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Autore: Birbi_alex    09/06/2013    9 recensioni
"- io non sono esattamente.. il ragazzo ideale, insomma ti punzecchio sempre, ti rincorro, ti faccio il solletico, ti faccio degli scherzi.. - cominciò a elencare anche lui strappandomi una risatina a ogni frase, portandomi a stringermi maggiormente alle sue spalle in un lieve abbraccio.
- e io non faccio lo stesso, scusa? - sbottai a quel punto per fargli capire il succo del discorso e riuscendo anche a zittirlo tanto che si girò verso di me confuso.
- il punto è che.. che non vorrei nient'altro se non quello che ho già. Anche io ti prendo a pesci in faccia a volte ma tu dovresti sapere che scherzo, che ti amo comunque - sussurrai riuscendo a vedere un sorriso emozionato tirarsi sul suo viso finché alle ultime parole agganciò gli occhi ai miei felice, guardandomi in un modo che avrebbe potuto bucarmi l'anima.
Qualcosa gli attraversò lo sguardo, quel qualcosa che compariva ogni volta che gli dicevo quelle due paroline importanti, poi come se non potesse farne più a meno si allungò verso di me posando le labbra sulle mie con ardore."
Questa FF è il seguito di "You're different than other else" ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1082168&i=1 )
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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You’ve got a heart as loud as lions
So why let your voice be tamed?

Hai un cuore che ruggisce come un leone
Allora perché lasci che la tua voce venga domata?
(Emeli Sandè - Read all about it)



CAPITOLO 14
 
- ehi buongiorno! – squittì con fin troppa foga Camille salendo nella mia macchina quella mattina, sicuramente più allegra di quanto potessi essere io.
- ciao – mormorai con stanchezza allungandomi verso di lei per ricambiare il bacio sulla guancia che mi schioccò sulle gote, ritornando poi eretta e portando le mani sul volante con premura.
- sei di buon umore vedo – constatò la moretta divertita dal mio muso lungo, appoggiandosi tranquillamente allo schienale del suo sedile e cercando di smuovermi con qualche parola.
- ho bevuto tre caffè stamattina, non sembra ma in realtà sono parecchio nervosa – borbottai mordendomi l’interno della guancia e ricordandomi della mia alzata alle sei perché non ero riuscita a dormire dati i troppi pensieri che mi affollavano la mente.
- addirittura tre?! Perché? – domandò colpita nonostante sapesse benissimo la risposta.
Prima di tutto mi era toccato guidare la mia macchina sgangherata impiegando il doppio del tempo in tutto e per giunta ero anche dovuta passare a prendere la mia migliore amica.
Avevo passato tutta la serata precedente a rispondere male a chiunque mi rivolgesse la parola, perché? Semplice, perché Malik era un coglione.
- come se non lo sapessi già – bofonchiai in una smorfia alzando anche gli occhi al cielo pregando di non doverle rispiegare di nuovo da capo il discorso tra me e il moro del giorno prima.
- e sei nervosa per questo? Andiamo, sono sicura che sarà stato solo un brutto momento e che risolverete subito – disse lei in un sorriso che volle essere cordiale, portandomi invece a sbuffare.
Avevo sentito quella frase quasi venti volte in quei due giorni: da mia madre, mio fratello, la stessa Camille, perfino da Jane.
- resta il fatto che è un cretino, questa volta non in senso amorevole – precisai stringendo tra le mani il volante in pelle un po’ rovinato dal tempo trovando finalmente la forza di schiacciare sull’acceleratore e di mettere in movimento l’auto.
Non era neanche venuto a prendermi quel mattino, cosa che non capitava da mesi.
- ma sarà stato arrabbiato per gli affari suoi e ha scaricato la pressione su di te, non pensarci troppo – cercò ancora di tranquillizzarmi mentre guidavo tra le vie caotiche di Londra.
- non pensarci troppo? Mi ha urlato addosso che non mi preoccupo di niente se non delle cose che interessano a me, ma è impazzito? – mi alterai un attimo alzando una mano per aria e poi ribattendola sul volante con acidità.
- sai che non pensa davvero tutte queste cose.. – mormorò in sua difesa in un sospiro.
- beh se non le pensa allora cosa me le ha dette a fare? Per farmi incazzare? Perché se è così ci è riuscito perfettamente! – esclamai allucinata guardando male ogni altro guidatore che ci fosse nei paraggi, intimando a tutti di farmi passare.
