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Autore: 9Pepe4    09/06/2013    7 recensioni
Aggiornamento rimandato
[Per Nede]
E se Goku avesse una figlia?
Essere adolescenti, tra gli sbalzi d’umore e la goffaggine, non è mai facile.
Se poi si aggiunge un padre combattente, eroe affettuoso ma irraggiungibile, che è stato assente per quasi un terzo della tua vita… Be’, le cose si fanno ancor più complicate.
Son Aliys lo sa bene.
Genere: Commedia, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chichi, Goku, Goten, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 33 – Ansie e sorprese

Qualche sera più tardi, Goku si svegliò nel cuore della notte.
Tra le sue braccia, Chichi era profondamente addormentata, la guancia posata sul petto muscoloso del marito.
Per un istante, Goku rimase fermo, passando una mano tra i lunghi capelli neri della donna.
Poi, più per istinto che per altro, tese i propri sensi.
La prima aura che percepì fu quella di Ub, che dormiva nella vecchia stanza di Gohan, e il saiyan sentì un poco di rimpianto al pensiero che, di lì a qualche giorno, il suo allievo se ne sarebbe dovuto andare.
Tuttavia, non indugiò in quella spiacevole sensazione, ma controllò anche le aure dei propri figli. Quella di Goten era ammorbidita dal sonno, quella di Aliys…
Goku aggrottò la fronte.
L’aura di Aliys aveva qualcosa che non andava.
Sembrava intermittente: un momento prima si intensificava, quello dopo diminuiva.
Con una fitta d’allarme, Goku sciolse il proprio abbraccio, lasciando Chichi sul materasso, quindi si mise seduto sul letto.
Tese ancora una volta i propri sensi, così da accertarsi di non essersi ingannato.
Ma non c’era dubbi: la forza spirituale di sua figlia, anziché essere costante, era discontinua.
Goku fu in piedi in un istante, con una fitta di preoccupazione. Non aveva mai sentito un’aura comportarsi così, e si chiese cosa potesse voler dire.
Mentre si dirigeva fuori dalla stanza, ripensò alla sera prima. Aliys gli era sembrata perfettamente in salute; un po’ silenziosa, forse, ma non era strano che la ragazzina assumesse un comportamento riservato.
“E se le fosse successo qualcosa?” sussurrò una voce in fondo alla sua mente. “Forse già ieri stava male, e tu non te ne sei accorto”.
Quel pensiero gli fece accelerare il passo, e Goku si precipitò senza indugio verso la camera della ragazzina.
Spalancò la porta, portando subito lo sguardo verso il letto di Aliys.
Lei era lì, raggomitolata sotto le coperte, e quando il padre entrò si mosse, alzandosi sui gomiti.
La sua aura tornò subito alla normalità, ma ciò non bastò a tranquillizzare completamente Goku.
Il saiyan annullò in poche falcate la distanza tra sé e la figlia, andando a sedersi sul letto della ragazzina.
«Pa… papà?» balbettò Aliys, disorientata.
Nel buio, Goku trovò i suoi capelli setosi, e li lisciò con la propria mano. «Al?» chiamò, avvicinando il volto a quello della ragazzina. «Stai bene?»
Lei emise un mugolio confuso, poi rispose: «Sto benissimo. Perché?»
Goku aggrottò la fronte, e con un dito percorse la guancia liscia di sua figlia. «La tua aura. Mi sembrava strana. Non era costante, ma intermittente».
Ci fu un istante di silenzio, poi… «Oh» mormorò Aliys, con voce carica di imbarazzo.
Sotto le proprie dita, Goku sentì il volto della figlia farsi più caldo.
«È colpa mia, papà, stavo… Ero io che la alzavo e la abbassavo».
Il saiyan rimase interdetto, poi le linee sulla sua fronte si fecero più marcate. «Perché?»
«Be’…» Aliys si mosse, a disagio, e le sue coperte frusciarono. «Io… non c’è un motivo particolare. Mi sono svegliata e non riuscivo a riaddormentarmi, così ho provato a fare così… Ho pensato che… che magari mi avrebbe fatto riprendere sonno…»
Goku rimase in silenzio, la mano sempre sulla gota della ragazzina.
