Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nonna Minerva    25/12/2007    11 recensioni
Durante l'estate dopo la morte di Sirius, Remus si trova a fare i conti con una nuova legge che lo costringe a nascondersi mentre Tonks ha problemi sul lavoro. Silente sembra avere una soluzione adeguata per entrambi.
Quella che all'inizio appare come una situazione scomoda e imbarazzante si trasformerà nella perfetta occasione per fare pace con i fantasmi del passato, portandoli ad affrontare insieme e ad accettare la morte di Sirius, facendo trovare loro un'intesa che forse porterà alla nascita di qualcosa di più...
RATING ROSSO per l'ULTIMO CAPITOLO!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Bene signori

 

 

Bene signori... come promesso ecco il 19.

 

So che lo aspettavate, spero che vi piaccia.

Per chi ha anche lontanamente sospettato che io avrei potuto ucciderlo, vada subito a rileggersi le mie precedenti storie e vada a contare i finali tragici.

 

Una cosa vorrei chiedervi: questo, insieme al 22, è il mio capitolo preferito, e ci terrei tantissimo a sapere che ne pensate.

Me lo lasciate un commentino?

( Notare occhioni da gatto con gli stivali )

 

Grazie...

 

Buona lettura e buon Natale!!

 

 

 

 

19. Loving secret affection

 

 

 

A Rainsoul,

che oggi ha finalmente

letto quei capitoli.

 

 

 

Aprì gli occhi, svegliandosi in una bianca stanza asettica, grande, e ben illuminata dalla luce del sole che filtrava dalle finestre.

Bianche erano le lenzuola che la coprivano, candidi i muri spogli e le sedie accanto ai letti vuoti, che erano l’unico arredamento della stanza.

Per alcuni istanti si lasciò cullare dal tepore che segue il risveglio, da quel silenzio, quel vuoto che prelude la memoria, e permette alla mente di vagare senza meta precisa cercando di capire dove si è, e come ci si è arrivati.

All’improvviso poi, il ricordo di quello che era successo iniziò a farsi strada nella sua testolina coperta di ciocche castano spento.

 

“Signorina Tonks, venga. Voglio dare un’occhiata a quella ferita,” la sollecitò per l’ennesima volta la Guaritrice, indicando il taglio che le segnava la fronte, cercando di farla sedere per poterla visitare.

“Sto bene,” mentì Tonks, “Voglio vedere come sta Remus...” affermò, allungando la testa, continuando a fissare la porta verde in fondo al corridoio, quella porta dietro cui erano spariti i Guaritori che avevano soccorso Remus, e lui con loro.

Nel caos generale aveva perso di vista tutti gli altri, ma le era sembrato che nessuno di loro fosse ferito gravemente, e in quel momento i suoi pensieri erano rivolti altrove.

“Non c’è niente che possa fare per lui, al momento. Stia tranquilla, i miei colleghi si stanno prendendo cura di lui.”

“Ma...” si impuntò ostinata Tonks.

“Facciamo così,” concesse la Guaritrice, capendo che altrimenti non avrebbe ottenuto niente da quella ragazza testarda, “Lei beve questa pozione per sistemare quel brutto taglio, ed io l’accompagno a cercare il suo amico.”

Tonks annuì velocemente, troppo preoccupata della salute di Remus per controbattere sui termini che l’infermiera aveva usato per definire il loro rapporto.

Accettò il bicchiere di pozione violetta che le vaniva offerto e la buttò giù tutta d’un fiato, senza badare al gusto cattivo.

Avendo rispettato la sua parte dell’accordo, si alzò in piedi, aspettando che la Guaritrice rispettasse la sua, accompagnandola a cercare Remus

Una volta in piedi però, iniziò a vacillare pericolosamente, trovando il semplice fatto di mantenere l’equilibrio più difficoltoso del solito.

Realizzò istantaneamente che non era una pozione ricostituente, quella che le era stata data, ma un calmante, che l’avrebbe mandata nel mondo dei sogni nel giro di pochi minuti.

L’ultimo suo pensiero, mentre lasciava impotente che la Guaritrice l’aiutasse a stendersi su un lettino, fu che gliel’avrebbe fatta pagare per averla fregata in quel modo.

 

Lentamente, portandosi una mano alla fronte, tastò con cautela il punto dove aveva battuto la testa , la ferita ora disinfettata e protetta da una benda, e tutti i pezzi terminarono finalmente di svolazzare senza posa per il suo cervellino e se ne andarono al loro posto.

“Remus!” esclamò, rizzandosi a sedere sul letto, sentendosi terribilmente in colpa per tutte le ore che doveva aver trascorso su quel letto a poltrire, mentre lui stava soffrendo, ingiustamente fra l’altro, per aver incassato un incantesimo che originariamente era destinato a lei.

Scalciò le lenzuola spedendole in fondo al letto e raddrizzando appena quella sottospecie di camiciola che le era stata infilata, scese dal letto, rabbrividendo al contatto dei piedi scalzi col pavimento freddo.