- lo scoprirai presto, non dovete parlare dopo? – domandò con ovvietà e con molta più calma e speranza di me.
- sì ma alla seconda ora perché lui oggi ha la prima lezione alle 10, quindi avrò sessanta stupendi minuti per pensare a come ucciderlo senza prendermi la colpa – ringhiai con un po’ di sarcasmo facendo sogghignare la ragazza al mio fianco che si piegò in un sorrisetto divertito.
- perché devi sempre essere così pessimista? Lui si scuserà di tutto, farete pace, vi abbraccerete e vi sbaciucchierete per bene.. se vuoi saperlo prevedo anche un pomeriggio d’amore a casa Malik – sbottò con fin troppa sicurezza e fu il mio turno di ridere quella volta per le sue parole esagerate.
- va bene fare pace ma può anche sognarselo il pomeriggio d’amore, gliela farò sudare questa volta – commentai con decisione, convinta che gliel’avrei fatta pagare per bene.
- sì certo, le mitiche parole famose – abbozzò Cam in un risolino malizioso che mi fece sgranare gli occhi.
- perché scusa, sono mai andata fuori copione con lui? Ogni cosa che dico poi la faccio – chiesi non capendo la sua ilarità, girandomi verso di lei solo alla vista di un semaforo rosso.
- come al suo compleanno, vero? “Cam guarda che ci veniamo all’università, stai tranquilla. Seguiamo le lezioni e poi andremo a fare una passeggiata a Oxford Street o ad Hyde Park”.. ti devo ricordare com’è andata a finire? Nessuno vi ha più visti quel giorno, siete stati rintanati tutto il tempo a casa sua a fare Dio solo sa quante cose losche! – sbottò prima imitando la mia voce teatralmente e poi rispondendosi da sola facendo imporporare le mie guance all’istante dopo il suo discorso.
- quella è stata l’eccezione che conferma la regola, credimi – puntualizzai imbarazzata mordendomi anche il labbro dal nervosismo, pigiando sull’acceleratore fino a scorgere in lontananza il nostro istituto.
- se dire così ti fa sentire meglio.. – borbottò sul punto di scoppiare a ridere da un momento all’altro ma per la salute di entrambe trovò contegno quando varcai l’ingresso del parcheggio davanti all’università, riuscendo a parcheggiare senza troppe difficoltà dato che la mia macchina era abbastanza piccola.
- non sfottermi troppo tu, ti devo ricordare io chi è che è andata a letto con Liam senza dire niente alla sottoscritta? – ribattei con enfasi abbozzando un sorrisetto divertito nel sentirla stramazzare qualcosa alla mia frase.
- te l’avrei detto! – esclamò arrossendo tutta d’un colpo piegandomi in una risata sentita.
- se dire così ti fa sentire meglio.. – ribadii le esatte parole che aveva usato lei con me poco prima, sperando che anche con Zayn sarebbe bastata qualche battutina per risolvere tutto.
 
 
 


“Il professor Wesley non c’è oggi, è assente per motivi familiari. Perciò chiediamo a tutti voi studenti di abbandonare l’aula e attendere il corso successivo, grazie” e ma dirlo prima?
Non solo mi ero svegliata con la luna storta, ero pure venuta all’università un’ora prima per niente.
Avrei potuto benissimo restarmene a casa un’altra oretta a sonnecchiare ma no.. nessuno si era preoccupato di avvisarci che il professore di economia aziendale non ci sarebbe stato. Che bello.
Percorsi spedita tutto l’androne di ingresso dell’edificio pronta a rifugiarmi in caffetteria per la mezzora a seguire prima che le lezioni ricominciassero e che arrivasse anche Zayn.
Mi affrettai a raggiungere il locale davanti a me cercando comunque di non far troppo rumore con gli stivaletti che avevo ai piedi dato che ero praticamente l’unica persona nei paraggi al momento.
Solo una volta varcata la porta della caffetteria mi permisi di lasciarmi ad un profondo sospiro, ritrovato anche un po’ di calore che di sicuro avrebbe aiutato.
Salutai con un cenno di capo la signora dietro al bancone, sempre la stessa, e mi affrettai a prendere posto a un tavolino in acciaio posando subito la tracolla con i libri sulla sedia accanto alla mia.
Ero davvero stanca, se non fosse stato per caffeina ancora in circolo nel mio corpo avrei anche potuto addormentarmi lì nel bar e non svegliarmi prima di sera.