«Insomma» concluse Aliys, e il saiyan sentì le sue labbra incurvarsi in un sorriso nervoso, «era una specie di alternativa al contare le pecore».
Di nuovo, Goku non disse nulla, limitandosi ad accarezzare piano la pelle della figlia.
Lentamente, il sollievo lo riempì, e lui lo accolse come un mezzo annegato che finalmente riesce a prendere una boccata di ossigeno.
Andava tutto bene.
La sua bambina stava bene.
Improvvisamente, Goku si sentì sciocco per essersi preoccupato così tanto.
«Papà?» chiamò Aliys, timidamente. «Va tutto bene?»
Lui riportò gli occhi sul viso della ragazzina, indefinito nell’oscurità.
«Sì» rispose, riempiendo d’aria i propri polmoni. «Sì, va tutto bene». Si ritrovò a sorridere della propria immotivata apprensione. «Scusa se ti ho disturbata».
Per tutta risposta, Aliys spinse la guancia contro la mano del padre, godendo di quel contatto affettuoso.
«Non fa niente» assicurò. «Tanto ero già sveglia… Non hai disturbato niente».
Goku le accarezzò il viso, e Aliys si liberò delle coperte per andare a rannicchiarsi contro il fianco del padre, comportandosi come un gattino che fa le fusa.
Il saiyan circondò la figlia col braccio libero, mentre con l’altra mano continuava a sfiorare la guancia di lei.
Dopo un po’ di tempo, Aliys si addormentò.
Goku lo capì grazie ai respiri della ragazzina, che si fecero più lenti e profondi.
Con cautela, il saiyan sistemò la figlia e le rimboccò le coperte.
Le diede un’ultima carezza, quindi si alzò ed uscì dalla camera di Aliys.

Il mattino seguente, quando si svegliò, la piccola di casa Son impiegò qualche istante prima di ricordare cos’era successo quella notte.
Il ricordo di Goku che le accarezzava la guancia nel buio… Di sicuro, era uno di quei momenti che la ragazzina avrebbe custodito con gelosia nel proprio cuore.
Strofinando appena la guancia contro il cuscino, Aliys emise un sospiro soddisfatto.
Per un po’, si sentì felice e basta.
Poi, ricordando di aver fatto preoccupare Goku, iniziò a sentirsi in colpa.
Non c’era nulla che andasse nella sua aura – a parte il fatto che, per appartenere ad una mezza saiyan, era decisamente insignificante.
Il fatto era che Crilin le aveva assegnato degli esercizi per imparare a controllare al meglio la sua forza spirituale… Aliys, infatti, era perfettamente capace di azzerarla, ma se si trattava di regolarla ad una certa potenza… era un po’ più impacciata.
Così, quella notte, quando si era svegliata, aveva deciso di allenarsi un po’ a ridurla e ad intensificarla.
Si morse l’interno della guancia.
Nonostante tutto… nonostante la consapevolezza di aver fatto preoccupare suo padre… non si pentiva della propria sperimentazione… Non solo le sarebbe venuta utile per i propri allenamenti, ma la visita di suo padre le era decisamente piaciuta.
Sentendosi un po’ colpevole per quel pensiero, la ragazzina si alzò dal letto e si diresse verso la cucina.
E chi trovò, seduto al tavolo con una fetta di pane imburrato in una mano e una tazza di latte nell’altra?
Goten, naturalmente.
«’giorno» bofonchiò suo fratello a bocca piena.
«Ciao» replicò lei, accomodandosi accanto al giovane. «La mamma?»
Goten inghiottì. «Da Gohan. E il papà è uscito per allenare Ub».
Aliys annuì, tendendo la mano verso il barattolo della marmellata.
«Di’, ma che ti è successo stanotte?» domandò suo fratello.
La ragazzina lo fissò. «In che senso?»
Goten trangugiò il resto del suo pane imburrato prima di rispondere: «Nel senso che, prima, la mamma ha detto a papà che stanotte si è svegliata per un momento, e ha visto che lui non c’era… E gli ha chiesto dov’era andato».
Aliys si morse il labbro, iniziando a spalmare doverosamente la marmellata su una bella fetta di pane.