 

Accidentally in love…

 

Il corridoio era altrettanto vuoto, e avanzando lentamente si mise a cercare qualcuno che potesse darle qualche notizia sulla salute dei suoi amici e in particolare di una certa persona.

Svoltando l’angolo incontrò Kingsley e Arthur seduti sulle scomode seggioline di plastica addossate alle pareti e Molly che misurava a grandi passi il corridoio passando continuamente davanti a loro, superandoli e poi tornando indietro, con un’espressione di lieve preoccupazione dipinta in volto, che fece tirare a Tonks un sospiro di sollievo, perché voleva dire che nessuno dei loro era ferito gravemente o peggio.

Rincuorata, fece per richiamare la loro attenzione, ma Molly aveva notato la sua presenza e, tempo due secondi, già la stava stringendo in uno dei suoi proverbiali abbracci.

“Come ti senti, cara?” chiese la donna, una volta che l’ebbe lasciata andare. “Siamo passati prima, ma dormivi ancora... saremmo tornati più tardi se non fossi venuta tu.”

“Io sto bene,” li rassicurò, “Ma non ho più visto nessuno da quando sono arrivata. Come stanno gli altri?”

 

Accidentally in love…

 

Arthur e Kingsley si scambiarono un’occhiata ansiosa.

“Stanno tutti bene, vero?” li incalzò.

“I ragazzi sono stati tutti dimessi questa mattina, Minerva e Moody non hanno niente, solo qualche ammaccatura, ed ora stavamo aspettando che il dottore finisse di visitare Hestia e dimettesse te.” Fu la loro risposta esitante, poi tacquero, in attesa di quella domanda che sapevano sarebbe arrivata.

“E Remus?” chiese, la voce poco più d’un sussurro. “Come sta Remus?”

“Non lo sappiamo,” spiegò sconsolata Molly. “Non vogliono lasciarci entrare, né dirci se sta bene.”

“Ma come!” protestò la ragazza indignata, “Siamo suoi amici! Abbiamo il diritto di sapere!”

 

Accidentally in love…

 

Detto questo si avviò come un razzo per il corridoio, camminando con tale velocità che gli altri, che avevano ancora sulle spalle tutta la stanchezza della battaglia e diverse ore di attesa in ospedale, fecero fatica a tenere il passo.

Quando la raggiunsero stava protestando a gran voce contro una delle infermiere del reparto.

“Sono spiacente, ma non credo di poter...” balbettava disorientata questa, lievemente spaventata dall’impeto e dal cipiglio della ragazza.

“Io. Pretendo. Di. Sapere. Come. Sta.” Sibilò Tonks.

Un Medimago si avvicinò allo strano gruppetto attirato dalle urla della ragazza e dall’espressione allarmata della collega.

“C’è qualcosa che non va?” chiese.       

“Eccome se c’è!” si infervorò Tonks. “C’è che nessuno qui vuole dirci come sta Remus!”

“Remus...?” chiese cortesemente il Guaritore.

“Remus Lupin.” Intervenne Arthur, posandole una mano sulla spalla per tranquillizzarla.

 

Accidentally in love…

 

Il Medimago spulciò un elenco di nomi sulla cartella che teneva sottobraccio, evidentemente tutte le persone che erano state ricoverate la sera prima in seguito alla battaglia. Fissò lo sguardo sul nome del paziente di cui chiedevano notizie ed aggrottò la fronte nel leggere le sue generalità.

“Ah.” Mormorò.

“Che significa ‘ah’?” chiese spazientita Tonks.

“Significa che il motivo per cui non possiamo darvi notizie del signor Lupin, è perché è ricoverato in un reparto sotto sorveglianza e ad accesso strettamente limitato, vista la sua... ehm... situazione.”

“E con questo? Non c’è la luna piena! Non è pericoloso!” ora Tonks stava iniziando ad arrabbiarsi sul serio.

“Devo ricordarle che esiste un decreto del Ministero della Magia per la reclusione di tutti i Licantropi?”

“Ed io devo ricordarle che è anche grazie all’uomo che tenete rinchiuso come fosse un assassino se questa notte Voldemort è stato finalmente sconfitto?”

Un lampo di soddisfazione le illuminò il volto alla vista della smorfia che il Guaritore fece al nome di Voldemort, ma si rabbuiò subito dopo, ricordando che ancora non aveva raggiunto il suo scopo. “Maledizione, non voglio mica aiutarlo a scappare! Quell’uomo mi ha salvato la vita questa notte, mi sembra il minimo che io possa fare, assicurarmi che stia bene! Siamo i suoi amici! Saremo liberi di decidere se vogliamo rischiare di avvicinarci a lui o meno. Voi il vostro lavoro l’avete fatto, ora lasciateci entrare!”

 

Accidentally in love…

 

L’uomo soppesò lentamente la richiesta.

“Temo che, anche se a vostro rischio e pericolo, non tutti abbiate il permesso di entrare,” disse infine con cautela. “A meno che qualcuno di voi non sia un parente...”

Abbassarono lo sguardo, sconfitti.

Remus non aveva parenti ancora in vita.

Ma all’improvviso Tonks ricordò la copertura che Silente aveva creato apposta per loro.