Sentii gli occhi chiudersi stanchi ma allo stesso tempo le mie dita presero a battere sul tavolino in modo frenetico quasi senza che me ne accorgessi, dandomi un pretesto per restare sveglia.
Certo, avrei anche potuto dormire quella notte invece di pensare alle parole dure di Zayn.
Non sarei mai stata tanto forte però a lasciare semplicemente che le cose mi scivolassero addosso, per quanto volessi sembrare dura e indipendente avevo il dannato bisogno di qualcuno in cui credere.
Ma in quel momento mi riuscii difficile riuscire a credere anche al mio ragazzo date le ultime cose.
Alzai gli occhi dal tavolino freddo e li puntai distrattamente oltre la vetrata della stanza stupendomi di intravedere una figura familiare e veloce sedersi sul muretto in mattoni accanto alla scalinata principale, portandomi a indurire lo sguardo.
Sollevai anche le sopracciglia in un secondo momento colpita dal riconoscere effettivamente un ciuffo di capelli mori e una giacca di pelle conosciuta, per non parlare di quelle spalle slanciate che riuscii a vedere bene dato che mi dava la schiena.
Che ci faceva Zayn già all’università?
Non attesi troppo e alla fine con uno scatto deciso mi alzai riprendendo la borsa a tracolla in spalla per dirigermi velocemente verso la porta della caffetteria, decisa a porre fine a quel nostro problema il prima possibile.
E poi non sarebbe di sicuro potuta finire per quel motivo, era semplicemente una piccola incomprensione che andava chiarita.
Attraversai a passo spedito anche il portone d’uscita dell’edificio pronta a dirigermi verso il ragazzo che avevo visto poco prima.
Era stato lui poi a chiedermi scusa per messaggio in serata, come avrebbe potuto dirmi qualcosa di male?
Arrancai dei passi più decisi scendendo le scale grigie che portavano al piccolo giardino davanti alla struttura e puntai nuovamente l’attenzione al moro seduto distrattamente sul muretto ma questa volta con una scia grigiastra di vapore attorno al viso.
Le gambe quasi mi cedettero quando riconobbi quella nuvola grigia rifarsi spazio nell’aria davanti alla sua bocca, notando anche una bacchetta chiara tra le sue dita.
Non era possibile, non di nuovo.
Deglutii a fatica facendomi forza e cercando di ricomporre i vari frammenti del mio cuore che si erano strozzati alla vista di Zayn con in mano una sigaretta avanzai verso di lui, che però non si accorse di me dato che mi dava le spalle.
Indurii lo sguardo in modo severo una volta che lo raggiunsi e lo vidi soffiare via del fumo dalle labbra piene tranquillamente, ignaro della mia presenza dietro di lui.
- ora ho finalmente capito che sei davvero un cretino! – gli urlai contro ad un tratto aggirando il muretto e apparendo al fianco del ragazzo, non preoccupandomi troppo di afferrare e buttare a terra la sigaretta che teneva in bocca vedendolo subito sobbalzare.
- Scar? Che ci fai tu qui? – esclamò incredulo sgranando gli occhi scuri fino all’inverosimile, scendendo all’istante dal muretto e parandosi davanti a me in un colpo di tosse.
- piuttosto che ci fai tu qui a fumare?! – ribattei a tono non perdendo tempo neanche quella volta ad alzare la voce fuori di me.
- pensavo fossi a lezione.. non sono ancora le dieci.. – balbettò agitato buttando un’occhiata all’orologio che teneva stretto al polso guardandomi quasi dispiaciuto.
- non mi hai ancora risposto Zayn, perché diamine stavi fumando?! – sbottai secca immobilizzandolo con un’occhiata severa e attendendo poi ansiosa una sua risposta.
E a quel punto sentii chiaramente il suo fiato spezzarsi, insieme a qualcosa dentro al mio petto, e le sue labbra schiudersi in un sospiro che non avrei mai voluto udire.
Rimase lì inerme a fissarmi senza dire nulla socchiudendo appena la bocca forse a voler rispondere ma non ne uscì alcuna parola.
- io.. ehm.. non so, ero nervoso, avrei dovuto parlare con te e la tensione era troppa.. allora ho pensato.. – continuò a balbettare dispiaciuto mentre io scossi semplicemente la testa.