«E sai cos’ha risposto papà? Che era venuto a controllare te, e ha aggiunto qualcosa sulla tua aura. Da quando sei diventata come una lampadina mal funzionante, Al?»
La ragazzina gli scoccò un’occhiataccia. «Non sono come una lampadina mal funzionante» protestò.
«Da ciò che ha detto papà, mi sembra di sì».
Per un istante, Aliys non seppe se sentirsi infastidita per le parole del fratello, o in colpa per il timore che anche lui fosse preoccupato.
Poi, però, notò il sorriso che minacciava di incurvare le labbra di Goten e capì che lui la stava prendendo in giro, così gli tirò addosso un tovagliolino di carta. «Cretino» brontolò.
Il fratello le sorrise più apertamente. «Oh, ma Al, è un complimento… Quando avrai un ragazzo, non desidererai altro che lui ti chiami “la mia lampadina”, fidati».
«È così che tu chiami la tua ragazza?» s’informò la ragazzina. «In tal caso, non stupirti se decide di lasciarti».
Goten sembrò un po’ ferito da quell’insinuazione, ma poi sorrise tranquillamente. «Io le do solo soprannomi che le piacciono, te l’assicuro».
«O che pensi che le piacciano» commentò Aliys, avvicinando alla bocca pane e marmellata.
Dentro di sé, smise subito di domandarsi di che soprannomi stesse parlando Goten. Il pensiero di suo fratello che chiamava qualcuno “amore”, o “tesoro”, o “piccola mia” le sembrava quasi terrificante.
Goten bevve qualche sorso di latte. «Sei sempre gentilissima, Al».
Lei gli indirizzò un sorriso. «Lo so».

Un paio d’ore dopo, Aliys si trovava seduta alla propria scrivania.
Seppur un po’ riluttante, aveva iniziato a fare i compiti per la scuola.
Stava giusto leggendo un testo che poi avrebbe dovuto commentare, quando sentì qualcuno bussare alla sua porta.
«Avanti» disse, domandandosi se doveva aspettarsi che Ub facesse ancora una volta il proprio ingresso.
Ad entrare, però, non fu il ragazzino, ma Goku.
Aliys si aprì subito in un sorriso luminoso. «Ciao, papà».
Lui le sorrise di rimando, avvicinandosi alla scrivania. «Ciao, piccola. Cosa fai di bello?»
Lei inarcò le sopracciglia. «Di bello?» domandò, lanciando uno sguardo eloquente ai propri compiti. «Niente».
Goku ridacchiò. «E va bene. Di non bello, allora?»
«Letteratura» fu la succinta risposta.
Il saiyan arruffò i capelli della figlia, notando con piacere che Aliys stava mantenendo l’abitudine di tenerli via dal proprio volto.
«Senti, papà…» fece la ragazzina, un po’ esitante. «Scusami davvero per stanotte. Non volevo farti preoccupare, sul serio».
Tra sé e sé, si chiese se parte del proprio rimorso fosse dovuto al fatto di avergli mentito sulla vera ragione per cui stava pasticciando con la propria aura.
Goku scosse la testa. «Non fa niente, Al. Te l’ho già detto».
Lei annuì, anche se non si sentiva ancora del tutto convinta. «Com’è andato l’allenamento con Ub?» domandò.
Un’espressione fiera comparve sul volto di Goku. «Bene. È riuscito a battermi…» Gli occhi del saiyan, invece di esprimere disappunto, brillavano come quelli di un bambino che ha appena ricevuto un bel dono di Natale. «Migliora così velocemente, è un peccato che…»
Si interruppe di colpo, ma Aliys capì benissimo la fine della frase.
Era un peccato che, di lì a poco, Ub se ne sarebbe dovuto andare, interrompendo così l’addestramento con Goku.
La ragazzina si morse il labbro, mentre si riaccendevano le braci del suo senso di colpa.
Capiva che suo padre voleva molto bene ad Ub, ed era felice di allenarlo… Ma allo stesso tempo, voleva tenersi Goku per sé. Non voleva che suo padre se ne andasse nuovamente.
