/2007    2 recensioni
La ragazza sbuffò sotto il cuscino: a che scopo alzarsi subito, tanto sapeva già che l’amica sarebbe arrivata in ritardo. La conosceva da una vita e mai, mai era riuscita a rispettare un orario.||Una ragazzina dai ricci castani e la carnagione pallida riuscì all’ultimo secondo ad infilarsi tra le porte semichiuse del pullman. Giulia le rivolse uno sguardo torvo.||-Hai una minima idea di dove siamo?- -Come faccio a saperlo?! Qui è tutto così strano...E TU! Come fai a pensare ai capelli in questo momento??-|| due amiche si ritrovano in un mondo fantastico. tra disastri e guerre, amiche ritrovate e familiari spuntati dal nulla, riusciranno Giulia e Valeria a tornare a casa?
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sto aspettando.-

Valeria non era mai stata così pallida e in quel momento anche Giulia le faceva una bella concorrenza; ma entrambe sembravano incapaci di parlare.

Elizabeth poggiò la fredda lama sul collo di Giulia.

-Allora?- ringhiò.

Improvvisamente, come se fosse scattato uno strano meccanismo, Giulia e Valeria incominciarono a parlare contemporaneamente, coprendosi la voce a vicenda e dicendo frasi del tutto sconnesse l’una dall’altra.

-È cominciato tutto stamattina…-

-Le ho solo chiesto se stavo bene con l’ombretto, io!-

-Nel pullman, io l’ho detto che qualcosa non andava.-

-Mi sono fatta male…-

-Marta mi voleva buttare giù dal letto!-

-Non avevo fatto latino, va bene?!-

-…e poi è squillato il cellulare….-

-Doveva stare seduta!-

-…io volevo controllare…-

-E avevo la terra nei capelli…e le unghie spezzate!-

Ormai entrambe piangevano a dirotto e gesticolavano come impazzite. Elizabeth aveva la bocca aperta di fronte ad un simile spettacolo.

-È tutta colpa sua!- urlarono insieme, indicandosi l’una con l’altra, per poi lasciarsi cadere sul pavimento piangenti. Se non altro si erano sfogate di tutta la tensione accumulata nelle ultime ore.

Impietosita dal loro comportamento, Elizabeth abbassò la spada e si avvicinò piano alle due. Valeria le si buttò addosso, continuando a singhiozzare sulla sua spalla. La ragazza rispose cauta all’abbraccio: da brava guerriera sapeva che poteva benissimo trattarsi di un trucco per farle abbassare la guardia.

Recuperata un po’ di dignità, Giulia si sollevò da terra, guardando sempre impaurita Elizabeth. Ma sembrava che la ragazza avesse abbandonato i suoi propositi e si limitava a guardarla perplessa mentre dava colpetti d’incoraggiamento a Valeria.

-Hai ragione- Giulia trasse un profondo respiro –Noi non siamo Juliette e Valerie-

Elizabeth si irrigidì tra le braccia di Valeria.

-Ma non gli abbiamo fatto niente!- aggiunse precipitosamente –Non sappiamo neanche come siamo arrivate qui. Io credo che…veniamo da un altro mondo-

Ci aveva pensato a lungo e alla fine le era sembrata l’unica spiegazione.

Quante volte aveva sentito parlare di mondi paralleli? Fantasie di persone suggestionabili, probabilmente non ci credevano sul serio neanche loro. E lei, così attaccata alla realtà, non ci aveva creduto nemmeno per un secondo. Eppure ora lo stava vivendo…

Elizabeth aggrottò le sopracciglia. Giulia proseguì.

-Nel nostro mondo, non esistono fate, magia od orchi. Noi abbiamo lo stesso aspetto di tua sorella e tua cugina, ma siamo più piccole. E…ci sei anche tu…o meglio, c’è Elisa, che è una nostra amica, ma ha il tuo stesso aspetto…cioè lei è più piccola di te, e non è una guerriera ma…-

-Stai dicendo- la interruppe Elizabeth – che da qualche parte…c’è una mia doppia?-

-Beh, si lo so che è una cosa incredibile, ma è così, devi crederci!- urlò disperata.

-Ti credo- disse lei seria.

-No, per favore, io…che cosa?!-

Valeria si staccò finalmente e la guardò sorpresa. –Ci credi?-

-Vi credo.-

-Davvero?!-

-Si- sorrise dolcemente –Valerie diceva sempre che coesistono tante realtà, che tutto sta nel riuscire a vederle. Diceva…che prima o poi avrebbe trovato un modo per viaggiarci-

-Ti devono essere mancate parecchio.- disse Giulia.

-Molto, si…- sussurrò in risposta.

-Noi vogliamo solo tornare a casa…-

-Parla per te…-borbottò Valeria.

Tutta la tensione si sciolse con una risata collettiva.