- e allora ti è sembrato un buon motivo per fumare? Oh certo eri nervoso poverino, scusa questo cambia tutto – lo canzonai acida neanche fossi la madre e lui mio figlio.
- ehi non arrabbiarti di nuovo, è che.. in questo modo riesco a rilassarmi un po’, tutto qua – borbottò poi allungando una mano verso il mio braccio ma io indietreggiai prontamente.
- ah quindi ti rilassa sapere che ti stai facendo del male da solo? – ribattei allucinata guardandolo fisso nei suoi occhi scuri e grandi, sicura di quello che stavo dicendo.
- andiamo Scar non ricominciare, non succederà niente! – boccheggiò lui ritrovando un po’ di coraggio, alzando le braccia al cielo stanco.
- non succederà niente? Come l’ultima volta quando sei finito all’ospedale per un’insufficienza cardiaca stai dicendo? – gli ricordai con voce tremolante nel ricordare quell’episodio, ripensando a Zayn in un letto celeste con aghi nelle braccia e tubicini nel naso.
- è stato quattro anni fa dannazione! E poi ti ricordi quanto fumavo al tempo? Secondo te mi capiterà di nuovo solo per colpa di una o due sigarette? – se ne uscì alzando i toni dopo di me, perdendosi in uno sguardo bruto che io non riconobbi come suo.
- adesso sono due, poi diventeranno molte di più e io che farò? Dovrei restarmene zitta a guardarti? – domandai con sicurezza nonostante avessi le mani che mi tremavano e il battito del cuore accelerato.
- non diventeranno di più! Solo.. ho bisogno di rilassare i nervi, sono venuto a scusarmi con te se non te ne sei accorta – riprese con una maggiore supremazia credendo forse di saperne più di me.
- ho preferito accorgermi della sigaretta che stavi fumando, scusami tu! – sbottai teatralmente facendo la finta dispiaciuta, facendogli notare come il suo discorso facesse acqua da tutte le parti.
- ti ho già detto che l’ho fatto perché sono nervoso, ma mi stai ascoltando?! – esclamò accendendosi e facendomi salire un diavolo per capello.
- sei tu quello che non sta ascoltando, non vuoi capire che tutto questo ti fa male? – dissi ancora incredula che fosse tanto menefreghista anche con se stesso.
- sinceramente l’unica cosa che vorrei capire in questo momento è perché diavolo stiamo litigando ancora se io sono venuto qui per scusarmi! – ripeté con chissà quante pretese nei miei confronti.
Cosa voleva, che rimanessi in silenzio e assecondassi le sue parole così facilmente? Che lo lasciassi distruggersi davanti ai miei occhi senza provare a cambiare le cose?
- non me ne può importare nulla adesso che tu sei venuto a chiedermi scusa se ti presenti con una sigaretta in bocca e tutta la tranquillità di questo mondo, sai? – lo accusai mantenendo intatto quel nostro scambio di sguardi che di solito avevo sempre interrotto io per l’imbarazzo.
- non sapevo che saresti arrivata prima, tu non avresti dovuto saperlo! – urlò facendomi mancare per una volta la voce a me, dato che la mia mente fu invasa da chissà quanti pensieri sconnessi e rumorosi.
Tu non avresti dovuto saperlo.
I suoi occhi puntati nei miei mi fecero mancare quasi la terra sotto ai piedi quando pronunciò quelle parole che scavarono qualcosa di incomprensibile dentro di me.
Non poteva averlo detto davvero.
- quante altre cose non so, Zayn? – mormorai con una curiosità sinistra in una smorfia, arricciando le sopracciglia confusa.
- chi lo sa, da come parli potrebbero esserci altre mille cose che preferisci tenermi nascoste piuttosto che affrontarmi.. – aggiunsi in un fil di voce avvertendo di nuovo qualcosa al centro del petto rompersi.
Qualcosa che lui aveva tenuto vivo in tutti quegli anni.
- io non ti nascondo proprio in bel niente, piuttosto sei tu quella che si tiene per sé le cose senza dirmele – esalò freddo trovando una risposta che a quanto pare per lui suonò convincente.
- non cambiare discorso, abbiamo già parlato di tutto questo! Sai benissimo perché non ti ho parlato di Lucas e Rose – sbottai puntandogli un dito contro con cattiveria, avvertendo addirittura la mano che avevo teso a mezz’aria tremare.
- certo, perché hai pensato bene di infischiartene di me e declassare la cosa.. – rispose con enfasi portandomi a sbuffare sconvolta.