«Comunque» aggiunse il saiyan, che non sembrava essersi accorto del tumulto interiore della figlia, «se sapessi qualcosa di queste cose, penso che ti aiuterei».
«Cosa?» chiese Aliys, confusa.
Goku la guardò, perplesso. «Parlo dei tuo compiti».
«Oh» disse la ragazzina. «Oh, sì, giusto. Be’… grazie. In ogni modo, penso che ce la farò».
Goku le sorrise, e le scompigliò ancora una volta i capelli. «Allora ti lascio al tuo lavoro…»
Aliys gli circondò il collo con le proprie braccia, così da far abbassare il saiyan e potergli stampare un bel bacio sulla guancia.
Goku si aprì in un sorriso, la salutò un’ultima volta e uscì dalla stanza.
Sospirando appena, la ragazzina riportò lo sguardo sui propri compiti. Finì di leggere il testo in poco tempo, e a quel punto recuperò un foglio protocollo su cui iniziare a commentare.
Quando la mano iniziò un po’ a dolerle, Aliys decise di prendere una pausa.
Lasciando foglio e libri scolastici sulla scrivania, uscì dalla propria camera e si diresse verso il bagno, dove si rinfrescò la faccia e bevve un po’ d’acqua dal rubinetto.
Mentre ritornava verso la propria stanza, incrociò Ub.
«Ciao» disse lui, e Aliys gli rivolse un cenno.
Proprio quando l’ebbe oltrepassato, però, si arrestò di colpo e si girò verso il ragazzino.
«Ub?» lo chiamò.
Lui si fermò immediatamente, voltandosi verso di lei con espressione interrogativa. «Sì?»
Aliys inghiottì.
“Cerca di essere gentile, cerca di essere gentile…”
«Come è andato l’allenamento, oggi?»
Il ragazzino sbatté le palpebre. «Oh, bene…» rispose poi, e dal suo tono di voce sembrava decisamente contento.
Addirittura, ad Aliys parve di sentire una bella nota d’orgoglio.
“Perfetto. Ora cosa dico?”
«Ah. Bene». Poi, per buona misura, aggiunse: «Ne sono felice».
«Grazie» le disse Ub, con un sorriso.
«Prego» rispose Aliys. “Mamma mia, che conversazione penosa” si rimproverò subito dopo. «Ehm… mio padre è un bravo insegnante?»
Il ragazzino annuì senza esitare. «È il migliore. Non credo di aver mai avuto qualcuno che credesse così tanto in me. Voglio dire, la mia famiglia mi ha sempre incoraggiato, però nessuno di loro è portato per le Arti Marziali. In un certo senso, mi sono sempre sentito un po’ fuori luogo».
Ub sorrise nervosamente, come vergognandosi di non aver lodato la propria famiglia, mentre Aliys era ammutolita.
Non avrebbe mai creduto di poter scoprire di avere qualcosa in comune con Ub. Con la reincarnazione di Majin Bu. Con il ragazzino per il quale suo padre era stato via così tanto tempo.
La situazione, ovviamente, era inversa: lei era una ragazzina priva di talento combattivo in una famiglia di guerrieri, Ub era un guerriero in una famiglia priva di talento combattivo… Alla fine, però, il ragazzino doveva aver sperimentato la sua stessa sensazione.
La sensazione di essere diversi.
«Ti capisco» gli disse, d’impulso, e il sorriso di Ub si fece un po’ più sincero.
«Grazie» ripeté il ragazzino.
«Ora devo andare, sto facendo i compiti» si scusò Aliys.
Lui scrollò le spalle. «Certo».
Lei gli rivolse un cenno del capo, quindi si voltò e si avviò verso la propria camera da letto.














Spazio dell’Autrice:
Il nuovo capitoloooooooo!
Scusate le posticipazioni. Avevo un sacco da studiare, e mi son detta a malincuore: “Facciamo la persona responsabile. Prima il dovere e poi il piacere”.
Senza contare che, domenica scorsa, mi son trovata col raffreddore, la tosse, il mal di gola e chi più ne ha più ne metta… -.-
Comunque, ora ecco qui l’aggiornamento ^^
Spero vi sia piaciuto!
A domenica prossima, il 16 giugno!
  
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