-Che c’è? È la verità! Io mi stavo divertendo qui, faccio le magie…certo, non quando vengo minacciata di morte, però…- guardò con apprensione la spada, che luccicava innocente nel fodero al fianco della ragazza divertita.

-Abbiamo bisogno di risposte- disse Giulia, ignorando Valeria –La mia è solo una teoria, rimangono tante domande…come siamo arrivate qui? E perché? Ma soprattutto, come facciamo a tornare a casa?!-

Abbassò il capo, certa di aver posto un problema al quale nessuno aveva soluzione.

-Forse…- iniziò Elizabeth, facendo scattare su la testa delle ragazze –conosco qualcuno che potrebbe aiutarci.

Certo, sono solo leggende, io l’ho sentito, ma è la nostra unica speranza, non vedo altre soluzioni…-

-Si può sapere di cosa stai parlando?!- sbottò Giulia, arrossendo quando l’altra alzò la testa per guardarla negli occhi. Per un secondo credette di aver esagerato, ma la ragazza girò nuovamente il volto, fissando il muro senza veramente vederlo, mordicchiandosi il labbro inferiore. Sembrava…nervosa.

-Vedete, durante i miei viaggi, sono arrivata in una cittadina piuttosto lontana, più in là anche del regno di Michelle. Ho sentito narrare, da un vecchio stregone, che nel cuore della Foresta Incantata vi sia una creatura mitica, dalle sembianze umane e di bellezza straordinaria, che regna con suo marito sulle Terre. Una specie di Regina del Bosco, ecco. Si dice che lei…abbia le risposte a qualunque domanda, se a fargliela è un puro di cuore; conosce i segreti del presente, passato e futuro. Possiede una saggezza che va al di sopra dei limiti della conoscenza.-

Rivolse uno sguardo titubante alle due ragazze.

-È lontano, il viaggio è molto pericoloso e potrebbe non essere neanche vero...-

-Ma è la nostra unica speranza- disse mesta Giulia. -Puoi indicarci dov’è?-

Elizabeth la guardò confusa.

-Magari, una mappa, potremmo partire anche subito, non chiediamo nulla di più, tranquilla…- disse Valeria.

-Ma cosa state dicendo?- la interruppe Elizabeth -Vorreste partire…da sole?-

Valeria e Giulia si guardarono per un microsecondo e Valeria fece un minuscolo cenno d’assenso.

-Non pensateci neanche. Dovrei lasciare mia sorella e mia cugina vagare per una terra di cui non sanno neanche il nome, con il rischio d’imbattersi in briganti od orchi, senza avere la minima nozione di autodifesa?- disse sconcertata.

-Tecnicamente- ribattè Valeria –non siamo tue parenti, non hai nessun obbligo nei nostri confronti…-

-Siete le Juliette e Valerie di una altro mondo, ma siete pur sempre voi, in fondo in fondo. E poi non vi lascerei sole comunque, anche se foste delle straniere. Vi servirà anche un’adeguata copertura per la vostra partenza, dei viveri, cavalli… Non se ne parla, io vengo con voi- concluse decisa.

-Io…noi…- balbettò Giulia.

-Grazie. Davvero.- esclamò Valeria, e abbracciò la ragazza d’impulso, per poi allontanarsi altrettanto velocemente.

-Scusa, sai, la forza dell’abitudine…-

Elizabeth sorrise e la riabbracciò.

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-Mi raccomando allora, disinvolte-

Stavano attraversando la sala dei banchetti, ormai vuota, fatta eccezione per alcuni servi che stavano sbarazzando la tavola, assaggiando furtivamente di tanto in tanto qualche rimasuglio di cioccolato.

Si stavano recando dal re per mettere in atto il loro piano. O meglio, quello di Elizabeth.

Aveva spiegato che era uso per un principe o una principessa, raggiunta la maggiore età, partire per un viaggio intorno al regno e ai suoi confini, per avvicinarsi di più alla realtà del popolo ed aver così modo di essere in futuro un buon regnante. Avrebbero trascurato il dettaglio che si sarebbero spinte molto oltre i confini. Un piano semplice, a parole. Ma nei fatti…

-Tu hai compiuto 19 anni ad aprile, e ora siamo in ottobre, quindi è perfetto: tre anni dopo la maturità-

-Perché, avete il calendario qui?!- esclamò sorpresa Valeria, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di entrambe.

Erano quasi arrivate alla sala del trono, dove il re era solito recarsi dopo i pasti quando c’erano ospiti al castello.

In quel momento Valeria stava borbottando –Non hanno la piastra, ma hanno il calendario! Neanche l’ombra di un cellulare, ma c’è il calendario! Ma guarda tu…-

-Vale ci dai un taglio per piacere?- disse Giulia seccata.