- ma la vuoi smettere con questa pagliacciata?! Sai perfettamente che non l’ho fatto perché pensavo che non ti importasse più di tanto, se avessi saputo il contrario te l’avrei detto subito! – ribadii nuovamente sperando che il messaggio entrasse nel suo cervello, in realtà con poche speranze.
- non ti è importato di me, dì le cose come stanno – precisò come a volermi convincere della cosa per chissà quale malsano motivo.
- beh allora siamo in due! – risposi senza pensarci due volte zittendolo finalmente.
Mi stava facendo quel discorso aspettando che gli dessi ragione così si sarebbe sentito meno in colpa dopo? Era quello il senso delle sue parole?
- neanche a te importa di te stesso se continui a fumare senza renderti conto che ti fa male – rigirai il punto guardandolo di sottecchi, sentendo lo sguardo di entrambi tremare a quel contatto.
- Scarlett dannazione la smetti con questa storia?! Non sono più un ragazzino, sono cresciuto e mi prendo le mie responsabilità.. – sbottò animandosi ancora di più, battendo una mano sul muretto alla nostra sinistra e mi parve quasi che quella manata mi fosse arrivata fino al cuore.
- sai chi è il vero insensibile tra noi due? Tu Zayn perché hai ragione.. potrebbe non succederti niente come però potrebbe accadere benissimo il contrario, e io che farei? – dissi con sincerità sentendo gli occhi quasi pungere, avanzando verso di lui e vedendolo irrigidirsi.
- perché devi pensare così in negativo? L’unica cosa che devi fare in questo momento è fidarti di me, ti dico che andrà tutto bene – abbozzò facendomi piombare di nuovo nello sconforto.
- quante volte mi sono fidata di te, quante? Sono stanca di credere sempre a tutto quello che dici – borbottai notando i suoi occhi ingrandirsi e spalancarsi, guardandomi in un modo nuovo.
- e invece dovresti continuare a farlo! È solo un periodo stressante per me, tra gli studi, il lavoro, tu.. – cominciò a dire ma io lo fermai subito alzando la mano in aria con durezza.
- ah e io sarei un problema adesso? Da quando lo sono diventata? Visto che mi nascondi chissà quante cose.. potrebbero essere mesi – sbottai acida muovendo accuse che non avrei mai voluto che venissero confermate, non da lui sicuramente.
- non sei un problema Scarlett! – urlò in risposta, ma anche solo per aver usato il mio nome intero mi sentii presa in causa – è solo che la nostra litigata è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso – aggiunse poi ed ebbi davvero la voglia di scoppiare a piangere dal nervosismo in quel momento ma per fortuna mi trattenni, sicura che se l’avessi fatto sarebbe equivalso a dargliela vinta anche quella volta.
- dovevi pensarci prima di telefonarmi arrabbiato per urlarmi addosso, che dici? – ribattei a tono inarcando un sopracciglio e aspettando che rispondesse nuovamente.
- ero arrabbiato infatti, non sapevo bene neanche che dire – balbettò agitato cominciando a gesticolare in modo confuso.
- neanche io so che dirti adesso.. se tu fossi al posto mio che faresti, mm? – chiesi infine davvero curiosa di quello che avrebbe detto, ma invece rimase in silenzio per una decina di secondi.
- se tu Zayn fossi nei miei panni, cosa mi diresti? – domandai un’altra volta con voce tremolante, cercando di ributtare indietro le lacrime del nervosismo che mi stava divorando.
Puntai gli occhi nei suoi e mi mancò l’aria, mentre uno strano presentimento si fece spazio nella mia testa.
Non avevamo mai litigato così tanto.
Ogni volta, nell’esatto momento in cui gli urlavo addosso, sentivo una paura crescere sempre più in me.
Avevo sempre il timore che dopo di me non ci sarebbero più state grida, che sarebbe finita.
E quando lo sentivo ribattere in cuor mio sentivo un po’ di sollievo, perché magari non sarebbe stata mia la colpa di tutto quanto.
Non ero pronta per farla finita.
- io.. mi fiderei di te – mormorò dopo altri secondi di silenzio trattenendo anche il respiro, dando ragione ai miei dubbi.
- questo sei tu, non io. Non ce la faccio a darti ragione se hai torto, mi spiace – sussurrai in un sospiro tremolante trovando la forza di girarmi e cominciare a camminare via, sentendo qualcosa nel mio petto rompersi in mille pezzi.
