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Autore: MillyMalfoy    25/12/2007    1 recensioni
Guardando le stelle si possono immaginare mondi che nemmeno esistono, e la consapevolezza che tutto questo sia solo un sogno non è nulla rispetto alla speranza che i sogni possano trasformarsi in realtà. Vorrei poter volare solo per fuggire il più in fretta possibile. Ma scappare da se stessi è impossibile.....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardando le stelle si possono immaginare mondi che nemmeno esistono, e la consapevolezza che tutto questo sia solo un sogno non è nulla rispetto alla speranza che i sogni possano trasformarsi in realtà. Vorrei poter volare solo per fuggire il più in fretta possibile. Ma scappare da se stessi è impossibile. Solo la morte potrebbe allontanarmi dal mio peccato, ma nessuna forza che io possieda mi condurrebbe a eseguire un gesto così estremo.

Mi alzo, mi avvicino alla libreria, prendo fuori un libro e mi siedo. Sono arrivato qua da solo dieci minuti, e come ogni sera cerco di rilassarmi. Non sono più nemmeno sicuro nel mio letto, la notte porta con sé troppi pericoli, e il dormire abbassa ogni mia difesa, e non me lo posso permettere, non ora.

Mia madre mi ha sempre insegnato che la cosa più importante nella vita è avere un obiettivo. Mio padre voleva diventare potente, ha sacrificato tutto e tutti per questo, mia madre voleva il figlio perfetto, e ha sacrificato la mia intera giovinezza per questo. Ora io so di aver trovato il mio vero obiettivo e sacrificherò tutto quello che posseggo per ottenerlo. La mia felicità è il prezzo che dovrò pagare, ma sarò fiero per la prima volta, in tutta la mia miserabile vita, di me stesso.

Vedo le parole d’inchiostro affollarsi davanti ai miei occhi, ma non riesco a leggere nemmeno una frase. Mi rialzo. Mi riavvicino alla libreria. Mentre riposiziono il libro al suo posto mancante, sento la porta aprirsi e richiudersi. Scivolo lentamente la mano lungo il mio fianco, afferro la mia bacchetta e mi volto lentamente. La bacchetta pronta davanti a me a lasciar partire qualsiasi maledizione e incantesimo io ordini.

Lo vedo. Il respiro che trattenevo mi abbandona pesante. Si avvicina a me lentamente, certo che prima di lasciarlo avvicinare ancora lo avrei ferito, ma nessuna parola riesco a pronunciare, nessun pensiero riesco a formulare.

“Draco” sussurra quando la distanza che ci divide è poco più di due passi. Lo guardo tremare, con le mani dietro alla schiena che nascondono qualcosa.

“Che cosa vuoi Potter?” gli chiedo, sforzo la mia voce, deve sembrare distante e distaccata. “Perché mi hai seguito?” attendo che mi risponda, ma è come se dietro al suo sguardo si nasconda il vuoto. Vorrei sapere, dove è la sua mente, dove stanno scappando i suoi pensieri, per poterli afferrare anche solo di sfuggita per poterne assaporare l’odore, per vederne anche solo da lontano il colore, e per poter anche solo una volta sapere che sono su di me.

Muove lentamente le mani e mi porge un pacchetto. Verde è la carta, e grigio il fiocco. Vorrei sorridere, ma non posso, non credo di ricordarmi come si faccia. Afferro senza eleganza il pacco che mi porge. Pronuncia delle parole che stento a riconoscere, sembrerebbe ringraziarmi, ma non capisco perché mai qualcuno dovrebbe dire grazie a me. Non sono nessuno, mai lo sono stato, e mai sarò più di una semplice delusione.

I suoi occhi aspettano trepidanti che io lo apra, e così esaudisco il suo banale desiderio. Scarto con lentezza il pacco. Una foto. Io e lui. Il quidditch.

Sento gli occhi bruciare. Osservo la foto, alzo lo sguardo e incontro il suo. Mormoro un “Cosa vorrebbe dire questo?” lui sorride stanco e incomincia a riparlare: “E’ il mio regalo di natale per te. Oggi è il Natale più brutto che abbia mai trascorso. Vederti solo in un angolo, vedere il tuo sguardo così perso, sentirti piangere in quel freddo bagno in compagnia di un malinconico fantasma. Credevo di doverti dire quello che sento, quello avrei dovuto dirti tanto tempo fa… Draco io non ti odio… io ti amo”. Lo guardo con disprezzo, con sorpresa, con inquietudine.

Prendo la foto e la butto nel fuoco. Lo guardo impallidire, rido nella mente della sua debolezza, prima di voltarmi e scappare fuori da quella stanza, fuori da quel castello, fuori dalla sua vita.

  
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