-Siamo arrivate- disse Elizabeth, facendole tacere.

Si affacciarono dal gran portone dorato in quel momento aperto, permettendo sbirciando all’interno della maestosa sala, ben attente a non essere viste. Il re sedeva sul trono, che stava in fondo, dopo un lungo strascico verde argentato. Stava finendo di dare degli ordini ad un paggio, che inchinatosi scomparve per una porta seminascosta dall’altra parte di dove si trovavano loro in quel momento.

-Non sembra stare molto bene…- osservò Giulia. Il re infatti si teneva la pancia con una mano, con una smorfia di dolore sul viso.

-Troppo cioccolato…- ridacchiò Valeria.

-È tutta colpa tua!-

-Avanti, andiamo- sussurrò Elizabeth, entrando nella stanza, subito seguita dalle altre due. Si diressero a passi decisi verso il re, che si accorse di loro solo quando gli furono sotto il naso. Alzò la testa e sorrise.

-Piccole mie, è stato un bel banchetto; Valerie, hai superato te stessa.-

Valeria arrossì compiaciuta.

-Padre, noi…noi vorremmo chiederti qualcosa-

Le sopracciglia gli si incurvarono leggermente, ma non smise di sorridere. –Ditemi pure-

-Visto che di qui a poco Juliette dovrà prendere il tuo posto come regnante, pensavamo che sia ora che faccia il suo viaggio di preparazione, e visto che ora io sono tornata penso che sia il momento giusto, così potrò accompagnarla-

-E l’accompagnerò anch’io!- aggiunse veloce Valeria.

Il sorriso del re era scomparso, lasciando al suo posto un’espressione accigliata.

-Elizabeth, non so se sia il caso. Juliette in fondo è ancora piccola, per non parlare di Valerie, e tu sei appena tornata…-

-Padre- disse Giulia raccogliendo il coraggio, mentre Valeria assumeva un’espressione imbronciata – non sono più una bambina, ma sento che mi mancano ancora molte cose per essere una giusta regnante. Con questo viaggio raggiungerò una maggiore responsabilità personale, potrò vedere se veramente sono in grado di governare un popolo, se sono adatta a prendere il tuo posto. Non sarò sola, mia sorella sarà al mio fianco, lei mi potrà guidare meglio di chiunque altro; e sarò aiutata anche dalla magia di Valerie…se tu me lo concederai, questi sono i miei desideri.-

Valeria la guardava sconcertata, ma il re aveva ripreso a sorridere.

-Forse…hai ragione figlia mia. Sei grande ormai. E con queste parole mi hai dimostrato grande maturità. E sia: hai il mio permesso.-

Detto questo scese dal trono e la baciò sulla fronte.

-Quanto intendete partire?-

-Domani- rispose Elizabeth al suo posto –Alle prime luci dell’alba. Non credo sia il caso di organizzare grandi cerimonie. Prenderemo solo lo stretto necessario, provviste e tre cavalli-

-Bene. Allora andate a riposare ora, vi aspettano grandi avventure!- le congedò il re. Elizabeth, volto un ultimo sorriso al padre, prese per mano le altre due e così uscirono dalla sala.

-Sei stata bravissima. Un discorso degno di una principessa- disse la bionda a Giulia.

-Si Giulia, non capisco come tu abbia tirato fuori quelle cose!- aggiunse Valeria sorridendo.

-Grazie!-

-Allora, adesso vi conviene riposare, io nel frattempo sistemerò tutto il resto.- e dopo averle rivolto un cenno di saluto, Elizabeth le abbandonò nel corridoio deserto, davanti alla porta della stanza di Giulia.

Valeria rivolse a Giulia uno sguardo implorante.

-Senti, sinceramente non mi va proprio di andare nella mia casetta solitaria…-

-Si, neanche io muoio dalla voglia di dormire da sola. Andiamo in camera mia, il letto è talmente grande che ci starebbero 4 persone-

Dentro un cassettone trovarono diverse vestaglie di seta, probabilmente per la notte, e decisero di dormire con quelle.

-Ci pensi che è passato solo un giorno?- disse Valeria quando furono coricate.

-È vero. Non ci avevo ancora pensato. Sembrava…molto di più-

-Già. Io sono stanca morta, tu?-

-Anche io. Buona notte.-

-‘Notte giù-

“Solo un giorno…” pensò Giulia nell’oscurità. Chissà cosa stava succedendo nel loro mondo; sicuramente tutti le stavano cercando, la madre preoccupatissima, magari Marta stava facendo festa…e con questi pensieri, si addormentò.

eccomi qui! e io che speravo di aver più tempo per scrivere durante le vacanze...>_> a ogni modo, sono finalmente riuscita a terminare questo capitolo!! spero che sia una buona lettura....auguri a tutti, e Buon Natale!!!!!

  
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