Mi lasciai ad una smorfia che da tempo non faceva capolino sul mio volto e mi morsi anche il labbro sperando che fosse rimasto lì fermo dietro di me, quando invece una presa agitata mi afferrò per il polso facendomi voltare di colpo.
- no Scarlett ti prego non fare così – esclamò e nei suoi occhi lessi tutte le paure che avevo io, se possibile anche alimentate da qualcosa in più.
Lo guardai in quelle iridi scure e avvertii chiaramente i miei occhi appannarsi, dando aria alla scena che non avrei mai voluto vedere.
- non riesco a fare nient’altro, non sono come te Zayn. Non.. riesco a fidarmi ciecamente di quello che dici se non ci credi neanche tu. Se sai che ti fa male, perché non mi dai retta? – domandai ritrovando forse un po’ di speranza allungandomi addirittura a posare una mano sul suo petto data la vicinanza, sforzandomi di imprimere quel contatto freddo nella mia mente.
- a quanto pare non sono forte come te. Per questo ho bisogno che tu mi stia accanto, in particolare adesso – pronunciò quelle parole con una sincerità che suonò quasi stonata alle mie orecchie ma in verità fu tutto una grande orchestra sconnessa.
- non questa volta, no – esalai con voce bassa e insicura che lui colse benissimo, sapeva che sarei scoppiata in lacrime poco dopo e probabilmente non si sentì pronto a vedere la scena con i suoi occhi perché sciolse a malincuore la presa dal mio braccio lasciandomi andare via.
Come poteva lui non sentirsi forte come me, quando io mi sentivo tanto debole e spaccata in mille pezzi?
Come poteva non essere forte abbastanza?
Chi lo sarebbe stato al nostro posto?
 



 
- pronto? – risposi al cellulare solo quella sera nel mio letto, solamente dopo aver letto un nome diverso da quello di Zayn sullo schermo.
Inutile dire che ero tornata subito a casa la mattina dopo la nostra discussione, sicura che non sarei riuscita a reggere delle lezioni in quello stato.
Mi ero ripromessa di farmi una bella dormita magari, che dopo aver riposato avrei trovato le giuste risposte da dargli, invece ero rimasta nel letto in silenzio a maledirmi per ogni singola cosa, cercando con tutta me stessa di dare la colpa a lui per non sentirmi la responsabile di tutto.
Mi strinsi le gambe al petto lasciando la testa all’indietro contro la testata del letto e aspettai in silenzio che la voce del mio amico mi rinfrescasse le orecchie.
- ciao tesoro, sono Harry! – disse infatti il riccio piegandomi in un sorrisetto di sollievo.
- ciao, ci sono novità? – domandai con una strana cordialità, piuttosto forzata a dir la verità.
- mi sono comprato una nuova giacca col colletto come piacciono a me in verità, come fai a saperlo? – abbozzò facendomi ridacchiare e scuotere il capo.
- intendevo.. con Nicole? Non mi hai chiamato per questo? – rifeci la domanda con aria da finta tonta sentendolo poi animarsi.
- oh sì certo! Scusa, sono un po’ stanco oggi – si scusò in una risata che contagiò anche me, nonostante fossi sicura che il più stanco tra i due fossi sicuramente io.
- comunque ieri l’ho invitata a cena per domani sera! – esclamò facendomi sgranare gli occhi colpita.
- addirittura? Wow Styles fai progressi – mi congratulai divertita giocando distrattamente con l’elastico dei pantaloni della tuta che avevo addosso.
- già, beh.. mi ha raccontato che vive da sola con una ragazza scozzese e questa partirà per una settimana per far visita alla sua famiglia, allora per non farla sentire troppo sola le ho chiesto se le andava di andare a mangiare un boccone con me – spiegò e tutte le sue parole mi sembrarono perfettamente giuste e azzeccate.
Perché l’amore non poteva essere sempre così semplice?
- e lei ha accettato, vero? – domandai eccitata per la notizia, non smettendo un attimo di sorridere.
- esatto! Insomma, le ho già detto di non aspettarsi chissà quale cena di lusso, però mi è sembrata felice del mio invito – abbozzò felice e immaginarlo lì emozionato con quegli occhi oceano luminosi mi fece sentire importante almeno in quello.