Non c’era bisogno che il Guaritore venisse a sapere che era fittizia.

“Io sono una parente,” annunciò sotto lo sguardo confuso dei suoi amici suscitando una smorfia di disappunto nel volto del medico, che sperava di farla desistere. “Sono sua moglie.” Lo informò trionfante, alzando la mano sinistra, mostrandogli la fede all’anulare. “Posso entrare, ora?”

Esaurite le scuse, il medico annuì gravemente.

“Sì, ma solo lei. Ma prima la accompagno a recuperare i suoi vestiti. Non vorrà presentarsi da suo marito conciata in quel modo.” Disse, accennando alla camiciola leggera che lei ancora indossava.

Felice per la sua piccola vittoria, Tonks acconsentì e seguì di buon grado il Medimago, sotto gli sguardi soddisfatti dei suoi amici.

 

***

 

Le stanze del reparto sorvegliato erano molto più piccole e decisamente più squallide rispetto a quella che l’aveva ospitata.

Alcuni uomini con la divisa del Ministero sorvegliavano la grande porta che dava acceso al reparto ed altri giravano per i corridoi.

All’entrata le era stato chiesto di consegnare la bacchetta, e lei era talmente ansiosa di sapere, che aveva fatto come le era stato detto senza troppe proteste.

Ora capiva perché erano tanto restii a far entrare la gente lì dentro, era un posto orribile, e se anche non si sentivano in colpa per la scarsa assistenza che veniva data a persone nella stessa situazione di Remus, erano comunque abbastanza furbi da non sbandierare la cosa ai quattro venti.

Se non fosse stato che aveva dell’altro in mente, Tonks avrebbe tanto desiderato andare a dirne quattro a coloro che avevano progettato quell’ala dell’ospedale, ed altrettante a quelli che avevano permesso che venisse realizzata.

 

L’infermiera, su istruzioni del Medimago, la condusse in una stanzetta grigia, dove solo uno dei quattro letti era occupato.

“Remus!” sussurrò, avvicinandosi.

Era pallido, tanto da far concorrenza alle lenzuola leggere che lo coprivano e alla benda che gli fasciava un braccio; aveva gli occhi chiusi, il respiro era debole, ma regolare, e la barba di un giorno gli velava il viso.

 

“Come sta?” chiese Tonks, alzando lo sguardo.

“Con incantesimi come quello che l’hanno colpito non c’è da scherzare.” La informò asciutta l’infermiera. “E’ stato colpito di striscio, se preso in pieno, un incantesimo del genere poteva essergli fatale. È stato fortunato.”

“Si rimetterà, quindi?”

“E’ debole. Ed ha bisogno di tranquillità e riposo, ma fossi in lui non avrei tutta questa fretta di guarire, visto quello che l’aspetta una volta che si sarà rimesso in sesto.” Terminò, con un tono che nulla faceva per nascondere il suo desiderio che lui fosse già altrove.

“Ma intanto è qui.” Replicò Tonks, in tono di sfida.

“Sì, è qui. Ma non so per quanto.”

 

Accidentally in love…

 

Per nulla desiderosa di continuare questa conversazione, Tonks iniziò a guardarsi intorno, in cerca di una sedia, ansiosa che la donna se ne andasse e la lasciasse da sola con Remus, ma c’erano soltanto i letti lì dentro, era evidente che non si supponeva che la gente ricoverata lì dentro ricevesse visite.

“Posso avere una sedia per cortesia?” chiese.

“Una sedia?” domandò disorientata l’infermiera.

“Sì, sa quelle cose su cui generalmente ci si siede?” e poi, vedendo che ancora non si muoveva, “Non penserà che io intenda restarmene in piedi tutto il giorno!”

La donna era scioccata.

“Non vorrà davvero rimanere qui!”

“Se lei non ha che un pezzo di pietra ornato di pregiudizi al posto del cuore, non vuol certo dire che siamo tutti come lei! Lui di certo non potrà uscire di qui, ma nessuno mi vieta di restare! Lei mi porti quella maledetta sedia, e poi le faccio vedere cosa significa volere davvero bene a qualcuno!”

 

L’infermiera lasciò la stanza indispettita, borbottando furiosamente fra sé.

Tornò poco dopo con una sedia sgangherata e, consegnatagliela senza troppe cerimonie, se ne andò, lasciandola finalmente sola.

 

Accidentally in love.

 

Un osservatore ignaro che fosse entrato lì dentro un’ora dopo, avrebbe trovato un uomo incredibilmente pallido steso sul letto in fondo alla stanza ed una ragazza seduta accanto a lui, che gli teneva la mano ed aveva la testa appoggiata sul letto, ciocche castane che le cadevano scompostamente sugli occhi.

Entrambi erano profondamente addormentati.

 

Nei giorni seguenti Tonks riuscì ad ottenere il permesso di rimanere al fianco di Remus fintanto che fosse rimasto lì, ed entro il quarto giorno, andava e veniva dal reparto a suo piacimento.

 

Continua...

 

 

 

Capitolo 20: Are they really good news?

  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nonna Minerva