- certo che è felice! Noi ragazze impazziamo per queste cose, sai? – esclamai in un altro sorriso guardando l’orologio della mia stanza che segnava quasi le otto di sera.
- sul serio? Allora ho davvero fatto bene? – chiese quasi stupito della mia frase ma allo stesso tempo orgoglioso del suo lavoro.
- cavolo sì! Potrà anche non sembrarti felicissima ma dentro di sé è entusiasta, credimi – continuai a dire ricordando come anche io impazzissi per un semplice invito a cena, anche solo in un fast-food.
In quel preciso momento mi venne in mente Zayn insieme a me in tutte quelle serate improvvisate e divertenti e sentii di nuovo qualcosa nel petto gelarsi.
- uh meno male! Adesso però ho bisogno di altri dei tuoi consigli, cosa devo fare? – se ne uscì impacciato strappandomi un risolino colpito.
- stai seriamente chiedendo a me come si conquista una ragazza? – ribattei incredula facendolo ridere.
- dai non fare la finta tonta e spara qualche carta vincente, se vuoi anche cose già fatte da Zayn, non mi importa essere originalescherzò e sentir pronunciare quel nome ad voce alta di nuovo fu come una coltellata nello stomaco.
Lui era sempre stata la mia certezza in quegli anni, ora che eravamo in quella situazione a chi avrei dovuto credere? A chi avrei dovuto chiedere appoggio?
- non saprei.. ehm.. sicuramente devi metterla a suo agio – abbozzai la prima cosa che mi passò per la mente grattandomi la nuca e sforzandomi di dare delle indicazioni efficaci.
- e fin qua non ci sono problemi, poi? – chiese ancora neanche si stesse segnando tutte quelle cose su un blocchetto appunti.
- stupiscila, falle qualche bella domanda.. anzi ecco! Chiedile qualcosa che ancora non sai di lei, cerca di conoscerla meglio, a noi ragazze piace parlare tanto ed essere ascoltate – esclamai infine soddisfatta del mio piano geniale.
In effetti anche solo in quel momento ero lusingata nell’essere tanto indispensabile per Harry, mi faceva sentire importante.
- qualcos’altro? – abbozzò davvero curioso.
- ovviamente non fare dei discorsi che a lei non interessano, trova delle cose che avete in comune e parlate di quelle – dissi facendo spallucce tranquilla, stringendomi contro il cuscino caldo e sperando di non dovermi più alzare dal letto.
- solo questo? Pensavo sarebbe stato più complicato, grazie mille – squittì colpito e felice, portandomi a scuotere di nuovo la testa.
- non è così facile come sembra.. devi anche essere gentile, non troppo invadente.. – ribattei cercando di non illuderlo, non anche lui.
- ..darle importanza quando la vuole, sii simpatico ma non stupido.. – continuai sicura delle cose che stavo dicendo per una buona volta.
- ..falle dei complimenti senza esagerare o essere volgare, lasciale i suoi spazi ma allo stesso tempo sorprendila.. – aggiunsi alzando lo sguardo lungo il muro chiaro della mia stanza davanti a me, sentendo il cuore mancarmi nel petto quando senza volerlo incontrai una foto sulla scrivania che ritraeva me e Zayn stretti in un abbraccio l’inverno passato.
- e la cosa più importante.. – mormorai col fiato mozzato da un brivido lungo la schiena e gli occhi più pesanti - ..sii sempre sincero con lei, non nasconderle niente. La fiducia è una delle cose più importanti, almeno tu ricordatelo – conclusi non riuscendo più a trattenermi, infatti mi lasciai a un singhiozzo acuto sentendo in breve tempo le guancie venire bagnate da diverse lacrime calde e pungenti.
Affondai la testa tra le ginocchia e mi ripromisi di smettere subito, perché poi non ci sarei più riuscita, ma quando feci per tirare su col naso un’altra ondata di lacrime mi scosse fino alle viscere.
- Scar? Tesoro? Oh mio Dio che ti succede? Va tutto bene? – sentii Harry dire dall’altra parte della linea con tono preoccupato, sentendo tutti i miei singhiozzi dato che non avevo avuto il tempo di chiudere la chiamata.
- fa come ti dico, non deluderla – insistetti cercando di ritrovare un po’ di calma che però tenne qualche secondo, giusto il tempo di pronunciare quelle poche parole, perché poi riscoppiai in lacrime come se in quel modo potessi sentire meno dolore.
- mi dici che succede? Devo venire da te? Mi stai facendo preoccupare, stai bene? – sbottò alzando la voce.
Stavo bene? Mi era appena crollato il mondo addosso ma non sapevo se potevo ancora farne parte.
- no è che.. non venire, sto bene – mentii tirando su col naso ma non riuscii comunque a smettere di piangere.
Mi ero trattenuta tutto il pomeriggio con chissà quale freddezza e ora mi toccava farlo al telefono con Harry?
- ma ti sei fatta male? Che è successo? – domandò ancora in pensiero per me, non riuscendo però a venire a capo della faccenda.
- non mi sono fatta niente.. però.. sì fa male, Harry – abbozzai in un ulteriore singhiozzo sfogandomi col mio amico nonostante lui non sapesse nulla di quello che ci eravamo detti io e Zayn, non avevo avuto la forza di raccontarlo a nessuno.
A quel punto sentii la porta della mia stanza spalancarsi e tremai dentro, alzando di colpo la testa dalle mie ginocchia e incontrando lo sguardo perso di mio fratello che appena notò le lacrime che io stavo cercando di nascondere si richiuse l’uscio alle spalle e si diresse verso di me.
Io rimasi immobile senza respiro, guardandolo avvicinarsi con gli occhi sempre più appannati e deboli, finché allargando le braccia mi strinse in un abbraccio che mai mi sarei aspettata.
Allentai la presa sul telefono che ricadde sul materasso e quando Lucas mi strinse al suo petto con trasporto mi lasciai andare ad altri singhiozzi, questa volta anche più rumorosi.
- shh.. calmati Scar, respira.. – sussurrò lui al mio orecchio lasciando che gli circondassi le spalle con le braccia ricambiando l’abbraccio, ma anche solo sentire quel soprannome che mi affibbiava sempre Zayn mi fece ricadere nello sconforto in un attimo.
- rispondi a Harry, ri.. rispondi a Harry – balbettai in risposta, aspettando che in un sospiro mio fratello afferrasse il mio cellulare e mormorasse un – è tutto a posto, ora ci sono io con lei – prima di interrompere la telefonata.
Non eravamo soliti fare quelle cose fraterne, con lui cercavo sempre di fare la dura, come con tutti insomma, ma Lucas sapeva quanto fossi indifesa nel profondo.
Strinsi mio fratello in quell’abbraccio infinito e non mi preoccupai di bagnargli un po’ il viso con le mie lacrime, sapevo che non sarei mai stata un problema.
Come potevo essere un problema per le persone che amavo? Come potevo esserlo per Zayn?
- mi dispiace – esalai nell’incavo del suo collo immaginando quasi che quelle braccia forti attorno al mio corpo fossero di qualcun altro, non di Lucas.
Infilai le dita nei suoi capelli per maggiore sostegno e preferii credere che fossero dei ciuffetti mori, non castani e corti.
Affondai anche il viso nel suo collo aspettandomi di respirare un profumo dolce e frizzantino che invece non trovai, facendomi piombare di nuovo nella tristezza.
Non era la stessa guancia che stavo strofinando con la mia, non era il solito petto che stavo animando con i miei tremolii, non erano le stesse spalle e soprattutto non era lo stesso odore.
Scoppiai nuovamente in lacrime aggrappandomi a quel poco di cui ero sicura, l’affetto incondizionato di mio fratello.





















*schiva una cassetta di pomodori*
*si nasconde sotto il tavolo*
Buonsalve!
Vi prego non uccidetemi çç
Vengo in buona fede, ve lo giuro!
Vi avevo avvisate che sarebbe stato un capitolo interessante, e a me piace molto!
Quindi spero sia piaciuto anche a voi.
Dunque ricapitolando.. la lite e scoppiata per Zayn che ha ricominciato a fumare e Scarlett che non gli aveva parlato del flirt tra Lucas e Rosalie, a questo si sono poi aggiunti i nervi a fior di pelle di entrambi.
Se volete potete trovarmi su twitter, sono @hiseyesonmine e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate di questo capitolo con una recensione.
Tra pochissimi giorni finisco la scuola e quindi potrò dedicarmi finalmente alla scrittura!
Aggiornerò sabato 15 probabilmente, non vedo l'ora che leggiate anche il prossimo capitolo!
Non mi uccidete, vi prego çç grazie per essere passate ahah
Un bacione a tutte!
   
 
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